IL RELATIVISMO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Gennaio, 2015 @ 5:03 pm

Detto altrimenti: atteggiamento positivo o negativo?   (post 1989)

Post 1898, anno 1898. Il pane costa troppo. La gente manifesta. Il generale Fiorenzo Bava Beccaris fa prendere a cannonate la folla. Alzo zero.

Protagora, uno dei primi filosofi relativisti

Protagora, uno dei primi filosofi relativisti

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Il relativismo mette in discussione l’esistenza di verità assolute. Nella religione, nella politica, nella conoscenza, nella morale, nell’attività legislativa (insomma, nei comportamenti umani). Ciò che in un certo periodo storico ci appare “assoluto”, spesso (non sempre) poi nei secoli successivi risulta essere stato solo “relativo”. Il relativismo può essere “dichiarato” o “implicito”. “Dichiarato” è quello di chi dice di professarlo, di non credere ai valori assoluti. Implicito, quello di chi opera in maniera “relativa” nei vari campi del pensiero e dell’azione umana. Infine vi è il “relativismo degli effetti”, di cui alla fine del presente post.  Ma allora, il relativismo è cosa buona e giusta o no? Dipende, è relativo …

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A capo di una crociata contro il relativismo religioso

A capo di una crociata contro il relativismo

Relativismo religioso. La “religione dell’Inquisizione” o quella “delle crociate” (3.000 prigionieri decapitati “a freddo” da Re Riccardo Cuor di Leone?) oggi non ci appare certo come una religione “assoluta”. Lo stesso dicasi per il fanatismo islamico odierno. Dice: “Il mio punto di vista è assoluto; il tuo no”. Dico: “Quindi, il tuo assolutismo in realtà è relativismo- negatività”. Ma allo stesso tempo chi ha creduto in Dio, nel suo Dio fino al martirio, ieri come oggi, ha vissuto un “relativismo rispetto ai tempi” che invece almeno per lui è stata “assolutamente” una positività. Ma allora?

Relativismo politico. Che dire poi del “relativismo” che si oppone all’”assolutismo in politica”? Ovvero, che dire del “credo” praticato da chi è morto per essere anti-nazista o anti-fascista? Quel relativismo-anti-assolutismo era ed è una virtù.

th[1]

G. Galilei

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Relativismo della conoscenza. Un assoluto: “La terra è ferma al centro dell’universo!” “No, eppur si muove!” disse quel tale Galileo Galiei … Qui il relativismo è una positività: tutto è assoluto fino a quando non è più tale.

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Relativismo morale. A mio sommesso è sempre una negatività a giustificazione di qualsiasi nefandezza.

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Relativismo dei genocidi: Giornata della Memoria per la Shoah: benissimo, ma estendiamola anche agli altri genocidi: armeni, africani, croati-musulmani, russi,  etc.

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th[4]Relativismo legislativo o “civile”. Summa lex summa iniuria, dicevano i latini, tutto è relativo, anche la migliore delle leggi. Se poi quelle leggi non sono delle migliori, ancor peggio la vedo … Leggi che hanno una efficacia e quindi un valore relativo. Questo relativismo è sicuramente una negatività. Evvabbè, mi avete scoperto, era qui che volevo arrivare a parare … si, lo ammetto, l’avevo presa un po’ alla lontana … ma già che ci sono vorrei sottoporvi una terza forma di relativismo, il “relativismo civile” (rectius, “incivile”) che sicuramente è una negatività: il relativismo degli effetti che si ha quando – ad esempio –  si accetta il principio  “la legge è uguale per tutti salvo le eccezioni di legge”, ovvero che “una legge di portata generale abbia effetti solo relativamente ai casi non eccettuati o sia applicabili e governi solo una parte degli fatti e degli effetti gestibili”, il che avviene quando una legge

  • stabilisce che nessun manager/burocrate pubblico può guadagnare più del Presidente della repubblica, “salvo i casi di … ” (esistono, purtroppo,n.d.r.);
  • interviene solo in relazione ad una parte dei soggetti e/o della materia trattata, come quando regola le pensioni ma crea gli esodati (esistono, purtroppo, n.d.r.);
  • abolisce le province ma non si fa carico di gestire tutti i settori che restano “scoperti” da questa abolizione (esistono, purtroppo, n.d.r.);
  • innalza l’età del pensionamento, salvo la categoria dei … (esistono, purtroppo, n.d.r.);
  • stabilisce agevolazioni fiscali per le imprese che assumono lavoratori in cassa integrazione, salvo non regolare il caso di chi è stato messo a bella posta in cassa integrazione per poi essere assunto con una minore retribuzione per lui e maggiori oneri sociali a carico dello Stato (esistono, purtroppo, n.d.r.). Ecco, vedete bene come sono “relative” le posizioni di chi di fronte alle modifiche dell’art. 18 grida “assolutamente si/no!”
  • etc. …