IL MIO CALCIO non e’ questo …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Maggio, 2014 @ 6:44 amDetto altrimenti: l’ultima partita di calcio che ho visto allo stadio?  (post 1505)
Mio babbo, classe 1912, era toscano (Montalcino). “Teneva†per la Fiorentina. La mia ultima partita allo stadio: con babbo, Genoa-Fiorentina, anno 1956, vince il Genoa 3 a 1 , Genoa che finisce il campionato imbattuto in casa. La Fiorentina si era già aggiudicata in anticipo quel campionato. Io sono nato “in guerraâ€, il 3 febbraio 1944 alla Doria, una frazione montana di Genova, dove i miei erano sfollati. Ho inaugurato quel fonte battesimale. Mio figlio Edoardo giocava a calcio (ora è “mister”) ed è sampdoriano. Io da ragazzo ero tifoso “viola”. Poi, da padre di famiglia, per due ragioni, sono diventato sampdoriano.
Ieri sera accendo la TV e, per caso, vedo lo scempio del pre partita Napoli – Fiorentina, all’Olimpico di Roma, poi vinta dal Napoli per 3 a 1. Mi limito ad una sottolineatura: le Autorità di Pubblica Sicurezza e calcistiche sono state costrette a trattare e concordare lo svolgimento della partita nientepopodimeno che con il capo popolo Tommaso Gennaro, detto “Genny a carognaâ€, figlio di Ciro De Tommaso, soggetto affiliato al clan camorrista Misso. Genny indossa la maglietta con scritto “Speziale libero, libertà agli ultras†(Antonio Speziale è colui che ha ucciso il commissario Raciti negli scontri di Catania del 2007).
Ma è mai possibile? Certo, è stato il solo modo per non fare scoppiare il peggio … ma la mia rifessione riguarda i presupposti che hanno condotto a queste “necessità “. Panem et circenses, dicevano gli imperatori rimani, al popolo date quel po’ da mangiare e i giochi del circ, e non penseranno alla politica … Ecco, oggi la “fede” non è in un Dio, non è in ideali di civiltà , pace, giustizia sociale ed altre cosucce simili. La “fede” è nella massa urlante, nell’orda barbarica che spara bombe di carta e petardi contro chi si avvicina per cercare di spiegare, di trovare un accordo, di calmare gli animi … Un mio “antico” professore, Luigi Porro (Ginnasio Doria di Genova) ci raccontava che uscendo di casa la mattina incontrava uno strillone che per vendere il giornale “Popolo d’Italia” lanciava un richiamo che assomigliava tanto, forse troppo a “Pover’Italia!”