APOLOGIA DEL FASCISMO E IMMIGRAZIONE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Luglio, 2014 @ 5:43 pmDetto altrimenti: l’apologia del fascismo è un reato. L’immigrazione no. (post 1575)
Oggi mi trovavo in un locale pubblico. Accanto a me, a mezzo metro di distanza, un anziano signore, avrà avuto 85 – 90 anni, ricurvo, così si rivolgeva ad un gruppetto di giovani signore: “Io sono vecchio ma mi ricordo benissimo: quando c’era lui, durante il fascismo, se per le nostre strade si aggirava uno straniero, entro tre giorni veniva individuato e fermato. Doveva dimostrare di cosa viveva, il perché della sua presenza, altrimenti veniva spedito a casa. Allora c’era ordine (sic), altro che oggi che accogliamo migliaia di stranieri. Dobbiamo rispedirli a casa e dare loro i soldi per crearsi il futuro a casa loroâ€.
Mai in vita mia mi sono sentito così profondamente indignato, offeso, coinvolto e obbligato a intervenire.
L’immigrazione. Ho guardato in faccia quel tale: all’inizio pareva che mi sorridesse, forse aveva creduto di trovare un supporter alla sua tesi. Io l’ho raggelato: “Non ho potuto fare a meno di sentire e le dico che sono assolutamente in disaccordo con tutto quello che lei sta dicendo. Gli africani che arrivano da noi? I suoi fascisti sono stati gli ultimi colonizzatori imperialisti dopo il Portogallo, la Spagna, l’Olanda, il Belgio, la Francia, l’Inghilterra, la Germania, ma sono stati i primi ad usare l’aviazione per bombardare con bombe incendiarie i villaggi delle popolazioni africane. Davvero un bel primato! Dopo le bombe, abbiamo mandato loro le multinazionali, per spremerli ben bene. Quello che lei dice andava fatto con qualche secolo di anticipo. Oggi è semplicistico affermare che devono essere aiutati in loco. Tanto meno concordo con il suo “odine fascistaâ€. Non potrò mai essere d’accordo con le sue affermazioniâ€.
La persona si è ritirata.
Il fascismo. Ecco, raga, io sono nato nel 1944. Non ho vissuto direttamente il fascismo, ma l’ho studiato a fondo; ho parlato con tante persone che lo hanno vissuto; sono figlio di un carabiniere che si è fatto anni di prigionia in Germania. Il fascismo: quello della non libertà di pensiero, associazione e stampa; quello del delitto Matteotti e di tanti altri simili; quello dei giornali e delle sedi degli altri partiti incendiate; quello delle leggi raziali; quello delle guerre (perse) di milioni di morti; quello dei nostri ragazzi mandati a morire in Grecia, in Africa, in Russia. No grazie: il fascismo? Se lo conosci lo eviti. Ma poi …. l’apologia del fascismo non è un reato?
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P.S.: ho consegnato un mio biglietto da vista al personale del locale, perché possano venire a leggere questo mio post.
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