LA STASI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2013 @ 3:31 pmDetto altrimenti: una temuta polizia politica del passato. Una imprenditrice senese. L’atteggiamento di ognuno di noi: non più “statico”.
STASI è l’abbreviazione di Ministerium für Staatssicherheit, “Ministero per la Sicurezza di Stato”, abbreviato in MfS o popolarmente in Stasi appunto. La Stasi era la principale organizzazione di sicurezza e spionaggio della Germania Est (RDT). Rimase famosa per avere arruolato numerosi tedeschi dell’Est per il controllo delle attività dei propri concittadini, in modo da poter impedire il sorgere di moti contro il governo autoritario della Germania Est.
Le vite degli altri (Das Leben der Anderen) è un film del 2006 scritto e diretto da Florian Henckel von Donnersmarck, vincitore del Premio Oscar per il miglior film straniero. Il dramma – che si confronta con la storia della DDR e indaga lo scenario culturale della Berlino Est controllata dalle spie della Stasi , temuto organo di sicurezza e spionaggio interni, è il lungometraggio di debutto del regista e sceneggiatore Florian Henckel von Donnersmarck. Il film è uscito nelle sale tedesche il 23 marzo 2006.
Stasi (Luisa) è il cognome della moglie di Giuseppe Mussari , già della Fondazione Montepaschi, della banca Montepaschi e dell’ABI. La signora è una imprenditrice. Possiede alberghi e ville.
Ha un debito, consolidatosi nel tempo, di 13 milioni di euro, tutto e solo verso un unica banca: il MPS. Non è prudente, per una banca, agire così.
La stasi della nostra assuefazione e della nostra inerzia deve cessare. Occorre che tutti noi, che ognuno di noi, sia convinto che “insieme si può”. Insieme, attraverso il risveglio della coscienza individuale, non per “fare giustizia” nel senso di giudicare e condannare, ma per “fare giustizia” nel senso che la giustizia dei comportamenti di ognuno diventi la norma e che non sia più necessario “processare”. Utopia? E vabbè, ma un’utopia bisogna averla nella vita, un ideale, una meta … magari non la raggiungiamo, tuttavia vale la pena anche solo avvicinarsi a quella vetta …