Conosciamo il nostro Stato, in quale stato siamo …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Aprile, 2012 @ 8:22 am

Cicerone

 

Detto altrimenti: “Rem tene, verba sequentur”  (Cicerone) : abbi chiaro il concetto che vuoi esprimere. Le parole, poche, quelle necessarie, ti verrano da sole. E allora ….  “multa paucis”, esprimiamo importanti concetti con poche parole, con un nuovo “lessico familiare”. L’Italia è casa anche nostra. Cerchiamo di capire cosa ci manca per comprendere come è amministrata. Già, perché se lo Stato va male, travolge anche la nostra Comunità Autonoma Trentina.

 

 

 Il bilancio

Un bilancio è composto dallo stato patrimoniale (consistenza e valore dei beni che possiedo) e dal conto economico (nell’anno, ho guadagnato o perso?). Poi vi può essere anche il prospetto fonti-impieghi: cioè da dove ho preso i soldi e dove li ho messi. Parliamone.

Aspetto finanziario: incasso più di quanto spendo o al contrario …

Quando si parla di bilancio dello Stato, in realtà, purtroppo,  si parla solo di flussi finanziari: se lo Stato incassa più di quanto spende, si dice che c’è un avanzo che va a ridurre l’indebitamento pubblico. Al contrario se le uscite superano le entrate, si ha un deficit che viene coperto con l’incremento dell’indebitamento pubblico.

Aspetto patrimoniale: quanto vale il mio patrimonio?

Vi è poi il patrimonio dello Stato, cioè gli immobili, le sue società etc. (attivo patrimoniale). Diminuito dei debiti (passivo patrimoniale) ci dà il valore patrimoniale netto, che può essere valore attivo, se l’ammontare dell’attivo supera l’ammontare del passivo, e valore passivo in caso contrario.

Aspetto economico: produco utili o perdite?

Nell’anno, lo Stato ha guadagnato o ha perso? Si, perché io posso vendere un immobile a meno di quanto a suo tempo lo acquistai: miglioro la finanza perché incasso denari, ma registro una perdita economica. Tuttavia il concetto di utile economico non può applicarsi allo Stato che deve costruire strade, occuparsi dell’ordine pubblico, delle scuole etc. anche se non ne trae un utile economico.

In questa sede, lasciamo da parte gli aspetti economici e rivolgiamo a nostra attenzione all’aspetto finanziario e, marginalmente, quello patrimoniale.

Finanza

Seneca

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare, diceva Seneca. Quindi innanzi tutto la politica deve avere un “Programma di Governo” (meglio se contenuto in una decina di pagine), corredato di un “Piano Strategico” che preveda gli andamenti e i corsi degli avvenimenti. In particolare deve saper prevedere se ci sarà un avanzo o un disavanzo finanziario ovvero se l’indebitamento pubblico aumenterà o diminuirà.
Voglio fare alcune “cose”. Quindi ho bisogno di denaro. Questo è il mio fabbisogno finanziario. Dove trovo i soldi? Questa elencazione è la “copertura finanziaria”. Ora, sarebbe bello per i cittadini che lo Stato offrisse loro un prospetto finanziario “Fonti-Impieghi” cioè mostrasse da dove e con che priorità lo Stato prende (tutti) i denari (elenco dele fonti) e verso dove e con quale priorità destina (tutti) i denari che ha raccolto (elenco degli impieghi). Il tutto per voci raggruppate in modo omogeneo cioè per raggruppamenti chiari, leggibili, significativi e comprensibili e non per raggruppamenti disomogenei e quindi non significativi, illeggibili e fuorvianti. Questo per tutte le voci. Non come oggi talvolta avviene, solo  in modo assolutamente parziale, del tipo: “Quanto ricaviamo dall’evasione fiscale lo destiniamo a ridurre le tasse” oppure, “Aumentiamo le accise sulla benzina per finanziare le Cinque Terre”. Si, vabbè, ma il resto …?

Vespasiano

 “Pecunia non olet”, il denaro non ha odore, rispose l’imperatore Vespasiano a chi gli faceva notare che i vespasiani pubblici a pagamento che aveva fatto installare sarebbero stati maleodoranti. Il denaro non ha il cartellino, diciamo noi, e invece questo cartellino dobbiamo metterlo, oggi, ad ogni euro in circolazione … ma  la tracciabilità non può essere solo del denaro privato, ma anche di quello pubblico,  a maggior ragione. Le “scatole cinesi” e i “flussi di denaro cinesi” non devono esistere, nè nel privato nè tanto meno nel pubblico.

L’aspetto patrimoniale

Reggia di Carditello: gli interni sono ridotti ancor peggio!

E’ trascurato. Troppo. Da tutti. Media compresi. Alcuni esempi:
1) Dalla trasmissione televisiva Report abbiamo appreso che da anni la Croce Rossa Italiana non presenta al Ministero competente il proprio bilancio, come invece prescrive la legge. Nel frattempo sarebbero mancati all’appello (sic!) numerosi immobili di sua proprietà, mentre altri, fra cui ville imponenti in posizioni splendide, sarebbero lasciate andare in rovina. Domando: chi ha permesso o voluto tutto ciò? Di quanto nel frattempo si è impoverito il patrimonio pubblico?
2) La Reggia di Carditello (Na): un gioiello in pieno sfacelo. Domande? Come sopra.
3) Il preziosissimo mobilio storico della Reggia di Venaria Reale (To) è stato rubato, portato via con i TIR! Domande? Come sopra.
4) Come si evolve il valore ed il patrimonio netto (al netto dei loro debiti, di cui fra l’altro non si parla mai) delle SpA pubbliche statali (e delle banche sovvenzionate con denaro pubblico) i cui top manager sono sempre pagati a livelli stratosferici “a prescindere”? Domande? Come sopra.

Altro dirvi non vo’
che lunga elencazion non vi sia grave …

L’informazione

L’informazione data ai cittadini è troppo saltuaria ed episodica. Essa viene data soprattutto quando “fa notizia” e viene interrotta quando vi è un altro argomento che “fa altra notizia”. Chiodo scaccia chiodo e noi ci indigniamo, di volta in volta, solo per l’ultima informazione ricevuta, dimenticando le altre. “Quo usque tandem abuteris patientia nostra?” E ci risiamo con Cicerone … fino a quando si potrà contare sull’abuso della nostra capacità di sopportazione?

La comunicazione

Dopo essere stati informati, possiamo e dobbiamo comunicare. Comunicazione, communis actio, azione comune, confronto consapevole. Spesso confusa con l’informazione. Quanto costa un’ora di sosta? Un euro. Questa è informazione. Siamo ammessi a ragionare insieme sulla politica della mobiltà cittadina? Questa è comunicazione. Infatti, anche la tecnologia si è evoluta e dalla  IT, Information Technology si è passati alla ICT, Information Communication Technology.