QUELLO CHE NON HO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Ottobre, 2014 @ 7:40 am

Detto altrimenti: … è ciò che non mi manca   (post 1708)

th34J15Z85

Fabrizio De Andrè

Così scrive e canta Fabrizio De Andrè in una sua bella canzone, e invece … invece io “non ho” qualcosa che mi manca. Ora mi spiego. In due recenti post sono “scivolato” nel mondo dell’antica Grecia e in quello della letteratura inglese. Ebbene … ricordo con quanto sforzo, da ragazzino, fui quasi costretto a studiare certe materie: “Ma il greco e il latino, a cosa servono? E le poesie inglesi del passato? Uffa … io … speriamo che me la cavo … che oggi il prof non mi interroghi”. E invece oggi dopo tanti anni, grazie a quegli studi “inutili” io mi sento ricco, cittadino di un mondo più ampio di quello di molte altre persone che non hanno avuto la mia stessa fortuna di essere indirizzate a certi studi. Il mio non è assolutamente snobbismo o classismo: è solo il riconoscimento della fortuna che mi capitò di nascere figlio di due impiegati statali, una professoressa di lettere siciliana che parlava tedesco (avendo insegnato tanti anni a Bolzano”) e un Maresciallo dei Carabinieri toscanaccio doc, non laureato ma con la “cultura innata” di chi ha respirato, nascendo, l’aria di Dante, e che parlava toscano anzi senese puro.

Oggi io mi sento quasi cittadino del mondo, dicevo, di un mondo presente tanto debitore del mondo passato, mi sento in grado di (cercare di) cogliere la continuità di una evoluzione sociale e culturale che spesso, a prima vista, ad una lettura superficiale, rischia di apparire “interrotta” in favore di una “inciviltà” costruita sul nulla.

La comprensione. Del pensiero odierno, l’intuizione – vera o errata che sia – del possibile pensiero futuro. La consapevolezza del “pensiero e della cultura altrui” (non siano soli al mondo, non siamo il centro dell’universo). O quanto meno la consapevolezza di essere alla ricerca di quella comprensione, di quel pensiero: ecco, così è più chiaro ciò che intendo dire: rendersi conto di (poter) essere “alla ricerca di-“, ebbene, questa a mio sommesso avviso è la grande ricchezza che io possiedo, grazie a chi me l’ha regalata a suo tempo: nessun merito da parte mia quindi, sia ben chiaro a tutti e a me per primo!

thNX3ZVCVGMa allora, oggi, alla tenera età di anni 70 (“Ma sa che li porta bene? Non si direbbe …. Grazie, troppo buono lei”) cosa mi manca? Ve lo dico subito. Avere raggiunto questa stessa capacità di “comprensione dell’incompreso” in due campi: la Musica e la Matematica. Due Universi che mi attraggono come le Sirene attraevano Ulisse: e le corde che mi trattengono sono quelle che mi legano all’albero ben fisso al suolo della mia ignoranza di base in materia. Oggi riesco a gustare la Musica e – se chiudo gli occhi – riesco a “vedere” la tridimensionalità delle componenti plastiche generate da un’orchestra (anche grazie anche al film “Fantasia” di Walt Disney che ha instradato tutti noi nell’arte di vedere la musica e sentire i disegni ….

Richard Strauss

Richard Strauss

… grazie ai tanti dischi d’opera che mamma suonava a noi bimbi; grazie al mio collega della Siemens Kurt Hollederer che 25 anni fa mi regalava nastri da lui stesso scelti e registrati – s’era al tempo delle “cassette” – di musica “progressiva”, per intendersi, dalla Wassermusik di Haendel via via sino ai più complessi temi dei romanzi musicali di Richard Strauss ma avverto che se avessi avuto una migliore preparazione di base, potrei capire e gustare molto di più. La Matematica poi, sento che avrei potuto arrivare a viverla come una materia letteraria e filosofica, mentre mi sono fermato alla “matematica da calcolatore manuale”. Peccato. Tuttavia scialla, raga, calma, non mi deprimo: mica si può avere tutto nella vita! Ed io ho già avuto tanto!