LA FESTA di Margaret Kennedy, ed.Astoria
pubblicato da: Mirna - 29 Agosto, 2015 @ 10:47 am
Il consiglio di questa settimana: leggete questo bel romanzo edito Astoria, i soliti libretti rossi .scritti da autrici inglesi del Novecento.
E proprio ieri leggevo su Il Venerdì di Repubblica un articolo di Giulia Villoresi intitolato “Leggere cambia il cervelloâ€. Beh, noi lettori lo sappiamo già da un pezzo, ma ci piace condividere l’importanza che la lettura ha sul nostro divenire.
Chi legge perfeziona la propria “teoria della menteâ€, si sviluppano maggiormente  ciò che chiamiamo empatia. Capire il prossimo ci consente non solo di predirne le azioni, ma anche di accettarle. Comprendere quindi meglio gli stati mentali, i nostri e quelli degli altri e di metterli in relazione ai comportamenti.
In sostanza decifrare la mente altrui è come decifrare un testo scritto. E sono soprattutto i romanzi a sollecitare l’immedesimazione, l’immaginazione; le storie riproducono la vita e leggerle significa un po’ viverle. Naturalmente è meglio leggere buoni romanzi piuttosto che quelli letti solamente per evasione. “ Ricercatori americani hanno rilevato effetti persistenti della lettura sui neuroni della corteccia somatosensoriale, quella coinvolta , ad esempio, nelle sensazioni fisiche e nel sistema di movimento
 il che suggerisce che il romanzo trasporti il lettore nel corpo e nei panni dei personaggi non solo mentre legge, ma anche nei giorni successivi.â€
E’ quello che mi è successo con La festa. di Margaret Kennedy.
 Coinvolta nella storia dei personaggi riuniti nell’albergo di una cittadina della Cornovaglia – e che sappiamo già dall’inizio sarà schiacciato da una enorme roccia staccatasi improvvisamente – ho continuato a pensare ad essi giungendo alla conclusione (non avevo letto il frontespizio) che tante persone rappresentavano i  sette peccati capitali. Iniziando dall’accidioso proprietario dell’albergo che non aveva neppure aperto la lettera del governo dove veniva chiaramente annunciato il pericolo della zona passando attraverso l’ odiosa  golosa Lady Gifford fino alla terribile Mrs. Cove che per cupidigia   farebbe morire le sue tre pallide figliolette. E la lussuria? E l’invidia? Ecc.
Chissà chi perirà sotto la roccia. (!!!)
Intanto le tre piccole Cove umiliate e vessate dalla madre non desiderano altro che dare una festa insieme a tutti i clienti dell’albergo e ai camerieri. Rappresentano la bontà , la giustizia , la modestia? Fatto sta che intrecciati alle loro giornate estive appaiono i piccoli Gifford, la deliziosa cameriera Nancibel, Evelyn  la figlia bistrattata di un violento canonico, il figlio generoso dei proprietari dell’albergo.
E ci sono momenti di gioia anche per la dolce Mrs. Paley che ha perso una figlia ed è adombrata da un marito cupo e vinto.
Serate di luna sugli scogli, piacere di conoscere persone generose e desiderio di essere lieti in questa progettazione di una festa per tutti sul mare.
Da leggere.
Romanzo che fu adattato anche per il teatro..
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NUVOLE…a Borzonasca e dintorni
pubblicato da: Mirna - 23 Agosto, 2015 @ 11:14 am
Aristofane, De André , poeti, fotografi, artisti e tanti noi-bambini siamo rimasti incantati e incatenati dalla visione delle nuvole che vagano.
E questo agosto subentrato alla canicola di luglio regala visioni magiche.
Sia a Borzonasca che altrove.
Da piccola con il cugino Armando ( che è passato a trovarmi velocemente qui anche quest’anno – LO CHIAMO IL CUGINO VOLANTE perché ama spostarsi con la sua Smart per rilassarsi) stavo sdraiata ore sui prati di Merano a giocare con le nuvole.
Lui riconosceva una carrozza, io un pavone, lui un gatto, io chissà …tutto quello che volevo.
E’ così con le nuvole, specialmente in un cielo azzurro di fine estate: si può trovare ciò che si cerca, si può essere con loro, cioè  con i pensieri spinti un po’ alla deriva, ma abbandonati con fiducia  nel mare celeste.
E se poi c’è un angelo di pietra, come a Crociglia, vicino a Santo Stefano d’Aveto, (monumento a ricordo dei caduti della montagna), a 1500 mt ci si può affidare alla luce, all’aria fine, alle distese di erba e a quel bianco spumeggiante che corre e si scompone e ricompone come il nostro perenne vagare  esistenziale.
L’estate sta finendo, certamente ma non lo stupore della Natura che ci circonda. E se le farfalle sembrano stanche della lunga estate e le rose fioriscono meno, i cachi sono già pronti a maturare nella loro vitalità arancio, le dalie rialzano il capo anche dopo i frequenti acquazzoni di questi giorni e loro…LE NUVOLE…sono ebbre come Le bateau ivre di Rimbaud…: corrono,si uniscono, si allontanano, cercano l’essenza del cosmo e i brividi della Vita.
Noi possiamo guardarle, immergerci nel loro leggero spessore, provare una struggente dolcezza perché la Bellezza e la Felicità ci sono, ma sembrano sempre imprendibili proprio come le NUVOLE:
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LETTURE DI AGOSTO: Szymborska e Cassandra al matrimonio
pubblicato da: Mirna - 17 Agosto, 2015 @ 4:35 pm
Ho chiuso oggi la lunga ed esaustiva biografia di Wislawa Szymborska la poetessa polacca vincitrice del Nobel nel 1996. Mi ha fatto compagnia sulla terrazza dove consultavo anche le sue poesie su un altro libretto. Donna straordinaria, maestra di vita, illuminata, coerente, piena di elegante ironia.
Una Poesia particolare che devo ancora introiettare. Ma che leggerò con attenzione. Già alcuni versi mi avvincono e  rimescolano i miei gusti poetici.
Nata nel 1923 è stata la poetessa del partito comunista fin quando non ha capito di aver sbagliato. Ha vissuto modestamente, ma con grande gioia di vivere e amare. Carattere riservato, il pudore dei sentimenti pur intensi è la sua naturale condizione poetica.
“Cianfrusaglie del passato†di Anna Bikont e Johanna Szczesna, ed.Adelphi, è un lungo racconto di una vita, di un’epoca, di uno spazio vicino-lontano un po’ diverso dal nostro.
Biografia accuratissima frutto di ricerche e lunghe conversazioni con la Szymborska stessa e con quanti l’hanno frequentata, ma che conserva quella discrezione elegante che apparteneva alla poetessa.
Amava scrivere Limerick con altri amici poeti, ma soprattutto è la poetessa della consapevolezza, della “ragioneâ€, dello stupore , della gratitudine alla vita
“Questo orribile mondo non è privo di grazie,
non è senza mattini
per cui valga la pena svegliarsiâ€
Ho anche terminato il romanzo di Dorothy Baker “Cassandra al matrimonio†, Fazi editore.
Consigliato da Camilla ( che proprio oggi ha scritto un commento!)e comprato da Grazia che me l’ha prestato
Coinvolgente, interessante, forte.
Pubblicato nel 1962 ricorda l’intensità di sentimenti alla Sylvia Plath, quell’ansia distruttiva che accompagna il male di vivere.
Due gemelle identiche, Cassandra e Judith. Cassandra crede di poter vivere soltanto se in simbiosi con Judith e quando quest’ultima decide di sposarsi il dramma scoppia.
Le voci narranti delle due sorelle si alternano per cui la lettura è scorrevole e avvincente.
Ambiente intellettuale americano, alcuni  personaggi border line, dialoghi perfetti.
Che farà Cassandra per tornare a vivere con Judith e  risistemare il suo Io che sta crollando?
Sbalorditivo ma non troppo tra gemelle che il suo abito da damigella acquistato in un’altra città sia bianco ed uguale all’abito da sposa di Judith.
E poi pstfazione di Peter Cameron
Da leggere in questa fine agosto.
La vostra blogger
RIFLESSIONI DA BORZONASCA
pubblicato da: Mirna - 12 Agosto, 2015 @ 10:49 am
RIFLESSIONI BORZONASCHINE
Eh sì, ci sono giornate in cui si ha voglia di fermarsi a riflettere tanto più quando sul calendario  si confonde un giorno per un altro e ci si trova in un luogo  sospeso come i miei giardinetti.
E’ ancora caldo, ma mi sono accorta che siamo oltre la metà dell’estate.  Un giorno solo con se stessi dunque è necessario  per assaporare i bei momenti vissuti, elaborare le preoccupazioni, progettare i giorni a venire ancora caldi, ancora azzurri.
Riflettere perché siamo diventate così, cercare di capire ciò che ci piace , ciò che ci fa star bene.
Mi meraviglio per esempio  del mio rapporto con certi animaletti, un tempo avrei strillato e sarei fuggita, ora mi ritrovo a prendere in mano un piccolo geco ed ammirare la sua perfezione, a guardare una farfalla notturna che si riposa sulla parete della mansarda, ad accettare stoicamente che Mimilla giochi a palla con uno scarabeo ormai defunto quando io pensavo fosse un legnetto.
E poi il diverso approccio davanti a una giornata senza impegni.
Non panico, ma ricchezza di inventare nuove coordinate esistenziali. Piccole cose (riguarderò i due nuovi abitini comprati con Grazia; leggerò sulla terrazza ) o pensieri importanti (traslocherò?), (Stefy negli States piena di soddisfazioni artistiche)
Mi spiace ovviamente che l’amica di Recco abbia spostato la sua visita e che oggi sarò sola…ma il pomeriggio sarà una pagina bianca da dipingere (tanto per fare un po’ di retorica).
Intanto scrivo, poi leggerò,innaffierò quelle povere surfinie assetate,  assaporerò in pieno questa calda estate lasciando che il sole con la sua luce inondi tutto fino a sera quando forse nel buio voleranno stelle cadenti.
E poi qualche telefonata, qualche mail, una visitina su Facebook …questo nuovo grande palinsesto della comunicazione.
E a tal proposito, penso che  forse lo stesso blog stia diventando obsoleto: occorre tempo per leggere una paginetta e motivazioni particolari per interagire a tono. Molto più veloce il saluto, la frase riassuntiva di un momento, l’immagine in tempo reale che troviamo su FB.
E’ il nuovo modo per stare insieme, per condividere all’istante emozioni, sensazioni, pensieri.
Anche questo secolo continua, come il precedente, ad essere quello dell’ansia – come scriveva uno psicologo -. In fondo siamo sempre come Eva che vuole cogliere subito il frutto maturo per poi farlo assaggiare a chi ci piace..
LEGGERE MODIANO…DORA BRUDER
pubblicato da: Mirna - 9 Agosto, 2015 @ 10:24 am
LEGGERE MODIANO …
Leggere Patrick Modiano in questa lunga estate calda è una garanzia e un abbandonarsi al suo vagabondare nei meandri della memoria, del tempo e dello spazio.
E’ quasi rinfrescante tornare nella Parigi meno conosciuta alla ricerca di persone che hanno tutto il diritto di non essere dimenticate.  E’ quello che ci dice Modiano in DORA BRUDER, un piccolo grande romanzo pluripremiato che  lo ha reso famoso  anche in Italia un po’ prima del Nobel.
I pensieri dell’ Io narrante sono turbati ed affascinati  da un articolo di Paris Soir del 31 dicembre 1941. Trovato per caso tanti anni dopo.
“Dora Bruder, 15 anni è sparitaâ€
Abitava nei pressi di Clignancourt, un quartiere in cui chi scrive ha abitato. Ed ecco che un imperativo categorico spinge quest’uomo ormai maturo a cercare le sue tracce. Inizia un viaggio a ritroso per riportare alla luce ciò che la vita e la storia hanno cancellato.
Ritrova una foto della quindicenne e scopre che era stata mandata in un istituto cattolico, lei ebrea. Forse per salvarla dai nazisti? Siamo già in tempo di occupazione. O forse per un suo probabile carattere ribelle che ha bisogno di disciplina ferrea ?’ Quante domande si pone questo io narrante che incrocia gli stessi luoghi della ragazzina che fatalmente infine sarà catturata dai tedeschi.
Modiano non vuole far cancellare nessuno, desidera quasi dipingere un affresco di tutta l’umanità , un’umanità che è presente sempre perché per ritrovare persone ormai scomparse basta infilarsi nelle fessure del tempo quasi che egli lo vedesse sfilacciato e volesse sentirsene dentro . Certamente i meandri di Parigi sono metafora dei meandri della mente, la città  si presta alla ricerca di persone che hanno percorso le stesse strade, osservato gli stessi monumenti o addirittura visto lo stesso film.
E qui Modiano è ineguagliabile: rivede un film del 1941, “Primo appuntamentoâ€, una storia leggera, d’amore, e lui è  sicuro che anche Dora lo avrà visto, forse fantasticando di una fuga romantica? Lui sente che il film è impregnato degli sguardi degli spettatori tanto che sembra che la sostanza della pellicola sia modificata. .
Ho iniziato un altro suo libro “BIJOU†che mi cattura: qui c’è la ricerca della madre creduta morta ma che riappare sul Metro, sarà lei?  E siamo ancora nella brulicante Parigi, nelle stazioni del Metro , precisamente sul tapis roulant di Chatelet (che io ricordo perfettamente)
I viaggi, le stazioni, le rincorse, l’andirivieni della folla, ogni persona una storia, le riflessioni sulla vita, i ricordi, la propria vita. Quella donna dal cappotto giallo è sua madre? Una foto datata riporta a quel volto.
E l’osservare sempre un po’ in disparte per capire a fondo ciò che è accaduto e ciò che si rimescola dentro di sé è un timoroso partecipare agli accadimenti.
Sento che anche questa storia mi piacerà .
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LE GIOIE DELLA VILLEGGIATURA DI…MIMILLA
pubblicato da: Mirna - 3 Agosto, 2015 @ 12:40 pm
Sì, lo ammetto, mi piace trascorrere alcuni mesi in questo paese nonostante il viaggio di cinque ore rinchiusa in gabbietta. Anch’io ho voglia di aria aperta, di odori, di vedere qualcosa che non sia il solito appartamento di città .
Riconosco sempre sia le stanze che il giardinetto di Borzonasca  e soprattutto riconosco il vicino che mi piace tanto. E’ tranquillo ed ha l’orto molto più curato del nostro: terra vangata dove rotolarmi, piante di lamponi in cui nascondermi, prato profumato di maggiorana, timo e rosmarino. E poi lui mi chiama “Miciaâ€.
Invece la mia adorata Tata mi ha trovato questo nome un po’ altisonante e devo dire che un po’ mi imbarazza quando mi chiama a squarciagola  “Mimilla! Amore! Vieni a mangiare la pappa! Vieni a fare la nanna!â€
Vabbè lei mi vuole molto bene – amore reciproco s’intende – ma mi tratta un po’ da bebè.
Ed io la accontento rispondendo quasi sempre ai suoi richiami.
Lei d’altronde mi vizia: scatolette prelibate, bistecchine di pollo, salmone affumicato e poi non dimenticherò mai la sua pazienza amorevole quando mi ha risollevato dalla grande depressione della mia prima infanzia.
Così faccio buon viso a cattivo gioco. Quando passeggio a sera sui tetti del vicino e guardo la luna piena corro al suo richiamo –sono certa che vuole compagnia mentre guarda la TV – mentre io me ne starei a caccia di gechi o cavallette. E di notte gli odori sono incantevoli…
Per fortuna durante il giorno ho molta libertà , mi lascia persino aperta la porta finestra mentre lei se ne esce con la sua amica, ed allora…libertà …ricncorro grilli e lucertole, mi affilo le unghie sui tronchi o semplicemente me ne sto al sole ad osservare le farfalle e gli uccellini.
E a proposito di lucertole…se c’è lei –  la mia amata Tata – non posso giocare perché si mette a strillareâ€Â Mimilla, NO. La lucertola no†E si arma di scopa e paletta per spostare quello strano  animaletto . Però tempo fa ho conosciuto una certa Lucrezia -Lucertola furba. (Questo l’ho capito ascoltando i discorsi della Tata . non  fa che parlare di me e di libri, qualche volta anche di Stefy). Ebbene questa lucertola si è finta morta, per ben due volte… io non mi diverto se non si muove. Che gusto c’è? E lei, la mia amata Tata, a esaltare quel coso per la sua intelligenza!
Portiamo pazienza, pensate che mi ha strappato da sotto il naso un fiore che conteneva una farfallona grassa che succhiava il nettare ed era rimasto incastrata! Che goduria vederla dimenare il sederino, volevo giocare un po’, ma lei..â€NO, Mi milla, salviamola†Così butta il fiore in un angolo e quella – la farfalla- se ne vola  via alla svelta per poi ritornare più tardi a farsi beffe di me.
E stamattina? Voleva andare al mare in automobile (so che lei non guida volentieri)…ebbene un melodramma. Mi guardava con angoscia e avrebbe voluto che entrassi in casa…con una mattinata splendida di azzurro e di  verde fremente? Mi baciava come fosse l’ultima volta e poi telefona a Grazia e le dice “Se non tornassi fa da madre  a Mimilla!!!”
L’ho guardata un po’ sconcertata (lei poi ha detto che avevo uno sguardo disperato!) Ma perchè non diventa un po più ZEN come me ? Almeno Stefania ci prova.
Però, però, mi piace essere coccolata, accarezzata, pulita, baciata; mi piace parlare con Lei, la mia Tata, quasi mamma (la mia mi ha abbandonata alla nascita! Sigh) . Comunichiamo anche telepaticamente, talvolta io entro nei suoi sogni e lei entra nei miei.
E’ un amore assoluto. Altro che “La donna di Gillesâ€
Le divertenti avventure di AGATHA RAISIN di M.C.Beaton
pubblicato da: Mirna - 31 Luglio, 2015 @ 4:33 pmw
LE AVVENTURE DI AGATHA RAISIN di M.C.Beaton, ed.Astoria
Che fortuna che Grazia abbia tutta la serie di questa investigatrice dilettante , donna di mezza età con le le caratteristiche delle persone normali, pregi e difetti.
La casa editrice Astoria sta pubblicando con successo romanzi di scrittrici inglesi . Questi libretti rossi sono diventati sinonimo di intrattenimento gradevole. Scrittura buona, storie intriganti.
Alla fine ci saranno 25 romanzi su Agatha, ma per ora sto leggendo in ordine le sue prime avventure e devo confessare che mi piacciono tutte per quel certo non so che di leggero e di consolatorio. Come avrei fatto a superare i caldissimi pomeriggi di luglio senza tuffarmi nella campagna  inglese, precisamente a Carsely nei Cotswolds? Paesaggi  riportati dai dipinti di Constable e Gainsborough e che fanno parte del mio immaginario o meglio del mio universo parallelo, quello dove avrei voluto vivere – in England. –  Ma il bello è che Agatha stessa vede il villaggio dove si è rintanata dopo una precoce pensione ancora come il desiderio di esso e non come il raggiungimento del suo sogno.
Agatha  paradigma della self made woman , della donna libera che ha ancora voglia di vivere e di amare.
E poi ci sono le storie “gialle†da risolvere. Quanti omicidi  avvengono nei villaggi inglesiâ€dove  vivevano anche  Miss Marple, Poirot, Barnaby ,Jack Frost ,sembra  proprio che la quiete campagnola solleciti intrighi ed assassini.
Così ci ritroviamo con un “Veterinario crudeleâ€, con una “Giardiniera inavasata†con una “Strega…†Un mago…, Una fonte…insomma leggere queste storie è fare un viaggio tra le debolezze e le meschinità di taluni e la bontà e luminosità di altri. Come non pensare alla signora Bloxy la saggia e generosa moglie del pastore ?
In questo genere letterario oltre che alla trama mistery ci piace ritrovare gli stessi personaggi, gli stessi ambienti.
Berci una birra e un gin tonic al pub Leone Rosso o andare in Canonica con le Dame di Carsely, qualche volta fare un salto a Londra per incontrare il giovane ambizioso ed ambiguo Roy, ex dipendente di Agatha.
E che dire di  Bill Wong  il dolce poliziotto euroasiatico che ammira Agatha nonostante il suo carattere difficile?
E poi ci sono i suoi due gatti…ogni cottage inglese deve averne  almeno uno.
Ed infine il suo amore tormentato e altalenante  per il bel  vicino di casa James Lacey. Anch’egli ultracinquantenne ed ovviamente con il suo modus vivendi.
Amano investigare insieme, hanno ceduto alla passione, si piacciono, ma bisticciano e  spesso si ritirano nella loro sfera privata, soprattutto lui…
Perché leggerli?
Perchè divertono, ci fanno sentire in compagnia di personaggi simili a noi, perché c’è sempre quella suspence investigativa, e perché in estate abbiamo voglia di viaggiare senza muoverci!
Sarebbe raccomandabili leggerli in sequenza come la preziosa Grazia mi sta facendo fare:
Iniziate con “La quiche letale 
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LE CRONACHE DI BORZONASCA DOPO IL GRAN CALDO
pubblicato da: Mirna - 28 Luglio, 2015 @ 10:05 am
LE CRONACHE DII BORZONASCA… DOPO
Si respira un po’ di più stamattina: l’aria è frizzantina e il cielo sembra promettere meno afa. Anche ieri sera sulla terrazza ci siamo godute un crepuscolo chiaro di luna crescente, addirittura con lo scialle sulle spalle.
Mi ritrovo un po’ più di energia sia per la temperatura accettabile sia anche per il riappropriarmi della casa  per il momento di nuovo vuota: Stefania è  in volo per gli States, il nostro giovane amico trentino venutoci a trovare in…bicicletta è già ripartito.
Che cosa  c’è di più congeniale per una blogger se non quello di scrivere appena alzata con i pensieri ancora nebulosi ma vagamente e forse più acutamente ricettivi, pronti a delinearsi  per ripercorrere i giorni passati e per riflettere sul presente?
Un’altra fetta di estate è stata caratterizzata dal caldo feroce che ci lasciava storditi e abbacinati di luce, sole, sensazioni sfilacciate. In un certo senso ci scusava della mancanza di operosità . Tutta la nostra energia rivolta alla sopravvivenza e alla difesa dal caldo…al mattino presto potevo fare una breve passeggiata, poi un rapido caffè al bar per poi risalire con Grazia sulla terrazza ancora in ombra. E poi rifugio in cucina ancora fresca e ore ore distesa a leggere sul mio letto blu. Anche Mimilla lasciava la scaletta cocente e si rifugiava in fondo ai miei piedi o sul pianoforte..
Dopo le 17.00 mi affacciavo alla terrazza ancora bollente per via del montaliano “rovente muro d’orto†ma  dovevo aspettare ancora un’oretta per riprendere qualche attività , le chiacchiere con il vicino, la cura delle surfinie, lavoretti vari. Ma l’attività  meno faticosa e la più gradevole rimane sempre la lettura. Sto leggendo tutti i romanzetti di Agatha Raisin, leggeri, accattivanti, deliziosi. Sfoglio la biografia della poetessa polacca premio nobel Wislawa Szymborska e pregusto altri romanzi ben impilati sul cassettone.
Racchiuderò questo mese di luglio languido, sereno nel mio personale album della vita senza dimenticare le passeggiate che siamo riuscite a fare, le tre brevi mattinate al mare dentro l’acqua, la pizza con Grazia, il pesce da Luchin con Stefania, le conversazioni, le telefonate con gli  amici alle prese anch’essi con il loro Luglio.
Ed ora un leggero cambiamento, già si percepisce nelle giornate più corte, nella luce fragrante del mezzogiorno e i nuovi pensieri si accompagneranno ad altri piccoli e grandi accadimenti.
Un po’ di solitudine produttiva non fa che accompagnare il fluire della nostra vita che può essere placida se possiamo o lo desideriamo.
VIVIANE ELISABETH FAUVILLE di Julia Deck, ed. Adelphi
pubblicato da: Mirna - 25 Luglio, 2015 @ 4:15 pm
Un bel racconto noir, opera prima di una giovane francese. L’ha scoperto Grazia nella sua libreria di Camogli e me lo ha prestato assieme a tanti altri libri.
Ancora letteratura femminile che a me piace perchè sempre il narrare femminile è profondo, complesso, acceso di mille sfumature.
Molto moderno e interessante il modo di scrivere di Julia Deck che inizia il racconto  dal tempo presente in cui il narratore si rivolge alla protagonista “fermata†in una scena memorabile: nella stanza vuota , sopra una sedia a dondolo mentre culla una neonata. Sappiamo da subito del malessere di Viviane Elisabeth scissa , come i due nomi che porta, in due dimensioni della realtà .
Ha quarantadue anni, un lavoro prestigioso, si è appena separata dopo  la nascita della sua bambina ed ora deve far fronte a una situazione complicata. Ha bisogno di pensare e nello stesso tempo di agire.
E’ appena stato ucciso il suo psicoanalista e lei cerca di far riaffiorare alla memoria che vaga tra passato e presente la sua ultima seduta con lui. Che cosa si erano detti?  Sempre le solite cose e cioè che lei doveva capire a fondo l’ origine del suo malessere e di quei  terribili improvvisi mancamenti?
Ovviamente anche lei sarà interrogata dalla polizia, ma le risposte che dà appaiono confuse all’ispettore  – che assomiglia a Yul Brinner –  e a lei stessa.
“Ci troviamo con questa bambina in braccio e ci chiediamo da dove sia spuntata†inizia il sesto capitolo, in una sorta di io collettivo o di doppia personalità per poi giungere  ad un io narrante determinato che vuole andare a fondo da sola all’omicidio del terapeuta. Riesce a conoscere le persone legate all’assassinato e si presenta talvolta come Elisabeth, altre come Viviane.
Si vuole sapere che cosa è veramente successo, perché Viviane Elisabeth sta così male. Si vuole conoscere il rapporto con il marito, con la madre che ogni tanto ritorna nelle sue frasi e nei suoi pensieri. (Beh, la madre c’entra sempre nei casi di turbamenti psicologici!!!)
La lettura mi cattura, lo leggo in un pomeriggio. Adoro i “gialliâ€, la psicoanalisi, la “follia†come unica ancora di salvezza.
Grazia ed io lo consigliamo caldamente!
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STRANE CREATURE di Tracy Chevalier
pubblicato da: Mirna - 18 Luglio, 2015 @ 6:55 am
STRANE CREATURE di Tracy Chevalier, ed. Neri Pozza
Un’estate torrida? Andate nel Dorsetshire, precisamente a Lyme Regis e passeggiate sulla spiaggia piena di rocce e di temperature più che fresche. Come?
Leggendo l’ultimo romanzo di Tracy Chevalier, l’autrice de “La ragazza con l’orecchino di perlaâ€.
Anche in questo bel racconto siamo in un’epoca diversa dalla nostra e conosciamo personaggi particolari realmente esistiti.
Siamo nella prima metà dell’Ottocento ed entriamo nel mondo di una creatura speciale, a remarquable creature, Mary Anning che si stacca da ogni catalogazione sociale. Figlia di un ebanista pieno di debiti cresce nell’insicurezza economica.   E’ sopravvissuta ancora poppante ad un fulmine che invece  colpì a morte le due ragazze accanto a lei diventando (forse per questo evento?) una bambina vivacissima  e attenta. <Si appassiona alla raccolta di fossili  che pullulano sulle costa di Lyme Regis. Anzi la sua vita sarà dedicata alla ricerca dei fantastici “ciottoliâ€, come li chiamava lei, fino alla scoperta del cranio del primo ittiosauro vissuto migliaia di anni fa. Creatura libera, strana come le creature imprigionate nella roccia che lei scopre e fa “rivivere†, darà con le sue scoperte una svolta importante negli studi sull’evoluzione della specie.
Mary conosce un’altra donna, un po’ strana come lei perché  dissociata anch’essa  dal modus vivendi delle donne dell’epoca. Elizabeth Philpot giunta con sue due sorelle nel piccolo paese marittimo ama la ricerca dei fossili di pesce. Non le interessa il matrimonio come unica possibilità di realizzazione della donna, si sente orgogliosa del suo status di donna sola, libera e istruita.
Tra lei e Mary è nasce dunque un’amicizia complice e profonda che le porterà a vivere ugualmente con soddisfazione la loro vita di ricerca e conoscenza scientifiche non assoggettandosi alle ottuse convenzioni dell’epoca.
Un racconto avvincente che piacerà soprattutto a chi ama letture interessanti e meticolose.
Si scopre lentamente insieme a Mary e ad Elizabeth nientemeno che l’ittiosauro e il plesiosauro dal lungo collo e ti viene voglia di vedere il loro scheletro pietrificato nel Museo londinese di Scienze naturali. E scoprire ancor di più di queste donne pioniere che hanno dedicato la loro vita a cercare sulle coste spazzate dal vento del Dorsetshire il mistero delle origini del nostro mondo.
Grazie RINA di questo be l regalo. Ha rinfrescato questi giorni torridi facendomi “viaggiare†nel tempo e nello spazio .
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