ALLA RICERCA DEL TEMPO … PASSATO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Luglio, 2014 @ 8:20 amDetto altrimenti: 60 anni dopo  (post 1593)
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli … per una di questa stradicciole … no, non saliva Don Abbondio ma una giovane mamma, giovane maestra che da Calolziocorte (m. 241) saliva – spesso a piedi – a Sopracornola (m. 596) dove insegnava in una pluriclasse elementare. Là si era poi temporaneamente trasferita con una parte della sua famiglia – prima il maschietto e poi anche la femminuccia – per iniziare una carriera che l’avrebbe condotta a diventare di ruolo.
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Al giungere della bimba, il trasloco: dalla prima casetta di  Sopracornola (comune di Calolziocorte) nella ben più “grandeâ€Â Carenno (m. 635), in due successive ville: la piccola Villa Vanda e la più grande Villa Celai.
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Il marito, mio futuro suocero, ispettore delle Imposte Indirette, “ispezionavaâ€, cioè viaggiava e andava a trovare la sua famiglia nel fine settimana.
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Anni ’50 … quelli del Manzoni del 1600, quelli del mio racconto del 1900. Oggi quella maestrina, Emma, ha 94 anni. Sua figlia Maria Teresa, mia moglie, ha voluto tornare a rivedere quei luoghi.
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Sopracornola. La prima casetta presa in affitto, la scuola, la piazza della chiesa, il negozio e l’osteria ora chiusi. Il parroco di allora, Don Palmino Pesenti, ovviamente non c’è più..
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Abbiamo incontrato Don Marco, con il quale abbiamo condiviso parte dei ricordi. Solo parte, perché egli è a Sopracornola da “soli†50 anni. Una giovane signora che oggi frequenta Sopracornola ci ha aiutato a ricomporre alcuni tasselli dei ricordi.
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Ieri 11 Luglio 2014. Maria Teresa alla ricerca del tempo passato. Del tempo, delle case, dei luoghi, delle persone … di ognuna che si incontra si studia l’età per cercare di capire se può “combaciare†con i 60 anni trascorsi. No, troppo giovane … i “troppo vecchi†siamo andati a cercarli al cimitero, sperando di non trovarceli, ovviamente!
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Dalla casa di Carenno alla scuola di Sopracornola “solo†un paio di km, avanti e indietro, salite e discese, con il sole, più spesso con la neve e la pioggia, anche due volte al giorno, a piedi, ovviamente. Un sentiero, saliscendi, scalette, sassi, un ruscelletto: oggi no, una strada asfaltata.
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Ieri a Sopracornola. Festa degli oratòri, un centinaio di bambini e ragazzi. Maria Teresa ricorda che 60 anni fa quelli di Carenno e quelli di Sopracornola, quando si confrontavano in partitelle a pallone si sfottevano: i primi ai secondi urlavano “sbà suli” e gli sbà suli replicavano con la tiritera “Carenòi, magna pulenta magna fasòi, magna pulenta e cagiada… pulenta spetasciada”.
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Ricordi. Le maestrine, le altre maestrine: di un paio si riesce ad avere notizie, ma non si incontrano. I negozietti, qualcuno ancora al suo posto. Altri non più. La prima Comunione a Carenno, la Cresima a Lecco. La gita di fine anno, a piedi, in salita, al Pertùs a raccogliere narcisi.
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Dopo tre anni, il trasferimento: dalla vita libera all’aperto, fra corse nei boschi e scivolate sul ghiaccio delle stradine del paese, alla più “comoda†vita in un bel condominio a Torino. La famiglia è riunita. Bene. Ma negli occhi dei bimbi il ricordo della libertà perduta, del dialetto dei compagni della montagna via via dimenticato … panta rei, tutto scorre, la vita innanzi tutto …
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E’ l’una passata: andiamo a pranzo? Ristorante Rosa. “Sa in questa stagione, a quest’ora, abbiamo poca scelta …†“Va bene comunque, grazieâ€. Casoncelli alla bergamasca. Già , era provincia di Bergamo, ora lo è di Lecco. Il padrone, altissimo … “Ma lei, scusi … è il figlio dei titolari che erano qui 60 anni fa? Sì, sono io: classe 1942â€. E via, la stura ai ricordi: “Tizio è ancora vivo, Tizia è mancata, Caio? Sì, vive ancora qui, no, si è trasferita …†etc…
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Dopopranzo. Sulla terrazza antistante, al sole. Di fronte, in basso, l’Adda e più a destra quel ramo del lago di Como. In altro le montagne, il Monte San Primo, con le due salite: Magreglio e la più famosa Ghisallo, che tante volte ho salito in bicicletta. Ma panta rei, tutto scorre, anche la bicicletta, soprattutto la mia, ora non certo in salita, soprattutto non più sul Ghisallo!
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Scendiamo. Una deviazione fino a Lecco, un gelato sul lungo lago e poi si riparte verso il Trentino, da dove ci siamo mossi questa mattina. Attraversando Pescarenico, al centro di una aiuola di una rotonda, una scultura in metallo: una barca di pescatori con a bordo Renzo, Lucia, Agnese e il traghettatore: “Addio monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi é cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto dé suoi più familiari; torrenti, dé quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendio, come branchi di pecore pascenti; addio!â€
Addio a quelle montagne, per tornare fra le nostre attuali, le altrettanto amate montagne dell’ormai  nostro Trentino!
P.S.: su Carenno consultate anche e soprattutto:
http://bobtoc.blogspot.it/2014/07/ritorno-sopracornola-e-carenno-60-anni.html?m=0