ANDORRA di Peter Cameron, ed. Adelphi

pubblicato da: Mirna - 13 Ottobre, 2014 @ 8:06 am

images[1]Conoscerete senz’altro Peter Cameron, l’autore di bellissimi romanzi come  Quella sera dorata del 2006, Un giorno questo dolore ti sarà utile (2007)  Coral Glyn (2o12) Il week end (2013) dei quali ho parlato nel mio blog.

Statunitense, nato nel 1959.

Quest’anno è stato pubblicato Andorra scritto nel 1997.

Un racconto avvincente dall’atmosfera un po’ onirica.

Alexander Fox arriva ad  Andorra perchè deve  e vuole cambiare luogo e vita , ma  questa Andorra  non è proprio il reale piccolo stato vicino ai 3750232[1]Pirenei, è piuttosto un luogo  metaforico, una  meta obbligata  per cambiare prospettiva.  C’è infatti il mare che è  parte integrante dello scenario: mezzo per giungervi o per fuggirne, cornice per addolcire e creare notti di particolare sospensione. Inoltre la città è per lo più deserta quasi per lasciare ai pochi personaggi incontrati una dimensione teatrale.

Mrs. Dent è la prima persona conosciuta insieme a suo marito, poi c’è la vecchia  Mrs. Reihnardt, ex-proprietaria dell’albergo che vive nell’ombra fra i suoi antichi cimeli e che trascina una maliconica saggezza.

Alexander reca con sè un segreto  che vuole dimenticare.  A La Plata si sente al sicuro. Dapprima nella camera circolare protettiva dell’albergo poi nella casa presa in affitto dai nuovi amici.

Ma forse è un’illusione quella di sentirsi protetto, Andorra  non si può possedere se dentro di noi c’è l’istinto della fuga. E la felicità che crede di provare in certe serate di luna bevendo champagne con l’amico Ricky  o baciando  Jean figlia della potente Mrs.Quay è una felicità effimera che si scioglie col giungere del mattino.

Anche la relazione con Mrs. Dent scivola in modo leggero quasi inesistente. Forse perchè ognuno di questii personaggi sta fuggendo da qualcosa e la propria Itaca non è stata ancora trovata.

L’atmosfera particolare di straniamento è raccontata con uno stile narrativo eccelso, i dialoghi  rendono il racconto ricco di suggestioni ed aspettative.

Andorra che sembra all’inizio un luogo protettivo disvela lentamente “finestre grigie dietro lo scenario luminoso” e sembra suggerire che se non c’è la pace dentro di sè non la si può trovarla al di fuori.

E proprio  la scoperta di due cadaveri con chiari segni di morte violenta  che  emergeranno dall’acqua del porto metteranno  Alexander Fox tra i principali indiziati.

Perchè la tragedia sembra annusare chi non ha risolto o trasceso  la propria.

 

 

2 Comments »

FOTO FIABE di Enrico Fuochi

pubblicato da: Mirna - 7 Ottobre, 2014 @ 9:28 am

02 Copertina jpegImmagini ed affabulazione. Nutrimento perfetto per l’immaginazione.

Perchè noi desideriamo vedere, ascoltare, meravigliarci.

Ed è ciò che Enrico Fuochi fa con questo suo ultimo libro dove fotografie e racconti si intersecano e si dilatano in una visione stupefatta della vita.  E se nei suoi primi libri di “FotoGrafie” e “FotoStorie di ordinaria immigrazione” ci aveva regalato immagini particolari e ricche di suggestioni  e suggerimenti  qui ci aggiunge il “racconto”, la “fiaba”, ossia come egli vede   la realtà  magicamente irreale del nostro essere umani e di ciò che ci circonda.

Perchè la realtà è talmente variegata che tutto può essere una cosa e al contempo il suo contrario. Ed ecco che la maschera appare spesso 03abbandonata sulla riva del mare o indossata da personaggi volti all’incontrario. Maschere dorate, bianche o da clown che si affacciano  quieti da finestre di taverne o tra le croci bianche di un cimitero.

Sembra che nei suoi scatti Enrico ci mostri le infinite possibilità della natura intera, da noi  uomini agli alberi, al mare ai sassi, agli oggetti più semplici. Un messaggio serenamente inquietante che sembra suggerirci di affidarci ed accettare i risvolti della nostra vicenda terrena . E soprattutto di sentirci parte integrante della Natura, come un sasso. ..

Enrico ce lo spiega in una delle tante fiabe che accompagnano le sue foto: “Anche Firmino fa parte della natura come gli alberi, l’erba, gli insetti, i fiori, le montagne, il mare , le pianure e tante altre cose. Anche l’uomo fa parte della natura, ma non lo vuol dire. L’uomo vuol sempre dire che l’uomo è l’uomo” (Il sasso Firmino)

07Sfogliando il libro  ci vengono incontro immagini forti, belle, poetiche che rappresentano brevi attimi fermati per sempre dall’occhio attento di Enrico che vede “episodi che possono essere delle fiabe“, cioè che possono  parlare al nostro essere ancora bambino o almeno al nostro desiderio di esserlo ancora.

Ciò che incanta è la possibilità  del reinventarsi, del  trasgredire, dell’ andare l’oltre l’apparenza, del riuscire con un sorriso a sdrammatizzare persino la morte. Le foto di cimiteri sono due: una con il clown e una con la mummia, entrambe corredate da fiabe immaginifiche e con la loro morale.

Perchè è questo il senso della fiaba : una sferzata alla nostra immaginazione, un tremore di fronte alla complessità della Vita, un insegnamento  e un confortante consiglio per farci sentire meglio con gli altri e con il Mondo.01

Il divertente sceriffo in mutande fotografato e narrato da Enrico ci ammonisce  che “La prepotenza è la forza dei deboli“.

Le foto sono quaranta. Sono tutte belle e originali , oserei dire catartiche. Perchè l’osservarle ti trascina in una dimensione onirica, ma allo stesso tempo  tua perchè in esse sono visibili le tue paure, i tuoi desideri, i tuoi pensieri nascosti, i ricordi della tua infanzia: I Pinocchi  di legno, il tuo animale preferito, il mare, la barchetta di carta , il bambolotto,  i sassi sulla sabbia del mare, la maschera che indossiamo…

images[10]Anche Cristina Endrizzi, Maria Teresa Perasso, Riccardo Lucatti, Anita Anibaldi ed io abbiamo commentato un’ immagine con una fiaba. Ma le foto di Enrico così  suggestive, poetiche ed intriganti possono suggerire a voi lettori altri racconti, altre visioni .

E’ questa la preziosità di un’immagine scoperta, intuita e resa fruibile e “letta” a noi golosi di bellezza e verità.

Giovedì 9 ottobre, alle ore 17,30, vi aspettiamo in Biblioteca, nella Sala degli Affreschi  per la presentazione del libro. Ci saranno anche Don Marcello Farina e Carlo Martinelli

E per saperne di più digitate www. progetto fotofiabe

 

 

 

2 Comments »

Dolce Friuli d’ottobre

pubblicato da: Mirna - 6 Ottobre, 2014 @ 8:35 am

Friuli, otobre 2014 011Essere in Friuli in dolci giornate di sole è stato un  incredibile piacere. Mi sono  rilassata e allo stesso tempo ho riso  moltissimo con la mia “antica” amica di Aquileia.

Ciò che mi ha reso  felice è l’aver saputo decidere in fretta  ciò che desideravo  fare nel momento e nel luogo giusti.

I colori della campagna friulana e i suoi profumi di  pannocchie di mais,  di uva, vino e  fiori settembrini mi hanno avvolta mentre ogni mattina Friuli, otobre 2014 012passeggiavo fino alla Basilica lungo la via Sacra o la parallela ciclabile costeggiata da orti pieni di fiori viola, gialli, rosa. Mi sedevo ogni volta al bar Mosaico per un caffè  di fronte ai cipressi, ai platani , alla fiancata chiara del Museo e mi obnubilavo nel silenzio interrotto da qualche turista, dalle foglie rosse che cadevano, dalla comparsa veloce in bicicletta della mia amica Giuliana con il suo cane.

Pensieri lenti e sereni, sorrisi del cuore nel programmare le ore a venire verso la costa. Il Friuli mi incanta, il sole al tramonto scende rosso tra i campi e sul mare. Le immagini di questo lembo di terra mi tornano veloci alla memoria. Dai miei pernottamenti nel delizioso Bed & Breakfast “La casa di Giulia” che si trova nel decumano di fronte alla Basilica, alle corse in macchina con Giuliana  (autista spericolata) verso Duino, Trieste, Udine, Grado, Palmanova.

Friuli, otobre 2014 027Senza pensare ai sensi vietati imboccati all’incontrario rivedo noi due “vecchie” amiche  con lo stesso spirito avventuroso e allegro dei tempi londinesi, di Munchen  ecc.ecc. ridere come ragazzine sotto il sole caldo, mangiare con gusto il pesce squisito di fronte al porticcciolo di Duino…che meraviglia.!.e poi Trieste azzurra e ventosa. Un caffè nello storico Tommaseo, una visita alla Libreria di Saba dove unFriuli, otobre 2014 043 corrucciato libraio si lamenta dell’insensibilità politica verso un luogo che dovrebbe essere tutelato.

A Udine vogliamo bere il bianco in  centro, come fanno tutti, poi un po’ brille  – soprattuto l’autista -andiamo a trovare la terza amica dei tempi lontani. Naturalmente sbagliamo strada e sentiamo clacson di proteste varie, ma infine giungiamo ridendo come pazze.

Ci fermiamo anche nella piazza di Palmanova. Bianca, allegra . Cittadina circondata dalle famose mura a Friuli, otobre 2014 016stella.

E che dire di Grado? Il mare di fine estate è di una poesia mozzafiato. Adoro l’autunno di sole. Cabine bianche e azzurre, bassa marea, gli ultimi bagnanti,una bambina che cerca conchiglie.  Una sensazione di languore e di serenità.

Tempo fa lessi un bel libro di Sergio Maldini , Campiello 1992, “La casa a Nord-est “ dove emerge tutta l’anima friulana. Ve lo consiglio.

 

 

2 Comments »

LA FATTORIA DELLE MAGRE CONSOLAZIONI di Stella Gibbons

pubblicato da: Mirna - 30 Settembre, 2014 @ 4:58 pm

gibbons-lafattoria[1]Un altro libretto rosso edito da Astoria e dedicato all’ennesima scrittrice inglese della prima metà del Novecento. E che romanzo incredibile. Surreale? Grottesco? Divertente? Metaforico?

Tutto ciò!

Nel 1934 vinse il Prix Femina diventando un immediato best seller.  Più volte adattato per la televisione e la radio dalla BBC, nel 1995 diventò un film diretto da John Schlesinger. gibbons[1]

Critica sarcastica della società intera e non solo. Anche degli scrittori che si definiscono impegnati e che sono a detta dell’autrice all’inizio del libro “fonte di ristoro, cibo per l’anima, occhi per vedere nell’oscurità“. “Ma divertenti no…”

Infatti il libro inizia con una lettera indirizzata a un “grande scrittore” dove si parla del proprio romanzo che deve essere sottoposto al suo giudizio.

Si racconta di Flora Post che rimasta orfana a vent’anni si ritrova con una misera rendita di cento sterline all’anno. Che fare? Cercare un lavoro? Restare ospite della sua ricca amica Mrs. Smiling? O provare a chiedere aiuto ai pochi parenti rimasti? Flora decide che ciò le sembra la soluzione più appropriata. Dopo alcune lettere di cortese rifiuto viene accettata dai lontani cugini Desolatter che vivono a Lamentum nel Sussex.

I nomi sono importanti. Su questa sgangherata fattoria domina zia Ada Funesta, tutto ha un aspetto di rovina e declino. Persino le mucche si chiamano Senzascopo e Rozza.

Tutto sembra non avere senso, dal ricordo terribile di zia Ada, ai nipoti rozzi, alle servette che si fanno mettere incinte.

Ma come una dea, non per  niente si chiama Flora, la nostra protagonista decide che tutto ciò la rende felice perchè le dà uno scopo: quello di riequilibrare l’Armonia.

Lei incarna il sublime buonsenso così caro ai britannici.

E giorno dopo giorno i nodi vengono districati ed ogni persona viene aiutata a trovare una via per avere maggiori consolazioni.

E dal lavaggio di tende impolverate da lustri si passa a consigli contraccettivi, dall’aiutare a scoprire i propri desideri  – come diventare un attore del cinema – a combinare matrimoni si arriva infine alla serenità consapevole della nostra Flora. Ritenuto  dissacratore in Irlanda  è  veramente  un libro delizioso. Per ridere e sorridere.

 

Come spero di ridere e sorridere domani quando arriverò ad Aquileia dalla mia amica dei tempi inglesi e non solo. La sua grande caratteristica oltre all’intelligenza è uno spiccato sense of humour. Tutto ciò sarà contornato da escursioni a Trieste, Grado, Duino. Al mio ritorno si inizierà la saison…

 

 

2 Comments »

ISTRUZIONI PER UN’ONDATA DI CALDO di Maggie O’Farrell, e. Guanda

pubblicato da: Mirna - 24 Settembre, 2014 @ 4:07 pm

arton65861[1]E’ la torrida estate del 1976. Londra è avvilluppata dalla siccità e dall’insostenibile calore. Una situazione anomala che spesso influenza emotivamente le persone. E così succede alla famiglia di Greta e Robert, irlandesi da tempo trapiantati in Inghilterra . Robert è ormai in pensione e conduce una vita tranquilla e silenziosa ravvivata dalla personalità della moglie. Il loro figlio  Michael Francis si chiede cone avrebbe vissuto suo padre senza Greta e la sua vivacità propositiva.

Una mattina Robert sparisce con il suo passaporto e molto denaro.

I tre figli vengono allora coinvolti nella ricerca. Sia  Michael Francis che sta vivendo improvvisamente la crisi più acuta del suo matrimonio con Claire, sia Monica la prediletta di Greta che è infelice con il secondo marito e le piccole e terribili figliastre, infine la “pecora nera”, la giovane e problematica Aife (nome irlandese di Eva) che è fuggita da questa famiglia oppressiva  per approdare a New York.

Tre figli con la loro vita e con i loro problemi che proprio in questa occasione esplodono.

Si ripercorre il proprio vissuto per chiedersi quanta influenza sulle proprie decisioni ha avuto il retaggio familiare, l’aver lasciato l’Irlanda,  il cattolicesimo severo di Greta, i segreti inespressi di Robert, la difficoltà nel crescere la piccola Aife che sin dalla nascita si è mostrata problematica. E’ affetta infatti da una grave forma di dislessia.

E’ quindi la storia di una famiglia che volente o nolente oltre alle gioie dello stare insieme viene “contagiata” dai problemi di ogni membr0.

E i vecchi rancori, le gelosie, le difficoltà alla luce dell’evento più grave, come la scomparsa del padre, vengono finalmente analizzati e forse risolti.

Un viaggio nell’Irlanda avita potrebbe essere la soluzione, è dalla radice che si possono comprendere e  seguire gli sviluppi degli accadimenti.

Maggie O’Farrell giudicata  l’equivalente britannica di Anne Tyler ci regala un libro che cattura e coinvolge sia per l’analisi profonda dei rapporti familiari, sia per problematiche sociali come l’immigrazione e l’inserimento in realtà diverse,.

Da leggere.

 

Comments Closed

E a proposito di cibo tipico…sempre da Borzonasca

pubblicato da: Mirna - 20 Settembre, 2014 @ 6:43 am

estate 2014 001 (2)Non posso fare a meno di ritornare con il pensiero all’estate appena trascorsa, poco sole, qualche disavventura, ma anche giornate allegre, festose e le estate 2014 005specialità liguri da gustare. Le verdure fresche mi arrivavano dall’orto del vicino o da amiche.

Chi conosce la cucina ligure sa che molti piatti, specialmente nell’entroterra, sono a base di verdure.  Fra tutti il famoso minestrone, denso e  profumato dall’aggiunta finale di un cucchiaio abbondante di pesto.

Renata, giunta in mio soccorso dopo la caduta, ne  prepara uno superbo con tutta la sua tipica calma zen. Fagiolini tagliati a pezzettini che a me sembrano…della stessa misura…(1 cm.?), zucchine, fagioli, ecc. e quella passione che poi ci giunge direttamente al cuore e allo stomaco.

Ma con i bellissimi fagiolini e le patate arrivati freschi freschi perchè non cucinare un polpettone? Occorre però, dice Renata, anche la maggiorana. Il vicino, oltre a rosmarino, timo e salvia ne ha un ciuffetto e ce lo passa attraverso lo steccato, felice di essere utile alle  quattro signore raccolte per cenare insieme.

Grazia ha portato la sua torta di riso rivisitata, fatta senza la pasta sfoglia, un riguardo alla linea, ma è veramente buona e si aggiunge al  suo tortino di estate 2014 004zucchine. Il frigo trabocca di leccornie: ci sono ancora le trofie al pesto, e i ravioli di borragina con il sugo di noci.

Ciononostante Isabella ed io rimaste sole, una sera andiamo in paese a mangiarci dal Farinotto la farinata di ceci. Squisita.

Ma il mare è vicino.

Ed io desideravo acciughe fritte. Siam o scese  a Chiavari, Stefania ed io,  (prima di Ferragosto e relativa caduta) e siamo andate  estate 2014 006sotto i portici dal famoso Luchin per gustare finalmente un po’ di pesce.

Eh sì, l’estate sta finendo e i ricordi vicini tornano intensi.

Basta estrapolare soltanto quelli più piacevoli, soffermarsi su di essi e gustarli come un piatto goloso di vita.

3 Comments »

LA FAMIGLIA TORTILLA di Marco Malvaldi

pubblicato da: Mirna - 15 Settembre, 2014 @ 6:58 am

cop[1]Ecco, rispondo al commento di Riccardo  che si augura libri con itinerari turistici. Questo divertente manualetto – piccolo e leggero, quindi adatto per chi ha solo una mano libera – ci porta a Barcellona!

E’ il gustoso racconto di un viaggio fatto dalla famigliola Malvaldi. Marco  è incaricato di descrivere un percorso gastronomico attraverso la bella città catalana. Con sè ha la giovane moglie e Leo il loro piccolissimo bambino.

Per chi è già stato a Barcellona è un piacere immenso ripercorrere le sue ramblas, rivedere le sue chiese e soprattutto assaggiare di nuovo le sue specialità.

Come non emozionarsi al ricordo di ciò che succede alla proprie papille gustative con i churros, fritti e croccanti, intinti nella images[1] (2)cioccolata calda ? colazioni sontuose del mio tempo spagnolo!

Leggere poi che il ristorante dove andavo con lo staff-crociera a fare scorpacciate di paella catalana, di jamòn serrano esiste ancora mi ha emozionato. Parliamo de Los caracolles! Con noi ai quei tempi c’era il commissario Grillo (non ho mai saputo se fosse parente dell’attuale Grillo-urlante).

Marco Malvaldi è simpaticissimo nel raccontarci le sue giornate catalane, ma è serissimo nel consiglarci , dopo attente degustazioni, i luoghi più interessanti dove assaggiare i piatti più tipici. Molte paginette sono dedicate alle tapas, spuntini golosissimi  cucinate con tutto ciò che accende la fantasia e lo stomaco. Dai  piccoli chorizos (salamini piccanti ), al queso manchego (formaggio tipico della mancia) passando per crostini al tonno, olive nere,  patatas bravas servite con salsa allioli, peperoni ripieni di formaggio di capra, acciughe. La peculiarità è che in ogni locale che serve tapas dovete sedervi su scomodissimi  sgabelli (pe non farvi restare a lungo a perder tempo senza mangiare!). Malvaldi vi dà l’indirizzo  dove gustare i migliori.

Ci sono poi le disquisizioni sulla paella. La vera sarebbe quella valenciana a base di sola carne, ma anche quella catalana è ormai diventata piatto famoso e buono.

images[11]Un capitoletto è dedicato al mercato La Boqueria che accoglie i visitatori con una sbandierata coloratissima di frutta di tutti i tipi, sia intera che a pezzetti che frullata. E’ un fasto allegro che mette subito gioia e che obbliga a iniziare la visita con un bel bicchiere di macedonia fresca o con un frullato. E poi pesce a volontà Si possono assaggiare l’esqueixada (un’insalata di baccalà con pomodori, cipolle e olive) . Ogni nazione d’Europa ha un piatto tipico a base di baccalà. Qui si trovano  pronte e calde i bunuelos (polpettine di baccalà e pane fritto.

Da urlo” commenta il Malvaldi.

Tante altre curiosità gastronomiche e non,  indirizzi precisi …e tanta voglia di condividerte “Barcellona, paradiso dell’onnivoro, un inno alla gioia della buona tavola”

Edizioni EDT

Comments Closed

NATURA MORTA IN RIVA AL MARE di Jean-Luc Bannalec

pubblicato da: Mirna - 10 Settembre, 2014 @ 6:45 am

6702-NATURA MORTA IN RIVA AL MARE.inddChe bel “giallo” classico! Alla Simenon, con tanti dialoghi ed elucubrazioni investigativi. Caso seguito dal ruvido commissario Dupin, un parigino trasferito da tre anni in Bretagna, una pittoresca Bretagna descritta con amore e poesia. Siamo tra Concarneau, la maestosa città delle reti blu dei pescatori e Pont-Aven il villaggio che aveva ospitato celebri artisti tra cui Paul Gauguin.

La vittima è un noventenne proprietario di uno storico albergo che raccoglie al suo interno quadri, copie o originali, dei pittori che hanno soggiornato a Pont-Aven.

Non è facile districarsi tra i sospettati:  i familiari e  gli amici che erano in contatto  con Pierre-Luis Pennec. Il figlio o la nuora? Il fratellastro ora diventato un importante uomo politico? O la sua amante che gli ha fatto da segretaria tutta la vita?

E perchè pugnalare a morte un uomo così anziano?

Passeggiando di fronte al mare, un atlantico che si muove di marea in marea cambiando colore e odore,  Dupin riflette bevendo nel frattempo tazze e tazze di petit cafè.

Be’, proprio nella incantevole Pont-Aven, accanto a un delizioso mulino, ho bevuto il peggior caffè della mia vita, anzi non l’ho bevuto, ce l’ho proprioimages[1] lasciato.

Dicevo un giallo classico, persino Maigret considerato persona reale vi ha soggiornato spesso.

Da leggere:  insieme agli stuzzicanti  interrogativi per risolvere il caso si fa un esauriente giro turistico e storico  in una pittoresca e bellissima località bretone.

Edizioni Piemme

 

1 Comment »

FLUSH di Virginia Woolf

pubblicato da: Mirna - 6 Settembre, 2014 @ 10:27 am

arton23489[1]FLUSH, Biografia di un cane

Un piccolo gioiello letto appena tornata a Trento con una “zampa”, pardon, mano ingessata. Un libretto piccolo da tenere con una mano sola e che per alcune sere mi ha fatto compagnia prima di dormire. Me lo tenevo sul comodino come una “chicca” per i momenti difficili e devo dire che esso ha assolto il suo compito splendidamente. Preziosità dei libri.

Virginia Woolf ci racconta, attraverso il punto di vista di un delizioso coker spaniel, la parte più importante della vita della poetessa vittoriana Elizabeth imagesCA0FM0JRBarrett Browning. 

Flush le viene regalato dall’amica scrittrice Mary Russel Mitford per dare una compagnia affettuosa alla sua vita di reclusa. Elizabeth soffre di una strana malattia nervosa ed è oppressa da un padre tiranno. Vive praticamente nella sua stanza piena di tendaggi, statue e dipinti e cerca un’evasione scrivendo poesie.

Flush, un vivace cagnolino di pura razza spaniel, dal colore fulvo, per lei dimenticherà la libertà delle campagna, la gioia delle corse a caccia di conigli, i profumi dei boschi. E’ una storia d’amore, in fondo: la poetessa e il cagnolino vivranno quasi in simbiosi nel tetro salotto vittoriano. Addirittura la pettinatura di Elizabeth assomiglia alle orecche di Flush.mtJqGGDWI1_Rt7dZT4huWpg[1]

Le avventure descritte da Flush sono tante, non solo viene rapito da brutti ceffi che vivono  negli slums londinesi e chiedono un  riscatto per restituirlo – cosa che la fragile Elizabeth farà – ma vivrà l’inizio della storia d’amore fra lei  e Robert Browning..

Se all’inizio il cagnolino soffre di gelosia  poi il suo  amore verrà donato anche al vigoroso poeta che sposerà, dopo una romantica fuga, la sua amata padroncina.

Che guarisce dalla strana malattia nervosa!

Andranno in Italia, a Pisa e a Firenze e qui finalmente Flush ritroverà quella libertà negatagli per alcuni anni. Firenze è sua: può aggirarsi liberamente per le sue strade e le sue piazze.

“Tutte le marmoree soavità, la arenose e spassose asperità di Firenze gli erano note”…”Firenze come mai creatura umana l’aveva conosciuta nè Ruskin nè George Eliot”

Ho letto con avidità queste pagine immedesimandomi in…Flush e nei  suoi sentimenti, come d’altronde faccio con la mia Adorata Mimilla. Ora che finalmente si è riadattata all’appartamento trentino dimenticando fiori e farfalle, lucertole e scalette (!) mi sento più tranquilla anch’io.

Consiglio a tutti di leggerlo o rileggerlo. Un piccolo capolavoro della Woolf.

E benvenuti i vostri consigli di lettura! Un abbraccio con una braccio solo!

 

 

 

Comments Closed

IL LUNGO SGUARDO di Elizabeth Jane Howard

pubblicato da: Mirna - 29 Agosto, 2014 @ 3:42 pm

IL LUNGO SGUARDO di Elizabeth Jane Howard, Fazi editore

ferragosto, gesso, libri 060Ultimamente vengono tradotti molti romanzi di scrittrici inglesi che evidentemente incontrano il favore di molti lettori o meglio di lettrici. Devo ammettere che mi piacciono moltissimo queste storie ambientate in Inghilterra sia quelle più leggere che quelle più intense. Siamo nel Novecento e sempre conosciamo particolari personaggi femminili che conducono la loro vita a ridosso delle guerre o verso gli anni ‘50, ‘60. Dopo le divertenti eroine dei precedenti libri letti ne Il lungo sguardo si incontra una donna infelice. Dice di lei la presentazione” bellissima e inquieta, coraggiosa e perduta “. A me sembra soprattutto dipendente e irrisolta. L’esatto contrario di Rose-Marie della von Arnim. Eppure l’epoca è quasi la stessa. Non siamo in pieno Ottocento. Perché Antonia non riesce a liberarsi dalla sensazione di inadeguatezza che l’accompagna sin da adolescente ? Colpa della madre accentratrice che la tiranneggia o della sua estrema sensibilità? Si sposa giovanissima per allontanarsi dai genitori come fece l’autrice, ma perché sembra soccombere sotto un’altra tirannia? Romanzo molto bello che inizia nel 1950 quando ormai il matrimonio fra Antonia quarantatreenne e Conrad finisce. E poi si va a ritroso nella storia del loro matrimonio infelice. Si conosce meglio anche Conrad che ama le donne, la bellezza, il piacere. Una sorta di esteta dannunziano che osserva le sue donne amate con scarsa empatia , ma come farebbe un entomologo. Le provoca, le controlla, le fa vestire come desidera lui. Geniali i monologhi interiori sia di Conrad che analizza tutto, sia di Antonia che capisce di non “essere” nulla. Risponderà a una domanda su cosa fa nella vita “… non faccio niente. La mia vita è tutta un affare indiretto” Elizabeth Jane Howard scrive in modo raffinato con similitudini inusuali ed evocative e riesce a catturare e a coinvolgere appassionatamente il lettore . Letto voracemente con il pensiero postumo di cosa dire e fare per vendicarmi degli uomini …la donna risulta a detta dei personaggi maschili “di mediocre intelletto

4 Comments »