TO RAFFAELLA, english teacher
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Ottobre, 2014 @ 4:52 pmDetto altrimenti: ad una cara amica di famiglia  (post 1709)
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Hi Raf, how are you! You’re very kind but my english is far to be perfect! Anyway … potrai trovare un mio contro commento al tuo graditissimo commento al post “The north wind does blowâ€. Vento del nord, questo inizio-fine autunno, questo autunno arrivato con un mese di ritardo (leggi il post “Fotopostâ€) mi richiama alla mente altri venti “in versi inglesiâ€, quelli di tale G.G. Byron (1788-1824) nel suo “Childe Harold’s adieuâ€.
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Fra l’altro una comune amica, Camilla, a suo tempo mi ha regalato una edizione originale della “Raccolta completa delle Poesie di Giovanni Berchetâ€, edita a Londra nel 1848, che porta questo verso all’inizio, quasi una dedica: “Adieu my native land, adieu!†e poi la scritta “Agli amici miei in Italiaâ€. La diversità delle sue situazioni è che Berchet, esule a Londra, rimpiangeva i suoi amici, mentre Byron represented himself in his hatred against his fellow-men … insomma, Byron ce l’aveva un po’ su con i suoi concittadini … Comunque la lirica – che ricordo di avere studiato all’età di 15 anni, ovvero solo 55 anni fa – recita così (ma non vado certo a memoria: ho conservato il libro di letteratura inglese per questi 55 anni):
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Adieu, adieu! My native shore/ Fades o’er the water blue:/ The night-winds sigh, the breakers roar,/ and shrieks the wild sea-mew./ Yon sun that sets upon the sea/ we follow in his flight;/ Farewell awhile to him and thee,/ My Native Land – Good night!
A few short hours and he will rise/ to give the morrow birth:/ and I shall hail the main and skies,/ but not my mother earth./ Deserted is my own good hall,/ its hearts is desolate;/ wild weeds are gathering on the wall,/ My dog howls at the gate.
Come hither, hither, my little page!/ Why dost thou weep and wail?
etc. etc.
Addio, addio mia spiaggia natìa che sparisci dietro l’orizzonte blu del mare; i venti della notte soffiano, i frangenti mugghiano e la gazza marina gracchia. Noi seguiamo nel suo volo quel sole che si ergeva sopra il mare: un breve arrivederci a lui e a te: mia terra natia, buona notte!
Fra poche ore egli sorgerà nuovamente per far nascere un nuovo giorno ed io saluterò l’oceano e il cielo, ma non più la mia madre terra. Deserta è la mia stanza, il suo focolare è desolato; erbe selvatiche stanno invadendo i muri della casa, il mio cane guaisce alla catena.
Vieni dentro, vieni dentro mio piccolo compagno! Perché piangi e ti lamenti?
Ecc. ecc.
Ecco, Raffaella, nel mio contro-commento citato, riportavo il testo inglese ed una mia libera traduzione di “Memoryâ€. Anche lì si parla del sole che fa nascere un nuovo giorno. Il fenomeno è naturale, spesso ricorrente nelle poesie … tuttavia l’averlo io colto in due di esse, una “anticaâ€, da me ricordata dopo ben 55 anni, ed una “modernaâ€, entrambe in inglese, mi dà una certa soddisfazione. Don’t you? (Il problema è che non mi ricordo … cosa ho mangiato ieri sera a cena!).
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P.S. per le lettrici ed i lettori: mia moglie ed il marito di Raffaella sono informati!
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