POST 974 – TEGNIR DALLA SPINA E MOLAR DAL COCON (o dal boron)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Settembre, 2013 @ 9:14 am

Detto altrimenti: occuparsi di piccole cose e perdere di vista le grandi

Trentino. Un contadino chiude bene il piccolo rubinetto della sua grande botte di vino e non si accorge che il vino sta disperdendosi in gran quantità  dal “cocon” (o “boron”) che poi è l’apertura che viene utilizzata per fare entrare nella botte l’operaio addetto alla sua manutenzione.

Accendo la TV, leggo i giornali: la maggior parte dello spazio è riservata a “decadenza si/no; IMU si/no; IVA si/no; congresso si/no; tal nuovo partito si/no”. Molto meno spazio è riservato all’ILVA e a tutti i casi analoghi (in termini di perdita di posti di lavoro) e nessuno spazio alla VERIFICA DELL’ADEGUATEZZA DELL’ATTUALE MODELLO DI SVILUPPO.

Un mio amico carpentiere, visto il calare delle sue commesse tradizionali, ha cambiato il proprio modello di sviluppo e si è messo a motorizzare elettricamente biciclette. Il suo fatturato sta crescendo.

Un altro mio amico fabbrica e vende apparecchiature elettroniche per il controllo dei sistemi di allevamento del bestiame. In Italia non si vende più? Ha cambiato il proprio modello di sviluppo: ha aumentato le vendite all’estero. Il suo fatturato sta crescendo.

Mi domando: ma chi ha governato nel “Ventennio” precedente (non uso a caso questo termine: vi sono indotto dall’osanna plebiscitario di certe piazze sbandieranti bandiere, striscioni, cappellini, magliette tutte omogenee: chi è che le ordina? Chi le fabbrica? Ma soprattutto, chi le paga? Forse si pagano con i denari dei “rimborsi elettorali?), nel Ventennio precedente – dicevo – non ha previsto anche questo tipo di evoluzione (più correttamente, “involuzione”) dell’economia? Non ha cioè previsto un adeguamento del modello di sviluppo.

Ma dov’è questa crisi?

Devo rispondermi di no, perché fino all’ultimo affermava che le barche a vela che passavano davanti ad una tal villa in Sardegna erano tantissime; che tutti hanno il telefonino; che i ristoranti sono strapieni; etc..

E oggi? Chi ha trascinato la politica ad occuparsi principalmente dei temi sopra accennati, trascurando le enormi energie che si stanno disperdendo dal “cocon” (o “boron”)?

Prima ti avveleno, poi ti licenzio: sei libero, va …

Chi sta mettendo a rischio il governo al quale partecipa perché non si attua ciò che esso stesso afferma che sarebbe stato concordato, anche se le risorse non ci sono? Ad impossibilia nemo tenetur, nessuno può essere costretto a realizzare obiettivi impossibili. Ah sii??!! E allora io te li pongo questo obiettivi, non ti indico le fonti di copertura finanziaria, tu non li raggiungi, io dico che sei venuto meno ai patti (più correttamente: alle mie indicazioni), mi ritiro dal governo e dico che la colpa è tua. Già, dico io, ma se il governo cade, chi decide sull’ILVA, la maggiore acciaieria d’Europa, ai suoi 1.400 dipendenti e al suo notevole indotto, di chi è la colpa?

Dice … ma è una crisi planetaria … Ah si?!  E allora come mai moltissime piccole imprese italiane stanno facendo aumentare il nostro export? Crisi mondiale si, però vi è ancora tanta gente che dall’estero reclama ed acquista certi nostri prodotti. Come la mettiamo allora?

Ma via, le favole ce le raccontavamo da ragazzini, anzi, da bambini … ora siamo grandicelli, non possiamo “babbiare”, per dirla con il Commissario Moltalbano …