LE ETA’ DEL NATALE – 28 –
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Dicembre, 2013 @ 8:42 amDetto altrimenti: parliamo un po’ delle età … (post 1230)
Amiche lettrici, amici lettori … questa ‘ l’Età del Natale e il Natale delle età . L’età dei trentenni disoccupati, dei quarantenni al governo, degli anziani proprietari di un partito …
Ma, chi è “giovane?†In Austria e in Danimarca ci sono ministri ventottenni, mentre qui da noi gridiamo “Giovinezza, giovinezza!†(non mi fraintendete, per favore!) quando a farsi spazio sono i quarantenni.
Ma cosa è bello? Giovane o anziano?
Il ricambio, soprattutto se generazionale, è utile, fruttuoso, necessario, proficuo. Con il ricambio avanzano altre idee, ulteriori idee, nuove idee, idee aggiornate. E’ un po’ come in un club sportivo: con il cambio della dirigenza, si ripulisce il magazzino da vecchie sedimentazioni; si organizzano nuove manifestazioni alle quali – prima – non si pensava; si fanno “cose nuoveâ€. E’ un po’ come in casa nostra: a forza di avere sotto gli occhi una parete sbrecciata, non la “vediamo†più e ci conviviamo per decenni. Ma se traslochiamo, se andiamo in una nuova casa che non sia anche una casa nuova, la rinnoviamo, diventiamo “giovani†e vediamo ciò che prima guardavamo soltanto senza vedere.
Ma … dice … che ne facciamo della grande esperienza maturata dai “vecchiâ€? In Olanda hanno risolto così: vi sono organizzazioni governative che organizzano l’affiancamento di “vecchi†ai giovani, per evitare che l’esperienza di vite di lavoro sia persa con il pensionamento dei “vecchiettiâ€.
Ma … dice … che è successo in Italia? E’ successo che abbiamo fatto i “salti†laddove invece “natura non facit saltusâ€. Mi spiego: la classe dirigente, politica ed industriale spesso non cura il proprio avvicendamento. “Ghe pensi miâ€, ora e sempre, per tutti, in azienda e in politica.
Anche nelle piccole aziende … spesso un capo ha quasi “paura†di far crescere un delfino … preferisce rendersi insostituibile, unico depositario della verità e dei segreti aziendali.
Ma quali segreti? Al riguardo circola una storiella: muore il Grande Capo Amministrativo di una grandissima multinazionale, il quale, ogni mattina, per quarant’anni, sedendosi alla scrivania ogni mattina bonora, prima di iniziare la giornata lavorativa, apriva un cassettino, gettava un’occhiata dentro, lo richiudeva e solo dopo questo rito iniziava a lavorare. Alla sua morte i dipendenti vanno a vedere cosa mai ci fosse di tanto segreto e importante in quel cassetto. Aprirono e trovarono un foglio che recitava: “Dare a sinistra, Avere a destra†(con riferimento allo schema base del brogliaccio “dare – avere” della contabilità , n.d.r.).
Lo stesso la nostra politica. Nessuna continuità armonica, basata sulla pretesa di taluno (anzi, di molti) di possedere in esclusiva perenne la scienza infusa dell’ ars politica. Oggi passiamo dai settantenni ed ultra, ai quarantenni. Stiamo saltando i cinquantenni, ignoriamo o quasi i venti-trentenni. Ovvero, questi ultimi c’è ben un movimento che non li ignora, solo che li strumentalizza, li “usa†nel senso che il tacon l’è pezzo del bus … cioè la pezza è peggio del buco, il rimedio è peggio del male.