LE IDEE E LE PROPOSTE DEL BLOG A “PRIMA PAGINA” E AL FESTIVAL DELL’ECONOMIA DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Maggio, 2013 @ 11:05 am

Detto altrimenti: questa mattina, a “Prima Pagina” su Radio 3 …

Il Direttore de l’Adige, Pierangelo Giovanetti

Questa settimana  la trasmissione RAI  3 “PRIMA PAGINA”  è condotta da PIERANGELO GIOVANETTI, Direttore de l’Adige. Ho telefonato da Riva del Garda. La redazione ha accettato la mia richiesta di intervento. Ho parlato con il “nostro” Direttore. Gli ho chiesto se non ritenesse possibile inserire fra i temi del Festival dell’Economia di Trento anche la possibilità per lo Stato di emettere titoli di debito pubblico irredimibili (come già positivamente sperimentato nel 1935). Mi ha detto che farà in modo che ciò avvenga.  Sono grato al Direttore per la Sua disponibilità.

Qui di seguito mi spiego meglio, ancora una volta, non certo per il Direttore Giovanetti, bensì per i “non addetti ai lavori” (importi in miliardi di euro).

 1. Obiettivo che si prefigge quanto sto per proporre: riduzione del debito pubblico; creazione di liquidità che lo Stato possa destinare a investimenti produttivi, welfare e riduzione del debito “redimibile”.

 2. Essere indebitati: non è un “minus” ma un “plus” se con il denaro che ho preso a prestito genero utili maggiori degli interessi che devo pagare ai miei creditori.

 3. Titolo di debito pubblico irredimibile: è un titolo sul quale lo Stato paga solo interessi e non è tenuto alla restituzione del capitale (cioè: non “deve” rimborsare il capitale, ma  – ove lo decida – “può”).

 4. Il nostro debito pubblico (oggi interamente redimibile) è pari a 2.000 sui quali lo Stato paga circa 80 l’anno di interessi, il che significa che in media gli/ci costano il 4%. Circa 1000 sono posseduti da cittadini italiani.

 5. Per comodità di ragionamento ipotizziamo che siano in scadenza 500 di titoli “redimibili” al 4%. Lo Stato emette 1000 di irredimibili al 5% i quali vengono tutti sottoscritti (ma il ragionamento funzionerebbe anche se ne fossero sottoscritti solo una parte).

 6. Lo Stato rimborsa i vecchi 500 in scadenza e quindi il totale del debito scende da 2000 a 1500. I nuovi 1000 non sono un debito di capitali ma solo un debito di flussi di interessi. Di questi 1000, dopo avere rimborsato 500 dei vecchi, allo Stato ne restano 500 disponibili per investimenti, welfare e rimborsi di redimibili. A titolo di interessi lo Stato non pagherà più 80 l’anno, ma 60 sui 1500 e 25 sui 500, totale 85, cioè 5 in più, il che non danneggia il sistema, anzi, lo migliora, se i 500 sono investiti in modo da generare un rendimento superiore al 5%.

 7. I nuovi sottoscrittori potranno rientrare in possesso del capitale vendendo i loro titoli in borsa (cioè sul mercato secondario), nel senso che vi saranno acquirenti desiderosi di investire anche quando lo Stato non sta emettendo titoli irredimibili. Il prezzo di vendita sarà inferiore, uguale o superiore al costo del loro acquisto a secondo che la domanda di acquisto in borsa sia inferiore, uguale o superiore alla quantità di titoli offerti in vendita.

 8. Ammettiamo che quanto al punto 6) sia “censurato” dall’UE, nel senso che l’UE voglia computare come nostro debito anche le nuove emissioni di irredimibili: noi potremmo, anzi potremo, anzi dovremo chiedere e soprattutto ottenere dall’Europa l’OK sulla nostra impostazione, se non come regola accettata, almeno come deroga accettabile e quindi come deroga accettata (GB e F hanno già ottenuto dall’UE importanti deroghe su materie diverse).

 9. Il tutto si regge se ed in quanto lo Stato presenti all’UE la proposta degli “irredimibili” insieme ad un Piano di Rafforzamento e/o Riconversione del Sistema Produttivo Italia e di Interventi Strutturali su riorganizzazione dell’apparato amministrativo (ad es. eliminazione delle province); poderosa sburocratizzazione; revisione delle priorità di investimento; riduzione dei costi della politica; eliminazione di tutti i privilegi di tutte le caste; revisione della Costituzione, della legge elettorale, bancaria, delle aliquote fiscali, delle norme anti corruzione ed antievasione, etc..

Il Premier Enrico Letta

Perché sono giunto ad ipotizzare un intervento così massiccio di ben 500 miliardi “liberi”, disponibili per investimenti produttivi, welfare e rimborso di titoli redimibili? Perché temo che la velocità di caduta dell’Aeroplano Italia sia superiore alla potenza dei motori di cui il Comandante Letta dispone e che egli sta comunque spingendo al massimo per riprendere il controllo di un Velivolo che da tempo sta pericolosamente perdendo quota con una accelerazione esponenziale …

Per i giuristi nazionali ed europei: Signori, alla vostra possibile obiezione che quanto sopra non si può fare “de iure còndito”, cioè sulla base delle attuale leggi, dico: facciamolo “de jure condendo”, cioè, cambiamo le leggi in modo che lo consentano.   Il sindaco di Firenze Giorgio La Pira stava assegnando le case popolari alle famiglie più bisognose. Gli fecero osservare che i criteri di assegnazione previsti dalla legge erano diversi. Lui rispose: “Io assegno le case secondo equità: voi andate a cambiare le leggi”. Tertium non datur, cioè non vedo altre soluzioni.