POST 1083 – AMMIREVOLE LETTA, MA …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Novembre, 2013 @ 8:18 amDetto altrimenti: … ma, Presidente Letta, nella vita non esiste limite al meglio …
Ammirevole, Enrico Letta. Innanzi tutto per una piccola grande decisione, quella di rinunciare al doppio stipendio (di Presidente del Consiglio dei Ministri) visto che “ricevo già quello da parlamentareâ€. Ma non basta … infatti l’intervistatore (a RAI News 24) Massimo Giletti ieri lo ha incalzato: “Ma Lei deve “far fare†oltre che “fare†… e il Presidente di una piccola Provincia, la Provincia Autonoma di Bolzano prende 25.000 euro al mese … ben più di Lei …, mentre, stante le differenti responsabilità , sarebbe semmai corretto il contrario …†(cito fra virgolette ma a memoria, n.d.r.). E poi … incalza Giletti … “Come si fa a non trovare 2 miliardi in un bilancio di 900 miliardi? E i700 euro al giorno del costo delle auto blu della Cassazione?”, etc., etc… Letta ha risposto con la “riduzione del 25% delle auto blu†e con la riforma in fieri della Costituzione … Bene ma. Ma …
… ma io mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature:
1) bene il “fareâ€, ma occorre anche “far fare agli altri†visto che si è alla guida degli altri;
2) l’argomentare “ho ridotto del 25%†non mi convince. Infatti se il 100 è esagerato, nel senso che sarebbe giustificabile una spesa pari a 30, ridurre del 25% da 100 al 75 è ancora troppo poco!
3) l’argomentazione di cui al numero prevedente vale anche nei confronti dell’affermazione del ministro Lupi, quando dice che attraverso il TAV verrà movimentato “il 30% delle merci†(sic!). Il 30% di quanto, dico io? Di un totale che da 20 anni sta sempre diminuendo, e che comunque satura solo al 25% la capacità di trasporto dell’attuale linea ferroviaria?!
4) Ammirevole Letta per come, con prudenza, tenacia, lodevole ottimismo, positività , calma, equilibrio, cristiana fiducia, etc. sta conducendo una politica dei piccoli passi. Ma, dum Romae consulitur … mentre a Roma di discute … milioni di persone sono senza lavoro, migliaia di aziende chiudono, scandali d’ogni sorta dilagano giornalmente … le caste resistono nelle loro torri granitiche di privilegi medievali … E allora, direte voi, cosa pretendi tu, piccolo blogger? Hai forse la bacchetta magica? No, amici, non ce l’ho quella bacchetta, … solo che mi piacerebbe sentire parlare di 1) verifica della idoneità dell’attuale modello di sviluppo; 2) esame completo ed eliminazione di tutti i privilegi di tutte le caste; 3)  leggi economiche eccezionali per far fronte ad una situazione eccezionale (praticamente quasi peggio di un dopo-guerra-persa); 4) un riordino delle priorità del Paese; 5) confezione di un modello completo di Stati Uniti d’Europa, da presentare all’UE se non altro come provocazione, come base per un discorso serio …
Ricordate? Più volte vi ho parlato della visione d’insieme che del mare si ha ove si sia seduti in cima ad un’alta scogliere e dalla contemporanea assenza della sua percezione sensoriale; e – al contrario – della massima percezione sensoriale che si ha del mare nuotando fra le onde, quando sentiamo in bocca il sapore del sale, in contemporanea dell’assoluta mancanza di una sua visione d’insieme … E noi? Noi non possiamo solo concentrarci sulla percezione sensoriale dei vari singoli parziali provvedimenti e perdere di vista la visione d’insieme …
Utopie le mie? Siano pure Utopie (e la scrivo a bella posta con la lettera maiuscola, questa parolaâ€!), ma senza Utopie l’umanità non va da nessuna parte. L’Utopia rappresenta il massimo, il Modello Perfetto al quale tendere. Ecco, “tendereâ€, cioè “cercare di raggiungere, di realizzareâ€. Ma, appunto, “cercare†… e a me pare invece che non si stia cercando, non si stia “cercando di realizzare†una Utopia. Perchè? Innanzi tutto per “mancanza di Utopiaâ€. Poi, forse, da parte di alcuni, anche per malafede ed egoismo. E allora, amici, ben venga la teorizzazione di una Utopia, l’Utopia di una società più â€moraleâ€, cioè più indirizzata al conseguimento del Bene Comune e non al sempre maggiore arricchimento di pochi a danno del sempre maggiore impoverimento di un numero sempre più elevato di molti.