STONER di John Williams, Fazi editore

pubblicato da: Mirna - 1 Marzo, 2013 @ 7:18 am

Chi è Stoner? Quest’uomo che ha un nome che sembra di pietra (stone)? E’ un insegnante universitario che si è ancorato al baluardo dell’istituzione universitaria e che ha trovato il conforto alla sua vita difficile nello studio e più specificamente nella letteratura inglese.

William Stoner nasce in una  povera famiglia di contadini   -  su una terra arida, tra vacche magrre e  galline vecchie che fanno uova piccole – ma che riesce con grandi sacrifici ad  iscriversi  alla facoltà di Agraria dell’università di Columbia .

Presto però  scopre  la sua passione per la letteratura seguendo  un corso del professor Sloane.  E’ un sonetto di Shakespeare che apre uno squarcio nella sua mente e nella passiva accettazione del suo destino . La sua visione del mondo si apre finalmente.  Si trasferisce  immediatamente  alla Facoltà di Filosofia e Storia antica dove la cultura non solo nozionistica gli apre il pensiero  e gli fornisce  una dimensione completa e più  consapevole del proprio sè.

Potenza  della letteratuta che riesce a cambiare il mondo.

William Stoner è un eroico antieroe se mi si può passare l’ossimoro. Eroico perchè riesce a rimanere sempre se stesso nonostante i suoi due antagonisti; antieroe perchè  è un uomo qualunque chiuso in un mondo circoscritto dalle colonne del campus e dagli scaffali dei libri.

Chi sono i suoi antagonisti? Innanzitutto Hollis Lomax  direttore del dipartimento  che per tutta la sua vita lavorativa  lo terrà confinato in un ruolo accademico più modesto. Lomax lo odia per non aver appoggiato un suo protetto – storpio come lui -  e mai gli perdonerà questa offesa che sente rivolta a se stesso.

E l’altra antagonista che lo tiene relegato nell’infelicità è sua moglie Edith di cui  Stoner  si era  innamorato a trent’anni. Lo  avevano incantano il suo pallore e  quelllo sguardo indifferente e chiaro. Ma Edith è fredda, distante, frigida e lo detesta in quanto “colpevole” della sua stessa infelicità. Nasce Grace, in uno dei pochi amplessi iniziali, Grace, succube anch’essa di un rapporto senza calore .

Stoner rimane solido, ancorato allo studio, all’università che è la sua vera casa, anche  quando deve  rinunciare ad un ‘inaspettata  e appassionata storia d’amore con Katherine Driscoll, una sua allieva. Ha già 43 anni, il dolce e timido rapporto con sua figlia Grace gli è stato strappato con acrimonia dalla moglie Edith, ma per alcuni mesi Stoner vivrà con Katherine in un caldo mondo in penombra dove entrambi portano la parte migliore di se stessi e da dove il mondo esterno sembra  falso ed irreale

la loro felicità era tale che non avevano bisogno di parlarne, e neppure di pensarci. Nel piccolo appartamento di Katherine, nascosto come una  caverna sotto a quella vecchia casa, gli sembrava di muoversi fuori dal tempo, in un universo atemporale scoperto solo da loro.”

Inizia un declino precoce per  William Stoner che non supera mai il grado di ricercatore, ma la cui passione per l’insegnamento della letteratuta inglese  aleggerà, dopo la sua morte,  come una leggenda.

Nel 1956 Stoner muore. Il suo ultimo sguardo dal lettino posto sulla veranda coperta è per un gruppo di studenti  che attraversa il prato illuminato dal sole. “Camminavano leggeri sull’erba, quasi senza toccarla, senza lasciare tracce del loro passaggio“.

Parole che commuovono lo scrittore  Peter Cameron autore di una  postfazione  che elogia questo straordinario romanzo scritto in una prosa perfetta e accattivante e che riesce ad appassionare il lettore molto più che una storia di avventure ed azioni emozionanti.

La vita di Stoner che si conclude con lo sguardo sul campus e con la carezza al suo unico libro pubblicato ha una sua ragion d’essere. Una piccola parte di lui,sapeva, sarebbe rimasta per sempre impressa in quelle pagine.

Una morbidezza lo avvolse e un languore gli attravesò le membra. La coscienza della sua identità lo colse con una forza improvvisa, e ne avvertì la presenza. Era se stesso, e sapeva cosa era stato.”

 

 

 

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Angolo…Controvento tra libri, caffè e rose

pubblicato da: Mirna - 25 Febbraio, 2013 @ 8:28 am

 

 Ci ritroviamo finalmente al bar-libreria di via Galilei per parlare di libri. Il nostro angolo …Controvento è rinnovato.

Inizio io come blogger e coordinatrice cercando  di focalizzare i punti importanti delle mie ultime letture, quegli spunti  che ci permettono di discutere  e confrontarci.  Divertente ne  Uno chalet tutto per me la convivenza delle tre donne e la loro estrema cerimoniosa gentilezza che le fa vivere dei veri e propri combats de generosité.

Ne so qualcosa avendo provato in qualche occasione talmente tanta sollecitudine da parte di formali amiche  che alla fine non  riuscivo mai a fare  veramente quello che volevo , ma quello   che …loro credevano io volessi fare!!!

Vi è mai capitato?

Mirella, a new entry, ama letture storiche e avventurose. Ci ha illustrato I bastioni del coraggio di Franco Forti, ma soprattutto è appassionata di storie ambientate nel Settecento. Abbiamo cercato di incuriosirla con un po’ di letteratura femminile, credo sia rimasta intrigata da L’inconfondibile leggerezza della torta al limone che Betty ci aveva messo sul tavolino.

Mara ha appena terminato La neve dell’ammiraglio, romanzo un po’ “conradiano” nella sua  ricerca, attraverso il perdersi, del senso della vita. Fa parte della trilogia del messicano  Alvaro Mutis, insieme con Ilona arriva con la pioggia  e Un bel morir.

Maria Teresa sta iniziando a rileggere Il tempo è un dio breve di Marapia Veladiano scoprendo in esso moltissime altre  sollecitazioni alla riflessione. Ci legge alcuni brani di grande profondità e delicatezza!

Laura , mentre attraverso  il suo Pc portatile ,controlla  blog e  titoli alleggerisce la “serietà del gruppo” proponendoci il libro di Pierre Dukan    e  il suo  metodo francese che ha rivoluzionato il concetto di dimagrimento. Ci spiega:

 : “La Dieta Dukanè un libro che non è indirizzato solo a chi vuole perdere peso, ma anche a chi desidera conoscere alcuni principi sul comportamento alimentare ed è incuriosito dai suggerimenti, talvolta inediti, di cui il libro è ricco.

In particolare. il capitolo dedicato all’impiego del freddo nel controllo del peso, descrive come poter dimagrire lavandosi …

Ebbene, se si resta sotto l’acqua a 25 gradi di temperatura per 2 minuti, “si costringe l’organismo a spendere circa 100 calorie semplicemente per opporsi al raffreddamento corporeo: è l’equivalente calorico di una camminata di 3 chilometri”

Chi l’avrebbe mai detto o pensato!”

Trovo che sia molto interessante. Lo voglio anch’io!

“Non si è mai troppo magri!”  diceva  Wally Simpson. O era Coco Chanel?

Enza sta leggendo questi romanzi in vista del suo imminente viaggio in Messico:

  • Carlos Fuentes “La morte di Artemio Cruz”;
  • Rauda Jamis “Frida Kahlo” e poi
  • Andrea Camilleri “Il diavolo certamente”
  • Alicia Giménez-Bartlett “Gli onori di casa”

“Poche QUOTE AZZURRE ! “esclama Mara. C’è solo un uomo: Riccardo che  ci presenta  però  un prezioso  libretto del 1912 “Codice cavalleresco italiano” del Commendatore J.Gelli.  Tutte le regole da seguire per  un duello ben condotto!

E poi ci parla di Antonio Dipierro e “Il giorno che durò vent’anni!.

Tra i miei appunti trovo altri titoli, ma nella foga di parlare, ascoltare, scherzare non ricordo più chi li ha citati, ( provvedete  voi partecipanti ad  ampliare e suggerire ) … anche perchè, dulcis in fundo, è arrivato Alì con le sue rose multicolori.

Si lascia ritrarre sorridente e soddisfatto ed anche se , per questa volta non abbiamo comprato le sue rose, lui si sente felice della nostra attenzione e del nostro calore. 

 

 

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UNO CHALET TUTTO PER ME di Elizabeth von Arnim

pubblicato da: Mirna - 22 Febbraio, 2013 @ 7:58 am

Un romanzo ti porta in un’altra realtà, in un altro mondo lontano dal nostro quotidiano intrecciato alle vicende politiche, sociali e religiose di portata storica come la rinuncia del Papa.

Un buon racconto  aiuta a distaccarci per un po’ dal  coinvolgimento emotivo che possiamo provare per gli eventi esterni  o per gli accadimenti privati. Un bel libro ti allontana  e ti  sospende per un attimo dalla vita reale  per poi farti ritornare più ricco e pronto  a capire ciò che succede intorno e dentro di noi.

E questo romanzo di Elizabeth von Arnim ( edizioni Bollati Boringhieri) è un rifugio delizioso per risistemare pensieri e sensazioni.

Cosa c’è di meglio che rintanarsi  in uno chalet sul pendio di una montagna incantata per cercare di dimenticare sofferenze e ritrovare il gusto della vita?

Elizabeth nell’estate del 1919, dunque alla fine della guerra , ritorna  nel suo chalet svizzero per superare un periodo di grande depressione dovuta alla fine di un amore, alla perdita di tanti cari amici, al tentativo di scacciare dalla mente le brutture della guerra. In questo chalet  un tempo era stata felice, circondata da amici, per cui ora vorrebbe ritrovare quel filo di sorrisi e gioia perduti.

E’ accudita dagli Antoine, una coppia discreta ed efficiente, ma Elizabeth nei suoi primi giorni si sente preda di uno sconforto cosmico e trascorre le sue giornate sul prato davanti  la casa ammirando e “naufragando”   nel panorama mozzafiato.

 Scrive un diario che la aiuta a districare i suoi sentimenti e i suoi ricordi. La Natura la conforta, ma in modo diverso e  più completo di prima, quando era felice. Ora è più matura, meno superficiale e apprezza con  meraviglia e riconoscenza la Bellezza del Creato.

E poi un giorno, proprio mentre la solitudine comincia a i quietare  l’animo della giovane Elizabeth,  ecco  apparire due signore vestite di nero: due  educatissime  sorelle inglesi, vedove entrambe, che sono in cerca di frescura.  Elizabeth le ospita non solo per la notte, ma per due mesi.

E che meraviglia il loro rapporto dapprima molto reticente soprattutto da parte della più vecchia delle due signore, Mrs. Barnes che cerca di proteggere Dolly  la sorella più giovane dalla cattiveria del mondo … (Dolly vedova due volte di mariti tedeschi!!!)

E qui leggiamo considerazioni sulle confidenze, sulla riservatezza e sullo svelarsi invece come prova di più profonda amicizia. Sono d’accordo con l’io narrante:

Il fatto è che io non credo nello starsene sulle proprie. La vita è troppo breve per sprecarla facendo amicizia al rallentatore.”

Ma ci sono dei segreti da difendere per cui il non abbandonarsi all’amicizia è una strenua difesa .

Divertente la lettura di libri storici da parte di Mrs Barnes  per impedire a Dolly ed Elizabeth di confidarsi, spassose le gare d’altruismo, veri combats de génerosité.

Questo chalet diventa il teatro di tre vite che stanno per cambiare in meglio grazie all’amicizia che finalmente si instaura tra le tre donne  e all’arrivo dello zio decano di Elizabeth…

Libro da gustare in tutte le sue sfaccettature di riflessioni importanti e di avvenimenti interessanti.

Imparentata con la Mansfield , Elizabeth von Arnim (1866-1941) fu una protagonista letteraria dell’epoca che
l’Italia sta riscoprendo.
Ottenne dal marito il permesso di pubblicare la sua opera di esordio, a patto che rimanesse anonima: diventò subito un grande successo.
Tra i suoi amanti ci sono lo scrittore H.G. Wells, il filosofo Bertrand Russell, e Reeves, l’editore della rivista “Granta”, più giovane di lei di 26 anni.

Tra i suoi  numerosi romanzi “Un incantevole aprile”, “La storia di Christine” (v.archivio mio blog)

 

 

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PER PARLAR DI LIBRI… all’angolo …Controvento

pubblicato da: Mirna - 18 Febbraio, 2013 @ 4:30 pm

Conosciamo tutti il piacere che la lettura ci regala: evasione, consolazione, identificazione, ma  altrettanto bello è parlarne per  condividere le emozioni , le riflessioni, le critiche.

Tutti i miei amici sono lettori per cui  l’argomento “ultimo libro letto” emerge in ogni conversazione, anche in quelle per telefono!

Gli incontri che abbiamo fatto all’Angolo-Papiro sono stati sempre vivaci ed interessanti. Per questo dobbiamo riprenderli.

 Lo spazio c’è ancora in via Galilei, cambia solo il nome: ora si chiama

  bar -libreria Controvento.

 Elisabetta e Massimiliano sono i  nuovi gestori. Amicizia di lunga data la loro,  formatasi sui banchi della Facoltà di lettere ed ora uniscono la loro passione e il loro entusiasmo per la lettura e  per l’arte in genere declinandoli  con il piacere del cibo e delle bevande .

Sono pieni di idee . Hanno creato più spazio per gli avventori, ma i libri sono sempre presenti. Prediligono per lo più   – in “controcorrente”  – piccoli editori indipendenti, quasi di nicchia ma saranno naturalmente  pronti a ordinare il bestseller di turno.  Avranno in vetrina  un angolo ciascuno per  proporre spunti di lettura.  Betty, come me,  ama molto la casa editrice La Tartaruga e   la Minimum fax che ha pubblicato il delizioso romanzo “L’inconfondibile tristezza della torta al limone” (v. mio archivio).   E   progetta già di dedicare  un’attenzione particolare anche ai bambini. I futuri lettori accaniti!

Massimiliano adora Murakami, Philip Roth, Franzen, ha letto recentemente I racconti di  Raymond Carven, gli piace la letteratura moderna e surreale.

E poi interessante  è lo spazio che sarà riservato a piccole esposizioni di fotografie e  di quadri. Insomma un luogo di coordinate culturali e di golosità per colazioni, lunch e merende.

Per noi è sempre disponibile un angolo per il gruppo-lettura  che si chiamerà …Controvento.

Vogliamo incontrarci mercoledì prossimo 20 febbraio , sempre alle ore 17,30?

Ne abbiamo di letture da confrontare.

Anticipo già un altro luogo per parlare di libri, ma questo sarà possibile  quando arriverà la bella stagione. Ricordate il mio post sulla fioreria Detassis,  Un luogo gioioso? Ebbene i giovani ed entusiasti fioristi ci metteranno a disposizione  il loro spazio esterno che sarà corredato di ombrellone, tavolino, sedie, e naturalmente di fiori.

E che dite? Potremo iniziare leggendo brani dei nostri romanzi preferiti  che parlano di fiori, giardini …

 

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COMINCIA A FAR MALE di James Lasdun , Fazi editore

pubblicato da: Mirna - 17 Febbraio, 2013 @ 8:11 am

Pur non prediligendo i racconti sono stata da subito intrigata da questi di James Lasdun perchè mi hanno fatto entrare con curiosità  nel pensiero, nelle speranze e nei timori  degli  uomini attraverso mille sfaccettature.  Le varie storie  con finali spesso aperti appaiono come tessere di uno stesso mosaico che si ricompone toccando tutti i temi dell ‘esistenza: dall’amore al matrimonio,  dai sogni infranti al compiacimento di sè,  dalla malattia alla guarigione, per toccare anche la morte.

I personaggi  molti dei quali uomini dai capelli rossi ( che James Lasdun sia rosso?)  ci vengono descritti in alcuni momenti della loro vita.

Conosciamo Joseph in  “Un uomo ansioso” il cui umore  e senso della realtà sono  collegati  all’andamento del mercato..

Molto attuale dunque entrare in questo vortice di aridità  e insicurezza  e  dimenticare ciò che è veramente importante.

Una storia borghese” mette a confronto due vecchi amici del tempo dell’università che si rivedono dopo vent’anni. L’io narrante, realizzato come avvocato e  come padre di famiglia, è  avvolto da una comoda e apparentemente serena sicurezza borghese. Il suo amico Dimitri invece aveva abbandonato gli studi per dedicarsi al marxismo e alla questione operaia.  A che cosa conduce questo incontro di  due vite così agli antipodi? Dimitri è povero, fa l’operaio, continua a interessarsi di politica e del proletariato. I due uomini bevono insieme molte birre, ma senza nessuna amicizia. E’ piuttosto uno scontrarsi per capire chi è meglio dell’altro. Chi è il vincitore.

Dimitri vive in una stanza squallida mentre l’amico ha la sua villetta circondata da alberi e fiori. Dimitri lo accusa di essere come le formiche-otre, quelle che si riempiono di melata gonfiandosi  come pallonicini  per poi  rimanere immobilizzate.  ” …ho ripensato alle formiche di cui mi aveva parlato Dimitri, alle “otri”, e per un istante mi sono visto tutto gonfio e dilatato che pendevo a testa in giù dal soffitto del salotto in attesa di essere munto. ” Un’immagine che gli resterà in mente per parecchio tempo.

E poi ne “L’incommensurabile gesto vitale“  si racconta della fragilità umana  di fronte alla malattia e al rimescolamento delle emozioni.

Ed ancora racconti più o meno brevi sull’amore. In tre paginette si parla di un amore clandestino che finisce quando lei capisce di essersi innamorata ed abbandona lui  perchè, gli dice, “Comincia a far male”

Gli accadimenti occasionali come un viaggio o eventi banali nella vita di coppia o incontri  fra un uomo e una donna diventano momenti topici per riflettere sui propri desideri dimenticati, sulle proprie paure e sulla consapevolezza di ciò che si è diventati.

 

James Lasdun, classe 1958, è  nato a Londra e vive negli Stati Uniti, a Woodstock.

 

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ONE BILLION RISING, ieri anche a Trento

pubblicato da: Mirna - 15 Febbraio, 2013 @ 8:44 am

Ballare, alzare la mano, impegnarsi con azioni concrete per ribellarsi alla violenza sulle donne e bambine.

Ieri, giorno di san Valentino si è voluto portare un miliardo di persone nel mondo  a manifestare contro un miliardo di persone umiliate, violentate, ferite ed uccise solo perchè donne e bambine.

Ribellarsi nel giorno-simbolo dell’amore, funestato ancora una volta da un altro omicidio di grande risalto perchè perpetrato da un forse falso super-eroe , proprio nel sud Africa dove ogni 8 ore una donna viene uccisa.

“V-DAY come Valentino, Violenza, Vittoria significa esprimere il desiderio di restituire alla parola amore il suo autentico significato.”

“Una su tre donne ha subito violenze in quanto donna, da piccola o da adulta. Una di noi: due se siamo in sei, tre se siamo in nove, circa 30.500 a Trento. “

Ricopio questi dati, queste riflessioni importanti, questa denuncia –  che non possiamo più trascurare -  dal volantino distribuito ieri in Piazza Duomo e via Bellenzani dalle varie associazioni che hanno aderito ed organizzato la manifestazione che contemporaneamente aveva luogo in tutti i continenti: dall’India all’Australia, da Kabul (senza balli purtroppo) agli Stati Uniti ecc.

Siamo state guidate dalla Società Italiana delle Letterate di Trento con la responsabile  Giovanna Covi ,  al Comitato pari opportunità Università di Trento e tantissimi  altri gruppi , a ballare per spezzare le catene ( sulla musica  di “Break the chain”) ad alzare la mano per solidarietà, ad impegnarci con azioni concrete per dire BASTA!

Fu Eve Ensler, 14 anni fa, a rompere il silenzio su questo crimine contro l’umanità, fondando V-DAY per trasformare la vergogna in forza, il dolore in potere, mettere al centro dell’attenzione la violenza contro le donne e il suo rapporto con il razzismo, il colonialismo, l’abuso del territorio. Esprimendosi con il corpo, alzando la mano e ballando si occupa uno spazio, seguendo il ritmo della musica si uniscono energie per esprimere la presa di coscienza, la volontà di riscatto e la capacità di autodeterminazione delle donne sottomesse. “  

www.onebillionrising.org

E’ stato bello ieri vedere tante donne e qualche uomo riunirsi in una manifestazione corale per esprimere “solidarietà con le vittime, esigere un mondo sicuro per le bambine e le donne, pretendere che le istituzioni di governo mettano subito a disposizione il numero necessario di centri di accoglienza e rifugio per le donne maltrattate e i loro figli, imporre la pianificazione immediata di misure sociali e culturali atte a prevenire la violenza maschilista..”

E’ bello sperare in una presa di coscienza soprattutto tra i giovani, sperare  che essi  riescano a sottrarsi alla passiva  accettazione della realtà presentaci dai mass media in modo superficiale .

Ieri deliziose giovani trentine hanno ballato con intensità Break the chain, “Alza le braccia al cielo …Alzati, balla, ribellati…spezza la catena”

Anche noi, un po’ meno giovani, ma con il desiderio infinito di un mondo migliore, con la speranza che noi donne non siamo  più le prede di molti predatori , abbiamo accennato passi di danza, affinchè la musica, il ballo, l’energia positiva giungano in tutti i cuori e in tutti i pensieri.

Non smettiamo mai di combattere e partecipare perchè l’unione fa la forza.

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LA LUCE SUGLI OCEANI di M.L.Stedman, ed. Garzanti

pubblicato da: Mirna - 11 Febbraio, 2013 @ 7:49 am

Un’amica mi presta questo  libro e mi dice che è stupendo. Diffido sempre dei romanzoni che vendono migliaia e forse milioni  di copie, temo che non siano per me. Leggo  che  alla Fiera  del libro di Francoforte del 2011 tantissimi editori di altrettanti paesi se lo accaparrano. Viene anzi citato come il libro più importante della fiera.

Se tanti lettori, ma sono sicura lettrici, lo hanno letto ci sarà sicuramente qualcosa di avvincente.

E certamente c’è: innanzitutto …la maternità!!! Il desiderio di un figlio tragicamente non esaudito che spinge  ad averlo a qualsiasi costo soprattutto se questo…arriva dall’oceano.

E poi c’è la colpa da espiare con il  castigo.

Ma andiamo con ordine.

L’affascinante Tom, un uomo forte che ha vissuto la crudeltà della guerra e che vuole dimenticarsene, decide di diventare guardiano del faro di un isoletta a sud ovest dell’Australia.  Precisamente a Janus di fronte a Point Partageuse . Il desiderio di solitudine e il  contatto con la natura riusciranno  a lenire i suoi ricordi di un’infanzia senza madre e  delle brutture della guerra.

Ma sulla terra ferma conosce Isabel una giovane ragazza piena di vita, di speranze e di amore. Nonostante la prospettiva di vivere su quell’isoletta semideserta Isabel vuole sposare quell’uomo solido, integro, forte. Tom finalmente si abbandona a quel dolce sentimento.

Su quell’isola che si trova tra  l’ oceani indiano  e quello  australe la vita è semplice , piena di amore, ma incompleta. Tutto si risolverebbe con l’arrivo di un bambino. Ma Isabel ha tre aborti e il suo fortissimo senso di maternità viene frustrato e ciò  la rende amara e  infelice.

Ma ecco che un giorno….e qui ci si immerge nel classico e avvincente feuilleton… approda una barca con  a bordo un uomo morto e una bambina di pochi mesi.

Il nostro integerrimo guardiano del faro vuole naturalmente avvisare le autorità, ma Isabel profondamente ferita dalle sue mancate maternità vede nella piccola un segno del destino. Le è stata mandata come dono prorpio dopo aver appena abortito la sua terza creaturina,  e la vuole tenere con sè. Nessuno  lo saprà mai. Sarà la figlia che ha appena perso da pochi mesi. Tom per amore della moglie, dopo una tremenda lotta interiore tra ciò che è giusto e non, la accontenta.

Lucy, la loro Luce,  cresce amatissima per alcuni anni su quest’isoletta piena di profumi marini  e vegetazione subtropicale.

Ma il senso di colpa di Tom non lo fa più vivere serenamente, tanto più che ha saputo che la vera madre della bimba, Hanna, è quasi impazzita dal dolore e si aggira per  Point Partegeuse con la folle speranza di ritrovare la figlioletta scomparsa un giorno con il padre.

Un sonaglino di argento, trovato accanto alla piccola sulla barca,  le arriverà insieme a messaggi che le dicono che la figlia è viva.

Trama avvincente dunque. Senza rivelare troppo ad un certo punto la bambina che ormai ha 5 anni  verrà riportata alla vera madre biologica.  La bimba è ‘ però infelicisssima. La sua “vera” madre per lei è Isabel.

E’ giusto che la bimba ritorni da Hanna o sarebbe meglio per lei rimanere con Isabel e Tom?

Questo è il  quesito  che ha avvinto moltissime lettrici insieme a quel desiderio ancestrale e istintivo di maternità. Ma proprio tutte noi donne lo viviamo così intensamente? E’ il nostro destino biologico quello di procreare? Eh sì,  Madre Natura ha dato a noi il compito della sopravvivenza della specie…!

Insomma tante riflessioni che se pur non profondamente introspettive intrigano e fanno leggere questo romanzo con  incalzante curiosità.

M.L. Stedman è nata e cresciuta in Australia Occidentale e ora vive a Londra.
La luce sugli oceani (Garzanti 2012) è il suo primo romanzo

 

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INTERMEZZO DI CARNEVALE…ovvero il travestimento

pubblicato da: Mirna - 7 Febbraio, 2013 @ 11:13 am

Mi piace sempre riflettere sul nostro desiderio di travestirci, di mascherarci o disvelarci e il periodo di Carnevale ci  permette di farlo in modo meno costruito che durante  le  nostre “finzioni” quotidiane; la nostra “maschera pirandelliana” è  in questa occasione destrutturata e ricreata in  modo più  spontaneo, sincero, istintivo.

Noi Penelopi non vediamo l’ora che Cristina ci offra la possibilità di giocare, travestirci, liberare emozioni, risate, canzoni. Nel suo salotto, sede di interessanti serate “accademiche” (v. nel post di Riccardo la descrizione dell’ultimo incontro con concerto per pianoforte e chitarra  e recite della Fraternal Compagnia, www.trentoblog.it/riccardolucatti), arriva a Carnevale questa magica serata.

Da anni Cristina ha   creato un guardaroba ricchissimo di costumi,  parrucche  e collane che ci vengono messe a disposizione per travestirci, interpretare scenette, danzare ed essere, per una serata,  altre da noi e spensierate.

Al piano di sopra le sua stanze diventano  Sala costumi, Sala cappelli e  parrucche, Sala trucco e noi, come cinguettanti allodole, saliamo e scendiamo le scale per cambiarci, rinnovarci, far meravigliare tutte le altre del nostro mutar di pelle e chissa… di pensieri…

Nei salotti al piano terra invece tutto è pronto per lo show.   Una scaletta organizzata dall’abile regia della padrona di casa ci farà recitare, danzare e cantare.

Che serata quella di ieri sera! Sapete che le Penelopi è un gruppo di sole donne (invece l’Accademia è anche per gli uomini). Trovo che proprio nell’occasione del Carnevale sia divertentssimo trovarci  soltanto  fra “ragazze” più o meno giovani. Siamo meno condizionate.

Ieri sera è arrivato un nutritissimo gruppo di giovani e nuove Penelopine: si sentivano le loro scintillanti e gaie risate , i loro passi affrettati per trovare gli abiti più belli e diventare così Rossella O’Hara, la damina del Settecento, la luna, il sole, la regina della notte, le ballerine di tabarin, le fate, i galeotti, Zorro, un arcivescovo, un diavoletto, una carta da gioco…

E poi ridiamo di noi, dei nostri uomini con i loro pregi e difetti e ci sentiamo libere e gaie,  leggere, leggere.

Anna, che compie 90 anni,  canta  con lo smoking argentato canzoni degli anni 20, Giovanna e Letizia fanno una divertentissima parodia della canzone di Arbore “Grazie dei fiori bis” , dove il bis è proprio la biscia…. Sono strepitose.

Cristina spogliatasi dall’abito bianco,rosso e verde della Giovane Italia si lancia in uno spogliarello hawaiano conturbante!

Risate, foto, allegria alle stelle.

E per finire noi, le Twin Sisters, Maria Teresa ed io ormai collaudate soubrettes anni Trenta con

“Ma le gambe, ma le gambe“… le nostre… avvolte in calze di rete nera e mostrate a volontà… e

La maestra di mandolino” che insegna a suonare con grazia  solfeggiando  così:

” Mi mi  / mi mi / mi  fa..

mi fa sol / mi fa si /  mi fa la /

mi la do/ mi la  do /  si la do /

si mi mi/  mi la fa / sol sol fa

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AUGUST di Christa Wolf

pubblicato da: Mirna - 2 Febbraio, 2013 @ 6:09 pm

Ogni tanto occorrerebbe  rileggere Christa Wolf partendo proprio da questo suo ultimo racconto scritto nel luglio 2011 e dedicato al marito Gerhard.

Racconto che si prefigura  rapidamente nelle ultime pagine di quel capolavoro che è  “Trama d’infanzia” ( “…’affresco di un’epoca mostruosa, quella del Terzo Reich, in cui quotidianità della gente comune e orrore hanno convissuto. Una storia emblematica di quella generazione di tedeschi cresciuti negli anni Trenta, prima appassionata sostenitrice del nazismo e poi spettatrice del suo crollo.)

August è un un autista ultrasessantenne che sta portando un gruppo di turisti da Praga a Berlino, città in cui abita da solo. Il viaggio diventa compagno di un suo viaggio interiore tra presente e passato, una rievocazione catartica che gli consente di comprendere l’importanza di un lontano e duraturo  legame nato durante la sua infanzia tristissima.

August ha otto anni  ed è orfano quando alla fine della guerra dalla Prussia viene portato nel Maclemburgo in un castello-ospedale che ospita i malati di tubercolosi. E’ un luogo freddo, soprannominato “Rocca dei tarli”, luogo dove insetti invisibili rodono i polmoni . Si cerca di sopravvivere , ma spesso si muore. Si è tutti legati da questa esperienza dolorosa di solitudine e sofferenza, ma anche da un  profondo desiderio  di legami forti da conservare come lasciapassare per continuare a vivere.

E in questo sanatorio di fortuna August incontra Lilo, una giovane generosa infermiera che sorride e incoraggia i bambini, recita e canta per loro prima di dormire versi e canzoni. Racconta fiabe regalando frammenti di tenerezza e amore materno ormai perduto nell’orrore della guerra.

“August non ne aveva mai abbastanza. Mendicava così a lungo che lei finiva col recitargli ancora una volta la sua poesia preferita e lui poteva sentire di nuovo quel brivido all’ultimo verso. “ In seinem Armen das Kind war tot” (nelle sue braccia il bambino era morto.) ” (Il re degli Elfi di Goethe)

In poche pagine Christa Wolf ci narra la vita di un uomo  mite che ha attraversato gli anni del dopoguerra facendo una vita semplice , sposando una donna , ormai scomparsa, che gli ha tenuto compagnia insieme con il  ricordo vivido di Lilo testimone e mentore di un momento di passaggio, quando dalla possibilità di morire rosicchiato dai “tarli” si rinasce “guariti” e pronti per un “mutamento di prospettiva”.  Lilo rimanenedo sempre nel cuore e nei pensieri di August… è  stata la sua guida.

Edizioni e0 2012

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IL SENSO DELL’AMORE

pubblicato da: Mirna - 29 Gennaio, 2013 @ 9:59 am
Ho appena finito di leggere questo bellissimo romanzo di una nota femminista statunitense e , guarda caso, venerdì scorso  sono stata invitata dal gruppo di SNOQ (Se non ora quando) per un breve intervista insieme a Maria Teresa. Il tutto organizzato dalle giovane Irene e Claudia e dall’attrice Lunetta Savino che in questi giorni recita a Trento. Brevi riflessioni sulla nostra vita, sulla politica, sulle nostre scelte e desideri auspicabili per il futuro. E sempre il confronto con l’altra metà del cielo, il primo o il secondo sesso?
Sappiamo che il cammino delle donne è stato arduo per  ottenere una parvenza di parità sia nel mondo del lavoro che in quello della famiglia. Purtroppo ancora esiste un diverso giudizio sulla libertà maschile e su quella femminile.
Ma a questo proposito devo entrare nel romanzo che vi consiglio di leggere perchè si parla di una donna che ha voluto essere libera, sempre, nella sua vita di scrittrice, nelle sue rivendicazioni personali e che non si è assoggettata alle aspettative della società. Libertà sessuale, forza, capacità di vivere da sola, e poi…si vedrà,  totale abnegazione per curare il marito amatissimo.
Per sua scelta, perchè è questo il suo imperativo.
Alix Kates Shulman ha 72 anni nel 2004 quando suo marito Scott, 75 anni, cade dal soppalco della loro casetta per le vacanze nel Maine. “Arriva sempre il momento in cui il proprio universo si capovolge” esordisce la scrittrice.  Scott subisce una lesione cerebrale traumatica e d’ora innanzi tutto sarà diverso.
Questo racconto autobiografico è la storia di un matrimonio, di una coppia che si è ritrovata dopo 34 anni dal loro primo incontro. Nel 1954, giovanissimi, si innamorano, ma poi si perdono. Entrambi si  sposano, hanno figli, divorziano .
Quando si rivedono capiscono che sono fatti l’uno per l’altro. Scott è bello, affidabile, un gentiluomo forte ed è affascinato e  per nulla minacciato dal femminismo militante di Alix. Li uniscono  tante passioni in comune: l’arte, il gusto della vita, il rispetto per la libertà dell’altro , l’intesa sessuale naturalmente.
La lesioni al cervello portano alla diagnosi di demenza: afasia, apraxia,amnesia, agnosia. Incapacità di comprendere il linguaggio o di trovare le parole giuste da usare nella comunicazione, memoria a breve termine annullata quasi completamente.
La vita di Alexis cambia, non riesce ad avere più il tempo per scrivere, per partecipare alle riunioni femministe, Alexis vuole far tornare Scott come prima. Quando si accorge che non riuscirà del tutto, vuole che Scott sia felice, perchè lo ama , perchè è il suo uomo.
Si sacrifica per amore perchè è lei che vuole così. Si sente appagata quando vede Scott che fa qualche progresso, che sorride , che torna ad essere per un po’ quel “dinosauro passionale” come lo definiva lei, dinosauro non perchè sessualmente aggressivo, ma perchè gentiluomo com’era sembrava considerare il sesso un’imposizione irriverente nei confronti di una donna.
E’ dunque l’uomo giusto per Alexis, come lei, bella, vitale  e affascinante e sincera, lo è per lui.
Due anni di ostacoli per giungere a un compromesso: vita ancora accettabile qualitativamente per Scott, un po’ di libertà per scrivere per Alexis, grazie a una  persona giusta che per mezza giornata può accudire il malato.
Tenace ottimismo - considerato da alcuni amici  autoinganno, da altri un dono –  è il segreto per far continuare a far sentire Scott ed Alexis fortunati nello stare insieme. Scott non ricorda la sua caduta e  della sua memoria è in panne dice che è  un normale effetto dell’età; lei decide di scrivere questa loro ultima avventura e la scrittura con la sua potenza salvifica la aiuta a superare giorno dopo giorno gli ostacoli e gli imprevisti.
Nietzche scriveva di  amor fati, amore  per il destino , vale a dire “ama il tuo destino“: non suggeriva di amarne soltano le parti piacevoli. Abbracciare la vita senza riserve significava per lui accettarne i limiti inevitabili evitando di nascondersi, indipendentemente da ciò che ha in serbo il destino. “Amor fati è non solo sopportare il destino, e tanto meno dissumulare (…) ma amarlo.”

Kate Alix Shulman
Nata a Cleveland nel 1932, Alix Kates Shulman è autrice di quattro romanzi, tre
volumi di memorie, numerosi libri per bambini e alcune raccolte di saggi su temi
a carattere femminista. Ha insegnato alla New York University e a Yale,
attualmente vive tra New York e il Maine. Presso Einaudi ha pubblicato
Memorie di una reginetta di provincia (2008) e Il senso dell’amore.
Storia di un matrimonio
(2012). (ediz. Einaudi)

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