GIACOMO MATTEOTTI, IL PRIMO RESISTENTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2014 @ 7:34 am

Detto altrimenti: recital di Alfonso Masi al SASS, nel novantesimo dall’assassinio  (post 1770)

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Pojer, Masi, Fait, Vanzo

Matteotti, Alfonso Masi, un amico, uno studioso, un prezioso “rievocatore di civiltà”. Ieri pomeriggio, insieme a Mariabruna Fait, Fiorenzo Pojer e Bruno Vanzo rievoca quella Persona.

Matteotti, ricco, “studiato”, avrebbe avuto tutti i requisiti per fare carriera fra i conservatori. Ed invece … invece la sua vita, la sua breve vita, fu dedicata ad altro.

Matteotti, il Paradiso: “Il paradiso dell’aldilà … forse c’è … forse no … ma noi dobbiamo cercare di realizzarlo già su questa terra”. Questa sua frase mi ha colpito. L’avevo già sentita da chi crede nel Paradiso dell’aldilà ma cerca ugualmente di anticiparlo in terra … l’ha pronunciata più volte un altro amico, tale Don Marcello Farina: “Già su questa terra dobbiamo realizzarlo, anticiparlo …”

1885 - 1924

1885 – 1924

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Matteotti, il periodo della sua vita. Leggete Gaetano Salvemini – Lezioni da Harward, le origini del fascismo in Italia … Quanto si battè Matteotti perché il fronte socialista non si frantumasse e invece … invece prima la costola PCI, poi la divisione fra massimalisti e riformisti, e poi … e poi … e intanto le squadracce fasciste sostituivano la loro feroce violenza alla legge dei codici.

Matteotti, gli scontri con Mussolini, fondamentalmente due: il primo contro il voltagabbana Mussolini ex non interventista e poi interventista,  e siamo alla prima guerra mondiale. Il secondo, più lungo, direi “permanente” durante la presa del potere da parte del fascio, sino al discorso alla camera del 30 maggio 1924, quello che segnò la sua condanna a morte.

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IMG_2554Matteotti, deputato studente, nel senso che studiava a fondo le materie che poi discuteva e trattava in Parlamento. Ed era difficile “fermarlo”: si può contrastare un’idea, un’ideologia, ma i numeri, le analisi precise dei fatti … è assai più arduo.

Matteotti, l’uomo anti-imperialista all’interno del Paese ed all’esterno, critico delle campagne in Tripolitania e in Cirenaica.  Contesta gli investimenti nella guerra di Libia: “I denari della guerra di Libia, meglio sarebbe stato impiegarli per dare case decenti ai contadini”.

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Matteotti, le priorità: la prima, la libertà: “Meglio in miseria ma liberi”. La moglie Delia, un “mea culpa” dopo la sua morte per avere accettato aiuti economici proprio dal duce del fascismo; Delia che fa autocritica confrontandosi con un’altra vedova, Ernesta Bittanti, che a Trento, in occasione di una adunata fascista, il 22 giugno 1924 coprì di un telo nero la statua del marito Cesare Battisti per impedire che venisse avvicinata dalle camice nere.

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Matteotti, attuale: favorevole allo sviluppo della scuola pubblica (!), contrario alla guerra “ultima vergogna”; contrario a denari devoluti al “militarismo ozioso”; oggi sarebbe stato contrario anche a quei 20 miliardi l’anno per dieci anni riservati alla “Difesa” dal voto bipartisan del parlamento un paio di dicembri fa; contrario all’acquisto dei cacciabombardieri F35 quando molti dei “contadini odierni” ovvero operai e  impiegati sono senza lavoro, senza pensione, e molti giovami senza un futuro.

Peccato che ad assistere alla rievocazione ci siano stati pochi giovani. E nessun politico. Peccato che la stampa non la abbia preavvisata.

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