LibrIncontri al Café de la Paix

pubblicato da: Mirna - 23 Aprile, 2015 @ 2:59 pm

GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO

22 aprile Gruppo lettura 010Leggere fa bene e questo la sappiamo da sempre. Leggere fa crescere, fa viaggiare, fa pensare.  Se poi se ne discute insieme tutto si 22 aprile Gruppo lettura 004arricchisce e si completa. Certo la lettura non è sostitutiva della vita ma ne è un integratore necessario.

Anche ieri il nostro gruppo si è riunito nella bella atmosfera del Café de la Paix  che rimpiangeremo amaramente. Fra l’altro il pomeriggio d’aprile ci regalava un’atmosfera verde e tranquilla: le tisane e i caffè sul tavolo, i libri sfogliati e letti. I titoli nuovi e vecchi che si rincorrevano sulle nostre labbra.

9788898713080[1]Dai libretti rossi di Astoria che pubblica dimenticate scrittrici inglesi:  questa volta ho parlato de La perfida madrina di M.C.Beaton regalatomi da Camilla, una deliziosa storia ambientata nella Londra vittoriana dove i pettegolezzi e le maldicenze possono rovinare una persona.

Alla rilettura de Il giovane Holden da parte di Santo.

Si parla di libri di viaggio come MANI di Fermor, della Turchia magica e misteriosa “Come farfalle nell’ambra” “, di  Alev Croutier, di  romanzi divertenti ma non solo, come quelli di Claudia Schreiber  : Io scrissi già nel blog  di La felicità di Emma, ma proprio Emma Pandini ci suggerisce di leggere “Dolce come le amarene”.

Riccardo passa da Ippolito di Euripide a Bobo, i   fumetti di Sergio Staino.

Scaturiscono consigli di lettura validi e credo condivisibili. Da non dimenticare il consiglio di Camilla “Cassandra al matrimonio” di Dorothy Baker.cop[3] (2)

È un’estate dei primi anni Sessanta e Cassandra Edwards è in viaggio verso il ranch di famiglia. Partita da Berkeley, sta andando al matrimonio della sorella gemella, Judith, ma non sa come comportarsi perché non ha proprio voglia di conoscere il cognato, né di gioire dell’evento. Cosa succede nel cuore di un fratello gemello quando l’altra metà decide di andare via, di iniziare una vita propria da condividere con un estraneo? Accade di arrivare nella casa paterna e di aver voglia di tuffarsi subito in piscina, dove la testa si libera dai pensieri e nell’acqua ci si dimentica quasi di essere mai nati; di stringere tra le braccia la nonna, ancora affilata nei giudizi eppure così spudoratamente di parte nei confronti delle nipoti; accade poi di parlare con il proprio padre, in un’infilata di brandy che aiuterà a sfogare la propria tristezza e le paure. La casa degli Edwards è un piccolo mondo distante, e fiero di esserlo, dalla società americana degli anni Sessanta; è un ambiente colto e progressista dove il capofamiglia è un professore di filosofia in pensione le cui figlie ricordano con grande fierezza l’educazione libera e tesa alla curiosità che gli ha impartito; ed è una casa dove manca una madre da qualche anno. Il weekend che accompagna il racconto di Cassandra al matrimonio è quasi lo scampolo di una storia familiare idilliaca, l’ultimo colpo d’occhio di una giovane donna che sta per volgere lo sguardo altrove. Postfazione di Peter Cameron.

22 aprile Gruppo lettura 002E Carla Corradi fa leggere ad Alfonso alcuni intense paginette  del suo libro di racconti “Un caffè macchiato freddo” ed Anna Maria Ercilli ci regala l’ascolto di alcune sue bellissime poesie tratte da “La stanza del colore provvisorio” 

Ieri mancava Nadia Ioriatti, ma i consigli di letture possono essere inviati al blog.

Ci incontreremo ancora qui al Cafè de la Paix lunedì 11 maggio, sempre alle 17.00 quando Rocco Sestito ci presenterà il suo romanzo “Il tarlo di Ruth”. Ne scriverò fra pochi giorni.

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DESTINO? In cerca di Laura M.

pubblicato da: Mirna - 19 Aprile, 2015 @ 1:33 pm

Non posso fare a meno di pensare a Laura in questi momenti drammatici che la Libia sta attraversando.

Pensavo comunque spesso a lei da Levico, domernica d'aprile 030sempre. In fondo le nostre nonne erano sorelle. La mia adorata nonna Bianca (la più grande nella foto) era la sorella più forte, solare, allegra, l’altra, la prozia Corinna, era  più debole fisicamente e malata di cuore.

Ma quando lasciammo definitivamente Merano ci ospitò nella sua casa di Carpi, la mitica Cantarana.

Suo figlio Serse si era da poco  trasferito con la famiglia  a Tripoli  dove aveva aperto una gioielleria.

A noi  concedeva l’ospitalità a Carpi  in cambio di compagnia alla sua mamma e a suo fratello Perfetto  che, ironia della sorte e del nome, era ritardato.

Prima del nostro trasloco ci era venuto  a salutare a Merano dove  io strinsi per la prima e ultima volta la mano a sua figlia, questa  lontana cugina un po’ più grande di me. Serse tornò  a Carpi  altre volte per trovare i suoi cari e portarci  datteri a volontà e  regalini per me. Una borsetta con le frange, un cammello, un servizietto da tè in bachelite.

Levico, domernica d'aprile 029Prima della caduta di Ghedaffi erà già tornato in Italia con la moglie.

Ma Laura, Laura Malvezzi, era rimasta a Tripoli. So che era poliglotta e che aveva un lavoro di prestigio. Non so quale. So che si era sposata. Ma con chi? Con un italiano? Con un arabo? Avrà avuto figli?

Ed ora? Sarà ancora viva o starà vivendo il dramma del suo paese di adozione ? Non riesco a rintracciarla.

Mi rimane di lei questa foto in bianco e nero:  siamo a Merano, io ho due anni e credo mi sentissi fiera di tenere la mano a questa cuginetta più grande e bella e bionda.

Forse  ne avrà una copia anche lei? Ripenserà a quel lontano giorno con le nostre nonne?

E che  cosa avrà fatto oggi, giornata tragica per tanti fuggitivi dalla Libia, mentre io con le mie amiche “allodole” passeggiavo felice sulle spondeLevico, domernica d'aprile 027 WP_20150419_016del lago di Levico e raccoglievo un mazzolino di fiori?

Come sarà stato il suo destino?

La vita di ognuno di noi dipende dal Caso, dalle Scelte, da noi?

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Cafè de la Paix? No, grazie non fa per Trento

pubblicato da: Mirna - 17 Aprile, 2015 @ 4:16 pm

TOBLINO E VARIE April 15 007Che amarezza e delusione sentire da Francesca Quadrelli la decisione delle istituzioni di chiudere un luogo in cui si fa soprattutto cultura emattinate di primavera 15 019 non solo happy hours come in gran parte dei bar del centro.

Sempre piacevole passare attraverso quel passaggio e vederlo vivo  di persone sorridenti che parlano, ascoltano un po’ di musica, parlano di libri  e altri argomenti interessanti.

Il nostro gruppo di lettura ci si è sempre trovato bene, i miei aperitivi con amiche accompagnate da tapas sempre gustosi.

L’amicizia si fa con facilità in un ambiente così colorato e gaio , ci si sente aperti, liberi, un po’ alternativi alla chiusura tipica di luoghi piccoli provinciali . Insomma una ventata di aria fresca e leggermente metropolitana.

E la si vuol chiudere?

TOBLINO E VARIE April 15 008

Che dite amici di LibrIncontri ci possiamo riunire mercoledì 22 alle ore 17.00 per parlarne insieme?

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LA SIGNORA SCOMPARE di Ethel Lina White, ed. Polillo

pubblicato da: Mirna - 16 Aprile, 2015 @ 4:37 pm

cop[1] Credo che tutti conoscano la storia della signora che scompare durante un lungo viaggio che da un remoto paese del centro Europa deve arrivare a Londra.  Ben due film sono stati girati, il primo da Hitchcok.

Ma leggere il libro è provare  una tensione elettrizzante.

Iris, scombinata e ricca giovane donna sale sul   treno per tornare in patria dopo aver lasciato partire il giorno prima il suo gruppo di amici chiassosi. Si ritrova così con gli ultimi clienti dell’hotel dove ha soggiornato, alcuni tipici rappresentati del mondo inglese, e molti strani personaggi del paese che sta lasciando. Nel suo scompartimento si trova appunto un’arcigna baronessa, una famigliola del luogo , ma  fortunatamente una deliziosa zitella inglese, Miss Froy  che le alleggerisce un po’ sia il mal di testa  sia un cocente malumore.   Anzi vanno a bere il tè insieme salutando i loro connazionali : le due sorelle snob, un professore e il suo giovane amico Hare assai interessato alla bellezza di Iris, la coppia di sposini –  o amanti?  – il pastore e sua moglie. Intravvedono passando anche il misterioso medico che deve portare a Trieste una persona malata  completamente bendata.

Il mal di testa di Iris – forse si è presa un colpo di sole mentre aspettava il treno? –  non passa, ma la gentile Miss Froy le dà un’aspirina che la fa addormentare.

Al suo risveglio non trova più Miss Froy. Aspetta e la cerca. Tuti dicono che non si è mai vista, soprattutto, con le dovute traduzioni, gli occupanti del suo scompartimento. Ma  Iris  sa che è stata fatta  scomparire…

Hare la aiuterà soltanto dopo essersi convinto da alcune prove a crederle.

Raccontato meravigliosamente, si deve assolutamente leggere.

E’ stato inserito nella lista dei 100 migliori gialli di sempre. Scritto nel 1936

Ethel Lina White (1876-1944)  è anche autrice  del celeberrimo The spiral staircase (La scala a chiocciola)th[2]

Capacità inventiva e dedizione quasi assoluta alla scrittura. Super.

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Via delle Botteghe Oscure di Patrick Modiano

pubblicato da: Mirna - 10 Aprile, 2015 @ 11:03 am

cop[1] (3)Mi sono ripromessa di conoscere meglio l’ autore premio Nobel per la letteratura  perciò mi sembra giusto continuare con questo romanzo che  nel 1978 vinse un meritatissimo Premio Goncourt.

Mi affascina la sua ricerca del passato e della propria identità che evidentemente sono strettamente correlati. Senza memoria non esistiamo completamente.

Ma il suo tempo perduto rincorso è l’antitesi di quello proustiano. Non c’è fluidità serena come quella che può dare una marea che va e che viene, c’è bensì il timore che i ricordi spezzettati rivelino dolore e negazione dello stesso.

Qui tutto ciò che si è vissuto sembra oscuro e irrisolto. Da una foto in bianco e nero l’io narrante che esordisce con “Non sono nulla: Soltanto una sagoma chiara, quella sera, seduta all’esterno di un caffè” investiga per sapere chi tra i personaggi ritratti è se stesso. E’ Pedro McAvoy o Ster? E chi sono le due giovani donne accanto a lui e a un altro personaggio?

Con pazienza quasi ritrosa  ci si inoltra in un mondo inquietante e quasi onirico dell’occupazione tedesca, in una Parigi quasi sempre notturna che dà sensazioni di estraniamento e di Tempo dai contorni mai netti. Incontriamo un’atmosfera di un “demi-monde” di emigrati russi, ballerine modelle, avventurieri, diplomatici sudamericani che sembrano sfuggire a una catalogazione come in effetti sembra essere il Tempo per Modiano che egli  ha bisogno spesso nei suoi romanzi di fermare su un taccuino nero, tipo Moleskine.

Ne ho già iniziato un altro “L’Orizzonte” e mi piace perchè tutta la “materia oscura” del nostro passato è da rileggere, riascoltare, rivedere.cop[2] I brandelli del passato sono sospesi come piccole vite a sè stanti, sempre presenti in noi, nella nostra storia che prosegue, ma misteriosi nella loro completezza.

Mi piace come mi piace Proust. L’esaminare profondamente e nello stesso tempo in modo distaccato il nostro Tempo,  la nostra Storia personale mi fa sentire la ricchezza di una Vita individuale, nel bene e nel male e il suo accostarsi ritroso  alle vite degli altri.

Ne L’Orizzonte c’è una ragazza che fugge, c’è la Parigi misteriosa del IX e X arrondissement, un gangster, un torero e sempre una minaccia ossessiva del Tempo che passa.

Leggere Modiano è esorcizzare un po’ le nostre paure, è un modo catartico di accettare l’ineluttabile.

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UN INCANTEVOLE APRILE di Elizabeth von Arnim

pubblicato da: Mirna - 6 Aprile, 2015 @ 7:14 am

Aprile è un mese particolare, un po’ ambiguo, un mese che ti può stremare o far rinascere. Eliot scriveva che April is the cruellest  month, il mese più crudele perchè genera fiori da una terra morta e confonde memory and desire. Si risvegliano tristi radici in questo mese trasparente e impietoso. Winter kept us  warm, l’inverno ci tiene caldi e protetti e vagamente inconsapevoli. La primavera ti incita a mostrarti, a rinnovarti, a rinascere.

Aprile 001Aprile 002Per Robert Browning all’estero Aprile coincideva con una grande nostalgia per la sua patria dolce e verde “Oh, to be in England, now that April’s there”. Per me amante della sua terra  condividevo e recitavo  i suoi  versi e poi – finalmente – per ben due volte mi sono trovata là sotto il suo cielo variabile, i fiorellini timidi, il verde dei prati e il giallo dei narcisi.

Anche ora vorrei esserci ben diversamente dalle quattro protagoniste del delizioso romanzo di Elizabeth von Arnim che consiglio di leggere proprio in questo mese, tanto più se si incappa in qualche giornata di pioggia.

Londra è spesso piovosa e può esserci un mese freddo e grigio e può essere che Lottie Wilkins  e la sua amica Rose  desiderino ardentemente rispondere a un annuncio che offre un castello in Italia, circondato da glicine e mare. L’affitto è un po’ costoso ma le spese si possono dividere con altre due signore.

Ed ecco che dopo vari ripensamenti non si può fare a meno di partire. Il marito di Lottie è arcigno e noioso, quello di Rose assente. Serpeggia in loro una depressione dovuta sicuramente al tempo, ma soprattutto alla noia e alla incapacità di rinnovarsi e cercare in se stesse motivazioni per essere liete.

La promessa di glicine e  di sole le porta dunque in un angolo ligure che rappresenta la voglia di vivere, l’abbandonarsi alla natura in fioritura.cop[3] La storia è indubbiamente semplice: siamo alle prese con due  annoiate signore della borghesia britannica più  un’anziana e rigida vedova e una giovane aristocratica viziata alla ricerca di un po’ di pace e di senso da dare alla sua vita frivola..

estate 2011 002Le descrizioni dell’ambiente sono accattivanti.  Elizabeth von Arnim che aveva curato un suo bellissimo giardino scrivendone un delizioso libro, ci porta in un tripudio di fiori e piante.  Come resistere ai gigli in cui tuffare i piedi, alle rose, ai lillà profumati e in fondo allo scintillìo del mare?  Ecco che la natura diventa la metafora dello schiudersi di nuovi pensieri,  una nuova visione del mondo, più tollerante.

E’ Lottie il motore di questa nuova affettività e capacità di abbandono al fluire del tempo . E’ lei che si trasforma per estate 2011 001prima avendo capito che la primavera può essere sempre dentro di te a prescindere dal tempo metereologico. Ed ecco che lentamente la vecchia signora si addolcisce, l’aristocratica viziata comincia a ridere, Rose soffre meno e in un crescendo di probabili e improbabili avvenimenti il cerchio si chiude con l’arrivo dei mariti di Lottie e Rose.

Una lettura primaverile, gradevolissima.

 

 

 

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IL PAPPAGALLO DI FLAUBERT di Julian Barnes

pubblicato da: Mirna - 1 Aprile, 2015 @ 6:23 am

cop[1]Una briosa e diversa biografia su Gustave Flaubert, non pedissequa ma articolata in gruppi  tematici: famiglia, amori, idiosincrasie. Il tutto raccontatoci da un altro protagonista, alter-ego dell’autore: Geoffrey Braithwaite un medico, sensibile amante delle lettere che  viaggia tra Inghilterra e Francia per scrivere un saggio sull’amore di Flaubert e la poetessa Louise Colet.

Una biografia inusuale perchè ci si sofferma a lungo sul significato che può aver avuto un pappagallo sulla creatività dell’autore francese.  Partendo dall’analisi del racconto Un cuore semplice (Un coeur simple)  in cui la protagonista Felicité possiede un pappagallo chiamato Loulou, Barnes-Braithwaite ci spiega il grottesco flaubertiano. Ci sono analogie, spiegano i critici, tra lui e Felicité: la solitudine, tante perdite e l’importanza per il linguaggio del quale il  pappagallo è portatore! Nel racconto Felicité non riesce ad esprimersi, al suo posto lo fa Loulou. Interessante pensare che Flaubert abbia il carattere della donna e la voce del pappagallo.!

Mi piace questo biogrago-filosofo che disserta sulle visioni delle cose, sul passato, sulle convenzioni specialmente durante le molte traversate della Manica.

Naturalmente ci addentriamo con lui nella vita e nel mondo di Gustave, nella sua amicizia con George Sand che diceva dell’amico che se lei era la consolazione dei lettori lui ne era soprattutto la desolazione perchè diceva la verità.

Senza la sottile noia delle biografie cronologiche rimaniamo intrigati da tutti gli elementi e le citazioni  che ci fanno intravvedere quasi completamente la figura particolare di questo grande scrittore. Senza mai dimenticare la sua Madame Bovary.

Ci è stato consigliato da Raffaella  perciò  spero voglia aggiungere le sue impressioni a proposito.LibrIncontri  23 febbraio 2015 021

 

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LIBRI OVUNQUE da sfogliare, da leggere, di cui parlare insieme

pubblicato da: Mirna - 28 Marzo, 2015 @ 7:54 am

Subito dopo ogni nostro LibrIncontro noi amici lettori cerchiamo i titoli che più ci hanno interessato.  Io naturalmente desidero leggere “”Una stanza tutta per gli altri“e la cerco nella libreria Disertori.

Libreria Disertori

Libreria Disertori

Una rassicurante libreria nel cuore della città gestita da Francesca e Mirko che amano ciò che propongono: libri di storia e tradizioni locali, narratori e poeti trentini e tanti libri sulla montagna.

Ma non solo ovviamente. Vi possiamo trovare tutti i libri appena pubblicati.

Ciò che attira è l’atmosfera raccolta, gli scaffali naturalmente ricolmi, i bei dipinti di Boato, un ritratto di Cecco Beppe e tanti titoli della nostra storia trentina che diventano punti saldi e confortanti. Sapere chi siamo, che cosa abbiamo fatto, che cosa scriviamo e leggiamo.

Marzo 2015 008Salire le scalette, osservare le belle immagini delle copertine, sembra quasi di salire su un piccolo monte che tanto rappresenta la nostra comunità.

Ciò che colpisce  è che Mirko e Francesca sono giovani e che la loro scelta  sia di proseguire la filosofia di questa libreria conosciutissima in città. Tanto spazio dunque ai testi di scrittori trentini e di storie della nostra regione.

E’ qui che potremmo trovare anche il libro di Luigi Oss Papot presentatoci dallo stesso autore al Cafè de la Paix. Per ora occorre ordinarlo direttamente alla Parrocchia.mattinate di primavera 15 020

Luigi ci ha intrattenuto lunedì scorso con simpatica affabilità, spiegazioni chiare sulle motivazioni della sua ricerca e con la lettura in dialetto di alcune pagine del suo libro. “Masetti, storia, chiesa, comunità“.

mattinate di primavera 15 013La bella chiesetta di Masetti è conosciuta anche da Riccardo che da ciclista curioso e instancabile si era già aggirato , come ha scritto nel suo commento, per quei sentieri perginesi.  Abbiamo dunque ascoltato tutti con interesse ciò che Luigi ci ha raccontato su quel microcosmo colmo di piccole e grandi storie, ricco di personaggi particolari.

Come già ho detto spesso,  riunirsi per parlare di libri ci dà gioia, allegria, condivisione, convivialità. Ogni incontro è dinamico, pieno di suggerimenti e suggestioni. Ora che anche Nadia Ioriatti fa parte del gruppo-lettura ci sentiamo sempre più ricchi e non vorremmo mai andar via perchè i libri sono come le ciliegie…uno tira l’altro. Quindi i titoli  e gli autori preferiti si mattinate di primavera 15 015susseguono incalzanti.

Hai letto Jezabel della Némirovsky?”

mattinate di primavera 15 019“Avete visto il film tratto dal suo Suite francese?” “E di Modiano, cosa ne pensate?

Ho visto in vetrina un libro su Il giardino di Virginia Woolf” concludo “e non ho resistito”. E spiego a Nadia e a Maria Teresa poco prima di salutarci che poter sfogliare le foto del giardino di Monk House curato da Virginia e suo marito Leonard mi porta in Inghilterra, nella mia vita parallela che in parte cercherò di ricreare nel mio giardinetto ligure in estate. Almeno cercherò di piantare qualche dalia e qualche rosa. Ma ve ne parlerò.

Quello che voglio dire ancora una volta è che i libri sono amici potenti, affettuosi che riescono ad unirci ancor più in consonanze.

Il prossimo incontro potrebbe essere mercoledì 8 aprile 2014.

Che ne dite?

Poi forse qualcosa cambierà…ma non certo i libri e il nostro desiderio di ritrovarci.

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L’ERBA DELLE NOTTI di Patrick Modiano, Einaudi

pubblicato da: Mirna - 23 Marzo, 2015 @ 9:11 pm

9788806216931[1]E finalmente incontro Patrick Modiano, premio Nobel per la Letteratura 2014. Non lo avevo mai letto, lo confesso. Edth[2] ora che so che cosa scrive e come scrive mi sembra di essere restata “orfana” di pensieri e storie che sento vicinissimi al mio sentire. Sono subito corsa in biblioteca a cercarne altri, per ora soltanto due. Credo che leggerò tutta la sua opera. La motivazione dell’Accademia svedese per il premio è stata “Per l’arte della memoria con la quale ha evocato i più inafferrabili destini umani e svelato la vita reale durante l’Occupazione”. Lo scoprirò cammin leggendo, per ora voglio scrivere di questo romanzo che mi ha avvinto e trasportato in universi paralleli  di percezioni.

Uno scrittore anziano vuole interpretare gli appunti presi tanti anni fa su un taccuino nero per sciogliere e capire una storia d’amore. Appunti che sono il suo punto di riferimento e che volontariamente sono sempre stati ambigui probabilmente per non conoscere a fondo la verità su se stesso e sulla donna amata.

E a vent’anni si può vivere un breve periodo di ebbrezza e incoscienza e lasciare che il tempo non ti fermi e non cataloghi nè ciò che sei o  fai nè ciò che sono o fanno gli altri.

Se poi intorno c’è Parigi tutto assume un’atmosfera di vacanza e di infinito.

Chi  è , chi era la giovane Dannie che lui amava e che poi è scomparsa dopo appena un anno di amore?

Tutto viene ripercorso dopo trent’anni rileggendo le frasi, i nomi, gli indirizzi del taccuino nero, unico punto saldo del passato, di quel breve periodo ormai cristalizzato e mai risolto.  Quasi segnali di un alfabeto Morse che giungono dai luoghi perlopiù notturni di Montparnasse e  di quartieri sconosciuti, limitrofi alla Parigi classica.

E’ la porta per entrare nelle brecce del Tempo, per ritrovare dimenticanze e perdite come il manoscritto del suo romanzo sulla giovane nobildonna ghigliottinata nel 1794. E’ un caso che Dannie abbia abitato per un certo periodo in una via intitolata al suo nome?

Ma Dannie era imprendibile, sfuggente e aspettarla lo faceva precipitare in un Tempo palpitante, dilatato. Dannie che fugge, come la giovinezza,  misteriosa e contradditoria , che riemerge in immagini-ricordi onirici come è il passato che plasmiamo noi. La nostra Memoria non è soggettiva, ma ha una vita propria, quasi arborea, mai fissa ma mutabile.

Modiano e il suo alter-ego, Jean ,  ci accompagnano nei meandri del passato, nel mistero del Tempo che è sempre lo stesso, ma che noi percepiamo malleabile, oscuro, sempre portatore di ciò che può e non può essere. Vogliamo la verità che sembra sempre vicina eppure è irraggiungibile.

Da leggere per provare la sensazione che il nostro Io è qui e ora, ma è anche là in un altro Tempo nostro.  Bellissimo.

 

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MASETTI, storia, chiesa, comunità di Luigi Oss Papot

pubblicato da: Mirna - 19 Marzo, 2015 @ 8:02 am

Luigi Oss Papot

Conoscete tutti il mio ex- alunno Luigi? Ottimo allievo alle medie ha ora conseguito la laurea indirizzo beni culturali e archivistica presso l’Università di Trento. E’ un ragazzo che ama stare tra i documenti, i reperti storici, le biblioteche, gli archivi per dare un senso di continuità a se stesso e agli altri. E per conoscere la nostra storia. Per arricchire il suo “bagaglio culturale” come scrive e che io ricordo ripetevo spesso in classe.

Ma Luigi non sta soltanto in archivio, passeggia, viaggia, fa la sua vita di giovane ragazzo e soprattutto ha un delizioso senso dell’umorismo. E’ per questo che quando ho iniziato a sfogliare, leggere, guardare questo suo libro sentivo piacevoli aspettative. Sono entrata in un microcosmo, paradigma di un macrocosmo, che è la comunità di Masetti, situata a pochi chilometri da Pergine.

E’ una storia di carta dice Luigi basata su documenti, lettere, fotografie ma è pur sempre una narrazione che intriga. Vogliamo sapere chi hpqscan0002sono e da chi discendono gli attuali duecento abitanti, siamo interessati alla storia della costruzione della chiesetta di sassi e di legno. Ci piace osservare le tante foto che ritraggono matrimoni, comunioni, gite sempre all’ombra della parrocchia o della mitica osteria Carlo Vitti. Leggiamo sui volti, nei gesti, negli abiti dei personaggi fotografati dall’inizio del Novecento ai giorni nostri anche un po’ della nostra storia.

Una comunità, come ancora succede nei piccoli paesi, incentrata sulla vita della Parrocchia. La chiesa dunque ha il ruolo maggiore in questo racconto di vita comunitaria. Occorreva una chiesetta tutta per sè, si dicevano i pochi abitanti di Masetti così nel 1863 iniziano una costruzione che durerà più di cinquant’anni fino alla consacrazione del 1929. Cercano aiuti, offerte, lavoro volontario. C’è un’interruzione durante gli anni della Grande Guerra tanto che la erigenda chiesa diventa sede di ospedaletto per i feriti e cimitero per i caduti.

Ma il progetto dovrà continuare, un insegnante di lettere addirittura girerà per la zona in cerca di offerte.

Ed oggi la chiesa di Masetti, come dicevo, è il centro della vita sociale dei suoi abitanti. Sull’altare campeggia una bella pala raffigurante Sant’Antonio abate protettore degli animali. Sembra che raffigurazioni di Sant’Antonio fossero appese anche nelle stalle.

Leggendo mi sono sentita rassicurata e avvolta in immagini e nomi di persone che mi sembrava di conoscere. Non siamo sempre noi, esseri umani, seppur con fisionomia diversa?

Sono stata attratta dai coniugi Domenico e Domenica Anderle nati nella seconda metà dell’Ottocento che ebbero 18 figli, solo uno nato morto. Molti sono rimasti nubili o celibi, ma Luigi – con il suo senso dell’umorismo – ci rivela che Rosele sposò un albergatore di Settequerce che aveva un figlio di cui ignorava l’esistenza. Sembra che il ragazzo si sia presentato al matrimonio con un mazzo di fiori dicendo “Ha detto la mamma di venire anch’io al matrimonio del mio papà”

E gli elenchi degli scolari e degli insegnanti? Non sono noiosi, ve lo assicuro, ma diventano documenti importanti per ricordare come eravamo. Classi numerosissime, insegnanti eccezionali.

Ma credo che dovremo chiedere altre informazioni a Luigi che con il suo esaustivo e impegnativo studio (due anni di ricerca) ci regala una base per proseguire, anche se non siamo di Masetti …perchè come sappiamo tutto il mondo è paese.

Ottimo lavoro Luigi: hai anche inserito pagine divertenti come i ricordi in bianc e nero di Giorgio Oss Papot (tuo padre, I suppose) scritto in dialetto, i ricordi del discendente dell’oste Vitti che ci regalano uno spaccato della vita contadina dell’epoca. E dulcis in fundo una poesia in dialetto composta da un simpatico parroco, don Paolo Holshauer nel 1971.

E concordo con la conclusione del tuo lavoro quando scrivi “ogni scoperta, ogni ri-scoperta, ogni ricordo che vi abbiamo portato alla mente è per noi motivo di gioia, perchè solamente così il bagaglio di tutti sarà un po’ più carico (ma non appesantito!) e tutto quello che “è stato” non sarà destinato a rimanere in polverose carte d’archivio o in foto dimenticate…ma diventerà base solida su cui costruire il nostro futuro.!

Memoria viva, dunque, dinamica.

Bravo Luigi.

Ci leggerai la poesia di don Holzhauser al Cafè de la Paix?

Lunedì 23 marzo, ore 17.00

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