5 – NATALE MARCELLO FARINA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Dicembre, 2014 @ 12:27 pmDetto altrimenti: il “Pensiero del Natale”, grazie a Don Marcello Farina  (post 1839)
Post 1839, anno 1839: Grande alluvione nel mantovano. Prosegue la realizzazione della rete ferroviaria europea. Il Piemonte di dà un nuovo codice penale.
Marcello. Sono andato a salutarlo, per fargli gli auguri di Natale. Nel suo appartamentino all’interno del Seminario Maggiore “Ma ora devo salire a Balbido, sai … le Messe … non posso nè desidero sottrarmi … e poi la mia casa è lassù …â€. A fatica riesco a carpirgli che incomincerà nuovamente a dir Messa a Trento, Chiesa S. Pio X, il sabato alle 18,30.
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Marcello mi offre un caffè, no grazie, ne ho già bevuti due. Seduti di fronte, parliamo. Ascoltarlo è un arricchimento, sempre. Della propria spiritualità (chi ne ha) e della propria intelligenza, da intelligere latino: comprendere più che capire; fare le giuste connessioni più che comprendere; “connettersi”  nel senso di arrivare a collegarsi con  se stessi, ovvero con la propria coscienza. Se ho letto il suo ultimo libro “Da tutti si può imparareâ€? Non ancora, Marcello, e dire che ho una copia con tanto di tua dedica a Maria Teresa ed a me.. Sai, sotto le feste … ma non mancherò. In compenso ho letto L’Utopia di S. Tommaso Moro (chissà Marcello cosa avrà pensato di un “impreparato†come me che si misura a leggere la dottrina socio-politica di un Santo! N.d.r.). Fra di noi, un tavolino. Sopra, un libro: “Tutte le tragedie di Shakespeareâ€. Lo leggo anche in inglese, soggiungo. E Marcello: è un patrimonio per l’intera umanità ! E’ un regalo, mi dice, di una signora il cui marito ho accompagnato per l’ultimo viaggio terreno … vi sono frasi sottolineate, quelle che loro due  leggevano insieme.
Banalmente aggiungo: e Sir William non aveva certo il computer …
… e  veniamo a parlare delle modalità della scrittura di libri, saggi, articoli … No, dice Marcello, io non uso il computer, prima penso molto, poi di getto le parole le scrivo … anzi, le parole si scrivono da sole, escono da sole dalla biro … e mi mostra i numerosi rifacimenti dei brani del libro citato, tutti scritti a mano, con la sua bella calligrafia arrotondata, ammaliante, suadente, calda e innamorante. Quasi una pittura. Io no, Marcello, io sono grato al computer per come mi agevola nello scrivere. Evvabbè … guai se al mondo fossimo tutti uguali! Solo che di “Marcello Farina†sono sicuro che ce ne siano veramente pochi, mentre di persone come me … lasciamo perdere che non mi conviene andare oltre (infatti i blogger si sprecano!).
Ma veniamo a questo mio articoletto, al mio  post sul Pensiero del Natale. Il Natale, festa della “nascita e rinascita del sole e del Bene†Del Bene Comune, aggiungo, già … il Bene Comune. Gli dico: il mio esiste come tale se non sacrifica i tanti diversi beni comuni altrui. Non male, mi dice Marcello, tuttavia non basta. Vedi, Riccardo, questo è un pensiero liberale. Ma v’è molto di più. Marcello prosegue:
“Il bene comune infatti è il bene costruito insieme, da tutti, dal basso, il bene alla cui costruzione tutti collaborano sin dall’inizio e del quale, alla fine, tutti godono”.
Solo che – soggiunge – le stesse parole oggi sono usate a sproposito e spesso si usa definire “bene comune†ciò che invece è solo un “bene pubblicoâ€(una strada, una piazza). Anche i “common goods†(acqua, aria) non sono “bene comune†in senso specifico, o almeno, in questo specifico senso esclusivo, ovvero nel significato che stiamo cercando di enucleare.
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Il Bene Comune “vero†– prosegue – era quello perseguito dalla prima cooperazione, quella delle tedesche Raiffeisen, delle Casse Rurali tedesche. Raiffeisen che poi era semplicemente il cognome di chi le inventò in Germania, e che poi Don Lorenzo Guetti, il sacerdote di Vigo Lomaso (Giudicarie Esteriori) importò in Trentino.
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Ecco, sono tornato a casa ed ho pensato ai concetti espressi da Marcello per farne tesoro e oggetto del mio POST DI NATALE: quindi, Buon Natale a tutti e soprattutto, Buon Bene Comune a tutti! E ancora grazie, Marcello!
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E allo scadere della mezzanotte ho aggiunto questa foto: il nostro piccolo Presepe nello spazio che molto amorevolmente alcuni libri, abitualmente residenti fra due scaffali, hanno volentieri lasciato libero per ospitare il Bambinello.
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