LA DAMIGELLA SCONOSCIUTA di Margaret Forster, edizioni e/o
pubblicato da: Mirna - 9 Dicembre, 2015 @ 2:46 pmUn bel racconto che piacerà sicuramente agli amanti dei tortuosi cammini della psiche.
Non per niente la protagonista è diventata una psicoterapeuta.
Ma perchè?
E qui sta la spiegazione: Julia si sente una sconosciuta persino per se stessa. E non soltanto da quando bambina fece da damigella alle prime nozze della sua splendida cugina Iris – e in una foto pubblicata anni dopo da una rivista in cerca della moda di quegli anni lei non viene nominata bensì chiamata proprio “damigella sconosciuta” – ma da sempre. In lei sembra che esistano due personalità , forse il racconto potrebbe chiamarsi “Due damigelle sconosciute”?
E dunque Julia lentamente sembra ritrovarsi nelle sue pazienti, ragazzine a rischio: il suo passato di adolescente tormentata si intreccia con il presente. Si ritrova dunque in queste sofferenti ragazzine che rubano, che fuggono, che fanno del male senza volere o volendo a bambini ancora più piccoli.
Un senso di colpa cosmico sembra andare di pari passo con la vita di Julia che obbedisce senza ribellioni ad una madre severa ed anaffettiva, che studia e spia la vita della cugina Iris bellissima e dolce, che cerca di combattere la figlia di quest’ultima in una sorta di battaglia per l’affermazione del sè, forse mai conquistata.
Il suo è un passato irrisolto ma che lascia spazio alla speranza che non tutto ciò che viviamo dentro di noi è come noi crediamo che sia.
Un romanzo che cattura ed affascina per quel tanto di ambivalente  che rimane sospeso nella vita di Julia e chissà …forse anche nella nostra.
Forster Margaret – Biografie scrittori, poeti, artisti – Wuz.it
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NON SOLO …SELFIE
pubblicato da: Mirna - 7 Dicembre, 2015 @ 5:57 pmAmmetto, mi è sempre piaciuto  fare i selfie ancor prima che divenissero così à la mode.
Da sempre ho cercato di catturare immagini di viaggi, sensazioni , momenti interessanti e felici con obsolete macchinette fotografiche, appoggiandole su muri, automobili o  appendendole  ai rami degli alberi come ho fatto per questa con Mimilla.
Certo il paesaggio e le opere d’arte  erano importanti per  me:  Notre Dame , Carnaby Street,  Canterbury, le orchidee di Madeira,  la spiaggia viola di Dakar al tramonto, le colonne minoiche di Cnosso;  pure certe persone mi intrigavano e animali e fiori.  Ma dovevo poi  tuffarmi anch’io…dentro quello spazio e quel momento.
Durante le mie passeggiate lungo i fiumi, in città , altrove  o al mattino quando dalla finestra della cucina  osservo il giorno che si apre tutto mi cattura e tutto vorrei fermare in immagini gemelle di quelle che mi rimarranno impresse nei pensieri.
Se non posso arrampicarmi sul davanzale col piccione Fernando tutto tronfio, ma bello e lucido e senza nessuna paura di me posso però fotografarlo e ridere della sua prepotenza obbligata.
Ha sì mangiato le briciole che avevo lasciato per i passerotti,  ma  devo perdonarlo pensando che anche lui ha appetito.
Selfie lungo l’Adige… ma poi vedo due cani che corrono sotto le linee di luce, la loro amica umana si siede ed uno di loro si abbevera. Come non catturare un momento di quiete Zen?
E poi c’è la chiesetta che mi appare dal vicoletto ed allora la mia macchinetta rossa che sta andando a pezzi si mette all’opera.
Quanti momenti speciali e non solo…selfie!
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Riscoprire Ionesco e il Teatro dell’Assurdo
pubblicato da: Mirna - 5 Dicembre, 2015 @ 6:12 pmIn questi tempi assurdi, incontrollabili, deflagranti possiamo aggrapparci alla Cultura  e ripercorrere  gli  scritti degli antesignani di questa situazione che ci sembra incontrollabile. Aggrappiamoci dunque anche  all’Arte come conforto e “occhio premonitore” . “Il senso dell’assurdo” già scriveva Sartre nel 1942 – tempo di guerra feroce – ” è il divorzio fra uomo e la sua vita”
Samuel Beckett a Eugéne Ionesco negli anni Cinquanta aggrediscono il “vuoto” del linguaggio comune mettendo in scena pièces teatrali fatte di parole limitate dalla paura della retorica verbale. E sottolineando l’assurdità della condizione  umana  “attirata dal gorgo del nulla”.
Il rumeno Ionesco ci regala così opere deliranti ed esilaranti e un po’ agghiaccianti  che ci fanno però riflettere sui triti luoghi comuni, su ciò che può essere e non essere. La realtà che si spezza in non-sense.
E’ ciò che  ieri ci ha spiegato chiaramente  Antonia Dalpiaz  all’Associazione Culturale  Rosmini.
Interessante incontro che si amplierà il 18 dicembre, nella stessa sede, sempre alle ore 17.00.
Letture da La cantatrice calva, e da Delirio a due. interpretati magistralmente dai nostri Alfonso Masi, Ester D’Amato, Â Mariabruna Fait, Beatrice Ricci, Vito Basiliana. Fiorenzo Pojer.
Riassunto:
Godibilissimo.
Da non perdere il prossimo incontro con  La lezione
- La Leçon. Questo “dramma comicoâ€, così come Ionesco stesso ebbe a chiamare la sua opera in modo volontariamente paradossale, sorprese per l’illogicità e per i giochi sul linguaggio che la contraddistinguono: non vi si ritrova il funzionamento tradizionale dell’azione, non è condotta secondo una progressione calcolata, non comporta cambiamenti improvvisi, né nuovi sviluppi e non conduce a un epilogo coerente.
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LIBRINCONTRI per parlare di Alpinismo interiore con Andrea Bianchi
pubblicato da: Mirna - 26 Novembre, 2015 @ 8:47 amIl libretto di Andrea Bianchi “La Vetta interiore. Un’interpretazione alpina degli Yogasutra di Patanjeli” è un concentrato di saggezza su cui disquisire e riflettere. E’ ciò che abbiamo fatto lunedì scorso al bar Galileo durante il nostro LibrIncontri.
I sutra che Andrea cita sono colture di pensieri profondi e il parallelismo con salita verso la vetta e ricerca interiore è sicuramente intrigante. Alpinismo e Yoga. Si sale per scendere in una “speleologia interiore”. Affascinante quante sfaccettature esistano nel provare a capire noi stessi e la Vita.
Siamo attorno ai tavolini del Bar Galileo dove Bradi ci vizia offrendoci anche cioccolatini e dolcetti mentre Erika che sta uscendo per andare a fare la sua ora di Yoga ci dice che il libro di Andrea l’ha conquistata sin dal primo sutra
” Finchè non c’è salita vera, e con essa la fatica, il tuo procedere sembra mosso dal caso, e il passo è distratto. Finchè non c’è sforzo, non è richiesta finalità “
Ci si può soffermare per ore e accendere riflessioni e così da un primo commento  sommesso tutti noi del gruppo-lettura ci siamo infervorati in un crescendo di opinioni e pensieri.
Se soltanto da alcune righe siamo avvinti, figuriamoci da tutto il resto interpretato e scritto  da Andrea.
Ci dice che Patanjali si può paragonare a un Omero indiano  perchè il suo pensiero iniziò a diffondersi oralmente. Ma diversamente dall’aedo greco che narrava le vicende di Troia e degli Achei  Patanjali con i suoi sutra voleva offrire all’uomo ” una vera la liberazione dalla sofferenza insita nella propria condizione umana e materiale, non attraverso la sola conoscenza metafisica, ma anche per mezzo di una vera e propria tecnica psicofisica..”
Non è quello che tutti noi cerchiamo? Il consiglio sembrerebbe che immergersi  nella Natura e fermarsi a meditare sulla Vita, sulla Memoria e soprattutto sulla Consapevolezza favorirebbe la serenità .
Un piccolo tesoro questo libro,  da centellinare. Lo si può trovare al bar Galileo e presso le Librerie Benigni, Artigianelli, Ubik e Disertori.
DIRITTI ACQUISITI E …ADATTABILITA CONGENITA
pubblicato da: Mirna - 24 Novembre, 2015 @ 8:06 amLa CASA: per noi occidentali un diritto acquisito. Perciò se questa si impenna, si impolvera, si squarcia ci sentiamo traballanti e indifesi. E ciò  che mi sta accadendo in questi giorni: tubi dell’acqua e  del riscaldamento da sostituire, soffitti da pennellare e mattonelle che stanno franando da sostituire. Tutto insieme?
Certamente. Anche l’intasamento del lavello della cucina.
Allora il nido sicuro, la barca al di sopra dei flutti  si sfalda. Non possiamo sdraiarci sul divano con gatta calda e libro bello perchè intorno a noi ci sono calcinacci, polvere e confini insicuri. Dalla cucina posso arrivare arrampicandomi  – o meglio lo potrebbe  Mimilla se volesse –  allo studio degli Avvocati Riuniti del  piano superiore.
Corro avanti e indietro ad aprire la porta per idraulici canterini e specializzati come chirurghi (hanno strumenti sofisticati , bombole, forbici che sembrano forcipi, tubi, idrovore) e rimango attonita a farmi ricoprire di polvere bianca.
Ma per non soccombere passivamente, mi attivo e  fotografo curiosa le scintille che escono dal buco tra cucina e studiolo, i due giovanottoni e li  ascolto  mentre uno fischietta La vie en rose e l’altro  Lucean le stelle .
Mi adatto dunque, anche perchè… ed è inutile far della retorica c’è chi la casa proprio non ce l’ha. Perciò basta stare al coperto e al calduccio .
Le amiche mi chiedono esterrefatte  come faccio a sopravvivere senza disperarmi : proprio per quell’adattabilità congenita avuta in eredità da nonna Bianca che da agiata possidente si ritrovò presto dopo la guerra vedova  a sostenere la famiglia. Non posso dirvi come…però talvolta …qualche piccione strangolato …così con le sue manine paffute… arrivava sul desco, e  tanto altro che fa parte della nostra storia … Ma è soprattutto il suo senso dell’umorismo che mi fa accettare con ironia gli eventi risolvibili. “L’è pez na fevra e po’  murir” E’ peggio una febbre e poi morire, diceva.
E in questi giorni di terrore che sarà mai avere pietrisco sui pavimenti, la gatta ansiosa, l’idea che i lavori non termineranno mai, qualche mattonella che si stacca  e ti arriva in testa mentre fai il bagno?
Lavori in corso ancora che sembrano infiniti, il tubo ricoprente gli altri tubi non è  della misura giusta…ma lo si recupera. Sporge però ed allora si livella. E se continua a “nevicare” intonaco dal soffitto (questo è un altro punto) basta prendere un aspirapolvere, mi ha detto il pittore, e aspirapolverare. Non ho capito se devo farlo io….forse.
Intanto i vetri diventano sempre più opachi e persino la mia gatta nera mi sembra impolverata…ho deciso :  mi lascio “naufragare in questo mare” aspettando l’ancora di salvataggio,  cioè la benedetta fine dei lavori. Ed intanto leggo, scrivo, riesco a partecipare al nostro frizzante LibrIncontri e… respiro profondamente . OM OM OM
LA VETTA INTERIORE di Andrea Bianchi
pubblicato da: Mirna - 19 Novembre, 2015 @ 11:44 pmUn’interpretazione alpina degli Yogasutra di Patanjali
Andrea Bianchi, titolare dello studio di comunicazione creativa d’impresa Etymo è fondatore ed editore del magazine on line MountainBlog.
E’ scrittore e accademico del GISM, editore, giornalista ingegnere.
E’ soprattutto una persona che continua la sua ricerca interiore e che ha trovato nella sua passione di scalare le montagne un parallelismo con il salire verso il punto di contemplazione, di “ascolto perfetto” per provare, anche se per pochi attimi, quella sensazione unica di sentirsi parte del cosmo, di respirare insieme al respiro dell’universo.
Io non sono un’alpinista e conosco soltanto un poco la dottrina yoga, ma certamente in me c’è  il desiderio di trovare il “filo invisibile di verità e poesia” per giungere al superamento delle sofferenze insite nella nostra condizione e condizionamento umani.
Conoscere per liberarsi, per sollevarsi.
I sutra dello Yogasutra, aforisimi, versi, sono la base della filosofia e tecnica dello yoga.  Si attua un’indagine completa perchè oltre che nella mente si lavora anche sul proprio corpo. La meta finale è la conoscenza universale ed una vetta interiore che si raggiunge attraverso gradini, passi talvolta facili talvolta difficili o addirittura pericolosi.
L’analogia con lo scalare una montagna con la sua  fatica di raggiungere un luogo , il più alto, è senz’altro pertinente con la soddisfazione di sapere che man mano che si procede nel nostro cammino esistenziale  ci si illumina di consapevolezza su ciò che potremmo e potremo fare.
Parliamo dunque di viaggio spirituale e Andrea Bianchi ci prende per mano e ci fa “salire” con gli occhi e il cuore aperti, interpretando per noi in modo chiaro i versi degli Yogasutra di Patanjali.
Il primo passo fatto  è quando volgi lo sguardo verso l’alto perchè dall’alto viene la luce, l’illuminazione .
La fatica che si fa e si farà richiede ovviamente  uno scopo: la conoscenza.  Ma il consiglio principale è di essere sempre immersi nel momento, di essere consapevoli di ciò che si sta facendo.
La vetta che si intravede è il traguardo; già si percepisce solo contemplandola che lassù ci sarà la quiete. La vetta appare e riappare come il ricordo di un desiderio primigenio, quello puro ed entusiasta del bambino.  Desiderio di quella contemplazione mistica di sentirsi in alto in simbiosi con il Tutto , in ascolto della musica del cosmo (come Dante sentì in Paradiso); insomma ritrovare “il punto di ascolto perfetto” che già Andrea Bianchi – nel suo esercitare un alpinismo anche interiore – ha trovato.
Vi aspetto dunque lunedì 23 novembre, alle ore 17.00 al bar Galileo . Ci sarà Andrea che ci parlerà di questo  suo particolare  lavoro e noi potremo fargli domande.
Vi aspetto , portate anche alcuni amici. so che l’argomento è  speciale e  interessante
CHE RAGAZZA di Cathleen Shine, Mondadori
pubblicato da: Mirna - 17 Novembre, 2015 @ 8:33 amLeggere questa autrice americana è come ascoltare una canzone. Scrittura chiara , corretta, frizzante e sempre evocativa di nostalgie di ciò che è stato o che poteva essere. Senza mai far mancare un pizzico di umorismo leggero.
Anche questa storia è accattivante, un racconto “vintage” viene definito perchè si svolge nei mitici anni Sessanta tra canzoni dei Beatles, nuove conquiste sociali, nuovo modo di pensare.
Lady & Fin è il titolo originale: oltre alla stravagante Lady c’è il  co-protagonista che la osserva incantato. Lady è bellissima, giovane, piena di pretendenti, ma scappa dall’altare.
Vuole essere libera di vivere a modo suo, ma nello stesso tempo non sa esattamente ciò che vuole. Sicuramente vivere a Capri, l’isola incantata dove la vita è dolce e tutto sembra possibile e lasciare a New York i tre spasimanti che la amano.
Fin il suo giovanissimo fratellastro rimasto orfano è ora accudito con amore da lei. Anzi si dice di lui che è il figlio che vorrebbe ma non vuole  avere.
Insieme si divertono, dividono storie e casa, condividono pensieri e desideri.
E’ il tempo della conquista dei nuovo diritti civili, dell’osteggiata guerra in Vietnam, ma è anche la ricerca della propria felicità .
Lady incarna a modo suo questa ventata di ottimismo e sfrenata voglia di vivere. Soprattutto, lei dice, voglio divertirmi.
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GLI ANNI DELLA LEGGEREZZA di Elizabeth Jane Howard, Fazi ed.
pubblicato da: Mirna - 12 Novembre, 2015 @ 8:29 amPer chi ha amato la scrittrice inglese Elizabeth J. Howard de Il lungo sguardo (v.archivio) non può  non “tuffarsi” in questa saga familiare di cui Gli anni della leggerezza sono la prima parte.
Entriamo dunque nella famiglia Cazalet negli anni 1937 e 1938 e soprattutto nelle lunghe estati trascorse nella loro residenza di campagna dove i capostipiti, il generale William e la moglie Kathy vivono tutto l’anno. Con  loro abita  anche l’unica femmina,  la trentottenne Rachel, non sposata, donna buona e altruista che ama platonicamente la sua amica Sid.
I personaggi Cazalet sono tanti : i tre figli maschi Hugh, Edward e Rupert con rispettive mogli e tanti figli, ma non solo :  la scrittrice,  antesignana nel ricercare la vita anche della servitù (prima del famoso Downton Abbey o Gosord Park)  descrive abitudini, sentimenti, peculiarità di cuoche, cameriere, tate, istitutrici.
Ma soprattutto sono i bambini e i ragazzi il centro pulsante della storia. In essi vengono catalizzati gli umori, le preoccupazioni degli adulti e l’ansia del momento storico  in bilico tra la pace e la guerra.
L’estate poi è la stagione dove tutto sembra ribaltarsi, c’è il tempo ozioso e dilatato del porsi domande e dei probabili cambiamenti.
Edward, libertino e sicuro di sè, tradisce la moglie Viola che per il matrimonio aveva rinunciato alla sua carriera artistica ed ora amaramente si rende conto di non aver fatto la cosa giusta.
Hugh e Sybil sono invece una coppia affiatata, forse troppo, tanto che tra loro ci sono le combats de generositè: per far piacere all’altro si fanno cose che forse l’altro accetta soltanto per non dispiacere chi la propone.
Rupert, rimasto vedovo con due figli, ha sposato Zoe bellissima e giovane che proprio durante l’estate del 1938 riuscirà a maturare grazie o per colpa di un avvenimento improvviso.
Ma come dicevo sono i ragazzi, dai più grandi  Teddy e Louise, Polly, Clary a spingere e definire una società che sta cambiando.
La saga dei Cazalet è un romanzo ricco, pieno di  piccoli segreti, di puntuali osservazioni sulle persone : donne con ancora il retaggio vittoriano che il sesso è solo un  dovere spiacevole, uomini che devono scegliere tra la solidità familiare e il desiderio di libertà , ragazzine piene di idee, aspirazioni, tormenti, angosce.
Da leggere con piacere, è un libro che fa compagnia per alcune settimane e da cui non vorresti separarti. Questa prima parte si chiude con l’istitutrice Milliment,  anziana e povera in canna,  che è riuscita a godere un po’ di tempo nella tenuta di campagna dei Cazalet. Dopo l’annuncio , che noi sappiamo effimero, della pace tra Inghilterra e Germania, anch’essa come gli altri si lascia trasportare dal sollievo e a pensare a un nuovo inizio.
La saga dei Cazalet è il successo maggiore della Howard con un milione di copie vendute. Aspettiamo dunque che Fazi editore pubblichi presto la seconda parte.
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DOLCE NOVEMBRE
pubblicato da: Mirna - 9 Novembre, 2015 @ 11:13 amTra un libro e l’altro, tra uno stress e l’altro (vedi muri rotti in casa con surplus di lavello intasato) che fare in questa dolce estate di San Martino? Incontrare le amiche,  passeggiare lungo i fiumi, osservare, tuffarsi nei colori. Immergersi nella Natura e respirare  la Vita riconoscenti di avere la capacità di apprezzarla.
Così una mattinata splendida si può andare al Grand Hotel per incontrare Laura  e Isabella  e  bere un  buon caffè, poi salire sulla terrazza inondata di luce ed ammirare Trento che ci circonda,  amichevole, serena un po’ algida nella sua trasparenza nordica.
Invece nel pomeriggio lo scalpiccio delle foglie d’oro e rosse mi attraggono lungo i fiumi placidi . Tutto sembra sereno nei passi che si susseguono ritmici tra chiazze di sole . Raccolgo foglie e catturo ogni istante intenso con la solita macchinetta fotografica.
Intanto vedo sfrecciare la ciclista dalla giacca di pile giallo. La noto da tempo: ha occhiali alla Tazio Nuvolari, anche lei ama i fiumi, sul Lungo Fersina o sul Lungo Adige ella pedala con concentrazione quasi immemore della realtà circostante. E’ una figurina amica, ormai.
Chissà se mi nota anche lei. Io raccolgo le foglie,  bacche, ultimi fiori, fotografo uccelli che immancabilmente mi sfuggono, riflessi di luce sull’acqua, me stessa felice del mio momento d’essere appieno lì, sotto il sole.
E cammino veloce per non farmi raggiungere dalle ombre precoci del pomeriggio autunnale,. assaporando ogni istante di odori novembrini, tenendo fermo per qualche istante il tempo che fugge e che voglio sentire amico.
La strada già immersa nell’ombra mi regala però un ultimo punto di sole mentre una figurina si allontana risoluta verso la sua casa, i suoi amici, chissà le sue speranze e i suoi progetti.
Lo notate l’alberello giallo  illuminato dagli ultimi raggi ?
Anch’io mi avvio verso casa, pregustando a cup of tea e naturalmente un buon libro di cui vi parlerò fra breve,.
I consigli del Gruppo-Lettura
pubblicato da: Mirna - 30 Ottobre, 2015 @ 3:42 pmEd ecco cari amici ciò che è emerso  durante il nostro primo LibrIncontri  al Bar Galileo. Titoli su titoli, consigli, curiosità , nuove prospettive.
Un club letterario e amicale  a tutti gli effetti.
Scrive  Mario Vargas Llosa “La letteratura è una rappresentazione fallace della vita che tuttavia, ci aiuta a capirla meglio a orientarci in quel labirinto in cui nasciamo, viviamo e moriamo”
Nessuna meraviglia dunque se Giovanni ha voluto conoscere meglio Italo Calvino
 Il cavaliere inesistente, Il barone rampante, Il visconte dimezzato dove ritroviamo il sottile filo esistenziale che ricompone le parti separate e diverse dell’essere umano. Da rileggere sicuramente per evasione, meditazione, riflessione.
Ognuno spazia in generi diversi a seconda dei gusti e degli interessi. Conosciamo la passione di Andrea per lo Yoga. Ci consiglia infatti
Tecniche Dello Yoga – Eliade Mircea – Bollati Boringhieri –  “Si tratta di una dettagliata indagine sul mondo ideale indiano che ha visto sorgere la prassi dei diversi Yoga, fornendo a essa di volta in volta spessore di premesse metafisiche e articolate riflessioni di ordine psicologico e metodologico. Frutto della diretta esperienza del mondo e della cultura indiana che il giovanissimo Eliade fece a partire dal 1928, sotto la guida del grande poeta e storico del pensiero indiano Surendranath Dasgupta, “Tecniche dello Yoga” espone la specificità della filosofia yogica, secondo la quale per raggiungere il distacco dal mondo occorre praticare una serie di discipline psicofisiche che permettano di arrivare alla concentrazione e alla contemplazione nei suoi diversi stati.”
E poi: “Mestiere di scrivere” esercizi di scrittura creativa spiegate da “un artigiano della parola” quale Raymond Carver (Einaudi)
“Il filo d’oro” di Ewan Clayton la storia della scrittura, quindi la nostra Storia.( Bollati Boringhieri )
Sociologia, storia, psicologia, curiosità , narrazione.
Italia yes Italia no. “Che cosa capisci del nostro paese quando vai a vivere a Londra “- Soffici Caterina –  Feltrinelli –
E ha scoperto cosa significa veramente vivere in un paese che sembra possedere tutto quello che a noi manca: serietà , organizzazione, buona educazione, apertura verso il mondo e chi più ne ha più ne metta. “Londra non è meglio dell’Italia. Ma a Londra io ho trovato che si  vive peggio ma si sta meglio. Perché è un posto normale. È l’Italia a non esserlo più”.