IL PROSSIMO POST SARA’ IL N. 2000!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2015 @ 7:10 pmDetto altrimenti: un bel traguardo, per chi ha iniziato il 6 dicembre 2011!  (post 1999)
Post 1999, anno 1999 – Muore Fabrizio De Andrè. Da qualche post non vi racconto più che lavori io stessi  facendo in quegli anni: infatti sono stati molti,  e non ho voluto tediarvi. Dal 2000 ho iniziato un nuovo lavoro più “localmente significativo†(il mio ultimo prima della pensione) e ve ne parlerò nel post 2001.
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2000 post in quanti giorni? Provo a fare un calcolo (quasi esatto): fanno quasi 1217 giorni, il che significa 1,6 post al giorno in media, festività comprese. In totale ho ricevuto 2323 commenti scritti e di questo ringrazio le mie lettrici e di miei lettori. Grosso modo, ogni giorno un terzo dei miei lettori sono lettori di ritorno, cioè affezionati. Per due terzi sono lettori nuovi, ovvero lettori che approcciano il blog per la prima volta. La durata media di ogni contatto è di 1,50 minuti da parte – oggi – di circa 100 lettori al giorno. Ogni lettore sfoglia circa due pagine al giorno; ogni pagina contiene circa dieci post. Questi alcuni dati statistici.
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Ora sto pensando come celebrare il prossimo post, il n. 2000. Vedremo.
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Oggi vi parlo solo un particolare: poco fa, al TG3 delle 19,00 un politico già molto famoso e ancora molto, molto ricco, di fronte al tentativo di uno dei suoi di scippargli la leadership, ha dichiarato: “Nessuno può pensare di prendersi in eredità qualcosa per la quale io mi sono impegnato con 119 milioni di euro di fidejussioni†(mi domando: si è trattato di un credito (di firma) al suo partito: legittimo o “in nero�). (1)
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Recentemente io ho cambiato idea circa il finanziamento pubblico ai partiti: ero contrario, ora sono favorevole. Infatti in assenza di tale finanziamento, potrà fare politica (da posizione ingiustamente privilegiata) solo chi è molto ricco. Dice … ma poi le tesorerie rubano, le fondazioni … chi le controlla  ? Evvabbè, se uno ha preso arbitrariamente troppi antibiotici e sta male, se ne controlla la somministrazione, mica si vietano gli antibiotici!
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(La nota che segue è stata da me aggiunta dopo che io ho letto il commento di Giovanni Soncini a quanto sopra).
(1) leggete il mio post del 17 gennaio 2013 (e quello del successivo 31 gennaio). Quel politico prometteva che avrebbe abolito il finanziamento pubblico dei partiti. Mossa populista (la massa grida: “Evviva lui, evviva!”) ma anche furbetta: infatti in tal caso  solo i privati ricchi (cioè “lui”) possono finanziare il “proprio” partito … E oggi si scopre a quanto ammonta il suo “finanziamento”: a 119 milioni di euro di fidejussioni. Ora mi chiedo:
- lui ha percepito una commissione per ogni fidejussione rilasciata?
- Quali banche hanno erogato denaro a quel partito, con la garanzia di quelle fidejussioni?
- I denari concessi dalle banche al partito, sono stati rimborsati oppure le fidejussioni sono state attivate? Se invece (come è probabile, altrimenti lui avrebbe parlato anche di propri crediti erogati per cassa e non solo di fidejussioni) il partito ha rimborsato le banche, lo ha fatto a valere sul finanziamento pubblico incassato successivamente. Il che vuol dire che sulla prospettiva di tale futuro incasso si è innestato un insieme di operazioni finanziarie le quali hanno prodotto un vantaggio
- a quel partito, il quale ha avuto la disponibilità del denaro prima degli altri partiti;
- a lui, che ha guadagnato in termini di commissioni di fidejussione;
- alle banche, in termini di tassi di interesse sul credito erogato.
Ancora: ma se poi il finanziamento pubblico viene abolito, lui non può più contare sul rimborso (da parte pubblica) delle proprie esposizioni personali (le quali tenderebbero tuttavia a diminuire, diminuendo l’esigenza di far concorrenza agli altri partiti, impoveriti in quanto a loro volta  non più finanziati dal pubblico e senza poter contare su di un capo ricco). In ogni caso i denari che lui “uscirebbe” non avrebbero più la garanzia del rimborso pubblico. Ma allora delle due, l’una: o lui è un vero generosissimo filantropo,  oppure pensa che – una volta al governo con una maggioranza schiacciante – potrebbe trovare ben altri modi per far quadrare abbondantemente i propri conti. Che mente, lui! Altro che gli altri!
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