ALLA FINE, NONOSTANTE TUTTO, SIA PURE TARDI, LA VERITÀ E L’UMANITÀ HANNO IL SOPRAVVENTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Aprile, 2015 @ 4:54 amDetto altrimenti: non riesco a passar sotto silenzio due fatti molto gravi …. (post 2002)
Post 2002, anno 2002 – Arriva l’Euro. Cogne: ucciso il piccolo Samuele.
1 – LA VERITA’ SULLA DIAZ, SU ARMANDO DIAZ E SU UN GIUDICE GENOVESE
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La Corte Europea di Strasburgo ha condannato l’Italia con riferimento al pestaggio –  letteralmente: alla tortura – di Arnaldo Cestaro (ed altri) alla scuola Diaz di Genova  il 21 luglio 2001 in quanto in Italia non è previsto il reato di tortura (la legge giace da due anni all’esame del parlamento), come invece prevede la legge europea.
Due bruttissime figure: l’avvenuta tortura; la sua mancata sanzione come reato previsto dall’ordinamento giuridico nazionale.
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Ricordiamo Armando Diaz, un valoroso generale meridionale che sostituì validamente (battaglia del Piave) l’inetto e irresponsabile Cadorna, autentico macellaio di centinaia di migliaia di nostri giovani, il responsabile di Caporetto, dove fu sconfitto da un tenentino nemico di nome Rommel che poi fece parlare di sè anche nella seconda guerra mondiale. Cadorna … non capirò mai perché a Milano gli sia intitolata una stazione della metropolitana. Armando Diaz non meritava certo che ora il suo nome fosse accomunato ai “fatti della Diazâ€. La Diaz, una scuola … molto vicina a Via Trento, a Genova, nel quartiere di Albaro, una collina urbana a oriente, verso l’alba, appunto. In Albaro abitavo io (Via Rodi). In Albaro abitava un mio amico (Via Sannazaro): insieme a sciare, insieme all’università . Poi io manager, lui presidente di tribunale. L’ho rivisto alla TV, intervistato, dopo che aveva assolto i torturatori della Diaz (e della caserma di Bolzaneto); prima che la sua sentenza venisse cancellata in appello; ben prima che l’Italia fosse condannata dalla Corte di Strasburgo. Si parla tanto di “responsabilità civile dei giudiciâ€. Qui vi è anche una enorme responsabilità morale per il danno arrecato alle vittime ed al paese intero, da ripagare quanto meno con una trattenuta sulla sua pensione! Dice … ma “quella la pensione” è un diritto acquisito. Ah, vabbè, se le cose stanno  così …
Perdonate un riferimento legale, impreciso quanto volete, ma significativo (dopo tutto, anche se nel 1968 mi laureai in giurisprudenza, poi ho fatto tutt’altro mestiere): l’erede legittimo ha un diritto acquisito, quello all’eredità . Ma se è “indegno”, ovvero se commette alcuni reati contro il suo dante causa, perde quel diritto. Per indegnità , appunto …
Come si chiama questo mio ex amico? Lasciamo perdere, non merita la citazione del proprio nome, non vale più la pena nominarlo, si merita piuttosto la pena della  damnatio memoriae, ovvero la cancellazione anche del suo stesso ricordo (il contrario della damnatio memoriae è l’apoteosi, così son sicuro di essere compreso). Nel frattempo forse dal male  nasce il bene: una legge che preveda il reato di tortura e che ogni agente in servizio di ordine pubblico sia contraddistinto da un numero sul giubbotto e sul casco. E’ chiedere troppo
POSTFAZIONE: … e quale è la responsabilità del legislatore che non ha legiferato? Ancora: esco di casa, in auto, oggi, 8 aprile 2015 ad ore 07,15, ascolto  Radio 3, Prima Pagina. Il conduttore-giornalista Marcello Veneziani dice che le violenze della polizia dentro la Diaz “vanno contestualizzate” (?? N.d.r..!) con quelle dei teppisti dei tre giorni precedenti e che non bisogna indebolire le forze dell’ordine. Io telefono, me lo passano, intervengo in diretta: contesto la sua “contestualizzazione” di due fatti che non possono assolutamente essere posti sui due piatti della stessa bilancia. Contesto inoltre la sua  “generalizzazione” sia  a favore che contro le forze dell’ordine e affermo che  la maggior parte è sana, ma vi sono carabinieri rapinatori e quasi-comandanti-in capo-della Guardia di Finanza che stanno scontando quattro anni di galera a S. Maria Capua Vetere. Mi risponde: “Occorre contestualizzare, i poliziotti nei giorni precedenti erano stati attaccati, hanno reagito (con torture? N.d.r.) … e poi, non bisogna generalizzare” (ma se ero io ad averlo detto?). Provo a ribattere e mi chiude la linea in faccia. E bravo il pseudo signor pseudo giornalista Veneziani!
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2 – L’UMANITA’
Cormano (Milano). Un neonato viene abbandonato in una stradina. Una passante lo scorge, lancia l’allarme. Il piccolo viene raccolto e salvato. All’ospedale di Niguarda giungono decine di richieste di adozione. Ecco, anche qui, dal male nasce il bene: decine di famiglie si fanno avanti per adottare Alberto.
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3 – LA CONCLUSIONE
Che non dobbiamo perdere la speranza che la verità è l’umanità alla fine abbiano il sopravvento.
4 – IL POST SCRIPTUM
Avere il sopravvento: quando le navi erano solo a vela (velieri) e per moltissimo tempo non riuscivano a “bolinare†ovvero a risalire il vento, in uno scontro navale era molto avvantaggiato il veliero che  “avesse il sopravvento†ovvero che si trovasse più vicino alla direzione dalla quale proveniva il vento rispetto all’avversario, il quale invece non avrebbe potuto manovrare con virate “contro ventoâ€.  Per capirsi: sulla terra ferma, in un pendio, fra due avversari è ovviamente avvantaggiato chi occupa la posizione più a monte, quella più elevata. Il sopravvento fu quello che contribuì alla vittoria della piccola flotta greca contro la grande flotta persiana all’isola di Salamina, oltre al fatto di avere I Greci attirato le numerosissime navi persiane in acque ristrette, entro le quali non poterono manovrare (ecchè, si capisce che io sono un velista? Mai negato).
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