EDIZIONE STRAORDINARIA – ACHTUNG! LIBERALIZZAZIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Febbraio, 2012 @ 6:15 am

Detto altrimenti: ma con quale coraggio?

Ma con quale coraggio da parte di talune categorie si stanno oggi attivando tutti i mezzi (oltre 2.400 emendamenti!) per opporsi alla loro rispettiva liberalizzazione? Con quale coraggio, di fronte ad un Paese che rischia di affondare, facendo ben più vittime della Concordia? 

Quo usque tandem ...?

Fino a quando, mi domando, quo usque tandem … diceva Cicerone, abuteris patientia nostra? Fino a quando si abuserà della nostra pazienza, dello spirito e della capacità di sopportazione del nostro Paese? Avvocati, notai, petrolieri, farmacisti … tanto per non fare nomi … lascerei fuori i tassisti, che proprio non mi paiono i maggiori responsabili delle rigidità che hanno impastoiato per decenni il Paese …

In alcuni miei passati interventi ho sottolineato come oggi l’Italia rischi un secondo Medio Evo, con la cancellazione del Ceto Medio (v. post di data 28 dicembre 2011 e 21 gennaio 2012), cioè di quella classe che da un lato garantisce i consumi e dall’altra rappresenta il modello, il traguardo al quale, usando una “terminologia ferroviaria” del passato, la “terza classe” sociale può legittimamente aspirare. 

Grazie, Presidente!

Oggi esprimo lo stesso concetto con altri termini: L’Italia deve risvegliare, riattivare, far rinascere la “mobilità sociale”, ovvero deve ristabilire le precondizioni secondo le quali, chiunque, anche se “humili genere natus”, purchè si impegni e ne abbia le doti di volontà e di intelligenza, possa raggiungere ogni più alta posizione nella scala sociale, economica finanziaria, politica etc..
Occorre cioè che si superi l’attuale realtà italiana secondo la quale la maggior parte dei figli fa ciò che ha fatto il padre, di farmacista in farmacista, di notaio in notaio, di medico in medico etc.. 

Grazie, Presidente!

Ed allora, coraggio, Presidente Monti, coraggio, siamo con Lei, vada avanti! Con quale coraggio? Con il coraggio che ha una Persona come Lei, consapevole di essere, immediatamente dopo il Presidente Napolitano, il Nuovo Rifondatore della Repubblica; con il coraggio di chi non è un politico “di mestiere”, né tanto meno un improvvisato; con il coraggio di chi non è ricattabile dallo spettro della non rielezione; con il coraggio che Le deriva dalla nuova rinnovata considerazione internazionale che Lei ha riguadagnato per il nostro Paese da Lei oggi ben governato e, conseguentemente, assai ben rapresentato. Con  questo coraggio. Grazie, Presidente! Grazie a Lei sono nuovamente orgoglioso di essere Italiano.

E dopo le liberalizzazioni, Presidente, si occupi delle privatizzazioni delle tante spa pubbliche, non nel senso “italiano” di cederle necessariamente ad un imprenditore privato, bensì, nella misura massima possibile nel senso anglosassone, secondo cui privatizzare si traduce con l’espressione “to go public” cioè “andare verso il pubblico” cioè aprire il capitale sociale delle società alla cittadinanza, creando un azionariato diffuso. A cominciare dai servizi pubblici locali.