BERLUSCONI AFFERMA: ABOLIRO’ IL FINANZIAMENTO PUBBLICO DEI PARTITI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Gennaio, 2013 @ 1:39 pmDetto altrimenti: cui prodest? Cui bono? A chi gioverebbe? A pensar male … un mio amico, genovese, commerciante ed ebreo (con il massimo ripetto per le tre “categorie”, s’intende!) ebbe a dirmi: “Quando ti fanno una proposta, un regalo, domandati dov’è la fregatura”.
Solo gli stupidi non cambiano mai parere. Il Presidente Monti ha “confessato†che nel 1994 aveva votato Berlusconi.
Anch’io devo fare una confessione: nel recente passato sostenevo che si dovesse abolire il finanziamento pubblico ai partiti (se non altro per rispettare nella sostanza e non solo nella forma l’esito del referendum abrogativo). Poi, aiutato in questo anche dall’affermazione di Berlusconi (cui sono grato, limitatamente all’avere richiamato la mia attenzione),  ho riflettuto ed ho cambiato idea sulla base di due ragionamenti:
 • Se vi sono grossi furti di pane, non si abolisce il pane: si arrestano i ladri.
• Se si abolisce quel finanziamento, si concede un enorme vantaggio ai partiti che possono contare su capi partito “ricchiâ€.
Quindi a mio avviso il finanziamento deve restare, sotto forma di rimborsi a fronte di spese pertinenti e documentate.Ma anche qui due osservazioni:
• il totale dei rimborsi va comunque ridimensionato, ad esempio stabilendosi un massimo nella metà delle somme precedentemente erogate, salvo però, entro tale massimale, erogare i rimborsi solo a fronte di spese pertinenti e documentate;
• con il sistema dei “rimborsi a posteriori†si agevolano i partiti i cui capi siano ricchi e quindi disponibili a rilasciare fidejussioni bancarie per consentire al proprio partito di finanziarsi presso le banche ben prima di avere effettato le spese.
Quindi la soluzione potrebbe essere la seguente, referendum abrogativo permettendo: fermo restando che si erogano rimborsi solo a fronte di spese pertinenti e documentate e solo entro il massimale pre-stabilito, è consentita l’anticipazione ai partiti di pre-finanziamenti da accreditarsi in un conto speciale, utilizzabile solo per spese dirette e non utilizzabile, ad esempio, per finanziare fondazioni o altro che si frappongano fra il partito e i beneficiari finali dei suoi acquisti di beni, servizi.