NATALE A GENOVA – 20 –

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Dicembre, 2013 @ 4:31 pm

Detto altrimenti: il Natale … anni ’50, ero ragazzino a Genova (post 1222)

Genova, Piazza De Ferrari, un capolinea del 43. L’altro era nella collina di Albaro, a Villa Raggio, di fronte al Liceo Musicale Paganini

Dall’unica stanza riscaldata, la cucina,  illuminata da un’unica lampadina, riempita dal suono di una vecchia radio a valvole collocata in alto, sul piccolo cornicione della cappa del camino … da quel caldo al freddo della tramontana bagnata dallo “stravento”,   sul tram   per scendere a vedere le luci natalizie del centro città. Dalla collina d’Albaro, tram n. 43, numero nero su fondo azzurro, piattaforme anteriori e posteriori “aperte”, vettura centrale con due sole panche lunghe, contrapposte … posizionate verso l’interno, spalle al finestrini … , “43” che per salire sulla collina seguiva rigorosamente  il tracciato originario della Via Aurelia, noi ragazzini rigorosamente in piedi, pigiati fra cappotti altrui … preferibilmente nelle due piattaforme.

Natale a Genova, anni ’50

Pensavi ad un mondo inventato
ed alto volava il pensiero
che prima era tuo.
Il corpo restava seduto
davanti ad un libro di scuola
e dentro di te
esplodeva la gioia
per quella tua fuga segreta.
Ricordi? Ti vedi?
La penna tormenti coi denti
di legno e l’inchiostro ti sporca le dita.

Genova la nuit

La guardi segnare con tratti azzurrini
la coltre di neve
del bianco quaderno.
Raccolto nel caldo d’un’unica stanza
da un cielo segnato dai graffi
dell’ombra nascente
da piccola luce sospesa ad un filo ritorto
amica discende la voce
del vecchio apparecchio sonoro.
Conservi da giorni
la carta stagnola del cioccolatino
e credi che possa brillare
da sola
nel buio che attende silente l’evento
appena al di fuori dell’uscio
di questa cucina.
Ti vesti, vai fuori.
C’è buio in inverno, fa freddo.
Tu, speri che piova.
Ti piace che lavi le strade, i palazzi
che spazzi la costa
quell’acqua che il vento impetuoso
solleva ancor prima
che baci la terra.

Neve nel porticciolo di Boccadasse (Bucca d’ase, bocca d’asino) a Genova

Ti piace vedervi riflesse
i fari e la luce stradale
di questo tuo antico
prezioso Natale.
Il tram è stracolmo:
tu resti schiacciato ad un vetro
e soffi il calore del corpo
sui molti colori dei neon
che adornan fuggenti il tuo finestrino.
E dalle sbandate
dal peso che ondeggia del corpo,
del tram che ora scende ora sale
conosci l’intero percorso.
E’ tua la città che ti parla
e suo il ricordo che scrivi

del tuo antico, amico Natale.


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