IL VENTO DELLA STORIA : VILLA CLEMENTI A TAVERNARO – VIA GIUSEPPE CLEMENTI A LAVIS
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Dicembre, 2013 @ 3:11 pmDetto altrimenti: un libro dal titolo “Il vento della Storia – Ritratti di famiglia a Villa Clementiâ€, di Carla Festi e Nicolao Merker (Ed. Stampalith Trento, pagine 410). (post 1187)
Il libro
Un libro. Di Storia. .Il progetto è iniziato negli anni ottanta, durante una passeggiata di Carla Festi sulla collina di Trento, a Tavernaro, davanti ad una villa, la Villa Clementi appunto. La Festi, all’epoca, abitava già in Austria e quindi fu incuriosita quando apprese che in quella villa abitava una famiglia con il cognome tedesco, la quale annoverava fra i propri parenti uno scrittore. Un vero colpo di fulmine per una studiosa del mondo italo-tedesco!  Il progetto fu poi accantonato per anni per vari motivi. . Il progetto editoriale attuale è stato ripreso nel 2010, quando la Festi ebbe a leggere i racconti e le novelle di quello scrittore: Bernhard Julg. Il progetto è stato promosso dal Circolo Culturale di Cognola (TN) e realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. L’opera è preceduta da tre prefazioni: della Presidente del citato Circolo, Enrica Buratti Rossi; del giornalista Franco De Battaglia; della stessa curatrice Carla Festi Leidlmair. Si è inoltre reso disponibile l’attuale proprietario della Villa, Marcello Poli.
La sua presentazione
Io ho assistito ieri sera alla seconda presentazione dell’opera (dopo quella in Cognola), da parte della coautrice curatrice Carla Festi Leidlmair, presso la Biblioteca Comunale di Lavis, a cura ed iniziativa dell’ Associazione Culturale Lavisana e con il contributo dell’ Assessorato alla Cultura del Comune di Lavis, Assessore Germana Comunello.
Perché questa “ripetizione†e poi … proprio a Lavis, vi chiederete? Perché Lavis fino al 1803 era il confine fra la Contea del Tirolo ed il Principato Vescovile di Trento; perché la famiglia Clementi, originaria veneta, si radicò a Lavis; perché a Lavis esiste un palazzo ed una Via “Giuseppe Clementiâ€; perché la curatrice si è avvalsa del lavoro storico di un Lavisano, Andrea Casna, uno dei pilastri della locale citata Associazione, fra l’altro attivo promotore della Galleria d’Arte Smartarea – Art happens now (info@smartarea.it). Prprio Andrea Casna, che si è occupato della famiglia lavisana dei Clementi già nel 2010 in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia. Curatore Editoriale, Architetto Roberto Festi (Trento), appassionato cultore dell’arte mittleeuropea, curatore di mostre in Italia e all’estero (Vienna). Ed ora procediamo con le presentazioni.
Gli Autori – Curatori
Carla Festi, nata a Trento, vive a Innsbruck. ha studiato lingua e letteratura tedesca all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Insegna lingua italiana e traduzione presso gli Istituti di Romanistica e Traduttologia dell’Università di Innsbruck. E’ traduttrice letteraria e tecnica dal tedesco, autrice di saggi e si occupa dell’organizzazione di eventi culturali. Ha curato la traduzione italiana del racconto “Anni secchi†(2011) di Helene Floess.
Nicolao Merker, nato a Trento, vive a Roma. Storico della filosofia moderna, discendente diretto dei Clementi di Lavis, professore emerito della facoltà di Filosofia “La Sapienza†di Roma, ha curato numerose edizioni di classici dell’Illuminismo e dell’idealismo tedeschi e le opere di Marx, Engels, Kant e Otto Bauer. E’ autore di numerose pubblicazioni fra le quali “Il sangue e la terra. Due secoli di idee sulla nazione†(2001); “Atlante storico della filosofia†(2004); “Europa oltre i mari. Il mito della missione di civiltà †(2006); “Filosofie del populismo†(2009); “Il nazionalsocialismo. Storia di un’ideologia†(2013).
L’opera
Villa Clementi a Tavernaro (TN) ha una sua storia da raccontare. E’ la casa degli Julg, famiglia tedesca insediata nell’Austria-Ungheria, e prima di loro dei Clementi (e prima ancora della famiglia Malfatti, fine 1600) di origini venete ma radicati sul territorio trentino, a Lavis. I loro destini si uniscono. come spesso succede, grazie a un matrimonio. Il vento della Storia ha fatto il resto. La nonna Carolina Clementi conserva il ricordo degli antenati asburgici vissuti durante il Risorgimento, e suo nipote, lo scrittore Bernhard Julg, scoperta la loro anima filoitaliana, decide di scriverne la storia.
Così nasce “Kudewahâ€, storpiatura dal francese coup de vent, colpo di vento, un romanzo incompiuto che sullo sfondo degli anni tempestosi della rivoluzione del 1848 narra i percorsi di vita, antitetici e affascinanti, dei Lavisani Carlo (moderato autonomista deputato al Parlamento di Vienna, autore di “Sulle relazioni del Tirolo meridionaleâ€. Giudice a Pergine, vi muore nel 1849); Giuseppe (Giuseppe Clemens Clementi, medico, più radicale del fratello Carlo, arrestato nel 1847 e imprigionato a Mantova in quanto destinatario e custode di carte rivoluzionarie del fratello Luigi. Scarcerato nl 1855, muore subito dopo. Celebrato innanzi tutto dalla retorica fascista, con lapide apposta alla casa lavisana dei Clementi); Luigi (una sorta di 007 super ricercato rivoluzionario-garibaldino-mazziniano: arrestato in Val di Sole e in Svizzera, compagno d’arme del rivoluzionario cadorino Pier Fortunato Calvi, esule a Genova; combattente sotto il falso nome di Conte Ferro per la Repubblica Romana; propugnatore di una rivolta che cominciasse da Riva del Garda, a suo avviso, “città crucialeâ€) ed Elisabetta (Bettina) Clementi, i quali rappresentano la cultura della media borghesia trentina all’epoca del Tirolo Italiano all’interno dell’Austria-Ungheria. Il clima è il romanticismo – insurrezionale – napoleonico.
Attorno a Bernhard Julg (1888-1975), delle cui opere in traduzione italiana e nell’originale tedesco il volume presenta alcuni stralci, si muovono le altre figure di questa famiglia: il nonno, professore a Innsbruck; il padre Karl (1856-1930), insegnante di greco e latino al Ginnasio di Trento; il fratello Carlo e la moglie Valeria, convinti antifascisti, arrestati e incarcerati. Tutti dediti in modo diverso alla scrittura.
Una storia ricostruita grazie ai loro scritti e con le immagini inedite provenienti in parte dall’ archivio di famiglia in parte dalla collezione del Museo Storico di Trento.
Una storia per capire qualcosa di più dell’identità trentina che si è venuta definendo nel corso dei secoli nell’incontro tra il mondo tedesco e quello italiano. Un libro che confronta i dati storici con la narrazione dello scrittore Bernhard Julg: quindi un libro con un doppio valore, storico e letterario. Ma allora, direte voi … romanzo, saggio storico, saga familiare? Un po’ di tutto ciò … ma la Storia prevale!
Il romanzo è diviso in cinque parti, ove la prima parte (dieci capitoli) è quasi una proustiana “ricerca del tempo perduto†attraverso personaggi chiave che fanno da tramite fra il Risorgimento e il 1947 e attraverso alcune fonti storiche – giornalistiche (Pietro Pedrotti, Luigi Sette) e –last but not least – i racconti della nonna Carolina Clementi, figlia di Carlo e di Carolina Bederlunger, ricca ereditiera di banchieri di Innsbruck, sposata nel 1825 (Carlo aveva studiato a Innsbruck), matrimonio dal quale nacquero ben sette figli, fra i quali appunto, nonna Carolina Clementi (sepolta nel cimitero di Trento). Carolina si sposa con Andrea Spath (morto di pazzia nel 1874) ed ha quattro figli fra i quali Maria, che studia ad Innsbruck e conosce Carlo Julg (figlio di Bernhard Julg, fondatore della linguistica comparata all’Università di Innsbruck) e lo sposa (1887). Ed ecco che la linea materna Clementi-Spath si salda con gli Julg. Carlo Julg insegna prima a Fiume e poi finisce a Trento, anche per godere della Villa Clementi dove abitavano i fratelli di Carolina (Leopolda e Carlo) che gestivano la villa e i 38 ettari di terreno. Quindi nonna Carolina e zia Leopolda (Leopoldina) raccontano all’Autore la storia di famiglia (soprattutto le avventure dello zio Luigi Clementi, il quale alla fine morì a Trento, in miseria, nel 1880, nella casa in S. Maria Maddalena). Il resto? leggetelo nel libro!
L’importanza dell’opera storico letteraria è chiara: Trentino, Sud Tirolo e Tirolo, una Euroregione esempio per tante altre sulle quali si può più facilamente costruire l’unità europea. Unità innanzi tutto di storia comune e di culture complementari, nel senso di reciproca comunicazione, arrichimento, conoscenza e rispetto, non certo di appiattimento di una sotto l’altra.