“2084”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Gennaio, 2013 @ 4:29 pm
George Orwell

Detto altrimenti: ricordate “1984”? Ecco qui un nuovo romanzo,  “2O84”, questa volta breve e a puntate. Prima puntata, Capitolo 1.

A Edoardo non andava di alzarsi. Quella mattina proprio non se la sentiva. La sera prima infatti aveva fatto tardi, il film alla TV era troppo bello, uno di quei film storici … riguardava eventi di circa un secolo prima, quando ancora gli USE, gli Stati Uniti d’Europa non esistevano, quando sulla scena politica di un paese ed anche della futura Unione s’era presentato un certo Carlo (o forse era Mario?) Monti che poi sarebbe stato uno degli principali artefici della USE. Ne aveva sentito parlare a scuola di quel periodo, ma forse proprio per questo non vi aveva prestato attenzione. Ma ora che ne avevano tratto un film, bè, era diverso. Tutto risultava più attraente. Se solo fosse riuscito a scendere dal letto, a lavarsi, far colazione e raggiungere la scuola per tempo, ne avrebbe parlato con il prof di Storia. Già, perché la giornata era dedicata alla Storia. L’intera giornata, non come al tempo del suo bisnonno, quando si cambiava materia ogni ora, quando a scuola, ogni giorno, eri costretto a portare 10 kg. di libri e quaderni ed alla fine avevi un gran caos nella testa e male alla schiena. Adesso si faceva una materia al giorno. E tutto sul computer che restava a scuola ed al quale ci si poteva collegare da qualsiasi altro computer, purché si possedesse la password. Com’erano cambiati i tempi!

Ce la fece. Si alzò, insieme a tutti i suoi tredici anni. In cucina salutò la mamma, in inglese. Il papà era già vestito, stava uscendo di casa. Si salutarono in tedesco. Mentre stava facendo colazione arrivò la colf, francese. Si salutarono in quella lingua. Mentre aspettava che i biscotti se inzuppassero bene di latte (trentino) – a tal fine lui li stava aiutando, i biscotti, facendoli roteare nella tazza con il cucchiaio – Edoardo si domandò in italiano come avevano potuto dialogare e vivere le popolazioni prima della nascita degli USE … ogni Stato la sua lingua, anzi, solo la sua lingua, soltanto poche persone conoscevano quelle degli altri, ogni Stato le sue leggi, spesso contrastanti da Stato a Stato, … una perfetta incomunicabilità! Pensò: che fortuna non avere vissuto quel periodo, che fortuna essere nato “dopo”.

 “Hallo mammy, I’m going! See you later. Have a good day”. E uscì. La sua bicicletta era lì, a fianco della porta di casa, senza alcun catenaccio che fungesse da antifurto … ecco, ma un secolo prima le rubavano, le bici, così gli avevano detto … ma perché? Sul libro di Storia aveva letto che molti rubavano all’epoca, che l’esempio, il cattivo esempio veniva dall’altro, dai politici che si appropriavano del denaro pubblico (cose dell’altro mondo! Inconcepibili nell’USE!), e poi giù, via via, a scendere, sino ad arrivare al furto di una bicicletta. Nella cineteca storica della scuola conservavano una vecchissima pellicola, un film quasi preistorico ai suoi occhi di ragazzino, “Ladri di biciclette”. Edoardo l’aveva visto quel film, insieme ai suoi compagni, e proprio non si erano spiegati come ciò fosse potuto accadere. Montò in sella … e si accorse che un pneumatico era sgonfio: “La puta …!” imprecò, a mente, in spagnolo. A mente, non a voce alta … certo,  perché le parolacce non erano ammesse, ma si stava facendo tardi e questa proprio non ci sarebbe voluta. Rigonfiata la “gomma”, via, a gran carriera, a scuola.

Non vi erano auto nelle strade. Tutti utilizzavano la metropolitana, la quale funzionava con l’energia generata dalle centrali eoliche collocate in periferia, con l’energia solare fornita dai pannelli che di cui ogni abitazione era obbligatoriamente dotata, e, poiché la città nella quale Edoardo viveva si affacciava sul mare, anche con l’energia ricavata dal moto ondoso dell’oceano.

Con il professore di Storia si parlava italiano, ma i compiti scritti potevano essere redatti anche in una delle altre lingue dell’USE, a piacere. Il prof era nato in uno Stato del sud, l’Italia. Vi tornava per le vacanze, come tanti, del resto, che, residenti negli Stati del nord, vi si recavano in ferie, per godere la natura, l’arte, il cibo ed il calore umano di quei luoghi e di quelle popolazioni.

Ragazzi, esordì il prof, oggi siete voi che interrogherete me, e non io voi. Facciamo così: avete letto la Storia a cavallo dei due secoli, il XIX° ed il XX° e sicuramente avrete delle domande da pormi. Io vi valuterò dalla domanda che ognuno saprà formulare. Chi vuol cominciare?

Edoardo si guardò intorno. Aveva una gran voglia di farsi avanti ma temeva di essere male interpretato. Aveva urgenza di parlare, di avere risposte ai propri dubbi, ma allo stesso tempo avrebbe preferito inserirsi in un dibattito già avviato … anche per valutare il livello ed il tipo delle domande. Nessuno si offrì volontario.

Fu allora il prof ad intervenire:  Raga, visto che nessuno se la sente di rompere il ghiaccio, chiamo io. Edoardo, dai, tocca a te fare l’apripista. Sappiamo tutti quanto tu sia appassionato di Storia. Sentiamo cosa hai da chiedermi.

Edoardo tutto sommato gli fu grato. Il prof lo aveva sottratto al suo conflitto interiore … Ecco prof, iniziò, la prima domanda che mi sono posto e che ora pongo a lei è la seguente: come mai i singoli Stati, prima di costituire l’attuale Federazione, subivano passivamente la concorrenza economica dell’oriente?

Intervenne il prof.  Ecco, vedete ragazzi, il vostro compagno affronta la Storia sotto il profilo dell’Economia. Non è sbagliato, perché spesso avviene proprio così, che la Storia di paesi è causa ma soprattutto è conseguenza della loro Economia. In questo caso, Edoardo, ogni singolo Stato era portato a far concorrenza agli altri Stati dell’attuale Federazione. Per raggiungere questo scopo, pensò bene di delocalizzare la propria produzione in paesi lontani, nei quali la manodopera costava assai meno in quanto in quei paesi non si rispettavano i diritti e le libertà civili, le norme sulla sicurezza sul lavoro e le norme anti inquinamento. Per farla breve: sulle prime ciascun delocalizzatore, fosse esso singola impresa o singolo paese, si arricchì, ma poi divenne vittima di quegli stessi paesi nei quali aveva delocalizzato la sua produzione, in quanto essi si impadronirono del know how che stavano utilizzando e “si misero in proprio” mettendo in crisi, con la loro produzione sotto costo e quindi offerta a condizioni di assoluta concorrenzialità, tutti i paesi dell’area Feuro, cioè dell’area dell’Euro Federale, che in allora di chiamava più semplicemente area Euro.

Ma prof, chiese Edoardo, come mai oggi questo problema non esiste più?

Semplice, rispose il prof, gli USE e gli USA si sono accordati ed hanno posto fortissimi dazi all’importazione di prodotti provenienti da paesi nei qual non siano rispettati i diritti e le libertà civili e le norme sulla sicurezza sul lavoro e anti inquinamento. In altre parole: li abbiamo costretti ad essere virtuosi.

Edoardo ringraziò: Grazie, ho capito. Posso porre un’altra domanda?

Il prof: certo Edoardo. Dimmi pure.

Edoardo: ecco, non ho capito come mai nei primi decenni del secolo si stessero creando un numero sempre più ridotto di gente sempre più ricca ed un numero sempre maggiore di persone sempre più povere.

Il prof: domanda da niente, Edoardo! Dalla Storia dell’Economia alla Storia della Sociologia! Vedi, prendiamo un paese a caso, l’Italia. All’epoca aveva un debito pubblico di 2.000 miliardi di euro e la ricchezza privata – senza considerare quella illegalmente accumulata all’estero – era di circa 9.000 miliardi di euro, per il 50% in mano al 10% della popolazione. Ora, poiché in natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, tutto si sposta, possiamo solo dedurne che il sistema economico e politico di quel Paese, all’epoca, fosse tale da consentire a pochi di arricchirsi a danno di molti. Ciò accadde anche come conseguenza del liberismo economico puro, a sua volta prosperato come reazione al comunismo. Ma entrambi questi due sistemi fallirono. Il Comunismo, soprattutto quando si decise di sostituirlo con il liberismo: infatti i più furbi, i più spregiudicati e i più avidi si impadronirono delle leve economiche e – in pochi – diventarono ricchissimi ai danni di una enorme massa di cittadini che diventò sempre più povera. Il capitalismo puro iniziò a crollare soprattutto quando ci si accorse che la concentrazione delle ricchezze in poche mani stava distruggendo il ceto sociale medio, che poi era quello che garantiva i consumi e quindi la produzione.

Ma, prof, replicò Edoardo, … ma gli Stati dell’attuale Federazione non pensarono di intervenire con la leva fiscale?

Il prof gli rispose: Caro Edoardo, appena uno Stato agiva su quella leva, il privato si trasferiva in un altro Stato che quella leva ancora non la stava usando, e così via.

Edoardo si illuminò in viso: Ah, prof, adesso ho capito l’importanza di essere una Federazione: oggi la legge fiscale è unica per tutti gli stati dell’unione e nessuno può più fare il furbo!

Bravo Edoardo, disse il prof, vedo che hai capito. Oggi infatti sia gli USA che noi dell’ USE abbiamo messo al bando non solo le merci provenienti dai paesi di cui ti parlavo prima, ma abbiamo vietato qualsiasi forma di relazione e scambio anche finanziario con i paesi che non abbiano adottato le stesse nostre regole fiscali, antiriciclaggio, antievasione e antielusione fiscale. E ovviamente abbiamo, tutti, adottato un’unica riscalettatura delle aliquote fiscali che oggi gravano maggiormente le ricchezze ed i redditi più elevati consentendo a tutti gli Stati dell’unione di investire a vantaggio del ceto medio dei consumatori e degli investitori in attività economiche e quindi, di conseguenza, a vantaggio della produzione stessa. Ma c’è di più, ragazzi, e questo ancora non mi è stato chiesto: oggi per nostra fortuna è proprio il modello di sviluppo che è cambiato! Sono gli obiettivi di ogni persona, di ogni famiglia ad essere diversi. Vi dico solo questo: pensate che negli anni ante USE, una persona era valutata a secondo del modello di automobile che possedeva! Incredibile, vero? Eppure era proprio così! Più l’auto era di grossa cilindrata, potente, inquinante, più la persona era considerata nella scala sociale! Esattamente il contrario di oggi. Infatti oggi se solo una persona pretendesse di andare a fare la spesa al supermercato con un SUV da 500 cavalli, non solamente sarebbe arrestata dalla polizia per violazione della legge sull’inquinamento, ma sarebbe biasimata da tutti noi. Bene Edoardo, oggi ti sei meritato un bel dieci. Chi altro vuole intervenire?

Si fece avanti Carlo. Io, prof, ho solo una domanda: ho letto che in quel periodo storico nel paese che lei citava come esempio, l’Italia, il parlamento costava molto ai cittadini, in quanto i parlamentari erano tantissimi, mi pare fossero addirittura mille,  e molto pagati sia come stipendio, che come benefit e pensioni. Come mai?

Vedi Carlo, rispose il prof, c’era ben stato un politico che aveva promesso di ridurre a soli 450 quei mille …no, Pierino, ho capito cosa vuoi dire, … no, non interrompere … e poi comunque no, non sono i Mille che dici tu, quelli di Garibaldi, ricordate la storia dell’unità d’Italia? Quelli erano altri Mille, di altro genere, precedenti di un secolo. Pierino, oggi un bel cinque (il “cinque per mille”! Ah …ah…!)  non te lo leva nessuno. Riprendiamo. Aveva promesso cosa? Un fatto altrui. Infatti non se ne fece nulla. Perché? Perché quella riduzione avrebbe dovuto essere deliberata proprio da coloro i quali sarebbero stati esclusi! Ma vi pare possibile? E poi, cos’altro avevi chiesto? Ah già, perché erano così strapagati. Semplice: anche in questo caso perchè le loro paghe venivano decise proprio da loro stessi. Incredibile ma vero, ragazzi. Come? … Carlo vuoi sapere chi era stato quel politico? Mi prendi in castagna sai, credo che fosse stato un tale Berlusconi, sai, mica mi posso ricordare tutto, soprattutto dei personaggi minori. Comunque andrò a verificare e alla prossima lezione ti saprò dire con precisione. Ecco, Carlo, ti sei meritato un bell’otto. Per la prossima lezione preparatevi sull’unione monetaria e bancaria, sugli Feuro bond, sulla ERA European Rating Agency e sulla costituzione della FBI-E, la Polizia Federale Europea con competenza sui reati bancari, finanziari, fiscali, sul terrorismo e sulla criminalità organizzata.