NA GRIGUA AU SU
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Giugno, 2014 @ 1:01 pmDetto altrimenti: in italiano e non più in dialetto genovese, “una lucertola al soleâ€Â (post 1544)
Trento. Con un po’ di ritardo rispetto agli altri anni, finalmente mi sono deciso a fare giardinaggio: no, non nel mio giardino (che non ho), ma nella serie di vasi appesi alla balaustra dei miei balconi. Innanzi tutto i gerani: hanno superato l’inverno all’esterno ed ora sono vigorosi più che mai. Quindi è stato il turno delle “piantagioni†di basilico ( da buon genovese qual sono …).
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Cosa? Ridete perchè chiamo addirittura “piantagioni†i miei vasi di basilico? Ma lo sapete che l’ultima raccolta mi ha fruttato ben sette etti di foglioline? Provate un po’ a pensare quanto pesto ci ha saputo ricavare Maria Teresa … tanto che ogni volta fa il “giro dell’annoâ€!
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Comunque, ripulendo e smuovendo il terriccio ed in parte rinnovandolo, potando qua e là … erano già tre giorni che la vedevo, sempre dello stesso vaso, quello di una vecchia salvia impreziosito lateralmente da tageti spontanei. La prima volta ho pensato ad una visita occasionale. Mi sono detto: sarà di passaggio. Ma poi, rivendendola per tre giorni di fila … deve avere messo su casa fra le radici della salvia. Questa mattina mi sono avvicinato, piano piano e le ho scattato alcune foto, con il telefonino … e lei, la lucertolina, non si è mossa: è restata immobile, color della terra e dei rami. Non so se in posa per una vanità tutta femminile o nel tentativo di mimetizzarsi.
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Ho deciso: la adotto, così come anni fa sono riuscito ad adottare un gabbiano. Non ci credete? Ero sulle isole Incoronate. Un giorno mi trovo davanti casa un gabbiano con un’ala piegata in modo innaturale. Non riusciva a volare e chi non vola non mangia. Gli ho posato qualche avanzo di pesce ad un paio di metri … E’ subito accorso! La cosa è durata parecchi giorni, con lui che mi aspettava ogni mattina appena fuori dalla porta di casa. L’ala andava sempre meglio, fino a quando una mattina non lo trovo più come al solito ull’uscio di casa . In compenso sento un frullar d’ali, e Lucky – così l’avevo battezzato – mi atterra quasi sui piedi. Era guarito! Per lui avevo i serbo alcuni pesciolini, “vittime†delle mie nasse, pesciolini che gli offro tenendoli in mano. Ebbene, non lo avreste mai creduto: da quel giorno Lucky è venuto a prendere il pesce direttamente dalla mia mano!
Cercherò di fare altrettanto con la nuova arrivata, l’inquilina del mio vaso di salvia …