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MOLDOVA: LASCITO
DELLA GUERRA FREDDA?

botMercoledi 31 marzo 2010, alle 17.30, a Trento, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia dellEuropa Orientale organizza la��incontro-dibattito Moldova: lascito della Guerra fredda? Intervengono Floarea Virban e Davide Zaffi.

Le celebrazioni del 2009 per il ventennale della caduta del muro di Berlino sono ben vive nella memoria. Si sono ricordati, in modi talora suggestivi, i momenti che hanno segnato la fine dei regimi comunisti e della divisione in due blocchi della��Europa. Tuttavia la��ereditA� politica della��epoca comunista non A? stata superata del tutto nel nostro continente. Una situazione che riproduce in piccolo la Guerra fredda persiste in Moldova, lungo il fiume Dniestr/Prut: da una parte la Moldova vera e propria, tesa, specie dopo le elezioni del 2009 a cercare una��integrazione o almeno una relazione piA? stretta con la��Occidente, e dalla��altra parte la Transnistria secessionista, non riconosciuta da nessun stato, ma che sopravvive grazie alla presenza militare russa e al sostegno politico di Mosca. La Federazione Russa, peraltro, continua a non onorare la��impegno a ritirare le proprie truppe, assunto in modo formale al vertice della��OSCE di Istanbul nel 1999.

La��ex presidente Vladimir Voronin ha piA? volte sottolineato come le truppe russe stazionate in Transnistria violino la sovranitA� del suo paese e come la loro presenza costituisca una a�?occupazione illegalea�? del territorio della Moldova e una a�?seria violazione degli accordi internazionalia�?.

Attualmente, la situazione politica in Moldova si trova in una fase di stallo. Lo scorso settembre il comunista Voronin rassegnA? le dimissioni e come presidente facente funzioni venne sostituito da Mihai Ghimpu, leader del Partito liberale, come facente funzioni. La legge elettorale prevede che il presidente venga eletto con una maggioranza dei tre quinti dei parlamentari, e questo ha creato lo stallo. Le elezioni della scorsa estate hanno portato a un mutamento nella scena politica, ma il Partito comunista continua a mantenere 43 dei 101 parlamentari.

Negli ultimi giorni, la��opposizione ha avanzato la proposta di accettare un cambiamento della legge elettorale in cambio dello scioglimento della legislatura e di nuove elezioni. La maggioranza, invece, vorrebbe risolvere la questione con un referendum, poichA� i sondaggi di opinione indicano che dal voto parlamentare ne trarrebbero beneficio i comunisti piA? che la��attuale coalizione governativa di orientamento filo-occidentale, che ha dovuto attuare riforme economiche impopolari, condizione imposta dal Fondo monetario internazionale per la��erogazione di prestiti di cui il paese assolutamente necessitava.

Nonostante le gravi condizioni in cui versa il paese (il meno sviluppato di tutta la��Europa), lo scorso 24 marzo il primo ministro Vlad Filat ha impressionato favorevolmente Bruxelles, che ha deciso di sostenere il piano di riforme avanzato dal governo. Il commissario della��UE per la��allargamento Stefan Fule ha dichiarato che il governo di Chisinau A? un a�?partner affidalea�?, con una coerente strategia di riforme e ben definiti obiettivi da raggiungere. Questo successo sembra essere destinato ad aprire le porte al negoziato per la��accordo di libero commercio e per quello sulla��abolizione dei visti con la��UE.

Non tutti, comunque, a Chisinau, danno valutazioni positive dei rapporti che si stanno costruendo con Bruxelles. Decisamente insoddisfatto, e la��ha fatto sapere subito, A? il vice primo ministro e ministro della��economia Valeriu Lazar. Nel corso di una intervista pubblicata dal sito web hotnews.ro ha sostenuto che se al suo paese non viene offerta una chiara prospettiva di accesso alla��UE, la Moldova potrebbe scegliere di integrarsi maggiormente nella CSI, la ComunitA� degli stati indipendenti dominata dalla Russia. Lazar ha detto di non credere che verranno aboliti i visti per i suoi concittadini e ha aggiunto che sebbene la��UE sia a�?piA? vicina al cuore dei moldavia�? della CSI, al suo paese non piace restare per un tempo indefinito nella a�?sala da��attesaa�? di Bruxelles.

Le vicende di questa regione da��Europa, nel nostro paese conosciuta soprattutto per la forte presenza di a�?badantia�?, sono particolarmente complesse. Alcune settimane fa abbiamo pubblicato, nella nostra collana di Working papers un lavoro di Davide Zaffi, Between Statea��s Interest and Rescuing Mission: On the History of Moldovan-Russian Relations, che invita a qualche riflessione sulle premesse storiche di questa particolare situazione dei rapporti fra Moldova e Russia.

Di questo lavoro e della Moldova della��oggi ne discutono Floarea Virban e Davide Zaffi nella��incontro organizzato a Trento, mercoledA� 31 marzo alle 17,30 (Sala degli affreschi della Biblioteca comunale, Via Roma 55).

Fonte: Centro Studi sulla Storia dellEuropa Orientale

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