POST 1065 – VIAGGIO A BOLOGNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Ottobre, 2013 @ 9:48 am

Detto altrimenti: non basta guardare. Occorre vedere ciò che si guarda …

Ci sono stato tante volte, a Bologna. Città baricentrica, da sempre molto utilizzata per convegni, conferenze e raduni aziendali. Poi mio figlio Edoardo. Ha voluto studiare e laurearsi a Bologna. Ragione di più per andarci. Per trovargli casa, poi per aiutarlo a cambiarla più volte; per conoscere la sua compagna Sara; per la laurea; per fargli visita con “pranzo in collina”, e ora in occasione del “rifacimento” dei tendini di un ginocchio di un ex centroattacco, oggi “mister” della sua squadra.

Ogni volta, poco tempo per la città. Questa volta no. Mi sono concesso un pomeriggio. Dalle zone semi periferiche (Via Emilia Levante), ai Viali della circonvallazione, al centro. Mi sono concesso lo spazio mentale per “vedere” ciò che normalmente si “guarda” soltanto. Soprattutto le case e la gente. Le case. Traccia della vecchia campagna, case singole abbracciate dal loro piccolo giardino … “piccolo, tanto intorno è tutta campagna”. E invece oggi intorno ci sono anche palazzoni che quasi si stupiscono delle loro minute, anziane vicine di casa, di casa … è proprio il caso di dirlo!

La gente. Diversa nel senso “non tutta uguale”. Risalta infatti la presenza giovanile. Quanti sono gli studenti? Li vedi in periferia, in prossimità delle loro abitazioni perse in affitto; li vedi nel centro storico, in prossimità … (idem c.s.); li vedi per le vie eleganti del centro, in prossimità di abitazioni che non possono certo permettersi di prendere in affitto. E questa mescolanza di “generi” che ringiovanisce la città, amplifica la gamma dell’offerta commerciale: negozi extra lusso e negozi alla portata degli studenti. All’interno, fra le due categorie, una terza categoria, quella dei negozi per la maggior parte dei residenti. Tre livelli di offerta, fianco a fianco.

Frutta e verdura “da esposizione”, letteralmente!

Gente, sì, Gente. Lo ripeto perché la lettera maiuscola che ho usato non volevo fosse fraintesa nel senso “L’ha usata perché era l’inizio di una frase …” No, l’ho usata per esprimere l’apprezzamento verso i Bolognesi, per quel poco che mi è dato conoscere. E’ vero, la massa degli studenti sono una ricchezza per la città, ma essi sono accettati, anzi, accolti con molta umanità. Non solo per i soldi che portano. Non pochi infatti, sono gli studenti che a Bologna, mentre studiano, ci si fidanzano e che poi vi trovano lavoro. Ed ecco che la città si arricchisce di questi apporti di diversificazione anche dopo la loro laurea.

La Gente. Sarà il mio 50% di sangue toscano, ma io ci provo. Cioè, ci provo a provocare e a verificare il loro senso dello humor:

1) In farmacia. Davanti a me un cliente si lamenta di certi dolori. La farmacista lo ascolta, ne discutono insieme ben al di là della necessità di verificare l’idoneità della medicina acquistata. E’ il mio turno: guardo in faccia la farmacista e serio serio le dico: “Sa … anch’io ho un bel problema …” Mi fermo, aspetto un cenno di disponibilità al colloquio, che arriva subito con un aggrottare di sopracciglia che conferiscono alla mia interlocutrice un’aria decisamente interrogativa. Proseguo, serissimo: “ …sa, da settant’anni io sto continuamente invecchiando …”. Due secondi e appare il sorriso: “Ma sa che li porta proprio bene …”

2) Sul bus. Io e mia moglie siamo in piedi di fronte a due posti che un cartello invita a riservare ad anziani e a donne in stato interessante o con bambini piccini. Dopo poco una bella ragazza (sui 27 anni) che occupava uno di quei due posti, mi guarda e dice con una voce che mostra la sua piena disponibilità: “Forse voi volete sedervi …” ed allude al cartello. Io sorrido: “Signorina, no grazie … sa … le prime volte mi offendevo quasi, ci restavo male … ma ora mi ci sono abituato: sa … la prima volta … ero solo e stavo ammirando una bella giovane signora come lei … seduta come lei. La guardo, lei contraccambia lo sguardo e sorride a sua volta. Mi sono detto: hai fatto colpo, tò … che figo che sei ancora, Riccardo! E invece, subito dopo, la giovane e bella signora si alza e mi cede il posto!”. Ecco, la ragazza si mette a ridere … nel frattempo sono arrivato alla mia fermata. La saluto e scendo.

Una visita inaspettata, all’Archiginnasio (V. in internet) , la sede di una antica università. Il cortile interno aperto al pubblico, con il suo doppio colonnato e le centinaia di stemmi (araldici) degli studenti che vi si sono laureati. Ne individuo uno, della famiglia Spinola di Genova come me.

Soddisfatto, cerco la fermata del bus per tornare a casa di mio figlio. La individuo. Decido il senso di marcia. Maria Teresa insiste per l’altro senso. Aveva ragione lei …


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