BIBLIOTECA COMUNALE DI CATANIA “VINCENZO BELLINI” da oltre un anno funziona …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Marzo, 2013 @ 7:40 am

Detto altrimenti: …. grazie a “volontari”, i dipendenti che vi lavorano senza stipendio!

Una delle tante, belle, ricche, preziose biblioteche comunali italiane. Non deve rischiare di andare in malora, e con lei i preziosissimi volumi raccolti e custoditi con anni con amore e cura da chi ama la cultura, difende le nostre radici storiche. La cultura … chi è mai è costei, direbbe il Manzoni per far pari con quel tal Carneade … è l’insieme delle nostre conoscenze di oggi e di ieri, la prima direzione verso la quale indirizzare gli investimenti pubblici. Senza cultura non si va da nessuna parte. Anche Don Luigi Ciotti, nel libro che ho appena citato qualche post fa, alla fine arriva a questa conclusione, che dalla cultura nasce la moralità e così via, tutto il resto, a cascata. Anche per Don Lorenzo MIlani incolto, analfabeta non è chi non sa leggere o scrivere, ma anche chi, pur sapendo leggere la pagina sportiva del quotidiano di turno, non sa capire i messaggi della politica, dell’economia, della finanza, della storia, della società.

Ecco, il novello Pilato (politico moderno) ci chiede “Volete il Ponte sullo Stretto o la Cultura?” E tutti noi, coraggio, gridiamo forte e chiaro: “La cultura, la cultura!”. Almeno così mi auguro che avvenga.

Non sarebbe possibile finanziarla da Trento e da Bolzano la cultura di Catania? Sarebbe un “Ponte” ben più intelligente, necessario, ammirevole e lodevole di quello sullo Stretto!

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.