LA RICERCA DEL TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2014 @ 8:28 am

Detto altrimenti: è il Trentino che ri-cerca qualcosa o siamo noi che ri-cerchiamo  il Trentino Futuro?    (post 1771)

IMG_2562Risposta: entrambe le situazioni. Un gruppo politico si è fatto carico di un tema bipartisan … ma che dico, pluripartisan, nel senso che la soluzione del problema affrontato nella serata presso la caffetteria del Mart a Rovereto torna utile a tutti i partiti, a tutti i cittadini. Tre relatori d’eccezione, un’ottima giornalista. La ricerca: quo vadis Italia? Con il tuo 1,25 % del PIL destinato alla ricerca rispetto a quel 3% individuato come necessario dall’UE? Quo vadis, dove vai e dove andrai a finire se non ci sbrighiamo a capire che rischiamo di giocarci il futuro?

E noi? Quo vadis, Trentino? O massa o miga, in buon dialetto. Massa, ovvero troppe iniziative non coordinate e non coordinabili, come ha recentemente affermato l’assessore provinciale. Già, troppe quando non si ha una Visione che non sia visione-miraggio, ma una Visione-idea chiara di un progetto con la “P” maiuscola … per capirsi. Ed allora, senza Visione, si rischia di cadere nel miga, ovvero nel nulla e un ricercatore, anzi, un Ricercatore Capo, deve aspettare ben sette mesi di ottenere il richiesto appuntamento con l’assessore.

IMG_2565E invece no: Cultura come insieme delle conoscenze, Idee, Convinzione, Determinazione, Sistema, Investimenti mirati, Coraggio della scommessa, Visione del Futuro … (le maiuscole non sono utilizzate a caso) … in una parola: Ricerca.

Perché io ero presente a Rovereto? Perché pur essendo nato a Genova “ma” (“ma” … ah, questi Trentini Doc … sempre un pochino discriminatori  …) dicevo, ma residente in Trentino da 25 anni, chiamatovi (sic!) a lavorare (Direttore dell’ISA) da tale Bruno Kessler Senatore, e residente a Trento, be’ … io a Rovereto ci ho lavorato quale Presidente e AD di due società, una industriale ed una di engineering, e sono rimasto molto legato (anche) alla Città della Quercia (e anche a chi ha organizzato il tutto, diciamolo pure).

I temi (obiettivi) specifici? Direi quattro: 1) l’investimento in un centro tecnologico; 2) la “cattura” di alcune Persone, le migliori sul mercato; 3) l’individuazione di centri politici con il potere e la responsabilità delle decisioni; 4) la ridefinizione delle priorità di investimento. Comunicazione, communis actio, azione comune.

Occorre proseguire sulla strada di chi investì sul futuro, ad esempio con il PUP e l’Università, tanto per non fare nomi, con chi destinò 600 milioni di euro per l’Università (grazie ai quali essa è still going strong).

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Un ricordo personale: Bruno Kessler. Quando sento nominare FBK penso a lui. Non fu facile lavorare alle sue dirette dipendenze. Tornavo a casa la sera. Mia moglie mi si avvicinava e talvolta diceva: “Oggi il Senatore è a Roma”. “Come fai a saperlo?” “Tu non sei sudato”. Ecco, la Tensione che emanava (quella che oggi non vedo …), quella Tensione che l’aveva condotto ad avere una Visione, quella Visione che oggi pare manchi. Ed allora, riprendiamo le fila di quella Tensione, di quella Visione, aber schnell auch, e presto anche … presto che poi “recuperare” sarebbe sempre più difficile se non addirittura impossibile!

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Dice … e dell’intervento di Massimo Egidi non ci dici nulla? Scialla raga, dico, dico! Dico che ho colto il suo invito a puntare sull’attrazione delle persone migliori; sulla necessità di “avere una Visione”; sulla sua citazione (due volte) dell’ICT (si legge aisiti), ovvero sulla Information Communication Technology a superameno dell’IT (aiti), Information Technology.

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P.S.: Impressionante la qualità dei progetti sviluppati e di numero di ricercatori attratti dall’Istituto di S. Michele all’Adige: chiedo pertanto a Riccardo Velasco –  se mi legge – di darmeli che li citerò volentieri.  Lo stesso dicasi per Giorgio Vallortigara: se mi vuol scrivere anch’egli un commento ad integrazione … Grazie ad entrambi.