Da Maria Grazia Bertagnolli…consigli preziosi
pubblicato da: Mirna - 1 Marzo, 2020 @ 8:35 am
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Da Riccardo: ” Il diritto mite” di Zagrebelsky
pubblicato da: Mirna - 28 Febbraio, 2020 @ 8:11 am
Dal libro di Gustavo Zagrebelsky “Il diritto mite” (Einaudi, 1992) e …
seguenti. Fra i moltissimi spunti ne estraggo uno, quello dell’evoluzione a tre
stadi del rapporto fra legge e diritti.
1. L0’état, c’est moi, Lo Stato sono io è l’espressione comunemente attribuita
al re di Francia Luigi XIV, instauratore di una monarchia assoluta per diritto
divino. Da lui derivava anzi “discendeva” tutto: leggi, doveri, diritti.
2. Ma anche nelle monarchie costituzionali (Statuto Albertino) le leggi e
soprattutto i diritti erano “creati” dallo Stato, appena temperati
dall’esistenza dello Statuto.
3. Con la nostra Costituzione sono stati riconosciuti diritti fondamentali (alla
libertà di espressione, alla vita, al lavoro, alla salute, alla famiglia etc.) che
non sono creati da leggi ma che sono preesistenti.
Da qui in poi inizia la parte “…e seguenti”
Questi diritti possono essere divisi, per certi aspetti, in due categorie: diritti
civili (ad esempio, il diritto di voto, alla libertà personale e di espressione,
etc.) e diritti sociali (diritto al lavoro, alla salute).
In ogni caso, a fianco dei diritti vi sono i doveri: ad esempio il dovere di
lavorare per contribuire alla vita della società, il dovere di assistere anziani e
malati e così via, il dovere di votare.
Si tratta di diritti e doveri che riconosciamo come innati, parte di una morale
sopravvissuta ai tentativi anche recenti di ucciderla (fascismo, nazismo) ed in
parte purtroppo anche attuali (non soccorrere in mare gli immigrati!) e che per
i credenti si rifanno ai contenuti morali di una religione che nel nostro caso
non “è” morale, ma “ha” una morale: una morale che non è quella di non
commettere i peccati contenuti nell’ “elenco dei peccati veniali e mortali” di
una improbabile libretta, ma che si rifà alla strada segnata dal Vangelo delle
Beatitudini (cfr. ivi).
Ma restiamo sul piano non-religioso della politica-oggi (non utilizzo il termine
laico perché per me “laicità” non è l’opposto di religiosità, bensì significa
pluralismo e tolleranza reciproca, nel che consiste la morale dell’ateo).
Vi è chi afferma che il binomio destra-sinistra non esiste più; chi ne afferma
l’esistenza; chi crede nell’esistenza di una terza forza, il centro. Sta di fatto
che da destra si insiste molto sui doveri: ad esempio sul dovere di difendere i
sacri confini della patria da una sorta di secondo sbarco in Normandia ad
opera di una pericolosa flotta di gommoni semi sgonfi; da sinistra si insiste
sulla difesa dei diritti civili e sull’antifascismo; un po’ meno – purtroppo – su
quella dei diritti sociali (almeno così mi pare che sia accaduto negli ultimi
decenni). Dice … e il centro? Be’ se non altro non corre il rischio di essere
accusato di estremismo (una sorta di etichettatura reciproca delle due ali) e si
può dedicare alla difesa paritetica dei doveri e dei diritti, innanzi tutto
recuperando terreno nel campo dei diritti sociali: e il lavoro non si crea – come
è dimostrato numeri alla mano – dalla conversione delle paghette per tutti in
posti di lavoro, ma con investimenti produttivi, innanzi tutto pubblici. E se mi
sbaglio, mi corigerete.
LibrIncontri…virtuale Buona Apocalisse a tutti
pubblicato da: Mirna - 27 Febbraio, 2020 @ 8:02 am
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Carissima Mirna,
Sto leggendo un libro che mi soddisfa molto perchè mescola in modo piacevole surrealismo ed ironia.
“Buona apocalisse a tutti” di Terry Pratchett e Neil Gaiman.
I protagonisti sono un angelo e un diavolo. E’ venuto il momento dell’Armageddon e i due devono organizzare la battaglia finale. Ma non sono molto convinti, in fondo il mondo degli uomini è un posto interessante per entrambe, che si vedono più come funzionari di due ditte concorrenti che come avversari.Arriva anche un bambino che deve diventare l’Anticristo, ma nella clinica ostetrica gestita da suor Maria Loquace, satanista dell’ordine delle Chiacchierone di St.Beryl, succede qualche disguido.Eccetera. Si è capito il tono.
Senza voler insegnare niente a nessuno, mi permetto una osservazione sulle epidemie.
Esiste anche un punto di vista etico: come ti sentiresti se avessi contagiato qualcun altro? Come si sentirà chi, involontariamente, ti ha contagiato?
E’ impossibile evitare qualsiasi rapporto, però in questo momento la massima prudenza non è paura, ma un dovere morale. Forse.
Ciao Roberto Menestrina
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LA LETTRICE DI CECHOV di Giulia Corsalini
pubblicato da: Mirna - 19 Febbraio, 2020 @ 8:45 amCon uno stile essenziale leggermente soffuso di malinconia Giulia Corsalini ci racconta una bella storia proprio alla maniera di Cechov.
Una vita difficile quella di Nina quarant’anni , nata a Kiev dove ha studiato con passione letteratura russa , una vita di difficoltà economiche e affettive.
Il marito si ammala gravemente, l’unica figlia dovrebbe andare all’Università. Cosa fare? Come tante donne dell’Est decide di venire in Italia per fare la badante o i lavori domestici.
Si ritrova a Macerata e nel suo poco tempo libero frequenta la Biblioteca dell’Università. E qui conosce Giulio De Felice, il carismatico professore che dirige il Dipartimento di Slavistica. Lei è una profonda conoscitrice di Cechov e il Professore le offre una collaborazione nel suo Istituto.
Una svolta insperata, una felicità sotterranea per Nina anche perchè il rapporto con il cattedratico è intriso di confidenze intime e consonanze speciali.
Ma la figlia ancora giovane studentessa rimasta a Kiev si sente abbandonata e quando il padre muore senza che Nina abbia fatto in tempo a tornare incolpa la madre di insensibilità e poco amore.
Nella sua esistenza minima appaiono sempre scelte importanti, ma le decisioni prese vanno sempre a scapito dei propri desideri.
Una persona che sembra destinata a non essere felice ma silenziosamente appassionata.
Quando, per esempio, qualche anno dopo, sarà convocata da De Felice per un convegno proprio su Cechov , Nina darà ls precedenza a una conterranea che a Macerata cerca disperatamente il permesso di soggiorno per poter lavorare e aiutare la figlia in patria.
Storia intimistica, sottovoce, intrigante.
“Faceva molto freddo, ai lati della via c’erano cumuli di neve grigia: la lunga agonia della nostra città in inverno, il vento che batte forte foriero di neve, ai margini dei monumenti o lungo le strade eternamente crepuscolari…».
“Un libro di passaggi lievi, tra piccole conquiste, perdite, riappropriazioni e nuove perdite e nuovi minimi risarcimenti: continui passaggi da un grigio a un altro grigio, su cui, tra attese e speranzedi felicità assaporate chissà quando e chissà dove, si decidono i nostri destini.”
Giulia Corsalini vive a Recanati. Docente e autrici di saggi letterari ha pubblicato tra l’altro” Il silenzio poetico leopardiano” .
La lettrice di Cechov è’ il suo primo romanzo.
Ediz. Nottetempo
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FEBBRAIO
pubblicato da: Mirna - 11 Febbraio, 2020 @ 9:38 amC’é qualcosa di strano nell’aria di febbraio senza ripensare alla ventosa Urbino di Pascoli dove certamente c’erano più fiori e profumi.
Qui ci sono vibrazioni sotterranee e intimistiche.
Almeno io le sento. Mi basta vedere un ramo di ippocastano ricoperto di gemme o qualche sottile fiore di calicantus per capire che la vita corre e continua imperturbabile nonostante il grande pericolo che ci circonda.
Ed ora comprendo a fondo l’essere madre, la protettrice: il cuore è sempre al di fuori del nostro corpo perchè vive a fianco dei figli.
Che importa a noi , per ora del Coronavirus, qui a Trento?
Ma chi ha una figlia che viaggia ed è a contatto con tantissimi stranieri a loro volta viaggiatori come non può sentirsi in balìa del Caso, della Natura che non nè buona nè cattiva.
E’.
Non mi resta che scrivere.
Meglio che “non mi resta che piangere”
Allora metto i pensieri che mi turbano o che semplicemente arrivano come mulinelli di foglie nella mia mente non più sulla carta, ma su un PC.
Tempo di poesia che nasce da sensazioni tentennanti tra fragilità e forza.
“Voglio afferrare ogni momento /
come fossi un’onda dell’oceano/
per lasciarmi meravigliare /
da questo segreto che è la Vita.
Eppure Febbraio è tempo di Carnevale durante il quale risate di amicizia ci hanno allietato e riempito di consonanze consolatorie e brillanti.
La riduzione che Maria Teresa ha fatto de La Fantesca è strepitosa. E noi l’abbiamo recitata nel salotto accogliente di Cristina – Musa di un salotto delle meraviglie – ridendo felici e dimentichi per un po’ di problemi nostri e universali.
Febbraio non è solo questo: è un tempo ondivago che rimescola ricordi e progetti, non è ancora Aprile, il mese più crudele, come diceva Eliot, ma è un mese ambiguo. Può essere freddissimo come diceva mia nonna Bianca:
Febbraio, febbraietto,
sei corto e maledetto.
Ma può portare primule, forzizie e sole tiepido.
Febbraio come la vita di ognuno. Ombre e luci.
Tutto dentro di noi: siamo noi che accendiamo o spegnamo l’interruttore a seconda dei riflessi esterni.
Che vogliamo fare di questo nostro Febbraio, per giunta anche bisestile?
Subirlo, colpirlo o farselo complice? Forse la terza che ho scritto.
Febbraio siamo noi, febbraio questa sussultante fine inverno è dentro di noi e noi ormai sappiamo che prima o poi spunteranno fiori di pèsco, giunchiglie, margherite.
Non deve essere scontata questa meraviglia,ma deve essere guardata come fosse la prima volta ed apprezzata.
Andiamo e ritorniamo, ci siamo ma non per sempre, ma nel momento “che il tempo non ci trattiene…ma un giorno ritorna e quando ritorna è un tempo che avvera ….e il cuore ti ha gonfiato ( Antonio Delfini) sappiamo che val la pena VIVERE.
CAMBIO DI ROTTA, di Elizabeth Jane Howard
pubblicato da: Mirna - 5 Febbraio, 2020 @ 5:00 pm
(Londra, 1923 – Bungay, 2014). Figlia di un ricco mercante di legname e di una ballerina del balletto russo, ebbe un’infanzia infelice a causa della depressione della madre e delle molestie subite da parte del padre. Donna bellissima e inquieta, ha vissuto al centro della vita culturale londinese della seconda metà del Novecento e ha avuto una vita privata burrascosa, costellata di una schiera di amanti e mariti, fra i quali lo scrittore Kingsley Amis. Da sempre amata dal pubblico, solo di recente Howard ha ricevuto il plauso della critica. Scrittrice prolifica, è autrice di quindici romanzi. La «Saga dei Cazalet» è la sua opera di maggior successo, con otto milioni di copie vendute. Fazi Editore ha pubblicato il romanzo Il lungo sguardo nel 2014…
I suoi romanzi catturano il lettore e lo tengono avvinto fino alla fine. Si vuol conoscere non soltanto il plot, la trama,ma il percorso che ogni personaggio alla luce di nuovi eventi compiono.
CAMBIO DI ROTTA parla di una coppia di mezza età. Lui commediografo, lei delicata di cuore e per questo “ricattatrice” d’amore e di attenzioni .
Apparrtengono all’alta borghesia ebraica londinese e si muovono tra teatri importanti ( lui è commediografo) e luoghi lussuosi.
Il lettore ama “entrare”in questi ambienti privilegiati come non può non sentirsi partecipe di una vacanza su un’isola greca descritta in modo magistrale. Colori, sapori, profumi, atmosfera.
Bravissima Elizabeth Jane.
Il romanzo si snoda a quattro voci: il marito Emmanuel Joyce, sessantaduenne, ricco e famoso che tradisce la moglie. Soltanto avventure senza sentimento, dice. E dentro di sè sempre un’inquietudine e il ricordo tremendo di un’infanzia poverissima.
Sua moglie Lillian vive ancorata al dolore per la perdita della figlioletta avvenuta quindici anni prima e questo suo lutto che non vuole elaborare è la catena che le serve per farsi compatire e viziare dal marito .
Una coppia dunque non equilibrata e non felice.
Il terzo elemento è Jimmy segretario e factotum di Emmanuel. Lo aiuta nella ricerca del casting per le sue commedie, cerca di mediare i conflitti sotterranei della coppia. Un factotum, quasi un figlio.
E poi arriva Alberta – Sarah una giovanissima ragazza che dovrà aiutare Emmanuel. L’ha assunta la stessa Lillian sperando che questa volta non ci siano tresche sentimentali. Alberta è figlia di un vicario, è attaccatissima alla sua famiglia che deve aiutare economicamente. E’ onesta, retta, spontanea, senza sovrastrutture.
Sarà lei proprio con la sua innocenza a far smuovere i comportamenti ormai incalliti degli altri tre.
Perchè nella vita si può amche “cambiare rotta”, e migliorare.
Ed. Fazi editore
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RICORDI DEL FUTURO di Siri Hustvedt ,ed. Einaudi
pubblicato da: Mirna - 21 Gennaio, 2020 @ 7:59 amSembra un libro scritto per me che amo “passeggiare” tra passato, presente e futuro come se fosse un unicuum.
Tutte le riflessioni di questa talentuosa scrittrice sono già state introiettate nel mio pensiero in molte occasioni, soprattutto qundo sono in stretto contatto con me stessa. E questo succede sotto il sole, in fronte alla luna, tra verde e silenzio . E farfalle che immemori volano la loto eternità come se fosse lo stesso istante.
Una trama vera e propria non c’è in questo romanzo : qualcuno l’ha paragonato a Joyce e al suo Ritratto di Artista da giovane.
Perchè Siri Hustevedt ci riporta alla fine delgi anni Settanta quando dal Minnesota si trasferisce a New York per seguire la sua vocazione: scrivere.
Ci racconta questi suoi anni pieni di aspettative e avventure ormai sessantaduenne trascrivendo un suo piccolo diario ritrovato e ripensando al suo primo romanzo che voleva pubblicare.
Ed è proprio in questo intrecciarsi di diversi momenti della sua vita fatti di testimonianze scritte e di ricordi che non si è sicuri siano reali o farciti di immaginazione che la sua vita si dipana in un susseguirsi di domande, epifanie, certezze e incertezze, sicurezze e dubbi sull’esistenza terrena in generale. Ma la Quarta Dimensione teorizzata da Einstein, cioè il Tempo ci “inscatola” o ci fa librare come le farfalle atemporali?
La New York degli anni Settanta è vissuta da Siri e dalla sua carissima e più pragmatica amica Whitney come una mela da addentare. Se lo dicono guardando da una finestra in alto lo skyline della città.
Occasioni, avventure, nuove conoscenze.
Nel momento presente dello scrivere la ormai sessantenne scrittrice continua a giocare con il Tempo e si rivolge a noi lettori, che leggeremo i suoi ricordi in un momento per lei Futuro…
Scopriremo infine tutto sulla misteriosa vicina Lucy che sin dai primi mesi di insediamento nel minuscolo appartamento Siri ascoltava atterrita appoggiando lo stetoscopio del papà alla parete. “Son triste” ripeteva Lucy e tutto un altro mondo si delineava nelle sue parole. Strega? Pazza? Siri entrerà in contatto con lei e con i suoi amici strani e la verità verrà a galla.
C’è tanto in questa storia, forse too much, ma se la si centellina con gusto si possono trovare ricchi spunti di riflessione.
Una vena di maschilismo ancora potente anche fra i benestanti e gli intellettuali Wasp. La cocente delusione di quando il padre medico le dice, pur notando la sua predisposizione allo studio, che potrà diventare una brava
inferrmiera.
Il tentato stupro che lei non ha saputo fermare .
Finalmente la reazione allo snob intellettuale che pensava di sapere tutto lui e che lei riesce a sbalordire con la sua cultura e citazioni di Wittenstein. Però dopo sviene…
Insomma per le lettrici onnivere un libro ricco con storie nella storia, un po’ alla Antonia Byatt.
Bravissima, virtuosa , scrittrice dalla testa ai piedi quesdta Siri Hustvedt che nel 2012 ha vinto l’International
Gabarron Prize per il Pensiero e le Scienze Umane
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L’importanza dell’attimo
pubblicato da: Mirna - 8 Gennaio, 2020 @ 3:55 pmMi sono detta: bene, anche queste feste sono finite.
Ritorniamo alla tranquillità della solita vita che ho plasmato vivendola fin qui.
Rifletto più profondamente se un libro mi sollecita , allora mi aggancio a suggestioni catturate e penso e ricordo e assaporo.
Il Tempo Natalizio da me è sempre stato vissuto con il mio solito desiderio di rendere speciali i giorni, più ricchi, diversi.
E in questo trascinavo Piero, Stefania e prima la famiglia d’origine. Canzoni, poesie, dorature.
Questa volta mi sono sentita meno impegnata, bensì più calma e obiettiva. Sentivo scorrere su di me gli attimi lieti come fossi immersa nel placido fiume dell’esistenza, abbandonata e fiduciosa nel fluire.
Stavo bene e vedevo Dicembre come un unità indistinta di Mercatini, negozi addobbati, albero di natale scintillante nei pomeriggi bui e tazze di tè. Tutto piacevole ma senza sussulti.
Ma non è così, i sussulti ci sono sempre , è che vengono percepiti in quel modo sostanziale di chi ha capito – come diceva la Yourcenar – che non occorre sforzarsi o fremere o soffrire come quando si è molto giovani perchè la Vita in fondo continua imperturbabile nel suo progetto. Ed ogni attimo che ci regala è prezioso e dobbiamo rendercene conto in modo Zen.
RICORDI DEL FUTURO è il libro che ho appena iniziato a leggere e che mi catturerà , lo so, perchè l’autrice Siri Hustvedt parla del Tempo, un po’ alla Proust un po’ alla Einstein, cioè come quarta dimensione geometrica.
Ed io adoro tuffarmi nel Tempo , presente e passato, passato prossimo o futuro anteriore.
Come un sommozzatore scandaglio e trovo attimi di questo periodo non valorizzati appieno: la conscenza con Rosanna che ha vissuto a Vienna e adora la musica barocca. Le ho fatto incontrare Stefania: abbiamo bevuto un caffè nella città vestita a festa.
E poi la visita con Daria a Maria Grazia nella sua deliziosa mansarda con terrazzino sul tetto. Un albero di Natale – vero – profumato di resina e con doni per le nipotine fatti a mano da lei.
E tanti incontri nei bar con le amiche, per auguri, risate, conforti, regali.
Un delizioso concerto nella Chiesa di via Bellenzani. Con Sandra.
Il vin brulé bevuto con Stefania in piazza Fiera! Buonissimo, di Merlot.
Natale a Merano con l’amato cugino Alfredo e la sua grande famiglia. Fine anno con Enza e Terry al Gatto Gordo per un aperitivo precoce.
Epifania da Terry a mangiare , bere tanto prosecco e cantare e ballare…
E poi L’Accademia di Cristina, il salotto dei Lucatti : un mondo avvolgente.
Life is great diceva la mia amica irlandese Frankie che oggi compie gli anni. E che vive felice con il bel marito tedesco nella Mancha.
Life is great.
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LEGGERE RACHEL CUSK assolutamente
pubblicato da: Mirna - 7 Gennaio, 2020 @ 8:58 amNata nel 1967 questa scrittrice che vive in Inghilterra ha vinto numerosissimi premi.
Amata soprattutto dalle donne per l’introspezione profonda e delicata piace per le sue storie di quotidianità apparente in cui ci si può identificare.
In ARLINGTON PARK è in rilievo sicuramente il punto di vista delle donne.
Un gruppo di casalinghe della media borghesia alle prese con mariti e figli che “succhiano” la loro vita- . Per esempio Juliet, una ragazza brillante con prospettive di una bella carriera davanti a sè, ha rinunciato alle sue aspirazioni per seguire il marito e per questo si sente “assassinata” da lui.
Anche le altre si sentono frustrate e represse, prigioniere in una gabbia dorata, in una sistuazione scelta sicuramente da loro, ma ancora imposta dalla società. Essere mogli e madri ma ciò non è più l’dentità voluta.
In una giornata di pioggia battente, triste ,la storia di queste cinque casalinghe disperate si dipana in corse per cucinare, prelevare i figli, prepararsi per un invito serale . Nevrosi, precarietrà, mogli e madri per inerzia. Specchio della civiltà contemporanea?
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ASPETTANDO MONSIEUR BELLIVIER di Britta Rostlund
pubblicato da: Mirna - 27 Dicembre, 2019 @ 1:25 pmMolto interessante questa giornalista svedese che abita a Parigi .
Britta Rostlund si occupa di tutto quel che riguarda la capitale francese, e in questo suo romanzo d’esordio ci fa vivere l’atmosfera cosmopolita e frizzante della città.
Ma non solo.
Ci fa capire quanto delle nostre azioni sia insensato e quanto dentro ognuno di noi ci sia sempre l’attesa di qualche cosa che ci appaghi o almeno ci spieghi il mistero della vita.
En attendant Godot ci verrebbe da dire. In realtà la protagonista un po’ in crisi…aspetta Monsieur Bellivier senza però voler indagare troppo a fondo perchè lo fa.
Sì, un po’ per soldi – è divorziata con un figlioletto a carico – un po’ per noia -si sente sola – ma forse soprattutto perchè qualcuno le dice di fare qualcosa di preciso così lei non può pensare o decidere troppo.
La sua storia sappiamo già che si intreccerà con quela Monsieur Mancebo che gestice un piccolo negozio di alimentari da cui affiorano i profumi delle spezie della sua terra nordafricana.
Anche a lui verrà chiesto da una certa Madame Cat che abita di fronte di svolgere un lavoro particolare: spiare il marito.
Oltre al piccolo mistero di cui è impregnato questo godibile romanzo noI tutti ci chiederemo alla fine se siamo “alle dipendenze di qualcosa o di qualcuno”
“Aspettando Monsieur Bellivier” è un romanzo divertente e misterioso, un’avventura per il lettore che segue i passaggi e scopre le carte insieme ai protagonisti e che, attraverso un umorismo sottile e delicato, entra in un susseguirsi di eventi che si incastreranno perfettamente alla fine del romanzo risolvendosi come un giallo mescolato ad una commedia spassosa.
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