ASPETTANDO LA NEVE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2014 @ 10:31 am

Detto altrimenti: “The north wind does blow and we shall have the snow …”  (post 1827)

Anno 1827: Alessandro Manzoni pubblica “I promessi sposi”; Giacomo Leopardi le “Operette morali”. Lo Stato pontificio è il più crudele repressore dei movimenti liberali, ghigliottina pubblica inclusa.

Il vento del nord soffia e ci porterà la neve … recita una vecchia poesia inglese. Ma qui da noi il vento del nord scarica neve sul versante nord delle Alpi e a noi porta il vento “foen”, senza neve. Quello che ci serve invece è una robusta precipitazione da sud ovest, dal golfo di Genova, per intendersi, ma se la neve per noi vuol dire alluvione per Genova, allora alla neve ci rinunciamo.

18 aprile 2014, da Cima Paganella vrso i laghi di Cavedine e di Garda

18 aprile 2014, da Cima Paganella verso la Valle dei Laghi (Cavedine e  Garda)

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Negli ultimi cinque anni ho iniziato a sciare una volta a fine novembre, tre ai primi di dicembre, una a fine dicembre. E quest’anno? Quest’anno – per capirsi – a marzo la stagione sciistica è stata raggiunta dalla stagione ciclistica, ultima sciata il 18 aprile e la bici ha poi trionfato, almeno per quanto mi riguarda, da marzo fino all’8 dicembre.

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8 dicembre 2014: dalla Valle dei Laghi verso Cima Paganella

Ma quest’anno … la neve? La aspettiamo con ansia. Innanzi tutto per la nostra industria turistica invernale. Poi per le necessità idriche dei boschi e del sottosuolo. Infine per noi stessi, singoli sciatori. L’industria turistica invernale … già, si basa soprattutto sulla vendita di un prodotto composto: “neve+dislivelli”. I dislivelli, ovvero la vendita della risalita meccaniche: funivie, seggiovie (sklift non ce ne sono quasi più … uno sul ghiaccia della Presena, un paio in val Senales ..).

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th93P2Z2CHEcco, i “dislivelli” sono un prodotto turistico da vendere. Anche in estate, più di quanto non si stia già facendo adesso. Mi spiego: l’età media della popolazione è in aumento. Il numero dei ciclo-turisti e dei ciclo-escursionisti è in fortissimo aumento. Non tutti costoro sono in grado di effettuare le salite montane. Oggi chi è in grado di affrontarle, scende (troppo) liberamente per sentieri e non, interferendo con l’uso della montagna “pedibus calcantibus”. Due anni fa il CAI centrale ha pubblicato il Quaderno di ciclo escursionismo (Quaderno n. 11), reperibile in internet.

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“E tu Austria, che sei la più forte …”

L’Austria ha iniziato a normalizzare questa pratica ciclistica, mettendo in rete e collegando i percorsi di discesa di ben 16 funivie già esistenti (www.tirolo.com/bikesafari). Il tutto con partenza da Nauders, attraversando tutto il Titolo fino a Walchsee, 660 km il percorso totale (in auto sarebbero solo 220); 25.000 metri di dislivello in salita di cui 12.000 in funivia. A richiesta vengono forniti gps, cartine, profili altimetrici, eventuali accompagnatori, prenotazioni alberghiere, assistenza meccanica e medica, etc.  (notizia “BC-La rivista della FIAB”, anno 4, numero 2, pagina 42.)

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th6PT4DQ1FE noi, in Trentino, cosa possiamo/dobbiamo fare? Dobbiamo dare centralità al problema e riconoscere e/o tracciare percorsi in discesa per ciclo escursionisti che usufruiscano di mezzi meccanici di risalita collegati, alla loro stazione di partenza, al sistema delle piste ciclabili di fondo valle e che dalla stazione di arrivo, in quota, riconducano i ciclo escursionisti a valle, ricollegandoli al sistema delle piste di fondovalle. Quindi possiamo prevedere tessere di risalita giornaliere o pluri-giornaliere (in Austria 3 o sei giorni).

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Il risultato? Il Trentino “Bikeland delle Alpi” (molto meglio “Trentino-Sud Tirolo, Bikeland delle Alpi”) e miglior risultato economico delle società impiantistiche. Oltre l’intero l’indotto. Vi pare poco?

E allora, warum nicht? Perché no?