FIDAPA – FEDERAZIONE ITALIANA DONNE , ARTI, PROFESSIONI, AFFARI – TRENTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2014 @ 7:34 amDetto altrimenti: “Attention please: Women at work†… Donne in azione, Donne all’opera!” (post 1316 – 66/2014)
Italia, Paese della Commedia, della Divina Commedia, della Commedia dell’Arte. Che la Commedia di Dante sia vera Arte è chiaro ad ognuno. Tuttavia quando si parla di Commedia dell’Arte ci si riferisce a tutt’altra cosa.
Fidapa Trento, Presidente LUISA FRONZA – Presso la Sala del Centro Culturale Rosmini, Via Dordi, si è tenuta ieri una interessante conferenza su “La Commedia dell’Arte o Commedia all’improvvisoâ€, relatrice Maria Teresa Perasso, con la partecipazione della “voce recitante†Giovanna Laudadio.
Molto particolare la strutturazione data dalla relatrice alla propria esposizione, la quale è stata intervallata dalla lettura di brani autentici di canovacci, critiche dell’epoca ed anche da una breve rappresentazione emblematica del tipo di rappresentazione eseguita da due “attori†improvvisati, a loro volta sicuramente spontanei.
La Commedia dell’Arte, “vissuta†fra la metà del ‘500 e la metà del ‘700, ha rappresentato – nel suo settore-il frutto del “genio creativo italicoâ€. Infatti, nata assolutamente “dal basso†come manifestazione spontanea di chi doveva in qualche modo sbarcare il lunario, cioè procurarsi di che vivere, si basava su alcuni principi cardine assolutamente innovativi:
1. l’improvvisazione dei testi (creati in scena dagli attori sulla base di un semplice canovaccio):
2. l’utilizzo delle maschere (nel doppio significato di paludamenti del viso e di figure caratteristiche di personaggi chiave, tipo Arlecchino);
3. l’essere rappresentata “a pagamentoâ€;
4. l’avere introdotto le attrici donne;
5. l’essere rappresentazioni ambulanti;
6. l’utilizzare “lingue†diverse, nel senso di dialetti diversi.
La fine della Commedia dell’Arte fu decretata dalla sua stessa auto-saturazione, dalla diffusione del melodramma e dalla riforma Goldoniana.
Tuttavia molto della Commedia dell’Arte è rimasto sino a noi. Quelli della mia età (classe ’44) ricorderanno sicuramente i teatranti ambulanti dell’immediato dopoguerra i quali giravano per i quartieri delle città per rappresentare, su palcoscenici ricavati dalle ribalte dei loro carrozzoni, scenette diverse. Io ne ricordo uno, di questi gruppi, “Fagiolinoâ€, ispirato nel nome ad una maschera emiliana.
Ritroviamo poi la Commedia dell’Arte nelle prestazioni radiofoniche (“Il ruggito del coniglioâ€, Radio 2) e cinematografiche-televisive, nelle quali si capisce che non tutto “è testo†e molto, al contrario, è lasciato alla improvvisazione del genio teatrale ed umoristico dell’attore. Un esempio? Ricordate le interviste al grande Alberto Sordi? E quanto si testimoniava sulla capacità di improvvisazione dell’inimitabile Principe de Curtis, in arte Totò? Come vedete quella cultura non si è persa.
Essa, poi, è rimasta nelle nostre corde di Italiani, anche per un aspetto diverso, nell’ Arte di Arrangiarsi, di improvvisare comunque una soluzione. Esemplare il proclama del citato Totò – in un film dell’immediato dopoguerra – lanciato dalla finestra della sua nuova casa: “Italiani, arrangiatevi!â€, invito rivolto alla popolazione come parodia di ben altro (questa volta tragico) annuncio da ben altro (funesto) balcone …
L’improvvisazione, dote talvolta positiva, talvolta negativa, come quando, ad esempio, si sbaglia il conto degli esodati, ma questa è un’altra storia…
Ma torniamo a noi. Questa nostra capacità di improvvisare può anche essere più positivamente descritta come “creatività â€, e l’Italia è il Paese della creatività , anche in campo culturale. Qui è nato il melodramma, qui il bel canto, qui il Dolce Stil Novo, qui la Commedia dell’Arte, la Commedia Goldoniana, I Promessi Sposi, etc… splendida opera inimitabile se non altro per essere scritta da qual borghese conservatore di sinistra che fu Alessandro Manzoni.
Per chiudere un pensiero “attualizzatoâ€: poiché “in medio stat virtusâ€, possiamo ben augurarci che oggi la nostra Italica Società operi una fusione, sul piano politico e sociale, fra le due “Commedieâ€, quella dell’Arte (improvvisata) e quella Goldoniana (preparata) e pervenga ad una sorta di “Creatività Organizzataâ€.
Ecco, vedete, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori questa sottolineatura: la conferenza FIDAPA della quale stiamo parlando è stata “anche†un momento importante di “palestra mentaleâ€, nel senso che ci ha condotto a formulare alcune riflessioni che hanno un loro valore “a prescindereâ€. Mi spiego. se voi frequentate con regolarità una palestra, allenate il vostro corpo indipendentemente dal tipo di sport che poi andrete a fare. Lo stesso vale per la nostra sensibilità e per la nostra mente … quindi: grazie, Fidapa!