TRENTO PER ME, DA 25 ANNI E NE SONO FELICE, ma anche “Genova per noi”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Febbraio, 2012 @ 7:00 amDetto altrimenti: … “finalmente” (per dirla con il Goldoni), cioè, “dopo tutto”  io sono nato a GENOVA e allora, lasciatemi scrivere …100 motivi per cui è bello vivere a Genova, o anche solo 100 motivi per cui è bello ogni tanto tornarci, ri- conoscerla, visitarla e conoscerla. L’elencazione non è mia, me l’ha mandata un’amica da Zena! (ALLA FINE DEL POST TROVERETE IL TESTO DELLA CANZONE “GENOVA PER NOI” DI PAOLO CONTE)
E poi … anche perchè Genova non è solo alluvioni e naufragi!
01. Una città che non sarà mai una metropoli, per fortuna
02. Avere mare e monti a distanza di 30 minuti, forse anche meno
03. Non conoscere il concetto di nebbia
04. La “focaccia” calda a tutte le ore
05. Il cielo terso che abbaglia gli occhi nelle giornate ventose
06. Il silenzio irreale che si gode dalla cima della Lanterna
07. I colori dell’orizzonte dopo una violenta burrasca
08. La cucina genovese, che riesce ad essere ricca con quasi niente
09. “Belìn”, questo nostro intercalare onesto, melodioso e mai volgare
10. Il mare, ovunque
11. Il centro storico più grande d’Europa
12. Il centro storico più grande d’Europa, che non è una bomboniera per turisti distratti, ma un luogo veramente abitato e vissuto (Via del Campo, Fabrizio De Andrè)
13. Il centro storico più grande d’Europa con i suoi colori, la sua luce, le sue ombre, i suoi odori (non sempre gradevoli).
14. Il centro storico più grande d’Europa, con un tale miscuglio di stili e architetture .. che gli abusi edilizi passano quasi inosservati
15. Il centro storico più grande d’Europa, il cui ventre marcio ti emoziona anche quando dovresti incazzarti
16. I Palazzi dei Rolli, patrimonio dell’Umanita’
17. La medaglia d’oro per la Resistenza
18. Avere inventato la Repubblica alcuni secoli prima della Rivoluzione Francese
19. Il Genoa e la Sampdoria
20. La Sampdoria e il Genoa (par condicio)
21. Avere inventato la Banca. Ma di questa invenzione non so quanto abbiamo da vantarci
22. Trentatré chilometri di costa, che per andare da Voltri a Capolungo devi chiedere ferie
23. Il vento di tramontana che d’estate benedici perché non sopporti la “maccaja”. (caldo umido)
24. Il vento di tramontana che d’inverno maledici perché ti taglia la faccia
25. Le fessure blu cobalto del cielo tra le case dei “caruggi” (alias, vicoli)
26. La colazione “alla genovese” con la “fugassa” (focaccia ) pucciata nel caffelatte
27. I contrasti tra quartieri “bene” e quartieri “degradati”.
28. Portare la tua nuova amica a “vedere la città dall’alto”
29. Piazza dell’Amor Perfetto
30. Sfrecciare sul lungomare con la Vespa (la mia era una Rally 180 c.c., n.d.r.!)
31. Gli autobus che si inerpicano anche sulle strade più assurde
32. “Le donne di Genova, che ridono tra i denti” ( Francesco Baccini )
33. Le donne di Genova, che parlano come “camalli” anche quando hanno l’aspetto da nobildonne .. e troviamo tutto ciò molto attraente
34. Le donne di Genova, che sembra sempre che ce l’abbiano solo loro
35. Le donne di Genova, che sembra sempre che ce l’abbiano solo loro .. anche quando sei il loro amante / fidanzato / marito da dieci anni
36. Una gatta che attraverso la persiana verde di una finestra scruta il cielo blu
37. Le pietre bianche e nere del Medioevo fianco a fianco con la Modernit�
38. Poter fare il bagno in mare ad ottobre come se fosse la cosa più normale del mondo
39.
Boccadasse, di giorno e di notte sempre affascinante
40. Vedere da Via XX il vessillo della città sventolare con orgoglio sulla Torre Grimaldina
41. Scoprire angoli della città che non hai mai notato per vent’anni anche se sono sempre stati lì, sotto il tuo naso, da sempre
42. Appisolarsi sulla spiaggia senza nessuno che ti rompa le scatole per sloggiarti
43. I possenti leoni della cattedrale di San Lorenzo, che non sembrano per nulla cattivi, ed infatti sono diventati i “cavallucci” più amati dai bambini
44. Il “pesto”, che ci offendiamo se gli altri lo copiano, anche se sappiamo benissimo che oramai lo fanno tutti
45. La vista da Capo Santa Chiara, che vengono le vertigini da tanto che sei a strapiombo sul mare
46. I chilometri di ringhiere di ghisa che hanno vissuto mille stagioni e sono sempre lì, con quel colore indefinito, con quel colore “un po’ così”
47. La metropolitana più corta del mondo, che se fossimo in America sarebbe già diventata un’attrazione tipo Disneylan
48. Il piacere delle birrerie con i tavolacci di legno che hanno visto passare generazioni di ragazzi, appena usciti dall’ascoltare il coro della SAT o del Monte Cauriol
49. Inforcare gli occhiali da sole 365 giorni all’anno (o quasi)
50. L’enorme basilica di Carignano, fatta costruire da una famiglia nobiliare per puro “dispetto” verso i “vicini di casa”
51. Salire in 10 minuti per i “bricchi” (montagne attorno a Genova ), e trovarsi fuori dal mondo
52. Salire in 10 minuti per i “bricchi” di cui sopra e trovarsi dentro una calda osteria (“ostaiaâ€)
53. I veri genovesi … quelli che “una parola è poco, ma due sono già troppe”
54. I veri genovesi, così “chiusi” e così grandi di cuore
55. Ammirare dai Magazzini del Cotone l’arco del porto al tramonto
56. Il mare grigio d’ardesia disteso sotto il Belvedere di Castelletto
57. I mille locali della “movida”: piccoli, caldi e non troppo rumorosi
58. Sentire i nostri vecchi parlare in dialetto e riuscire a capire quello che dicono (più o meno)
59. Portare in giro per il mondo il nostro animo sinceramente “antipatico”
60. Archivolti, antri, colonne, cancelli …una città rompicapo, sempre uguale e sempre diversa
61. I circoli della “pétanque” (boccie ) a Sampierdarena, nemmeno fossimo in Provenza
62. Tirare fuori il cappotto dall’armadio solo poche settimane all’anno
63. Centomila muri scrostati dal tempo
64. Gli slip e i reggiseni stesi sulle facciate delle case, che ti chiedi con curiosità di chi saranno
65. L’aperitivo delle 19, che non è stato inventato a Genova, ma ci piace credere che sia così
66. L’aperitivo delle 19 d’estate, con la brezza che ti asciuga il sudore di una giornata in spiaggia .. e sei sempre a 10 minuti da casa
67. Il selciato e le mura delle “creuze”, immutate nei secoli dei secoli, mentre oggi le case nuove vanno in malora dopo pochi anni. Creuza de mà , Fabrizio de Andrè
68. Le strambe declamazioni di Melina Riccio che puoi leggere anche sui cassonetti della rumenta.(spazzatura)
69. Prendere in giro i “padani” per le code che si devono sorbire in autostrada per raggiungerci
70. La Notte Bianca, dove bisogna farsi largo tra la folla col “machete”
71. La presenza e il ricordo di De André in ogni angolo della città vecchia
72. Il “pandolce” .. .che non è mica fatto d’aria come quella roba da milanesi
73. La spruzzata di neve a gennaio che paralizza la città e fa subito chiudere le scuole di ogni ordine e grado nemmeno vivessimo al Polo Nord
74. Il “mugugno”, (lamentarsi) che almeno questo non costa nulla
75. Il “mugugno”, che è diventato il nostro sport preferito
76. Il misto “torte di verdura” servito in trattoria
77. La collana di perle delle nostre “brave ragazze”, che poi è la stessa delle loro madri, delle madri delle loro madri, ecc. ecc.
78. Gli spazi sprecati nel bel mezzo della città , che ti chiedi sconcertato come sia possibile
79. La “farinata” … semplicemente geniale
80. La Sopraelevata, che in effetti bruttina lo è, ma se non ci fosse la città rimarrebbe spezzata in due
81. La Sopraelevata, che in effetti bruttina lo è .. ma che vista ragazzi !
82. Il cartello arrugginito “città denuclearizzata” che ti accoglie quando torni a casa dalle Riviere
83. Prendere la granita a Castelletto, anche quando non fa caldo
84. Indicare educatamente ad un turista la strada per uscire sano e salvo dai caruggi
85. Far capire ad un turista che non esiste solo l’Acquario (impresa molto più difficile)
86. Riuscire a perdersi nei vicoli .. nemmeno fossimo noi i turisti
87. “Genova è un’idea come un’altra” (Paolo Conte)
88. Le nostre brutture . che solo noi genovesi abbiamo il diritto di parlarne male
89. La coloratissima “urban art” di Piazzetta Faralli
90. La storica funivia a cremagliera di Granarolo
91. La musica ovattata che sale dai locali e dai baretti incastrati in mezzo agli scogli
92. I concerti “casalinghi” dei Meganoidi
93. Ammirare la città dall’alto quando si torna a casa con l’aereo
94. I colori, i suoni, il caos del vecchio Mercato Orientale
95. Leggere 10 gradi sul termometro nelle mattine d’inverno e mugugnare che “fa freddo”
96. Leggere 10 gradi sul termometro nelle mattine d’inverno, arrivare a 20 gradi a mezzogiorno, e mugugnare che “fa caldo”
97. Leggere 10 gradi sul termometro nelle mattine d’inverno, arrivare a 20 gradi a mezzogiorno .. e ti vien voglia di fare qualsiasi altra cosa tranne che lavorare
98. “Che Genova non è mai una cosa sola. Ma sempre due cose assieme, o tre, o quattro. Sempre, in ogni suo luogo, circostanza e anima” (Maurizio Maggiani)
99. Genova, che non ammette mezze misure: o la si odia, o la si ama
100. Trovarsi in qualunque punto di Genova e pensare che viviamo in ta citè ciu bella du mundu, nella città più bella del Mondo, anche quando per mille motivi “a ne fa arraggià ” (ci fa arrabbiare)
“GENOVA PER NOI” DI PAOLO CONTE
Con quella faccia un po’così
quell’espressione un po’così
che abbiamo noi prima andare a Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c’inghiotte e non torniamo più.
II. Eppur parenti siamo in po’
di quella gente che c’è lì
che in fondo in fondo è come noi selvatica
ma che paura che ci fa quel mare scuro
che si muove anche di notte
e non sta fermo mai.
Genova per noi
che stiamo in fondo alla campagna
e abbiamo il sole in piazza rare volte
e il resto è pioggia che ci bagna.
Genova, dicevo, è un’idea come un’altra
Ah… la la la la
III. Ma quella faccia un po’così
quell’espressione un po’così
che abbiamo noi mentre guardiamo Genova
ed ogni volta l’annusiamo
e circospetti ci muoviamo
un po’randagi ci sentiamo noi.
Macaia, scimmia di luce e di follia,
foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia.
E intanto nell’ombra dei loro armadi
tengono lini e vecchie lavande
lasciaci tornare ai nostri temporali
Genova ha i giorni tutti uguali.
In un’immobile campagna
con la pioggia che ci bagna
e i gamberoni rossi sono un sogno
e il sole è un lampo giallo al parabrise.
Ma quella faccia un po’così
quell’espressione un po’così
che abbiamo noi che abbiamo visto Genova…
P.S. 1 –  nel mio post del 26 gennaio scorso trovate il testo di “Creuza de ma’ “ di Fabrizio De Andrè, in dialetto e in italiano.
P.S.: 2 – Motivo di cui al n. 3,  nebbia a Genova: una sola volta, 1961 se ricordo bene, di mattina, eclisse tiotale di sole, tutti sui bricchi (monti) a guardare … e in città … nebbia a banchi assolutamente ben netti, nella “piana” fra Piazza Palermo e Piazza della Vittoria, ma solo nelle strade perpendicolari alla costa!