A RUGGERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Marzo, 2015 @ 2:30 pm

Detto altrimenti: a Ruggero Polito, un ricordo del collega Piero Chiaro in occasione della S. Messa nel primo anniversario della morte (v. post precedenti,  “Ruggero Polito”)      (post 1973)

Post 1973, anno 1973 – “Amarcord” mi ricordo. 29 anni, sono padre di Valentina! 29 anni, stavo finendo il mio quinto anno alla Comit (sarebbe stato anche l’ultimo): crisi e economica durissima, stretta creditizia, stretta valutaria. Fra l’altro, ogni importatore doveva versare alla banca d’Italia in un conto corrente infruttifero e bloccato per sei mesi una somma pari alla metà del valore delle merci importate.

Piero Chiaro, collega di Ruggero, così lo ha ricordato durante la S. Messa commemorativa di ieri, nella Chiesa Arcipretale di Riva del Garda

3 giugno 2013 (19)

Ruggero, il sorriso, sempre!

“E’ già un anno. Sembra ieri. Son già trascorsi ben 365 giorni. A me sembra ancora possibile poter telefonare e concordare un giorno per vedersi e stare un po’ insieme, come usavamo fare; spesso con gli amici Perterlini. Era sempre un piacere vedersi. Purtroppo, non so perché, delle persone a te care apprezzi le qualità in misura maggiore quando le hai perdute. Soprattutto quando, ovviamente, quelle qualità eran tante. E così di Ruggero, al quale mi capita spesso di pensare, mi mancano tante cose.

Mi manca quel Suo perenne sorriso, che l’accompagnava in ogni circostanza, segno della serenità d’animo e della tranquillità del Suo carattere;

Mi manca quel senso del piacere dello stare insieme, che avvertivi tangibilmente e nel concreto quando non avrebbe mai voluto che ci salutasse: “ ma dai stiamo un altro po’, mica è tardi”, questo era il Suo ritornello”.

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Mi manca la Sua musica, quella musica che era la sua essenza; il suono del pianoforte, che suonava con istintiva naturale grande bravura e che avrebbe suonato per ore senza mai stancarsi; non ho mai incontrato persona così immedesimata nella musica, che gli trasmetteva visibilmente gioia; quasi un senso di esaltazione estatica.

Mi manca l’avvertire il senso della Sua generosità, quella Sua buona predisposizione per gli altri, che lo portava a prodigarsi in qualche modo per aiutare chi fosse in difficoltà.

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Con il chitarrista classico di fama internazionale Carlo Fierens

Mi manca il suo buon senso, che sempre l’aveva guidato nella Sua attività, soprattutto di Pretore, quando da solo poteva decidere le questioni più spinose affidandosi al senso di umanità e di equilibrio che lo caratterizzava; e la Comunità per questo gli ha sempre manifestato riconoscimento e gratitudine. Quel buon senso al quale, da amico, sapevi di poter attingere per avere un consiglio da far valere in qualche problema che ti angustiava.

Mi mancano le discussioni sulla fede, quella autentica, perché supportata dal dubbio, che lo accompagnava e che io, da laico, agnostico, pure gli invidiavo, consapevole della forza del credere anche in un’aldilà. E speriamo che abbia ragione Lui, sì che io possa avere la fortuna di reincontrarlo e così ascoltare ancora il Suo violino e “ o sole mio” suonato al pianoforte.

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Con i suoi due strumenti preferiti

Cosa dire ancora di Ruggero. Sì : che nella Sua pur minuta struttura fisica, nascondeva in realtà un forza d’acciaio, che gli aveva permesso di ben superare uno spaventoso incidente e poi un altro ancora. E non posso concludere senza ricordare il suo grande amore per la famiglia. Per la sua Maria Grazia,  la donna della Sua vita, con la quale quest’anno avrebbe celebrato le nozze d’oro e per le sue figliole, Patrizia, Elisabetta e Anna Carla alle quali era sì affettuosamente legato e a parlar delle quali gli ridevano gli occhi. La famiglia, la musica, la giustizia, la fede, l’amicizia, il senso del prossimo, questi erano i valori in cui credeva il nostro carissimo Amico, che noi porteremo sempre nel nostro cuore e nel nostro ricordo, consapevoli che ciò facendo noi lo terremo in vita con noi. Ciao Ruggero.  Alla prossima.”

Rovereto – Riva del Garda – 18 marzo 2015