CRONACHE DI…BORZONASCA 3
pubblicato da: Mirna - 1 Agosto, 2013 @ 8:31 pmCRONACHE DI …BORZONASCA  3
Non sono passata attraverso un armadio come nelle cronache di Narnia per giungere qui, ma vi sono giunta per una storia personale come ognuno di noi ha . L’incontro con mio marito, pianista sull’oceano – e va a pensare che il suo natio villaggio fosse proprio Borzonasca!- – la amorevole accoglienza della sua famiglia di “bosco e di rivieraâ€, gli inviti annuali estivi dai quali non si sfuggiva perché la vecchia nonna voleva godersi l’ultima nipotina, Stefania, e perché la zia Liliana, bionda e luminosa rifletteva più la riviera di bouganville che i boschi vicini, ( lei risplendeva di allegria e di mare e anche un po’ di Costa Azzurra) – non lasciava margine a nessun’altra alternativa.
E quale poi? Affollate spiagge? Hotel ? Qui tutto scorreva in modo particolare e diverso, talvolta noioso, ma cementato nei ricordi del passato, nelle abitudini ripetitive, nella sensazione sempre di una “bolla†a sé stante, il Villetto, stradina che sembra uscita da un’operetta, sentieri sulla collina, scappate a Chiavari o Portofino per “vivere†come diceva la gioventù del loco..
Ecco perché quando la vecchia casa rudere dei bisnonni ha avuto l’incentivo del comune mio marito ha pensato di “nidificare†per noi, qui, nel paesello.
Impensabile dunque non venire qui d’estate dove tutto è intriso di solida famiglia borzonaschina e dove ogni tanto giungono lontani cugini, persino Maria Grazia Neonato, medico a Parigi, o Flavia che abita in Valtellina ed è zia acquisita di Deborah Compagnoni.E poi ci sono le opere scultoree di Nicola Neonato in giro per la vallata.
Borzonasca droga?
E Stefania che stasera suonerà a Vienna…non vede l’ora di tornare domani a ritemprarsi nella frescura (a volte troppa perché io mi sento in questi giorni un gran male alle ossa!!!) di questo borgo particolare. Borgo che per me è “la villeggiatura†d’altri tempi dove il tempo scorre e si perde fra passeggiate, visite di amiche con le quali parlare nelle notti calde di Caronte sulla mia terrazza sotto le stelle e qualche timida lucciola. Dove leggo i libri che mi giungono a raffica da Renata, da Grazia….e persino da Gary al quale risponderò da un pc che funzioni.
Accadimenti per me diversi abituata come sono a trascorrere dieci mesi in un appartamento nella bella Trento, città che mi offre ben altri diversivi.
Or ora in cucina da dove sto scrivendo – sto qui perché posso vedere la scaletta che sale all’angolo Rousseau e sentire il rosmarino e la salvia dei vicini – è entrata una bellissima farfalla colorata a riposarsi sulla parete bianca. Mimilla la guarda, ma non è interessata quanto lo è per le lucertole che io riesco quasi sempre a salvare.
Oggi c’è meno vento…deo gratias così i “milioni “ di prugne non cadono sulla scaletta, sulla mia testa, in bocca alle lumache o tra le zampette di Mimilla che prova a giocarci a pallone.
Costretta moralmente ieri a fare tre vasetti di marmellata. Non amo farla. Mio marito Piero era bravissimo e lo faceva con amore da ligure per cui tutto doveva essere usato e non sprecato…e così fa – meno male –  Stefania quando c’è.
… sembra che io faccia poco…ma a me piace passeggiare, leggere e parlare di libri, e poi amo ricevere. Verranno anche Miki, Emiliano e Valeria…quindi rassetto e cucino.
Delle passeggiate vi ho sempre parlato, ma non posso esimermi dal raccontare dell’ultima fatta insieme con Grazia al Taglio
. Sentierino delizioso pieno di piselli odorosi, origano, noccioli, bossi, fiorellini azzurri, fasce di erbe alla Cezanne… passeggiamo, Grazia ed io, parlando sicuramente di libri…quando attraverso la mia gonna a due strati sento sulla coscia un bastoncino…sollevo il primo lembo e vediamo una cavalletta ben attaccata alla sottogonna. Urlo di entrambe.
La cavalletta non vuole assolutamente lasciarmi. Attimo di panico allora lesta mi sfilo la gonna, la butto in terra e …rimango in mutande…bianche di cotone svizzero, marca Calida! L’insetto a quel punto si rassegna e si sposta tra l’erba. Meno male che il Taglio non è molto frequentato.
Forse a Narnia ci sono animali diversi, ma come vedete, anche qui non si scherza.
Se riuscite a leggere perché non mi scrivete qualcosa di voi? Sarebbe una gioia per una blogger che ama condividere sia letture di libri che letture della nostra vita sapere qualcosa degli altri. Narnia o no.
E questo vale anche per Paola alla quale non riesco a rispondere su Facebook
Un abbraccio a tutti.
L’AMORE GRAFFIA IL MONDO di Ugo Riccarelli, ed. Mondadori
pubblicato da: Mirna - 22 Luglio, 2013 @ 8:27 pmL’AMORE GRAFFIA IL MONDO di Ugo Riccarelli, ed. Mondadori
Ho finito ieri sera di leggere questo romanzo struggente, forte, che sentivo aderire a tanti miei sentimenti. Come sempre dopo una lettura intensa rimango a meditare e prima di uscire dal suo fascino rimango molto tempo ad assaporare i suoi pensieri fatti parole. L’amore che per molti salva il mondo,  per altrettanti lo graffia. Perché per non essere capaci di resistere all’amore ci si ferisce talvolta a morte. Così come fa la stupenda protagonista di questo romanzo.
E si sa che chi scrive può dire di inventare quanto vuole ma parla sempre un po’ di sé. E così è stato per Ugo Riccarelli.
Oggi sul quotidiano leggo che Ugo Riccarelli è morto ieri, mentre una lettrice sconosciuta , io, …e forse tante altre chiudevano l’ultima pagina del suo libro che parla di trapianti di polmoni. Aveva solo 58 anni e aveva subito il trapianto di cuore e polmoni.
Il cuore che viene graffiato dalle difficoltà della vita che da subito Signorina, la protagonista prova su di sé. E’ stata chiamata così dal padre capostazione che vedeva nella nuova locomotiva 640, soprannominata appunto da tutti i ferrovieri Signorina, eleganza, bellezza e la forza del suo lucido acciaio.
Siamo nei difficili anni del fascismo e poi quelli della guerra e la famiglia numerosa di Delmo, il capostazione, ricorda per certi versi quella dei Malavoglia dove onore, povertà e sacrifici obbligatori sono la struttura della loro vita. E Signorina pur piena di fantasia, voglia di fare, creatività ,come viene notato dalla sua maestra, è costretta a lasciare la scuola per aiutare la famiglia a sbarcare il lunario. Lei ha un dono innato: quello di creare tagliando e cucendo ogni sorta di indumento, ma deve sminuire questa sua capacità accontentandosi di rammendare e rivoltare cappotti.. . Sì, talvolta mi ricorda la verghiana Sant’Agata che per cancellare il disonore della Lia, in questo caso dell’Ada, deve sacrificarsi per tutti. E così il desiderio di amore deve aspettare. Ma arriverà infine, dopo la morte di Delmo, il severo capofamiglia..
Ma anche nella vita di coppia ci sono difficoltà , Beppe il marito non riesce a guadagnare come spera, e il sogno di Signorina di aprire un atelier per creare gli abiti che “sente†dentro di sé, sarà accantonato.
E poi nasce Ivo, il loro adorato bambino che lei pensa di aver trascurato durante la gravidanza tutta tesa a rimediare agli affari del marito e a progettare il suo lavoro. Ivo che nasce con i polmoni malati e che deve annaspare, graffiare l’aria per poter respirare un po’.
E Signorina che è forte e determinata come la locomotiva 640  deciderà ciò che è meglio per gli altri, per quelli che ama. Il suo sogno di diventare modista va e viene per pochi momenti, ma a lei rimane come a una Moira l’arte di tagliare, modellare, imbastire, cucire, ricamare, rammendare la vita di Ivo e di Beppe.
E quando finalmente a Ivo adolescente in Inghilterra verranno trapiantati nuovi polmoni che gli permetteranno di respirare agevolmente , Signorina non potrà fare a meno di confrontare il suo lavoro di sarta che cuce e modella con il chirurgo che taglia,trapunta, ricuce .
A questo punto Signorina si accorgerà che il suo grande sogno – ciò che lei era – è stato “dilaniatoâ€, spezzato, graffiato dall’amore per gli altri. Una rinuncia a se stessa come avviene in tante donne.
Da leggere assolutamente per quel senso di ineluttabile nostalgia per ciò che non c’è più e per ciò che poteva essere, per quell’amore che per Riccarelli fa rima con dolore.
E per un omaggio a questo scrittore scomparso ieri, vincitore di uno Strega nel 2004 con “Il dolore perfettoâ€Â e autore di tanti altri romanzi.
Anche†L’amore graffia il mondo†è  finalista del Premio Campiello.
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CRONACHE DI BORZONASCA
pubblicato da: Mirna - 19 Luglio, 2013 @ 7:58 pmSuccede che io non sia collegata a Internet, che la Tv non funzioni, che l’orologino da polso si sia spaccato e che il cellulare sia collassato. Insomma mi ritrovo a Borzonasca tagliata fuori dalla costa…ah, sì anche la Uno ha problemi al carburatore e poi si sa io non guido volentieri.
O si può dire “tagliata dentro� Perchè’ mi ritrovo in una bolla sospesa di tempo e di spazio che non mi dispiace, che mi fa vivere rilassata e languida e che mi fa sentire un po’ diversa..Le ore sono scandite dalla campana della chiesa, qualche sms o e-mail riesce, per merito di Grazia, ad oltrepassare l’involucro protettivo di questa dimensione quasi onirica che avvolge la mia casa, ma soprattutto il mio giardinetto alto.
Grazie al sole caldo e alla perenne brezza che fa dondolar la palma, le rose, il glicine e le ortensie azzurre mi sono accorta… di essere dentro un quadro del Doganiere Rousseau, l’immaginifico pittore naif deriso da Picasso e compagni.
Evadeva, questo solitario pittore, nelle lussureggianti giungle dei suoi desideri primitivi e fantasiosi, e che importa se il disegno è piatto e goffo, i colori sono vividi e gli ambienti rappresentati sono un’accorata nostalgia di un eden perduto e della nostra primigenia esistenza tra verde e animali. Trovo su Repubblica la foto del suo “Sognoâ€: tutto è ritratto con infantile precisione e una sorta di magia allucinatoria.
Ma le foglie di palma che si intrecciano con quelle del nespolo le vedo sopra di me ! ed accanto c’è l’arancio pieno di frutti colorati e gli spadoni dove Mimilla emerge come un leone o come una dea nera, e fiori colorati, e se non c’è il canapè c’è una sedia a sdraio dove io o Stefania ci allunghiamo a leggere e pensare…vestite però!
Un angolo di paradiso dunque in pochi metri quadrati e in questo paesino dell’entroterra ligure, ma sono io che me lo “dipingo†come faceva Rousseau in una brama di bellezza, di armonia , di evasione?
Certo è che le ore trascorse seduta sotto la palma a leggere seppur distratta da farfalle arancioni, da cicale, tortore e da Mimilla che appare e disappare, sono preziose.
Ma c’è sempre un rovescio della medaglia…ieri sera salgo verso il tramonto per innaffiare e che vedo? Due ragazzi arrampicati sul mio nespolo a “depredarne†i frutti…! Ecco perché ne vedevo così pochi quest’anno. Nicchiano dicono che è la prima volta che li raccolgono, me ne “donano†una manciata…elogiano la loro dolcezza.
E noi che dovevamo fare il Nespolino! Li invito a non entrare più nel giardino per non turbare con i loro odori la mia Mimilla…ma ormai il mio nespolo è quasi nudo di frutti!
Mi chiedo, si deve condividere il Paradiso con altri? Forse se invitati…
Parlavo con Grazia stamattina in un piccolo parco accanto alla chiesuola antica e al fiume che intanto fresco gorgheggiava.
Di bellezza, di armonia, di perfezione della natura e del perché una serpeggiante malinconia mini sempre quella felicità che crediamo di possedere. Forse bisogna lasciarsi andare al Sogno come nel quadro di Rousseau, senza razionalizzare, senza pensare troppo, ma abbandonarsi e trascendere la realtà , affidarsi alla melodia della vita cosmica che fluisce senza badare a noi.
Entriamo più spesso nella nostra ricca ed esotica giungla immaginaria!
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GEOLOGIA DI UN PADRE di Valerio Magrelli, ed. Einaudi
pubblicato da: Mirna - 16 Luglio, 2013 @ 12:13 pmE’ strano come per un po’ di tempo io sbagliassi il titolo di questo libro: ero convinta fosse “geografia di un padre†pensando a titoli analoghi come geografia dell’anima, sicura com’ero che l’analisi del rapporto padre-figlio si svolgesse per estensione di confini, strade aperte come in una sorta di mappa del cuore. Mi accorgo invece dopo la lettura delle prime decine di pagine dell’esatto titolo “geologiaâ€. E
c’è differenza: qui si va scavando in profondità estrema nella terra e nelle pietre, nelle ossa e nella “paleontologia†di un rapporto viscerale..
Lavoro fortissimo, sofferto, di una bellezza tragica da leggere con emozione, epifanie condivise e quelle sensazioni struggenti che tutti noi “figli†abbiamo provato.
Valerio Magrelli, classe 1957, ha raccolto per anni appunti sulla figura del padre… – e ce lo immaginiamo attento, ammirato e timoroso osservatore di un padre enigmatico, un “iroso anti-eroeâ€- e dopo la sua morte quei foglietti cominciano a “strepitareâ€.
“Sapevo†scrive “ che ogni voce era una gola che domandava cibo. Sapevo che ogni richiamo era come un filo, il bandolo canoro di un’infinita matassa di storie.â€
Diviso in 83 capitoletti (il numero degli anni vissuti dal padre) questa biografia autobiografica ci regala immagini vividissime di episodi e
stati d’animo di un padre dal quale certamente l’autore ha assorbito il suo modo d’essere, la sua spietata onestà nei confronti della vita e della morte, un fondo di tragicità classica tipica forse di noi eredi della classicità greca. Non è un caso che la copertina illustri Polifemo che divora un greco, ma si potrebbe “leggere†come un padre che divora il figlio.
“Mia madre, me stessa†leggevamo noi ragazze tempo fa ritrovando nel filo parentale la stessa visione del mondo pur in una eventuale identica disuguaglianza.
Magrelli ci dice “mio padre, me stessoâ€. Si sente indelebilmente scolpito dal padre , si sente la “carta moschicida del suo ricordo.â€
Pur raccontandoci la sua famiglia d’origine come “priva di collante†e che in certe meste vacanze dell’infanzia lo fanno sentire smarrito
ciò che emerge sempre è la figura del padre posseduto o dall’ira o dalla noia, una persona mercuriale, metamorfica ma che gli dona momenti di raro e commovente affetto.
Un padre che nei rapporti con il mondo si comporta da maschio-alfa rispondendo con grinta ad ogni “aggressione†soprattutto per un senso di giustizia.
O che mostra un’ira funesta contro una confezione di biscotti che non si apre (come lo capisco!) tanto da calpestarla, sbriciolarla e annientarla con cieco furore. Sentimento che si travasa nel figlio quando con la stessa rabbia cieca “ucciderà †la stampante che per
l’ennesima volta non ha funzionato.
Scrittura colta, forte, immaginifica, quasi mitologica e che diventa pura poesia tragica nel ricordo degli ultimi giorni di vita del padre. Il figlio vuole “divorare†i suoi ultimi istanti, respirando il suo respiro, introiettando ogni suo gesto. Momenti di straordinaria illuminazione e drammaticità quando gli taglia la maglia per via dell’altissima febbre e gli sembra di far emergere da un baccello l’immagine della vecchiaia e dell’ineluttabile allontanamento. E durante il decorso degenerativo del Parkinson l’autore riesce finalmente a penetrare nella corazza difensiva che il padre aveva eretto per proteggersi, finalmente lo può conoscere a fondo e diventare lui padre di suo padre.
Ed ecco il desiderio di rievocarlo, di farlo rivivere…
â€Perché? Forse perché mi manca. E’ come se soffrissi per la mia morte…Io l’ho perso, nella stessa maniera in cui lui ha perso me. E’ come se avessi perso, per un lutto riflesso, una parte di me.â€
Un accorato omaggio al genitore, un bisogno di amore, di radici solide, di identità o meglio ancora una necessità di sentirsi esistere.
Romanzo bellissimo, finalista al Premio Campiello.
ALL’OMBRA DEI FIORI DI JACARANDA di Rosalba Perrotta, ed. Salani
pubblicato da: Mirna - 12 Luglio, 2013 @ 5:30 pm
Leggere un romanzo con il sorriso sulle labbra è un piacere che auguro a tutti.
Certamente Rosalba Perrotta ha un delizioso senso dell’umorismo perché la storia di Arabella - in parte autobiografica, io credo - benché affronti temi esistenziali importanti, rimane sempre su un tono lieve e colorato.
Come un fiore di jacaranda. Non è un caso che ad un certo punto Caterina, la severa governante che dirige la casa dove Arabella vive, da
“triste cipresso “ sempre un po’ depressa con i libri di Carolina Invenizio appresso si trasformi grazie all’amore in una gioiosa jacaranda .
Soltanto per un po’ perché le vicende si ingarbuglieranno. Certo è che il suo personaggio è uno dei più esilaranti del racconto accanto al nonno che teme che i comunisti presto friggeranno tutta la nobiltà siciliana..
Rosalba Perrotta è veramente abile nel presentarci un excursus storico sociale degli ultimi settant’anni entrando anche nella vita spicciola delle persone ricordandoci piccole usanze, parole, films, canzoni dimenticati.
Penso di essere coetanea o quasi dell’autrice percio’ ho ritrovato con sorpresa oggetti, mode, desideri comuni.
L’Italia grazie alla radio, al cinema e poi alla televisione si era veramente unificata nel desiderio di andare avanti, imparare, cambiare.
Come dimenticare il fungo cinese che negli anni Cinquanta troneggiava sulla madia nella mia cucina? Orribile ammasso gelatinoso immerso in un’acqua che poi si doveva bere perché benefica al massimo!
O l’esposizione del corredo delle future spose, da Catania… a Carpi dove ricordo avevo ammirato con occhi esterrefatti dozzine di lenzuola ricamate, asciugamani di Fiandra, tovaglie per dodici, tovagliette per il tè…pronti per il matrimonio di Brunella ed io immaginavo la mia amica , sedicenne come me, con il grembiulino in cucina a preparare il pranzo, mentre io sognavo ancora di diventare scrittrice come Jo
March e di andare a New York. Mia nonna Bianca invece mi spingeva a cercare il “morosoâ€, anzi un certo corteggiatore che avevo – bruttino, con un gran naso e che balbettava un po ’- le piaceva molto. E subito si affrettò a comprarmi un paio di lenzuola bianche in
pelle d’uovo, conservate per molto tempo in solitudine in un baule in soffitta.
Diciamo dunque che il lei motiv di questo romanzo di formazione è una considerazione sul matrimonio, tappa obbligata per ogni donna fino a qualche decennio fa.
Arabella che conosciamo bambina nella casa nobiliare di Catania che guarda il mare e l’Etna è orfana ed è ospitata dalla zia Colomba, vedova e ricchissima che viaggia, si diverte e ricerca soltanto la joie de vivre. E può permetterselo sia per la ricchezza materiale sia per il suo carattere libero, sereno, gioioso. Ciò dà luogo a maldicenze tra le signore catanesi; divertente apprendere i modi di dire siciliani.
Arabella desidera affetto e pensa a se stessa con compatimento, si sente sola e brutta. E infatti’ rimasta zoppa dopo l’incidente dove ha perso entrambi i genitori.
Ma gli anni passano e la zia nella sua “disattenzione attenta†le fa frequentare un moderno e trasgressivo collegio svizzero dove può maturare gli ideali di libertà , giustizia sociale, l’amore per la cultura e la passione per l’Inghilterra.
Insieme ad Arabella andiamo nella swinging London , viviamo la moda del momento.
Ci soffermiamo sul grande dilemma: matrimonio come unico scopo della vita o realizzazione individuale? O entrambe?
E l’amore che importanza ha nella vita di una persona?
Che deciderà Arabella ormai laureata e diventata assistente all’Università ? Desidera l’amore come tutti, ma che cosa avrà in serbo per lei il destino?
Con uno stile accattivante la scrittrice, che ha insegnato Sociologia alla Facoltà di Scienze Politiche di Catania, ci conduce attraverso la nostra recente storia regalandoci una leggerezza particolare nell’approccio alla vita.
Libertà , ironia e disincanto non necessariamente ad uso dei ricchi (come i protagonisti della storia) ma di tutti quanti non si fanno imprigionare dai pregiudizi, dai luoghi comuni dall’aridità di una vita senza sogni.
E se non si ha una jacaranda lilla in giardino… la possiamo far nascere in noi con la fantasia e certamente con la lettura!
CRONACHE ESTIVE
pubblicato da: Mirna - 8 Luglio, 2013 @ 8:47 pmCRONACHE ESTIVE
Non so per voi, ma per me l’estate è sempre “un mondo a parte†dalla mia solita vita di pensionata cittadina, dedita alla lettura, al blog, alle Pr dentro e fuori casa, alle capatine nei negozi, al cinema e a tutte le piacevolezze di vivere in una città come Trento.
Da metà giugno alla fine d’agosto rientro nel mondo dell’entroterra ligure dove “boschi e riviere†si incontrano in modo ravvicinato e dove la vita di un fresco paese di mille anime ti modifica le abitudini e un po’ anche i pensieri.
Mi sento “resettataâ€: le sinapsi rinfrescate, le ansie sdrammatizzate, sto ritrovando la lentezza di un tempo quotidiano che sembra maggiore. Il televisore non funziona ancora, la posta elettronica neppure, riesco almeno a scrivere su una chiavetta e poi spedire qualche post al nostro Blog grazie al Pc di Stefania e Grazia . Se gli amici mi leggono possono comunicare attraverso il Blog.
Ma i LIBRI non mancano mai. Anzi me ne arrivano alcuni da recensire come “All’ombra dei fiori di Jacaranda†di Rosalba Perrotta. Mi sembra avvincente, ho iniziato alcune pagine e non vedo l’ora di continuare. C’è una bambina che vive in una bellissima villa in Sicilia presso l’allegra e libera zia Colomba…credo mi piacerà e presto scriverò il post.
Dove leggo? Dipende dal sole, dal caldo, dalle ore. Già descrissi l’anno scorso il mio giardino a fasce, molto piccole,: la prima è una terrazza pavimentata che si apre dalla cucina. Ci sono tavolino, ombrellone, sedie , il gelsomino e le surfinie. La seconda ha un grande albero di cachi, il casotto degli attrezzi, glicine, rose, ma è scomodo da fermarcisi, il terreno pende verso la staccionata azzurra. Questa piace molto a Mimilla che vi trova lucertole e affini…La terza, quella più in alto è il mio angolino per la lettura intensa ah… mi sono accorta che le campane non ripetono più due volte l’ora! Opera del sindaco o del parroco o dei borzonaschini?.
La mia pasticceria Macera è sempre più attiva. I suoi mitici biscotti, le “ruette†vanno a ruba, ogni domenica turisti vi si fermano ed escono con enormi vassoi di leccornie. Anche il gelato è buonissimo e quest’anno ci sono anche i nuovi gusti al pinolo e alla caramella Mou. Quasi tutte le mattine Grazia ed io vi beviamo il caffè e parliamo delle nostre letture.
Mi chiedo: ma che cosa farò – oltre a leggere e parlare con Grazia – per due mesi a Borzonasca? Qualche volta scendo al mare, faccio un giretto per Chiavari. Poi ci sono le passeggiate nei dintorni, e poi?
Stefania è partita per Spoleto per un ennesimo concerto, dopodichè dovrà tornare ancora un po’ a Stoccarda. Ed io e Mimilla?
Assaporiamo il tempo come fosse un gelato dal sapore rinnovato. Ogni estate mi sento diversa, scopro particolari importanti su cui la mia attenzione si sofferma: il colore delle nespole, le arance selvatiche che danno un po’ di succo, i fiori secchi della camelia che non riesco mai a vedere sbocciare, poc’anzi, dopo un temporale, ho notato due lumachine, mamma e figlioletta risalire il muro.
Non sono neppure le 18, è tornato il sole dopo la tempesta ed odo veramente “augelli far festaâ€.
Il tempo sembra raddoppiare.
LA PRINCIPESSA DI GHIACCIO di Camlla Laeckberg
pubblicato da: Mirna - 4 Luglio, 2013 @ 10:29 amLA PRINCIPESSA DI GHIACCIO di Camilla Lackberg
Estate. Tempo di letture particolari: leggere, impegnative, a tema. So che Daria che sta navigando lungo le coste della Puglia legge Conrad! Che meraviglia!
Io nel mio giardinetto montaliano (di cui vi parlero’ nel prossimo post)( e peccato che da questa postazione Pc non possa inviarvi le foto del “rovente muro d’ortoâ€, del glicine in fiore, delle nespole che stanno maturando, ecc) leggo beata nell’aria satura di profumi di gelsomino e alloro.
“La principessa di ghiaccio†e’ un romanzo giallo sapientemente intrecciato con una storia d’amore e con le vite a tutto tondo di molti personaggi secondari e non.
E’ quindi una lettura gradevolissima, scevra dagli orrori di spiegazioni troppo specifche, da anatomopatologi.
Una bella donna viene assassinata nella vasca da bagno dove rimane per una settimana imprigionata nel ghiaccio, date le temperature di una casa con la caldaia rotta. Perche’ siamo in Svezia, in inverno. E’ bellissima nel suo “sarcofago†di ghiaccio e qualcuno che la ama, la va a trovare e accarezzare nella sua morte algida.
Ci sono tanti segreti del passato da scoprire che vengono lentamente srotolati e che coinvolgono mote persone del piccolo villaggio di pescatori di Fjalbacka.
Alex era bellissima, misteriosa, amata. Chi puo’ averla uccisa?
E’ cio’ che si domanda la sua amica d’infanzia, Erica, la protagonista vera della storia. E’ lei che vuole conoscere a fondo il perche’ la loro amicizia  era finita improvvisamente,  anni prima. Ora a 35 anni Erica desidera capire e scrivere,-perche’ e’ una scrittrice- cosa e’ successo alla sua bellissima amica bionda.
Preparatevi perche’ qui sono tutti biondi con gli occhi azzurri!
Tranne Patrick il poliziotto onesto, simpatico, da sempre innamorato di Erica che haocapelli e occhi castani.
La storia d’amore che finalmente si accende tra Erica e Patrick e’ molto carina ed avvincente Entrambi dipo delusioni amorose stanno giungendo al loro “porto†affettivo erotico.
Ed entrambi cercano la verita’ sulla morte di Alex.
Tutto questo in una Svezia invernale che pero’ non e’ cupa come in altri romanzi gialli scandinavi, qui l’inverno da’ una sorta di pace luminosa e di pausa nei conflitti interiori, uno sprone alla ricerca del proprio se’ e di cio’ che si vuole.
Intorno un microcosmo di altre personaggi delineati a tutto tondo, per cui piccole storie di vita sono incuneate nel “plotâ€.
Gradevolissima lettura, del 2010, edizioni Mondadori.
Ne ho un altro sul comodino della stessa autrice…ma altri libri sono pronti per la lettura …e poi aspetto quelli di Grazia!
Leggete intanto nei commenti a lato cio’ che Cinzia consiglia, ricordate l’evento di Pergine di cui ci parla Giuliana Savelli.
E scrivetemi sul blog, Alice mail qui funziona poco e niente.
Abbracci da Borzonasca.
CRONACHE DI…BORZONASCA
pubblicato da: Mirna - 29 Giugno, 2013 @ 2:13 pmAlfine siam giunte nella frescura del paesello tra i due fiumi. Mimilla e’ rivitalizzata all’istante: lo sguardo verde che gia’ cercava uccellini e farfalle, il dorso fremente dai nuovi e vecchi odori, e finalmete si e’ rimessa a mangiare con golosita’.
E noi logorate dalla bolla africana vissuta nell-appartamento di Trento abbiamo respirato a pieni polmoni l’aria buona satura di verde.
Mi aspettano  i due mesi estivi, quello spazio temporale che si ripete da quasi quarant’anni e che io sento come se avessi due vite e due tipi di abitudini.
Certamente il filo conduttore rimane la lettura, qui goduta sotto il nespolo o il pruno, o sulla terrazza di fronte alle surfinie.
Gia’ Grazia ed io  abbiamo parlato degli ultimi libri e presto procederemo agli scambi e alle impressioni.
Stamattina ho fatto la passeggiata al Taglio, il sentierino che taglia la collinetta che circonda Borzonasca. Solo un gatto e due farfalle arancioni e silenzio e fiori di tutti i colori. Mi sembra che i pensieri si risistemino dopo un periodo di fatica e routine.
L’impressione che ogni anno ricevo da questo luogo e’ quello di una giostra sulla quale io posso lentamente risalire e riprendere la mia vita dell’estate precedente senza percepire nessun cambiamento. Ma v raccontero’, ora devo andare con Stefania a Zoagli per un suo concerto…
Scrivete delle vostre letture e confrontiamoci.
“La distesa estate” e’ stagione propizia…
A presto…
PIETRE E ONDE di Alessandra Cenni
pubblicato da: Mirna - 24 Giugno, 2013 @ 1:02 pmMi piace molto questa autrice. Di lei ho letto, e lo troverete sul Blog, “Cercando Emily Dickinson” e “In riva alla vita” la biografia della poetessa Antonia Pozzi.
Ma questa volta Alessandra Cenni ci porta in Liguria con Nietzsche. E nei luoghi che io presto raggiungerò per l’estate. Il mio mare estivo, che dista 15/ 20 chilometri da Borzonasca, è fatto di onde e pietre. Siamo nel Golfo del Tigullio dove le mie amiche liguri  Grazia e Renata passeggiano spesso ricalcando le orme del filosofo tedesco. E mi raccontano delle bellezze di Camogli, di San Rocco, Punta Chiappa, del Monte di Portofino, di Ruta.
Leggere dunque dei luoghi conosciuti è un piacere. Renata poi dalla sua casa vede la chiesa della copertina del libro.
Nietzsche negli ultimi anni della sua vita soggiorna proprio a Ruta di Camogli. Nel romanzo vi sono lettere e frammenti del filosofo e moltissime citazioni letterarie, prima fra tutte il “Gordon Pym” di Edgar Allan Poe.
Poi due personaggi inventati Jacopo e Caterina i due giovani “romantici” che conoscono Nietzsche durante le passeggiate a picco sul mare  e che si lasciano incantare dal suo pensiero.
La storia inizia nel 1855 attingendo ad alcuni fatti realmente accaduti come il naufragio del “Croesus” e il sacrificio delle sorelle Avegno e  il rifugio dei marinai camogliesi a Tristan da Cunha.
Da Camogli il ligure “borgo perfetto”dove le case colorate sembrano fiori in attesa si arriverà alla lontana isola dell’Antartide, questo da parte di Jacopo perchè si sa l’uomo poteva partire oltre l’orizzonte , mentre Caterina riuscirà a farlo solo mentalmente cercando di seguire ciò che Zarathustra aveva intuito e dettato.
I discendenti dei due principali protagonisti si ritroveranno in una Camogli moderna, ma sempre con il desiderio dell’altrove, della ricerca della libertà . Libertà che non può prescindere dalla solitudine.
R0manzo un po’ onirico, filosofico, poetico che sollecita a meditare e a “tuffarsi” in mille sensazioni. La ricerca del sud del mondo come frontiera dell’anima, come abisso del sè e dove l'”eterno ritorno” intuito da Nietzsche si materializza nella storia che si ripete e nelle isole Aurora che si spostano da un punto all’altro.
L’esplorazione del mare, dell’oceano è l’ eterno simbolo della conoscenza di noi stessi, in quell’ansia di scoperte che Odisseo ci ha trasmesso, in quella tristezza della libertà e della solitudine che ci fa perdere e ritrovare per sempre.
Per chi ama viaggiare ed esplorare dentro e fuori di sè, “Pietre e onde” è un libro prezioso.
La Biblioteca del Tempo ediz.
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I LIBRI DA PORTARE CON SE’ NELL’….ESTATE
pubblicato da: Mirna - 20 Giugno, 2013 @ 6:35 amPer colpa della bolla africana, temo la prima di tante altre, non siamo riusciti ad incontrarci in fioreria. Già ognuno di noi aveva preaparato un brano su fiori e giardini  da leggere tra le ortensie, le rose  e i gelsomini  profumati di Nicola e Marta Detassis…così abbiamo rimandato a settembre perchè si sa ormai inizia la diaspora vacanziera, chi al mare, chi ai monti, chi a Borzonasca come me e Mimilla (che spero si riprenderà con l’aria fresca del paesello).
Eppure ci tenevo così tanto ad unire fiori e libri. “Non ci  devono mai mancare fiori e libri” diceva Confucio. Certamente i libri non ci mancheranno e durante l’ultimo incontro al Controvento ci siamo scambiati titoli su titoli, impressioni, consigli.
E poi questo blog continuerà a scrivere degli ultimi romanzi o saggi letti da me e da voi.
Prepariamo una lista? Paola suggerisce un divertente romanzo di Richard Powell “Vacanze matte” che parla delle disavventure di un’ingenua famiglia che riesce però sempre a caavarsela
“I Kwimper, una famiglia di sfaticati che vive di sussidi
per la disoccupazione, composta da padre, tre figli e una baby-sitter, durante
un viaggio in auto prendono per sbaglio una strada in costruzione e si
ritrovano, senza benzina, nel cuore del nulla americano. Una terra di nessuno
che non figura nemmeno sulle carte geografiche, e che dunque può essere
colonizzata, reclamandone la proprietà . La situazione ideale per cominciare da
capo, come veri pionieri, e costruirsi un nuovo mondo: peccato che la terra
promessa vada difesa dalle pretese di due funzionari del governo fin troppo zelanti, e di una banda di gangster da strapazzo… Pubblicato nel 1959, salutato da un clamoroso successo di pubblico, “Vacanze matte” mantiene intatta la sua carica comica e dirompente. La guerra che i Kwimper, balordi di irresistibile testardaggine, ingaggiano con le autorità e il crimine organizzato, la loro disarmante ingenuità rischiano di diventare il simbolo vincente di una resistenza al conformismo dominante che mai come oggi appare necessaria.”
Lo cercherò, insieme a L’età del desiderio di Jennie Fields (consigliato da Camilla) dove si parla della scrittrice Edith Wharton. Mi piacerà . Anzi, me lo vado subito a comprare! E poi “La storia di una bottega” di Amy Levy che Miki trova delizioso. Edizioni Jo March.
L’ultimo romanzo di Elizabeth Strout.
“Vieni via con me, “Zero,Zero,Zero” di Roberto Saviano che Laura e Riccardo stanno  leggendo. E qui nasce una discussione sul ruolo dello scrittore che forse sta diventando “vittima funzionale ” di un potere occulto e “assoluto”!
Emma ci mostra un libretto prezioso trovato al mercatino dei gaudenti per 1 euro, Essendo capace di intendere e di volere di Salvatore De Matteis, Sellerio.
E poi Danilo cha adora la saggistica ci parla della Convergenza inevitabile e ci spiega la teoria dei vasi comunicanti da applicare al mondo economico tra paesi emergenti e paesi in crisi. Anzi spero proprio che durante l’estate anche lui dia consigli su libri un po’ diversi dai gusti di noi signore . Lui e Riccardo si mettono a parlare fitto fitto di politica, disavanzi, stagnazione e poi…chissà perchè si mettono a cantare una canzone bellissima e un po osé  di Frabrizio de André.  La cantano persino bene e la riunione finisce in allegria e con un arrivederci a settembre…
Ma si continuerà a leggere perchè una vita senza libri è una vita vuota.