POST 1066 – FINANZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Ottobre, 2013 @ 3:57 pm

Detto altrimenti: si fa presto a dire finanza …

1. Finanza: Guardia di Finanza
2. Finanza: finanza aziendale (io ho lavorato in questa)
3. Finanza: finanza speculativa ovvero mala finanza

La prima la conoscete. La seconda, all’interno di una SpA o di Gruppi di SpA, si occupa legittimamente della ottimizzazione dei flussi di denaro in entrata ed in uscita, del reperimento del denaro necessario e dell’investimento delle eventuali eccedenze di denaro.

La terza … eccola! La banca J.P. Morgan Chase & Co. (prima banca statunitense per asset) e le controllate Bear Stearns e Washington Mutual, tra il 2005 e il 2007 avevano rifilato a Fannie Mae e Freddie Mac, due gruppi di finanziamento e ipoteche, titoli garantiti da mutui ipotecari (poi definiti subprime) per complessivi $33,8 miliardi tacendo sulla loro scarsa qualità. La rapida perdita di valore di questi titoli fece scoppiare più tardi la crisi finanziaria del 2008, chiamata appunto dei “mutui subprime”. I due gruppi furono poi salvati dal collasso con aiuti statali per ben $187,5 miliardi. J.P. Morgan ha raggiunto un accordo con la FHFA, organo dal Tesoro statunitense, secondo il quale pagherà un risarcimento $5,1 miliardi.

In breve: una banca induce a contrarre mutui ipotecari persone che essa sa benissimo non potranno far fronte alle rate. Poi, il pacchetto dei mutui viene venduto di banca in banca a prezzo sempre maggiorato: tutte le banche ci guadagnano. L’ultima banca, per non restare con il cerino acceso in mano, “cartolarizza” il pacchetto dei mutui, cioè lo suddivide in quote di credito che vende ai risparmiatori privati, guadagnandoci anch’essa. Alla fine il debitore non paga, il privato risparmiatore fa ipotecare la casa ma non riesce a venderla. In definitiva, il debitore perde la casa e il risparmiatore i suoi risparmi, però … tutte le banche nel frattempo ci hanno guadagnato!

Ma la mala finanza non riguarda solo i mutui subprime. Riguarda anche e soprattutto le truffe che le banche d’affari (soprattutto londinesi … ah … la perfida Albione!) organizzano a danno di società ed enti pubblici anche italiani e del relativo sistema fiscale. Leggete il libro “Criminal bank” di Francesco Pratesi, Edizioni Laboratorio Gutenberg, Roma 2012, 200 pagine, €9,00 (assai ben spesi!). L’autore “ha conosciuto il mondo della finanza lavorando prima per una multinazionale, poi nelle banche d’investimento a Londra e a Milano …”. Vi si descrivono meccanismi finanziari non sempre semplici da capirsi da parte dei non addetti al lavori. Tuttavia il libro va letto, se non altro per la sua comprensione attraverso i processi mentali attraverso mi quali passa la coscienza del protagonista. dai, leggetelo e poi ne discutiamo insieme!

P.S.: uno dei “meccanismi” di facile comprensione: la società “A” ha filiali nel paese X (ad elevata tassazione) e nel paese Y (a bassa tassazione). La sua banca ha filiali nei due paesi e vende titoli che producono perdite per 100 alla filiale della società situata nel paese X e titoli che producono utili per 100 alla filiale della società situata del paese Y. La società si deduce le perdite nel paese ad alta tassazione, produce utili nel paese a bassa tassazione e divide l’ “utile fiscale” con la banca. Questa l’avete sicuramente capita. Ma c’è di peggio, di molto peggio!

Mentre state decidendo se leggere questo libro, rileggetevi il mio post n. 1054 …