GIORNATE CULTURALI A TRENTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Aprile, 2013 @ 9:09 pmDetto altrimenti: non di sola bicicletta, politica, economia vive l’uomo
Uei, raga? Trento provinciale? Ma quando mai! Se si volesse seguire tutto quello che ti offre, “non si toccherebbe terraâ€, sempre “in volo†da un concerto ad una conferenza, ad una riunione, etc .. Bello, bello così. Oggi? Quale Vicepresidente dell’Accademia delle Muse, ad assistere alle prove in preparazione del concerto che si terrà il prossimo il 6 maggio: Cristina Endrizzi al pianoforte, Ruggero Polito al violino eseguiranno Bach, concerto per violino, orchestra e basso continuo in La minore BWV 1041. Poi domani pomeriggio, Consiglio Direttivo dell’Associazione Amici della Musica a Riva del Garda e la sera tutti di nuovo a Trento al concerto dell’orchestra regionale Haydn! Scusate se è poco!
Dopo la “Prova d’Orchestra†di Cristina e Ruggero, di corsa alla Società Dante Alighieri, presso l’Associazione Culturale Antonio Rosmini, per la recita di Alfonso Masi e Mariabruna Fait “Nel mezzo del cammin di nostra vitaâ€. Introduzione e presentazione del Presidente della società , Mario Caparelli.
Racconto e lettura a due voci, quella di Alfonso, calda, baritonale, profonda e quella di Mariabruna, dai toni più alti, cangianti. Prosa e poesia, dell’epoca e attuale. La vita di Dante, alcuni spunti letti modernamente, anzi, contestualizzandone l’esposizione dal suo al nostro tempo e viceversa. Cenni, pochi quadri, come quando visitiamo una mostra dei Van Gogh: mica ci troviamo tutte le sue tele … eppure quelle poche che sono esposte ci ridanno la misura del Genio, ancora una volta. La visione di Beatrice, ragazzino lui, ragazzina lei. La formazione scolastica del Poeta, le sue letture, il matrimonio con Gemma Donati, quattro figli. La sua “carriera†politica, la sua missione diplomatica a Roma come guelfo bianco cui fu vietato il rientro in patria. L’esilio “ …â€come sa di sale e com’è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scaleâ€. Però egli era convinto “se tu segui tua stella non puoi fallire a glorioso portoâ€.
Firenze, com’era e come invece la sognava lui: senza immigrati (dalla attuale provincia!); Dante un po’ razzista, maschilista; città sobria, quasi alla Savonarola; donne tutte casa e chiesa, non scollacciate “che van mostrando con le poppe il pettoâ€. La donna per Dante? Tranne Beatrice, che la piasa, che la tasa, che la staga in casa. Dante, un toscanaccio “maledetto†alla Curzio Malaparte, che invoca l’imperatore Alberto, che metta un po’ d’ordine lui e invece no … ahi serva Italia di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello (che pensasse già al 2013?).
E i papi? Dei suoi contemporanei Dante ne mette ben tre nell’Inferno!
E poi, Firenze, “godi Fiorenza†– si fa per dire – che la tua fama si spande nell’Inferno. E tu Pisa, vituperio delle genti e voi genovesi, uomini diversi, d’ogne costume e pien d’ogne magagna, perché non siete voi del mondo spersi? Insomma ce n’è per tutti! …
Ma nell’Inferno Dante canta l’amore, quello di Francesca da Polenta e Paolo Malatesta: e qui commedia nella Commedia. Ecco la telefonata di un cronista Rai (Alfonso) a Francesca (Mariabruna), che si esprime con puro accento da piadina romagnola, su un testo di Edoardo Sanguineti: “Francesca finalmente svela la verità della sua storia! Tutti i segreti del suo rapporto con Paolo! Intervista telefonica esclusiva del nostro inviato Alfonso. In edicola a soli 2 euro!†Francesca ci svela che “galeotto†non fu il libro, ma fu l’epiteto che lei stessa aveva riservato a Paolo che le era letteralmente “saltato addosso†e che ora non fa che piangere, piangere, piangere … cheppalle d’un uomo! Per essere bello … era bello, ma che si assumesse le sue responsabilità , diamine! Dopo tutto è lui che se l’è cercata e che ora non può lamentarsi se si è incastrato con le sue stesse mani! La registrazione della telefonata non è perfetta a causa del vento infernale, che rischia addirittura di svellere la cabina telefonica dalla quale sta parlando Francesca.
Nota del redattore: Polenta, chiesetta splendida in cima ad una salitaccia al 12-15% che noi ciclisti scaliamo salendo da Forlimpopoli!
E poi, il Conte Ugolino … Alfonso e Dante non lo dicono, ma io si, da Genovese qual sono: l’Ugolino era al comando di una flottiglia di galee pisane nella battaglia della Meloria persa da Pisa ad opera di Genova. Evitò lo scontro, fuggì, ma questo non gli impedì, al ritorno di fare carriera politica, peraltro poi “finita male†nella Torre della Muda, a morir di fame insieme ai suoi figlioli … dove più che l’amor potè il digiuno …
E’ quindi la volta di Ulisse: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza … attualissimo anche per certi personaggi elettori ed eletti odierni … e anche per chi non è andato a votare!
Ma ecco che, su dialogo scritto da Umberto Eco, l’intervista del solito giornalista Rai (Alfonso) a Beatrice (Mariabruna) che questa volta risponde alle domande con puro accento fiorentino. Beatrice, femminista ante litteram: quà poeta … quà personaggio! Un timido introverso che non si è mai dichiarato, ma che ha fatto in modo che la gente credesse … praticamente ha violato la mia privacy, mi ha trasformata in un personaggio che non mi appartiene, lui, capace di far fare quattro figlioli alla su’ moglie e poi di andarsene aggiro (aggiro) per la Toscana e anche all’estero (Verona, Rovereto, etc.). Insomma, una Beatrice determinata … e poi se no ora, quando?
Che dire, Alfonso, Che dire Mariabruna? Bravi! E grazie alla Dante Alighieri per questa sdrammatizzazione, umanizzazione e attualizzazione del sommo Poeta e dei suoi personaggi!