POST 1042 – “IO GATTO”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Ottobre, 2013 @ 6:39 am

Detto altrimenti: Alfonso Masi’s recital (this is Trento too!)

Alfonso? Poeta, scrittore, regista, attore … Amico!

AMR – Alfonso Masi Recital, monologhi … uno dei suoi 50. Prima assoluta. Ospitato nella sala degli Affreschi della Biblioteca Comunale di Trento. Gremita come manco una riunione pre elettorale lo è! (Che vorrà dire?). Alfonso, membro dell’Accademia delle Muse (non tutti lo sapevano, ma ora sì!), ha compiuto 70 anni (and still going strong!).  No … non oggi … in luglio scorso! Ma questo – come da lui stesso dichiarato – è il recital dei suoi 70 anni. Lo accompagna nel compleanno un suo amico co-recitatore, Franco De Battaglia. Anch’egli “settantino” per dirla con il commissario Montalbano. E noi? Noi facciamo loro i migliori auguri, ad entrambi!

Gli Attori …

Alfonso ha radunato quasi tutti gli amici che – negli anni – hanno recitato insieme a lui i suoi monologhi, che poi quelli sono diventati “pluriloghi”, cioè monologhi per tante persone contemporaneamente … Ester D’Amato, Maria Bruna Fait,  Mariaconcetta Lucchi, Federica Marzili, Paola Fumana, Chiara Turrini, Vito Basiliana, Michele Comite,  Franco De Battaglia,  Jacopo Iannelli,  Massimo Lazzeri, Tomamso Lonardi, Carlo Marzani,  Fiorenzo pojer, Lino Tommasini, Bruno Vanzo. Fabio Conti alla fisarmonica. Quindi, ha scelto di celebrare il Gatto, anzi, l’idea del Gatto, la monade (di Liebniz) Gatto, l’ essere Gatto”, la gattinità, la dignità e l’essere se stesso del Gatto. Il Gatto nella poesia, nella letteratura, nella vita sua, degli altri animali, degli umani. Moltissimi gli autori citati e recitati. Fra tanti miagolii, due sono emersi con forza: quelli di Trilussa e di Gianni Rudari.

Dorian amava i fiori …

Io non avrei potuto mancare: il mio Gatto, Dorian, quasi undicenne, è morto or son quasi due anni ed ha lasciato un gran vuoto, come lo lascia chi ti dà senza mai chiedere. Affetto, compagnia, presenza discreta: sul letto, se mi sdraiavo; sulla tastiera del computer, se scrivevo; sulle mie gambe se ero seduto; sulla mia pancia se ero sdraiato; su una sedia accanto alla mia se pranzo o ceno. Sedie vuote … infatti, in alternativa, potevo piazzare una sedia vuota vicino a dovunque io fossi ed era sua. Bastava intendersi.. E poi; appoggiato con le due zampette anteriori sul bracciolo anteriore, lui che stava nel sedile posteriore dell’auto, se guidavo. In barca, a sciare e in bicicletta non ce lo avevo ancora portato. Sedie vuote … no, dicevo: luii l “riempiva” subito. E nemmeno porte chiuse. Dorian non le sopportava: grattatine a non finire, fino a quando tu non gli aprivi la porta, che fosse della camera, della sala, del bagno …

Massimo Lazzeri ha cantasuonato “Il gatto” di Vinicius de Moraes, sulle corde  di un “ukulele”

Ma torniamo ad “Alfonso ed i Suoi”. I “Suoi” … già, chi sono? Io li ho fotografati ma… lui li invitava chiamandoli per nome, ma loro si presentavano in scena a tre, quattro ed anche di più alla volta, impossibile per me ricollegare il nome a ciascuna persona. Ed allora gli ho spedito una mail ed un sms e Alfonso (‘sta mattina) mi ha fornito i nomi … Nel frattempo, questa sera scrivo il post … lo pubblico domattina bonora (adesso per chi legge, 17 ottobre), già … perché domani (oggi, 17 0ttobrte) sono “fuori casa … anzi, “fuori computer” (cioè sono in giro senza computer al seguito) e non voglio privare voi e me stesso della mia consueta tempestività (tempestivo – o tempestoso? – almeno cosi mi giudicano molti di voi, gradite lettrici e graditi lettori: credo di avervi mal abituato!). Successivamente, quindi, aggiungerò i nomi. nel frattempo gli Attori vorranno scusarmi.

Duetto rossiniano … con Ester D’Amato e Paola Fumana

Alfonso era la voce parlante, la traccia sul cui progredire si sono inseriti, di volta in volta, i lettori, anzi, i recitatori, anzi, i recita- attori, anzi gli attori. Gatti nel vocabolario, nei proverbi, nelle diverse città, nei rapporti con gli altri animali (uomo compreso), nella prosa, nella poesia, nei colori, nella natura. Ma non di queste sole cose vive l’uomo: ed ecco infatti “Gatti nella Musica”! Due applauditissimi intermezzi musicali hanno ulteriormente entusiasmato la platea: il cantante-suonatore con una minuscola chitarra che chitarra non è e l’operetta finale, la scena dio gelosie di due gattine canore gelose dello stesso gattone (Alfonso), con sottofondo di fisarmonica  sull’aria del duetto dei gatti di Rossini.

O mùzos delòi … la favola insegna … insegna? Si, ci insegna, e molto: la dignità del Gatto; il suo spirito libero; il suo sapere essere amico senza essere servile; il sapersi ribellare ad ingiuste costrizioni; il sapere riconoscere e ricambiare un affetto; il sapere apprezzare ciò che ha; il sapere sopravvivere e vivere  con poco. Con poco, con ciò che gli serve. Niente di superfluo, a cominciare dal cibo, che consuma solo nella misura che gli serve per alimentarsi. Non accumula, non spreca cibo, non consuma risorse oltre lo stretto necessario … e  vi pare poco? Abbiamo molto da imparare … noi … dai Gatti! (la lettera maiuscola non è casuale).

Un contributo mio? Certo! Una poesiola, scritta per un cugino ligure di mio Dorian: “Gatto di mare” (o “da mare” … o ancora …”d’amare”‘)

Genova Boccadasse, Bucca d’ase, Bocca d’asino … la forma del golfo-porticciolo, in piena città, piccola gemma storica rimasta intatta …

Non insegui il Tempo

e grato

il Tempo

non ti rincorre.

Immobile

sulla tela di un gozzo

assapori l’amico profumo di pesce

il caldo insperato del sole invernale

e mi osservi

col nobile sguardo

del marinaio antico

al quale ogni giorno tu presti la barca.

Voglio indossare

pantaloni di tela

colore del mare profondo

sfumati di bianco salino

sedere in silenzio al tuo fianco

L’attentissimo uditorio …

su questo gradino

dal bordo ormai liso e rotondo

per non disturbare

segreti

ricordi

speranze e tesori

dei gatti del posto …

… e dei pescatori.

E poi … chi non conosce la melodia di Memory da “Cats”? Famosissima. Ma le parole? Eccole:

A Dorian piaceva tanto ascoltare  “Memory” …

Midnight, not a sound from the pavement

has the moon lost her memory

she is smiling alone

in the lamplight the withered

leaves collect at my feet

and the wind begins to moan.

Memory. All alone in the moonlight

I can smile at the old days

I was beautiful then.

I remember the time I knew

what happiness was.

Let the memory live again.

Every street lamp seems to

beat a fatalistic warning

someone mutters, and the street lamp gutters

and soon it will be morning.

Daylight. You must wait for the sunrise

you must think of a new life

and you mustn’t give in.

When the dawn comes tonight will be a memory too

and a new day will begin.

Burnt out ends of smokey days

the stale cold smells of morning

a street lamp dies, another night is over

another day is dawing.

Touch me, it’s so easy to leave me

all alone with the memory

of my days in the sun.

If you touch me, you’ll

understand what happiness is:

look, a new day has began.

Memory? Ricordando il mio Dorian, buon Gatto a tutti!