PAPA FRANCESCO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Marzo, 2013 @ 8:20 pmDetto altrimenti: era un commento ad un mio post, questo del dr. Fausto Lammoglia (Uni-Ge). Ma ho voluto pubblicarlo anche come post …Â lo meritava!
Inizia
Nella semplicità di Sua Santità Papa Francesco I, sembra di vedersi concretizzare quella triplice missione della Chiesa delineata da Paolo VI nella lettera enciclica Ecclesiam Suam: la Coscienza, il Rinnovamento, il Dialogo.
Il Santo Padre ha dimostrato in poche ore come queste tre direttrici siano forti in lui e quindi – si spera – nella Chiesa di domani.
La Coscienza. Già nella scelta del nome, il Papa ha voluto fare una promessa a Dio e a tutti i fedeli: cercare nel Vangelo i fondamenti della cattedra di Pietro. Per lui, come per ogni fedele, il più saldo fondamento è quello della Carità : le Sue scelte sobrie e umili sembrano dirigersi verso questo punto cardinale della cristianità .
Il Rinnovamento. Paolo VI, intendeva con rinnovamento una restaurazione, il ritorno alle radici della Chiesa, comunità unità che vive la povertà evangelica, testimoniandola nei fatti come nelle parole. Questo rinnovamento, possibile solo dopo la fase della Coscienza, è quello che ogni fedele, ma credo ogni uomo, si aspetta dal Santo Padre come capo della Chiesa; questa attesa penso sia la fonte del crescente entusiasmo rivolto al Santo Padre.
Il Dialogo. Se per Paolo VI il dialogo era caratterizzato per essere formativo per entrambi gli interlocutori, ed era diretto in primo luogo verso coloro che non erano fedeli, credo che Francesco abbia invertito la rotta: già dal primo messaggio, rinsaldando questa relazione nel suo primo Angelus, il Papa ha voluto instaurare un dialogo formativo verso tutta la Comunità dei fedeli. Un dialogo formativo che, per ora, assume maggior credibilità e forza grazie alla capacità trainante dell’esempio, dei fatti.
Concludo: credo che il Papa abbia fatto una scelta forte e, rispetto ai suoi predecessori, parzialmente controcorrente; chi ha bisogno oggi non sono gli “infedeli†ma coloro che vivono nella Chiesa. Per questo i primi gesti forti (la cacciata di un Cardinale ne è un esempio) sono rivolti verso l’interno. Prima si compie una riflessione su se stessi, dopodichè si cercherà come migliorarsi e dunque rinnovarsi. Solo alla fine di questo processo la Chiesa sarà nuovamente pronta per aprirsi fecondamente al mondo. E questo è quello che ci auguriamo e ci aspettiamo, o perlomeno io mi auguro e mi aspetto, dal nuovo pontefice.
Finisce. La discussione è aperta