CORRI, MARIO, CORRI! COSI’ SCRIVE THE ECONOMIST (GB)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Dicembre, 2012 @ 11:21 am

Detto altrimenti: cosa scrive di noi la stampa estera (ho tradotto un articolo)

Inizia

Una rara opportunità di riforme in Italia, ma il suo attuale primo ministro deve scendere in campo.

Per un attimo, siamo ritornati ai vecchi brutti giorni dell’Italia. Dopo che il principale partito di centro destra, il PDL, ha dichiarato di volere ritirare la sua fiducia al primo ministro tecnico, Mario Monti l’8 dicembre scorso ha drammaticamente annunciato le sue irrevocabili dimissioni. Subito dopo Silvio Berlusconi ha annunciato che si candiderà alla carica di primo ministro, per la stessa volta, quale capo del PDL, nelle elezioni previste ora per febbraio (sebbene si sappia che Berlusconi potrà ancora una volta cambiare idea!). Non meraviglia quindi che i mercati finanziari siano allibiti.

Nei tredici mesi da quando il “clown Berlusconi” (sic!) è stato cacciato, Monti ha riportato la calma, alcune significative riforme, e tanta, tanta dignità e rispetto per il suo Paese. Eppure, l’Italia è ancora uno degli anelli potenzialmente più deboli della catena dell’Euro. L’Italia ha il quarto peggior debito pubblico mondiale ed è impantanata nella più profonda recessione che ha coplito le maggiori economie della eurozona. La sua crescita negli ultimi dieci anni si è arrestata. Sebbene il deficit di bilancio sia sotto un ragionevole controllo, sono necessarie ulterori riforme per restuituirle competitività e per farne ripartire la crescita.

Le dimissioni di Monti rimandano queste riforme al dopo elezioni. La domanda è: chi le vincerà? C’è una opzione terribile, una accettabile ed una ottima.

L’opzione terribile è il ritorno di Berlusconi. Fortunatamente però il suo partito è attestato intorno al 15% e si prevede che potrebbe perdere ulteriormente consensi a favore di Monti, ove Monti scendesse in campo.

Molto meglio sarebbe la vittoria del partito di centro sinistra, il PD, guidato da Bersani, che si attesta intorno al 35-40% dei consensi, abbastanza per assicurargli il premio di maggioranza al parlamento. Bersani era un riformatore quando prese parte al suo ultimo governo fra il 2006 e il 2008. Egli ha promesso di sostenere fortemente le politiche di austerità fiscale e di riforme strutturali lanciate da Monti ma la sua strada potrebbe essere resa difficile dalle posizioni della estrema sinistra e dei sindacati che sono restii ulteriori sacrifici e che difficilmente potrebbero cambiare idea.

La settimana scorsa scrivemmo che a nostro avviso una soluzione ragionevole avrebbe potuto essere Monti Presidente della Repubblica e Monti primo Ministro. Ora, comunque, c’è un’ipotesi ancora migliore: Monti potrebbe diventare primo ministro vincendo le elezioni. Infatti, le sue inaspettate dimissioni, valutate politicamente sono un atto di politica aggressiva. Il mondo economico italiano lo sta pressando di scendere in campo, insieme ad una coalizione di centro (UDC di Casini e il nuovo gruppo costituito da Montezemolo, il presidente della Ferrari). Il rischio è che la candidatura di Monti spacchi il fronte degli  anti-Berlusconi, lasciando il cavaliere in una posizione di forza eccessiva, dietro le quinte.

Ma esiste anche un’ opportunità ancora migliore, e cioè che Monti vinca ottenendo abbastanza voti da sinistra e da destra, così da ricevere il mandato per proseguire sulla strada delle riforme. L’Italia non ha mai avuto un simile governo. Con un simile primo ministro, molti berlusconiani potrebbero passare dalla parte di Monti. E se Bersani raccogliesse in ogni caso molti voti, potrebbe forse diventare il Vice di Monti e il suo possibile successore.

Ma tutto ciò forse non potrà succedere. Infatti Monti non ha una tradizione di politico e non ha mai corso per una competizione politica. E quindi, potrebbe non vincere. Fra l’altro, sembrerebbe meglio portato per la presidenza italiana della UE. Tuttavia Monti dovrebbe decidere adesso. Infatti se gli sta a cuore il suo Paese, se egli se la sente di combattere, questo è il momento di scendere in campo per convincere i centristi a sostenerlo. E’ una rara opportunità per cambiare le cose in Italia.

Finisce

Il commento di Antonio Polito (Corsera)

Usa e UE assolutamente coinvolti dalla sorte dell’Italia.
Sarà la prima volta che i politici ed i media stranieri “parteciperanno” alla nostra campagna elettorale.
Chi vuole gli euro-bond non può rifiutare gli euro-premier.
L’UE vuole garanzie. Chi può darle e chi no.
Il mondo è fatto di sovranità condivise. Noi saremo sudditi o cittadini: sta a noi scegliere.
Il problema è il rapporto Monti-PD

Molto, molto più modestamente, il mio commento

Italy, to big to fail, to big to save. Italia, troppo grande per poter essere lasciata fallire, troppo grande per poter essere un Paese “salvabile”. Italia capace di salvarsi da sola, con una delle soluzioni individuate dall’Economist. Tranne una. Quale? Eh no, cari amici lettori …  troppo facile …  non ve lo dico! La soluzione trovatevela  davvoi (toscanismo)!

E intanto, dum Roame consulitur, il debito pubblico cresce …