ISLANDA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Settembre, 2014 @ 7:48 amDetto altrimenti: Ice Land, terra del ghiaccio  (post 1654)
Amici. ormai dovreste saperlo, questo è un “open blog†aperto anche ai post di altri … ed ecco quello dell’amico Carlo Cinel, viaggiatore:
 Inizia
Su invito dell’amico blogger Riccardo mi sono cimentato in una breve relazione sul mio viaggio e la mia esperienza sull’Islanda. Ho avuto la fortuna e la possibilità di fare un viaggio di due settimane in quest’isola, dal 3 al 17 agosto: all’inizio pensavo che due settimane avrebbero potuto risultare eccesive ma ora credo che credo che siano state il minino per una visita che non fosse il consueto “mordi e fuggiâ€. Tuttavia non ho fatto in tempo di visitare la parte nord ovest dell’isola, ricca di fiordi e montagne a picco sul mare. Sarà per un’altra volta.
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I mesi da metà giugno a inizio settembre sono quelli preferibili per visitare l’isola. Purtroppo si devono fare i conti con il turismo di massa, con gli svantaggi del caso, sia pure non certo ai livelli ai quali siamo abituati. Negli altri mesi alcune strade vengono chiuse e non è possibile raggiungere tutte le località , soprattutto all’interno, a causa della tanta neve e dei corsi d’acqua che, ingrossati dallo scioglimento delle nevi, non possono essere attraversati. Comunque mi è stato detto che da fine agosto è possibile iniziare a vedere le aurore boreali, spettacolo che purtroppo a me non è toccato!
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Eravamo in 17 amici, due pulmini 4 x 4 a noleggio: il minimo necessario per percorrere le strade interne, che perloppiù sono non asfaltate e spesso dissestate per chilometri e chilometri. Molti noleggiano mezzi fuoristrada, il che è sicuramente la soluzione migliore. Tuttavia ci sono anche viaggi organizzati sul posto che permettono di raggiungere tutte le località turistiche dai principali centri collegati in ogni caso da autobus di linea (non esiste la ferrovia!).
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Le sistemazioni alberghiere in genere sono molto spartane, a meno di non volere spendere non meno di €100,00 a notte. La soluzione preferibile per contenere i costi sono le “sleeping bag accomodationâ€, da noi scelte: in pratica abbiamo dormito sempre nel sacco a pelo, in appartamenti-in rifugi, in camerate del tutto simili a quelle dei nostri rifugi montani, oppure ci siamo ricoverati in fattorie, ostelli e scuole che d’estate sono utilizzate per i turisti. Vi è quasi sempre la possibilità di cucinarsi la cena e la colazione, così come fa la maggior parte dei turisti. Un’altra soluzione molto utilizzata è il campeggio; ci sono aree attrezzatissime nei paesi piccoli i parchi al centro del paese.
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Il clima non è certo piacevole. Il vento è una costante. Alla mattina all’interno degli alloggi si arriva intorno ai + 5° C. e nelle ore più calde raramente ho registrato temperature oltre i 15°. La pioggia non è stata molto persistente. Nel complesso il clima è variabile. In inverno nella zona sud di Reykjavik il clima non è così terribile come ci potremmo immaginare, mentre nelle zone a nord la neve è abbondante. Il maltempo comunque non ci ha impedito di attuare per intero il nostro programma. V’è poi da dire che certi luoghi, come i deserti di lava, sono altrettanto suggestivi anche senza il sole.
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In generale in Islanda le destinazioni turistiche non sono molto numerose, quanto piuttosto sono interessanti i percorsi per arrivarvi. Infatti vi è una varietà continua di panorami, dai deserti di sabbia e di lava, ai ghiacciai, al verde delle montagne e delle campagne del sud ricche di cavalli allo stato brado, alle scogliere di rocce nere, alle distese di pianure alluvionali, ai fiordi verdi ma con ancora le neve sui versanti delle montagne.
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Il nostro viaggio inizia a Keflavik, aeroporto internazionale (unico dell’isola, credo) a 40 km da Rejkyavik, punto di partenza per la maggior parte di turisti a meno di salire con la nave per un viaggio di un paio di giorni. Saltiamo la città e ci dirigiamo a nordovest. A un centinaio di chilometri sosta al parco di Pingvellir, grande spianata i piedi di un salto di roccia dove nell’anno 1000 venivano tenute le sedute del “parlamento†del popolo che abitava l’Islanda. Quindi sosta a Geysir, da cui prendono nome i Geyser, pozza con spruzzi d’acqua ogni 4-5 minuti alti fino a 30 metri. Quindi cascata di Gulfoss, una delle tantissime che vedremo.
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Da qui iniziano circa 250 km su pista non asfaltata che intervalliamo con un pernottamento in rifugio ai piedi del ghiacciaio Hofsjokull. Le giornate lunghe (vi è luce fino alle 23.30) permettono di sfruttare al meglio ogni giornata. Iniziamo a vedere i parchi termali, sorgenti di vapore e acqua calda, con pozze di acqua tiepida dove potere far il bagno (fare attenzione: in certi punti l’acqua è caldissima!
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Attraversato l’interno vasto e sabbioso, con viste sui ghiacciai, si arriva alla costa nord, in pratica all’opposto dell’isola rispetto a Reykjavik. Sosta ad Akureyri, seconda città per grandezza dell’isola, circa 20.000 abitanti, una “metropoliâ€. La capitale conta circa 250 000 abitanti, tutta l’Islanda poco più di 300 000.
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In Islanda ci sono sicuramente molte più pecore che abitanti. La vista di questi animali accompagnano l’occhio pressoché ovunque: le pecore infatti sono abbarbicate anche nei versanti più disagevoli. E’ costume dei locali, a metà settembre, uscire a cavallo in gruppi di 15-20 persone accompagnati dai cani per “radunare†tutte le pecore per poi portarle in speciali punti di raccolta dove ogni pastore può riprendersi le sue. Per alcuni è ancora un lavoro, per altri una tradizione da portare avanti, un attività piacevole di fare con gli amici. Anche il golf è una attività molto praticata.
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Qui il paesaggio cambia; piccoli paesi lungo il mare che vivono di pesca e un po’ di turismo durante l’estate. Certo, immaginare come possa esser la vita qui d’inverno con poche ore di luce al giorno e il freddo e la neve, deve essere difficile. Credo sia una terra difficile da vivere se non vi si è nati. Si ritorna all’interno, per la zona del lago Myvatn e del cratere dell’Askja. Lungo la strada bellissime formazioni di rocce basaltiche, ancora cascate, laghi di montagna, formazioni di lava. Quindi una salita al cratere di un vulcano spento, sferzati dal vento. Purtroppo la giornata che ci porta al lago Viti, dalle foto di un colore verde azzurro, non è delle migliori; camminiamo un paio di ore sotto la pioggia. Ma il posto è bello anche così.
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Proseguiamo quindi per i giorni successivi lungo la costa sud-est, caratterizzata da tanto verde e dalle propaggini del ghiacciaio Vatnajokull che si insinua in una trentina di lingue di ghiaccio che scendono fino al mare e sulle quali è possibile andare a fare brevi passeggiate. E’ pure possibile risalire il ghiacciaio o parte di esso con degli speciali mezzi. Certo meritevole di visita è la laguna ghiacciata di Jokulsarlon: il ghiacciaio che arrivava al mare si ritira (ci spiegano di 100m. all’anno) ed ha formato una laguna sulla quale galleggiano iceberg che si distaccano dal suo fronte. Con gommoni e mezzi anfibi è possibile una breve navigazione fra i ghiacci. Il tutto molto suggestivo.
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Proseguendo verso sud ovest, sosta ai faraglioni lungo il mare, con vista di alcuni uccelli molto particolari che vivono abbarbicati sulle scogliere: li chiamiamo “pulcinelle di mareâ€, in inglese “puffinâ€, quasi dei pinguini in miniatura un po’ tozzi e impacciati nel volare, ma da colori molto belli. Prima dell’arrivo a Rejkyavik un posto da non perdere sono certo le montagne colorate di Landamannalaugar; montagne ricco di silicio con un colore tendente al rosso ma che a seconda della illuminazione del sole diventano ocra, grigio, verde …una varietà di colori incredibile. Si possono fare trekking più o meno lunghi: ce n’è anche uno di 4 giorni che permette di attraversare tutta la zona centrale.
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Prima della partenza una sosta alla Laguna Blu, luogo molto turistico a sud della capitale. In una struttura benissimo organizzata una vasca di acqua di un colore azzurro latte permette un piacevolissimo bagno rilassante all’aperto. A me comunque è piaciuta di più la stessa cosa nella zone del lago Myvat, un po’ meno turistica. Una giornata per la visita della capitale è più che sufficiente; bella la Harpa, il teatro terminato pochi anni fa lungo il porto. Una città vivace, e in ripresa dopo la crisi del 2008 che ha interrotto ogni lavoro fino a pochi anni fa. Tuttora gli islandesi stanno lavorando per recuperare dalla crisi che li ha colpiti.
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In conclusione sicuramente un paese ricco di varietà paesaggistiche, da non perdere per chi ama la natura e i paesaggi sconfinati …ed abbia un po’ di spirito di adattamento.
 Finisce
Che ne dite, amici? In gamba il nostro “Carlo Polo (nord)â€, non vi pare?
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