IN POLITICA: INFORMAZIONE – COMUNICAZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Maggio, 2013 @ 1:35 pm

Detto altrimenti: cerchiamo di capirne un po’ …

Nella gestione delle Spa e di ogni fenomeno umano, la IT, Information Technology è stata sostituita dalla ICT, Information Communication Technology.

Fra due amici. Informazione: “Che ore sono?” “Le cinque”. Comunicazione: “Secondo te che ore sono?” “Non ho orologio, ma credo che siano le cinque”. “No, guarda, il sole è ancora alto … saranno le quattro”. “Ma sì, forse hai ragione tu …”

In una SpA. Informazione: “Io sono il capo: voi dovete agire secondo le informazioni e le istruzioni che io vi fornisco, senza discutere i miei ordini. Io ho il potere. Voi la responsabilità”. Comunicazione: “Io sono il capo. Il problema è questo …… Riuniamoci … voi cosa ne dite? Che idea vi siete fatti? Che proposte avete da mettere sul tavolo? Chi si sente in grado di assumere il ruolo di capoprogetto? Chi avrà il potere di decidere, avrà anche la responsabilità della sua decisione”.

Ecco, due esempi banali. La comunicazione prevede una “cosa” in più rispetto all’informazione, e cioè il ritorno, la risposta, il dialogo, un ragionare insieme, uno scambio di idee. In entrambi i casi (It e ITC) vi è omogeneità di genere fra “andata” e “ritorno”, fra ciò che stimola il dialogo e ciò che si risponde allo stimolo.

Oggi, in politica, la ITC si è trasformata, nel senso che non vi è omogeneità di genere fra l’informazione fornita e la risposta ricevuta. Sarebbe un po’ come se alla domanda “Che ore sono?” si rispondesse “Oggi piove”. Eccone la dimostrazione:

1) Si grida nelle piazze contro i “comunisti”. Risposta: si ricevono voti.
2) Si grida nelle piazze contro tutti i politici: Risposta: si ricevono voi.
3) Si cerca di governare al meglio. Risposta: si ricevono critiche.                                                                                                                                   Come e perchè accade tutto questo? Proviamo a capirlo.

Nei primi due casi i messaggi lanciati sono messaggi “di pancia” del tipo: “la crisi non esiste, meno tasse per tutti, la colpa è dei comunisti, tutta la politica fa schifo, tutti a casa, Roma ladrona (ma lo yacht, dove lo mettiamo?), etc.. E’ un po’ come essere allo stadio: un piccolo gruppo di “gridanti” attiva una ola, un coro gigantesco che vive di se stesso, si autoalimenta, si bea della propria forza sonora (quanto siamo forti, noi!). In questo caso vince la non cultura, la superficialità, la visione – anzi, la non visione – dello struzzo: mettiamo la testa – con ovviamente dentro il suo cervello o quel che ne resta –  sotto la sabbia, tanto “ci pensa lui”, cioè “il lui di turno”. Questo “consenso della piazza”, questa “risposta di pancia e non di cervello”, ne ricorda un’altra, di nefanda memoria: quella della tristemente famosa Piazza Venezia. Anche allora al messaggio di pancia avevamo risposto con un “sì, ti voto” di pancia!

Nel terzo caso ci si trova di fronte ad un medico, chiamato un po’ tardi al letto del malato, ad intervenire con prescrizioni, restrizioni, medicine amare, a proibirci la “droga” di una informazione che – ne eravamo convinti – ci stava facendo star bene! E l’astinenza ci fa soffrire: rimpiangiamo quelle frasi rassicuranti, rimpiangiamo chi soffiava sul focherello della nostra scontentezza sino a trasformarlo in un incendio di rabbia, il nostro sfogo. E facciamo fatica a votare questo “messaggio di e al cervello”.

Come uscirne? Con la cultura, ove per cultura si intende “insieme di conoscenze”, cioè “conoscendo” di più la realtà, conoscendo di più il passato non recente e recente, e facendo i necessari collegamenti. Questa cultura non è un fatto elitario, deve essere invece un fatto di massa. Quando manca la cultura, il popolo è manovrabile come un gregge di pecore. Non per niente gli antichi Romani affermavano che per potere governare a piacimento il popolo bastava dare al popolo quel minimo da mangiare e i giochi del circo: “panem et circenses”. Oggi, eliminazione dell’IMU, nessun aumento dell’IVA e tanto calcio, tante veline, tanti gossip.