FISCAL CLIFF

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Dicembre, 2012 @ 7:40 am

Detto altrimenti (in lingua italiana): baratro fiscale

Notizia. Anche gli USA non stanno benissimo … anzi. Stanno per scadere i benefici fiscali temporanei decisi da Bush (“bush” = “cespuglio”) figlio. Questo fatto viene a coincidere con pesanti tagli alla spesa pubblica (tuttavia Obama esclude dai tagli all’assistenza sanitaria e alla cassa integrazione). Si prevede una diminuzione del Pil del 4%. Obama propone allora di tassare i redditi alti, cioè quelli superiori all’equivalente di 190.000 euro (4% della popolazione). I repubblicani avevano proposto di tassare i redditi sopra il milione di dollari, ma non è passata. Se il Congresso non approverà la sua proposta, Obama sarà costretto a tassare tutti come segue: redditi alti, +120.500 dollari annui di tasse; redditi medi (60% della popolazione), +2.000; redditi bassi, +412. In caso di non approvazione della “manovra Obama”, non ci saranno fondi per la loro “cassa integrazione” di 47 mesi che riguarda tre milioni di disoccupati. E il prezzo del latte potrebbe raddoppiare per mancato rinnovo della legge sui prodotti agricoli.

(Patrimoniale “alta”? La Francia l’ha messa. In Italia si discute. Negli USA si combatte …)

Approfondimento. Il liberismo, il capitalismo puro, il mercato sfrenato sta fallendo (come il comunismo). In Italia come in USA. Che fare? Forse alla base ad inficiare ogni cosa c’è il modello di crescita adottato: il consumismo, lo spreco delle risorse, l’accumulazione in capo a pochi della maggior parte della ricchezza privata, le caste dei “privilegi acquisiti”,  la globalizzazione selvaggia. Ci feci un viaggio di tre settimane, negli USA, e restai colpito dalla assoluta precisione di tutte le prenotazioni (voli, hotel, spettacoli, ristoranti, etc.) fatte mesi prima via internet; dalle inutili enormi cilindrate della auto di affitto, anche di quelle “piccole” (3.000 c.c.); dall’enorme spreco di energia (aria condizionata inutilmente e dannosamente “a manetta”; ghiaccio a gogò: alla macchinetta ne chiedevi un cubetto, te ne dava un intero secchiello, che poi finiva nel WC). Sono aspetti superficiali, dirà qualcuno. Mica tanto, dico io.

Che fare? Io non sono il “mago Zurlì” con la bacchetta magica. Cerco solo di riflettere. Forse la creazione degli Stati Uniti d’Europa e un accordo con quelli di America (per una comune politica monetaria, finanziaria, bancaria, fiscale, per la imposizione di forti dazi all’importazione di merci da paesi che non rispettano i diritti e le libertà civili e per una  frenata definitiva ai paradisi fiscali) potrebbe costituire la base per la definizione di un nuovo diverso e più equilibrato modello di crescita.  Ma gli altri paesi, quelli del BRICS (Brasile, India, Russia, Cina, Sud Africa) la faranno comunque da padroni? Non credo. Purtroppo (per loro) è solo questione di tempo: la Cina ha già iniziato a delocalizzare al suo interno, cioè a spostare la produzione dalle coste all’interno del paese, dove la manodopera “costa meno”, cioè, dove “può sfruttare di più la manodopera”. Fino a quando? In India la “rivoluzione” è già cominciata, con la protesta a difesa delle donne … In Cina si stanno schedando i “navigatori internet” per impedire che si sappia cosa sta avvenendo. Ma sta avvenendo, sta avvenendo qualcosa …

Io ho vissuto personalmente l’avvio del processo che portò alla rivoluzione che a sua volta portò alla caduta dello Scià (“Re”), anzi, dello Scianscià (il Re dei Re!) di Persia: quando si crea nuova ricchezza, tanta ricchezza, troppa ricchezza  e non la si distribuisce, la popolazione “la vede” e il sistema non regge, prima o poi crolla. In Iran, una molla è stata l’urbanizazzione di folle di manovali chiamati in città dal deserto per costruire i grattacieli in  Teheran. Manovali che la notte dormivano su cartoni posti all’interno degli scavi, a cielo aperto (uno di loro, a turno, faceva la guardia per impedire ai passanti di fare il “gioco” di svegliare i suoi compagni con il lancio di sassolini!). Questa circostanza  ha messo davanti agli occhi di queste masse il lusso degli hotel a … quante stelle? Tante … troppe di fronte al loro cielo buio, senza nemmeno una stella …

Il processo di eccessivo accumulo e di eccessiva concentrazione di ricchezza a livello di pochi individui e di pochi stati, i privilegi di casta, tutto si ripete a livello europeo, americano, planetario. La velocità alla quale la reazione a questo stato di cose oggi si propaga è “esponenziale”, come una valanga che appena staccatasi, acquista sempre maggiore potenza e velocità. Alcuni dei “nostri” hanno approfittato della delocalizzazione versi paesi a “basso costo della manodopera” (rectius: “a basso livello di rispetto dei diritti e delle libertà civili”). In pochi hanno guadagnato (rectius: incassato) molto.  Però ora la cosa si è rivolta contro tutti noi. Io ero responsabile della finanza Italia della Holding Stet, Società Finanziaria telefonica per Azioni. Una delle società del Gruppo era la SGS Ates di Agrate Brianza, leader mondiale nei semiconduttori (la “base” dei computer). Poi la SGS cambiò nome e proprietario. Delocalizzò la parte “vile”, di base, non strategica della sua produzione. Oggi non è più leader mondiale.

Nel frattempo abbiamo premiato con super premi a manager bancari per utili su titoli a rischio. “successi di un anno” che poi hanno portato “perdite per un decennio”. E poi, con soldi pubblici (miei, di voi che leggete!) abbiamo ripianato  le perdite delle banche (fa più fine dire “abbiamo ricapitalizzato” le banche).

Ti saluto Barak, (in arabo, barak significa “benedetto”), salam aleikum, va rahmal Liali va barakatu: la pace sia con te e la misericordia di Dio e le Sue benedizioni. E’ un saluto che va bene per tutte le religioni. E si risponde: aleikum salam, a te la pace. Anche questa risposta va bene per tutte le religioni.