LA STORIA D’ITALIA – 6) DAL FASCINO AL FASCISMO AL FASCINO,OVVERO, “ALLARME DEMOCRAZIA”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2013 @ 1:39 pmDetto altrimenti: post precedente? Ieri …
1919 – Debolezza e indecisione del governo di fronte al problema della “terra ai contadini†e di “D’Annunzio a Fiumeâ€. In natura non esiste il vuoto. Nemmeno del potere. C’è sempre qualcuno che lo occupa, quello spazio, se tu glie lo lasci libero …
Molti volevano una nuova costituzione
I socialisti massimalisti (la maggioranza, rivoluzionaria solo “teoricamente†e non alla prova dei fatti) si affidarono a tale Nicola Bombacci, maestro elementare poi divenuto fascista, che redasse un capolavoro di idiozia sulla falsa riga dei soviet russi. Progetto che non ebbe alcun seguito.
Repubblicani, fascisti e nazionalisti volevano una assemblea Costituente. Il Re pensava che prima avrebbero dovuto riuscire a sostituire la Monarchia con la Repubblica.
I socialisti massimalisti volevano una rivoluzione sociale che “comprendesse†la Repubblica, come il tutto comprende una parte.
Morale: tutto si ridusse alla sostituzione del sistema elettorale uninominale con quello proporzionale su base provinciale (12.000.000 di elettori).
Mentre ci si preparava alle elezioni …
… in tutta Italia i contadini iniziano ad occupare terre non loro, poiché “era stato così promesso prima della guerraâ€. Il Governo intervenne debolmente a difesa della proprietà privata, le terre occupate furono una % minima rispetto al totale, ma il principio della proprietà privata era stato violato: Nitti viene Accusato di “bolscevismo agrarioâ€.
Adotta “Giovinezza†e si inventa: olio di ricino; manganello; saluto romano; il “Partito Italianoâ€, partito unico, tutti gli altri sono da cancellare (Grillo); pena di morte per chi la pensa diversamente; l’arringa alle folle alzando la mano destra (Berlusconi).
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La gente inizia a preoccuparsi. I socialisti ne trassero vantaggio, perché i “benpensanti†pensarono bene che i socialisti fossero meno pericolosi dei capi dell’esercito.
Ottobre 1919, Bologna, Congresso socialista, ri-vincono i massimalisti rivoluzionari
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In campagna elettorale Mussolini (con soldi destinati dagli USA a D’Annunzio che “disapprova†il furto) paga picchiatori che arrivano anche a uccidere. I massimalisti non reagiscono.
16 novembre 1019: grande vittoria socialista. Liberali, nazionalisti e democratici scendono da 310 a 114 seggi.
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Ma … il diritto di voto non è la fonte della sovranità , ma solo il mezzo dato ai cittadini di dire se sono contenti o meno di chi ha governato. Il voto sostituisce i proiettili e la rivoluzione. Il suffragio universale è il migliore antidoto alla rivoluzione. Nel 1919 il popolo attese le elezioni. Nel 1920 il popolo attese gli esiti delle elezioni. E così si superarono i due anni più difficili del dopoguerra. In attesa … di chi poi, “arrivo”
A Milano: corteo di socialisti che festeggia la vittoria. Bomba fascista, nove feriti. Arrestati e poi subito dopo rilasciati Mussolini, Marinetti, Vecchi. I socialisti non reagiscono.
Si insedia la nuova camera. Il Re non prende alcuna iniziativa. Accetta violazioni delle leggi e dei regolamento da parte dei partiti, che “fanno solo baccano in attesa della grande oraâ€. Continuano gli scioperi senza però alcuna finalità politica. Lenin scrive, invitando alla prudenza. I nazionalisti sono scontenti perché avrebbero voluto un pretesto “rosso†per invocare il colpo di stato militare.
Il parlamento non si attiva. Nitti è più a Parigi che a Roma, con la scusa di risolvere la “questione adriaticaâ€. Il parlamento si indebolisce, si rafforzano Ministri e burocrazia, che operano sulla base di decreti legge:3,4 miliardi per opere pubbliche (17 novembre 1918). Si istituisce l’assicurazione contro al vecchiaia (5 gennaio 1919) e contro al disoccupazione (14 ottobre 1919); si riforma il sistema fiscale; si lancia u presito pubblico di 18 miliardi di lire; si riorganizzano le forze dell’ordine. Ma il parlamento resta paralizzato: eletto in un momento anormale, funzionava in modo anormale.
2013 come 1919
1) In regime democratico regge fino a che i cittadini accettano come definitivo il verdetto della maggioranza;
2) se manca una maggioranza fra i rappresentanti occorre che i diversi gruppi raggiungano un compromesso;
3) l’’unanimità non è necessaria: la democrazia sta in piedi fino a quando ci sono piccole minoranze;
4) la crisi sopravviene quando le minoranze non sono più piccole (Grillo) e si rifiutano di prestare collaborazione nel momento in cui essa diventa indispensabile.
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Nel frattempo D’annunzio va a Zara con una nave militare. La Regia Marina lo accoglie trionfalmente (invece di arrestarlo). Il Governo lascia correre. E’ la prova generale della marcia su Roma e del prevalere della mionoranza violenta ed organizzata su di una maggioranza distratta ed inerte.
(Continua)