NON DI SOLA POLITICA VIVE L’UOMO …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Dicembre, 2025 @ 1:37 pmIo “attore”? Ma no, dai, io sono solo una voce e per di più fuori campo! “Ma però, siccome che” io conosco il tedesco e Roverè della Luna è l’ultimo paese della provincia di Trento sul confine con quella di Bolzano, forse è per questo che sono stato “ingaggiato”! Chiederò al registra se devo intervenire in italiano, in lingua tedesca o nel dialetto tedesco delle valli bolzanine …
Raga, è una replica della rappresentazione del 14 novembre al Circolo Culturale Rosmini a Trento: non mancate perchè non replicheremo più!

TU, DON MARCELLO FARINA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2025 @ 8:31 am
TU, DON MARCELLO FARINA
Questa mattina 28 Novembre 2025 alle ore 04,35 all’età di 85 anni di cui 60 di sacerdozio, sei ritornato alla Casa del Padre.
– S. rosario, Sabato 29 Novembre ore 20,00 presso la Chiesa di S. Luigi a Balbido.
Le esequie:
– Lunedì 1 Dicembre 14,30 nella parrocchia San Carlo Borromeo a Trento, Parroco Don Lino Zatelli, tuo grande amico.
– Martedì 2 Dicembre ore 14,00, Chiesa di S. Giustina, Balbido.
A volerti bene tantissime persone: amici, conoscitori ed estimatori ben più di quanto non possa volerti bene, conoscerti e stimarti io, il che però non mi trattiene dal parlarti per iscritto.
Tu, a Trento. Caro Marcello, mia moglie ed io facevamo parte della folla che seguiva le tue omelie nel Duomo di Trento e nelle altre chiese dove celebravi l’Eucarestia. Siamo stati presenti alle tue partecipazioni a momenti culturali e sociali; ad occasioni conviviali; abbiamo letto i tuoi molti libri, tutti illuminanti! Mi sono permesso più volte di scrivere di te e con te (mi concedesti una lunga intervista) ma il rapporto si è ulteriormente rafforzato da quando, pensionato, ti sei ritirato al paese della tua famiglia d’origine, Balbido (nelle Giudicarie Esteriori) il “Paese dipinto” per i suoi bei murales.
Tu, a Balbido dove siamo saliti molte volte da Trento e da Riva del Garda, da soli o con amici, per stare insieme a te, per ascoltarti e per assistere alla S. Messa che celebravi per i tuoi compaesani. Da queste celebrazioni ogni volta ci portavamo a casa copia dei tuoi preziosi manoscritti stilati con la tua bella calligrafia! Due le chiesette, una estiva ed una invernale: grandi per un paesello così piccolo, piccole per contenere tutti i fedeli che avrebbero voluto entrare.
Tu, l’umanità. L’ ambiente paesano, molto più circoscritto di quello cittadino, ci ha aiutato a sentirti più “nostro”: infatti eravamo meno “gelosi” di quanto lo eravamo stati in città per la presenza dei tanti che letteralmente si contendevano la tua Persona. L’ ambiente di mezza montagna poi – da te definito montano per la vicinanza delle cime che tu scherzosamente chiamavi Himalaya – elevava a potenza la tua umanità che è stata quella di un Sacerdote fatto Uomo, sull’esempio (mi permetto l’accostamento perché tanto … tu non mi potrai rimproverare!) di un Dio fatto Uomo.
Tu, l’accoglienza. Dopo la Messa, ci ricevevi nella tua bella casa, ricavata da quella dei genitori, ricca di testimonianze e di molti, … tanti libri, casa alla cui entrata un dipinto riportava la frase di Don Lorenzo Milani ad una professoressa: “Le parole sono pietre”; casa che vorrei fosse conservata intatta per il valore testimoniale che racchiude; casa dalla quale uscivamo con un tuo regalo: un libro: non scelto fra i tuoi bensì di altro autore, sempre significativo; casa dalla quale ci siamo avviati molte volte, con la tua guida, a scoprire le bellezze artistiche e culturali della tua terra: tombe di poeti, affreschi dei Baschenis, chiesine nascoste e molto altro: ma sì, anche ristoranti della zona, perché non dirlo?
Tu, Sacerdote, ci parlavi spesso dei tuoi colleghi Don Lorenzo Guetti e Don Lorenzo Milani, e sicuramente sapevi che la cattedrale di Genova è consacrata a San Lorenzo; tu che sei stato genovese per i frequenti riferimenti che facevi ad un mio concittadino famoso “credente a sua insaputa” Fabrizio De Andrè; tu che da giovane giocavi a calcio e sei sempre stato “sampdoriano” come me che sono nato (1944) proprio nella frazione dell’entroterra genovese della Doria, località nella quale i miei erano sfollati per via dei bombardamenti.
Tu, maestro: la Fede? “Una continua ricerca”; il Paradiso? “Dobbiamo realizzarlo già qui, sulla terra”; il primo comandamento? “Ama il tuo prossimo”; l’Altro? “Il suo volto ti guarda e si aspetta una risposta da te”; la nostra religione? “Creazione e Resurrezione”; il Battesimo? “La carezza del Signore”. Tu, che ci hai ricordato cosa diceva Hanna Arendt: “Non siamo nati per morire, ma per incominciare”.
Tu, la tua voce. L’ultima volta che ti ho sentito, al telefono, pochi giorni fa, con appena un sottilissimo filo di voce mi hai detto: “Sto cercando di mantenere vive le relazioni con le persone, vedrai che in luglio o in agosto qualcosa riusciamo ad organizzare …”
Tu, la pienezza. Abbiamo un bel dire che la memoria di te non svanirà, che tu resti con noi nel ricordo delle tue parole: in realtà si è creato un grande Vuoto, quello che lasciano le Persone speciali quando intraprendono il Viaggio. Oltre che per quattro genitori (i miei e i miei suoceri) io ho già provato questa sensazione per il Viaggio di altre Persone: due di loro si chiamavano con lo stesso nome, Ruggero; una, Francesca. Persone a me estranee all’anagrafe, ma molto, molto familiari per quanto mi hanno donato arricchendomi umanamente. Adesso tu le hai raggiunte e quel Vuoto … quel Vuoto aumenta … aumenta enormemente!
Tu, grande viaggiatore, fra i tanti voglio ricordare i molti viaggi in Germania e a S. Francisco e che adesso hai compiuto il Viaggio più importante, quello che ti ha riportato alla Casa del Padre.
Io, che non firmo questa lettera, tanto capirai subito chi sono, anzi … chi siamo noi: solo una delle mille navicelle che stanno cercando di continuare a navigare nel mare della vita e nella Fede grazie alla Luce del tuo grande, insostituibile Faro.
Un forte abbraccio, Marcello!”
Lettera firmata.
Qui sotto la tua preghiera per la tua ultima Prima Domenica d’Avvento: la reciterò domani, 30 novembre 2025, Prima Domenica d’Avvento 2025


LA “SECONDA ETA’ DEI COMUNI”: LA RIFORMA DEL LORO RAPPORTO DI AUTONOMIA CON LA PROVINCIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2025 @ 6:29 pm(La prima Età dei Comuni si colloca nel Medioevo (XI e il XIV secolo), quando le città italiane acquisirono autonomia politica rispetto a Papato ed Impero e si organizzarono in forme di autogoverno. Questo periodo fu caratterizzato da istituzioni cittadine indipendenti e da conflitti interni ed esterni).
Il ragionamento odierno sulla necessità di una seconda Età dei Comuni prende le mosse dalle gestioni “amministrative”, ovvero comunali e provinciali, denominazione accettabile unicamente nel lessico per distinguerle da quelle “politiche” che riguardano tutto il paese: infatti chi fa politica allo stesso tempo amministra cioé governa, ad ogni livello. E viceversa.
La nostra Provincia si autogoverna sulla base della Autonomia Speciale Amministrativa, emanando essa stessa (autòs) le leggi (nòmous) nelle materie e nei limiti sanciti dalla nostra Costituzione. Per rendere efficaci tali leggi, la Provincia dispone dei mezzi finanziari che le derivano da una percentuale delle imposte prodotte sul territorio e da eventuali altri trasferimenti diretti da parte dello Stato o indiretti da parte dell’UE. La Provincia ha quindi il potere-dovere di spenderli/investirli per il “suo” territorio ed i “suoi” abitanti.
Solo che non esistono né un territorio né una popolazione “esclusivamente provinciali” rispetto ai quali la Provincia possa decidere in assoluta autonomia: infatti, ogni parte del territorio ed ogni suo abitante sono soprattutto e prima di tutto territori e cittadini “comunali.” Infatti, ogni Comune è l’Ente Territoriale Originario, mentre la Provincia è solo il primo degli Enti Territoriali Successivi e le persone “originarie” che avvertono i fabbisogni concreti della vita di ogni giorno nei diversi ambiti (sicurezza, lavoro, sociale, etc.) e risentono delle scelte di copertura (o meno) di detti fabbisogni sono proprio i cittadini di ogni Comune.
Ora accade che l’essere il raccoglitore di tutti i flussi finanziari pubblici in entrata induca troppo spesso il governo provinciale ad esercitare un potere decisionale top-down in merito alle spese ed agli investimenti che concernono i Comuni, lasciando a questi Enti la responsabilità di eventuali conseguenze negative.
Ciò è particolarmente avvertibile quando si tratti del rapporto della Provincia con il Comune Capoluogo, il quale, considerata la dimensione della maggioranza degli altri Comuni (tutti di piccola dimensione, se si escludono le altre poche “grandi” città, prima fra le quali Rovereto), di fatto è già una città metropolitana, se non altro perché ogni giorno, con l’arrivo dei lavoratori pendolari, raddoppia la propria popolazione sino a raggiungere un numero quasi pari alla metà dell’intera popolazione provinciale.
Esempi della non condivisibile separazione del potere dalla responsabilità che invece in ogni ambiente e in ogni situazione devono far sempre capo allo stesso soggetto, sono:
- la decisione della Provincia di concentrare sulla Città Capoluogo tutti gli immigrati prima distribuiti (e anche in corso di positiva integrazione!) in tanti paesi delle valli, lasciando di fatto ricadere sulla città i problemi della conseguente insicurezza che ne può derivare;
- la decisione della Provincia di restituire a Roma i denari già ricevuti per pagare insegnanti trentini che insegnassero la lingua italiana agli immigrati;
- un bilancio provinciale chiuso con un avanzo ultra miliardario in presenza dell’indisponibilità della Provincia a integrare i trasferimenti necessari ai Comuni al pareggio dei loro bilanci, salvo poi provvedere a quei fabbisogni con una pioggia discrezionale di erogazioni dirette, a puro scopo elettorale;
- l’interferenza sulla gestione comunale degli asili nido: di fronte ad una riduzione delle rette comunali di Trento, l’offerta della provincia ai cittadini della copertura della quota residua;
- decisioni provinciali prese (o non prese) su ampie aree nel Comune Capoluogo, dismesse (ad esempio, aree ex militari) o sottratte all’agricoltura per creare spazi sportivi o per spettacoli, decisioni che il detto Comune apprende dalla stampa locale;
- la gestione provinciale del trasporto urbano, mentre sul Comune Capoluogo ricade l’insoddisfazione dell’utenza per la gestione e per gli ingorghi del traffico.
Un problema analogo – sia pure in direzione opposta – si pone a proposito del rapporto di autonomia Provincia-Stato Centrale, allorché la Provincia di Trento talvolta sembra semplicemente seguire le iniziative della consorella provincia di Bolzano, nella prospettiva di lasciare allo Stato la responsabilità di eventuali insuccessi, ma pronta a mettere (anche) il proprio cappello (cosiddetto Effetto Borsalino!) sugli eventuali risultati positivi dell’azione (soprattutto) altrui. Anche qui si tratta di una “responsabilità separata”: in questo caso separata dal “dovere” più che dal “potere”.
Il problema della riforma e del ribilanciamento della suddivisione dei ruoli e delle risorse finanziarie fra la Provincia e i Comuni è molto complesso ma la sua soluzione è strategica (letteralmente: indispensabile e insostituibile) ed è raggiungibile ove al problema siano attribuite priorità e centralità: questo è il vero problema!
Giungo a due conclusioni.
- Il Comune Città Capoluogo deve essere formalmente considerato Città Metropolitana e deve poter avere una più ed ampia e specifica attribuzione di compiti e dei relativi mezzi finanziari; deve sentirsi legittimato a proporre, realizzare e firmare progetti che (per fare un esempio attuale e concreto: la nuova Cabinovia Trento-Monte Bondone) nascono soprattutto come comunali ma hanno una prospettiva strategica di sviluppo intercomunale, provinciale, bi-provinciale, regionale ed euro regionale, quale è quello che può dare vita ad un nuovo eccezionale prodotto turistico ed economico, il Trentino Bike Safari e quindi al successivo Trentino Alto Adige Bike Safari, da collegarsi all’austriaco Tirol Bike Safari, esistente e funzionante da anni, realizzando in tal modo un prodotto turistico Euroregionale.
- Gli altri Comuni (con gradazione diversa all’interno della loro categoria fra i pochi Comuni maggiori e i tanti minori) anche grazie ai risultati dell’azione diretta della Città capoluogo, potranno contare sulla creazione di strutture tecniche provinciali strumentali al servizio delle loro iniziative.
All’obiezione che occorrerebbe un lungo percorso legislativo, rispondo che nulla vieta di realizzare sin d’ora quanto sopra con accordi diretti e interventi concreti. In ogni caso é comunque importante essersi posto il problema.
Riccardo Lucatti, Italiaviva Trento, 24 novembre 2025
TRENTINO-UCRAINA-TRENTINO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2025 @ 11:03 am
TRENTO-UCRAINA-TRENTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2025 @ 8:21 am
LA PRESIDENTE MELONI IN VAL DI NON E LA NOSTRA AUTONOMIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2025 @ 1:03 pmLa presidente Meloni – in visita a Segno (Val di Non) per l’inaugurazione della “prima funivia al mondo” per il trasporto delle mele, di fronte all’assenza anti-istituzionale del presidente della provincia, ha parlato di tutto tranne che della nostra Storia, della nostra Cultura e soprattutto della nostra Autonomia (le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso).
Nell’ “Opinione” a pag. 3 de ilT del 20 novembre, Roberto Stanchina, consigliere provinciale di opposizione, ha sottolineato le omissioni della premier e si è risentito che la stessa abbia avuto la necessità di “difenderci” affermando che “non siamo periferia”(con il che pare proprio che quello fosse il suo pensiero nascosto, n.d.r.)
Fermo il mio giudizio negativo sullo sgarbo istituzionale del presidente della provincia, voglio intrattenermi sul termine “periferia” in quanto esso può assumere due significati opposti.
In senso negativo, può individuare le periferie urbane degradate di certe metropoli.
In senso positivo è riferibile a due ambiti, “antenne” della realtà esterna.
Il primo ambito è rappresentato – ad esempio – dalle periferie di una SpA: le sue filiali, i suoi sportelli, i suoi punti vendita, entità alle quali va dato il massimo ascolto ed alle cui istanze va riservata la massima considerazione.
Nel secondo ambito troviamo i Comuni (Enti Originari) periferie positive del sistema del governo territoriale, Enti nei quali nascono, si affrontano e devono essere risolti i problemi dei cittadini e nei quali, pertanto, il potere va sempre riunito alla responsabilità. Nel caso del Trentino ciò deve avvenire all’interno della necessaria riforma del Rapporto di Autonomia fra il primo Ente Successivo (la Provincia) e ciascun Comune, ad iniziare dalla Città Capoluogo.
In questo significato positivo, il Trentino Alto Adige può ben sentirsi Regione di “periferia” anche in quanto di confine e quindi doppiamente attenta, sensibile ed operante sul piano europeo, di fronte all’antistorico limitato angolo visuale spazio-temporale di ogni centralismo autoreferenziale.
Riccardo Lucatti, ItaliaViva Trento
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MELONI, MELE, MELINA, PERIFERIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2025 @ 7:54 amMeloni, frutti di una pianta cucurbitacea; cognome;
mele, ad esempio quelle della Val di Non;
melina, piccola mela;
melina, fare la – , termine in ambito sportivo: trattenere la palla per non fare procedere il gioco;
periferia: v. qui nel testo.
La PcM Meloni in visita in un paese della Val di Non per l’inaugurazione di una funivia per il trasporto delle mele, ha fatto un po’ la melina, nel senso che di fronte all’assenza anti-istituzionale del Presidente della Provincia Autonoma, ha argomentato su tutto, trattenendo la palla (i ragionamenti) su tutto tranne che sulla nostra autonomia.
Qualcuno si è offeso pensando che la PcM ci stesse trattando da “periferia” mentre, continua “è Roma ad essere periferia dellEuropa, mentre il Trentino è da sempre un’avanguardia verso il percorso dell’integrazione europea”.
Le periferie, voglio intrattenermi su questo termine che può essere inteso in due modi diversi.
Ad esempio, in senso negativo: le periferie urbane degradate; in senso positivo: i sensori della realtà esterna, quella nella quale nascono, si devono affrontare e risolvere i problemi.
A me piace utilizzare il termine periferia in senso positivo, ad iniziare da due ambiti: le periferie di una SpA ovvero le sue filiali, i suoi sportelli, i suoi punti vendita, entità alle quali va dato il massimo ascolto e va riservata la massima considerazione; i Comuni, “periferie” positive del sistema del governo territoriale nel quale rappresentato l’Ente Originario: gli altri Enti (Provincia, Regione, etc,) non sono enti “superiori” bensì solo “successivi”.
Riccardo Lucatti, ItaliaViva Trento
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TRENTO: LA NUOVA CABINOVIA E LA NUOVA ETA’ DEI COMUNI – 3
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Novembre, 2025 @ 5:54 amLeggo che si discute molto su particolari pur importanti della progettata nuova cabinovia Trento-Monte Bondone, mentre non si riflette abbastanza sulla sua funzione strategica in quanto l’impianto non è realizzato “per lo sci sul Bondone”, bensì – fra l’altro – rappresenta una nuova risposta positiva ad una nuova situazione negativa: quella che colpisce la nostra economia a seguito della “guerra” dei dazi esteri.
Infatti, la cabinovia potrà sviluppare un’industria inattaccabile dai dazi, contribuendo fortemente alla destagionalizzazione del turismo attraverso l’avvio ad una “nuova offerta turistica di sistema” anche nelle due “stagioni belle”, cioè anche in Primavera ed in Autunno, (“Turismo Le Quattro Stagioni”) attirando una crescente categoria di nuovi turisti: i ciclo turisti ed i ciclo escursionisti, sempre più numerosi a seguito della forte diffusione delle biciclette a pedalata assistita. E creando un forte indotto.
Mi riferisco a quanto ha realizzato l’Austria che già da anni ha dato vita al Tirol Bike Safari (“safari” significa viaggio) coordinando una quindicina di funivie per l’offerta di un nuovo prodotto turistico: 750 km di ciclo discese in rete che attirano folle di utenti.
Orbene, Trento si trova già al centro di un importante crocevia ciclistico nord/sud ed est/ovest, crocevia che sarà vieppiù attrattivo quando sarà possibile guadagnare quota con la nuova cabinovia, il che rappresenterà un importante arricchimento dell’offerta per chi già percorre il “meridiano ciclistico” della Valle dell’Adige ed arricchirà il “parallelo ciclistico” che sale dai 129 m di Bassano del Grappa ai 490 m del “Colle Pergine” per poi scendere ai 194 m di Trento, risalire in cabinovia per quasi 1500 m sul Bondone e planare nella Valle dei Laghi e nell’Alto Garda Trentino. Inoltre, chi arriverà a Trento dalle altre direzioni, grazie al completamento della pista ciclabile Trento – “Colle Pergine” potrà pedalare verso est lungo la Valsugana.
Si tratta di cogliere le grandi opportunità che una simile pianificazione a sistema di medio/lungo termine procurerà a tutti i territori interessati e non solo a Trento, Città Capoluogo, la quale si sta facendo carico delle problematiche relative alla realizzazione di un’opera che attiverà un importante indotto in ogni altro settore economico e darà il via ad una nuova “Età dei Comuni” all’interno della riforma del rapporto di autonomia fra la Provincia Autonoma e i suoi Comuni.
Infatti, il progetto richiede il coordinamento fra Trento e i Comuni interessati e le rispettive APT coinvolte per la migliore reclamizzazione e vendita della nuova offerta turistica che – sull’esempio austriaco – rappresenterà il primo passo di un Trentino Bike Safari e quindi, a seguito di intese dirette fra le due città capoluogo, di un successivo, più ampio, Trentino Alto Adige Bike Safari.
Last but not least, per quanto concerne il comportamento ed il controllo delle biciclette in montagna, si leggano i Quaderni di Cicloturismo e Ciclo escursionismo editi dal CAI Centrale e reperibili in internet, secondo i quali la materia non va né ignorata né vietata, bensì regolamentata.
Riccardo Lucatti, Italia Viva Trento.
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TRENTINO: LA NUOVA ETA’ DEI COMUNI – 2
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Novembre, 2025 @ 8:02 am(continuazione dal post precedente)
Me ne sono occupato da anni, quando ero P-AD-DG-RUP per la realizzazione di un’importante opera pubblica locale.
La riforma: trasformare la “centralità finanziaria” (ad ogni livello) in una “economicità locale”.
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TRENTINO: LA NUOVA ETA’ DEI COMUNI – 1
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Novembre, 2025 @ 6:32 amOccorre dare centralità alla riforma del Rapporto di Autonomia fra la Provincia Autonoma e i Comuni : per usare terminologia aziendale, i Comuni devono passare da essere “società possedute dalla provincia” ad essere suoi azionisti.
Può sembrare un’esagerazione, ma un filosofo del diritto Hans Kelsen, affermava che per verificare la validità di un concetto occorre spingerlo alle sue estreme conseguenze, salvo poi ridimensionarlo.
E poi dicono che la filosofia non serve … !
(continua)
Riccardo Lucatti, ItaliaViva Trento
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