LIBRI DI DONNE. DONNE E LIBRI…E il nuovo romanzo di Beatrice Masini
pubblicato da: Mirna - 18 Maggio, 2016 @ 6:58 amCome scrive Maria Teresa il nostro incontro con Paola Azzolini e Maria Cannata, le amiche scrittrici di Verona, è stato all’insegna della spontaneità e dello stare insieme con simpatia e piacere. Abbiamo ascoltato con interesse la spiegazione del lavoro compiuto da Paola  tra una biblioteca e un archivio per regalarci un epistolario interessante. Tutti siamo “entrati” in quegli anni del nostro Risorgimento, i fatidici 1848- 1849 e allo stesso tempo ci siamo avvicinati a questa giovane donna, Ottavia Arici, moderna, appassionata, viva.  E perchè non ricordare il poeta Aleardo Aleardi che qualcuno di noi ha anche incontrato su qualche lontana antologia scolastica?
Insomma mi ritrovo, come spesso mi accade, a leggere libri di donne che parlano di donne. Letture sempre per me avvincenti e naturalmente confacenti alle mie aspettative.
Ieri ho visto in libreria  una nuova biografia di Lyndall Gordon che insegna letteratura  inglese a Oxford “Charlotte Bronte” Una vita appassionata”.
Potevo non appropriarmene?  Quando giovanissima  mi ero identificata ( e non solo io)  con la sua eroina Jane Eyre ?  Già dalle prime pagine so che è un altro mio libro, perchè anche nella vittoriana Charlotte c’era il desiderio di “crescere”. E il desiderio di dar voce alle sue esperienze interiori. Grazie alla scrittura Charlotte riesce a dare un’immagine completa di sè, anzi quasi ribaltata: non era  l’insipida ragazza vittoriana , ruolo al quale doveva attenersi, ma una donna ,  oggi diremmo proto- femminista, intelligentissima, focosa e lucida.
La scrittura dunque, le parole scritte per ampliare e svelare le nostre vite. Quanta importanza  dobbiamo dare a lettere, diari, racconti per capire la vita particolare e generale.
Anche Beatrice Masini, l’autrice di ” Tentativi di botanica degli affetti”sa che ogni parola pesa.
Nel suo ultimo romanzo ” I nomi che diamo alle cose” propone personaggi che scrivono e che desiderano tornare alla parole semplici, elementari, vere. Ci vuole  coraggio per dire le cose come stanno.Per ritrovarsi in una storia basta un pensiero condiviso come quello del Tempo da dilatare, assaporare;  festeggiare anche i giorni comuni, lasciare libero il Tempo. Dunque anche questo è un libro mio
Ma non solo perchè in queste pagine, mentre si racconta la storia di tante donne, c’è il rapporto con la Natura, una natura che, come dice la Masini, è lo specchio dell’uomo, il suo riverbero, bensì anche perchè c’è il desiderio di conoscersi e capire fino in fondo gli accadimenti.
Che piacere lasciare la città caotica e ritrovarsi in una casa cantoniera accanto al lago.  Questo succede ad Anna, scrittrice, che riceve in eredità questa piccola casa dalla famosa scrittrice per l’infanzia Iride Baldini. Lei la accetta, l’ha conosciuta appena, ha scritto su di lei, ma ha proprio bisogno di un angolo lontano da tutto, da un amore tormentato, dalla perdita di un figlio. Rinascere nel silenzio, nel verde, nel luccicchio dell’acqua.
Ricominciare in una dimensione a sè più congeniale. Ma nuovi legami si impongono: i vicini, il figlio della Baldini che ha accettato con disinteresse il fatto che la madre abbia lasciato in eredità ad Anna la casa del custode. Perchè lui ha soltanto del rancore verso la madre, una madre anafettiva, sempre lontana.
Così Anna nel risolvere i nodi della sua vita riesce a districare quella degli altri in un dare e ricevere che nasce con più facilità in un luogo che permette di fermarsi e riflettere seguendo un ritmo naturale.
Dunque “Un romanzo che parla della cura degli altri e delle cose, di madri buone e figli cattivi o viceversa, di vino, cani e fantasmi. del peso da dare a ciò che si fa e alle parole che si scelgono per definirlo.”
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L’AMORE AL TEMPO DELLA GUERRA, a cura di Paola Azzolini, ed.Il Poligrafo
pubblicato da: Mirna - 8 Maggio, 2016 @ 7:39 amSono onorata e felice che Paola Azzolini sia ospite  del  nostro gruppo di lettura “Il LibrIncontri del Caffè Galileo” e de Il Giardino delle Arti per presentare  questo suo bellissimo ed impegnativo  lavoro.
La scrittrice da molto tempo si interessa dei grandi  della letteratura del Novecento sia in ambito veronese che nazionale. Ha pubblicato una serie di studi su Manzoni, Alfieri, Capuana e tra i  tanti argomenti affrontati  ha scritto Di silenzio e d’Ombra. Scrittura e identità femminile del Novecento italiano .
Cura antologie, scrive saggi, insomma è una persona curiosa, amante della letteratura e della “scrittura” in generale.
E’ amica di Maria Cannata, l’autrice de” La luna e la figlia cambiata” già presentato in questa sede.
L’amore al tempo della guerra è un epistolario. Lettere di Ottavia Arici ad Aleardo Aleardi.
Si intuisce subito che il lavoro di Paola Azzolini è stato impegnativo, ma anche di grande soddisfazione e gioia. Riunire tutte le lettere che questa  giovane signora trentenne, abbandonata dal marito e con tre figli piccoli, scrive ad Aleardo Aleardi allora noto e amato poeta veronese, sicuramente ha contribuito a far  entrare autrice e lettori  in un mondo sia  intimo che storico.
Siamo negli anni 1848-1849 quando l’Italia vuole risorgere e liberarsi definitivamente dagli Austriaci.
Ottavia vive a Padova dove affitta camere per aumentare il suo reddito. Una sera d’inverno del 1846 si presenta Aleardi che ha lasciato la sua natia Verona.  E’ biondo alto e bello… (è un tombeur de femmes!).  E’ un poeta romantico, amico di Giovanni Prati insieme al quale lavorò per riviste letterarie venete. Nei suoi canti egli narra vicende storiche remote (v.Corradino di Svevia, ecc.) , evocando nei suoi versi sentimentali i temi della patria, dell’amore e  avanzando  talvolta istanze politiche e sociali.  Declama sovente i suoi  versi patriottici  in alcuni  salotti veronesi di amiche anti-austriache .
Questo ci ricorda l’importanza  che ebbero le donne colte in questo momento storico ( come il salotto di Clara Maffei a Milano).
Come può la trentenne Ottavia non innamorarsi di Aleardo?
Per alcuni anni il suo amore è ricambiato, seppur non sempre totalmente, anche perchè lui deve fuggire in varie città .
In nostro possesso abbiamo soltanto le lettere di Ottavia; quelle di Aleardio si sono smarrite, ma ugualmente dall’intensità di questi scritti si possono evincere le risposte . Sono tantissime lettere intrise di resoconti politici, militari e…passione.
Ottavia scrive soprattutto di notte con tutta la suggestione che ciò può portare all’anelito amoroso e al desiderio di Aleardo. Spesso viene nominata “Maria” una desiderata ma inesistente loro bambina.
“Mio angiolo, mia necessità , mia creatura! scrive Ottavia. Intreccia la sua passione amorosa con la compassione patriottica. Lo ama tanto che accetta e appoggia la sua relazione con Maria Hermann.
Paola Azzolini ci racconterà anche della prima lontana edizione di questo epistolario quando non tutte le lettere furono pubblicate perchè ritenute troppe osé...a pag. 89, una bellissima lettera
“…Angiolo, è dal 19 maggio che non ci baciamo  e la mia bocca si sente umida di quell’ultimo bacio che mi desti…”
Tante lettere, mai ripetitive perchè in questi due anni cruciali  c’è un crescendo sia di un amore, sia  della cronaca risorgimentale.
Una lettura avvincente.
I MIEI PICCOLI DISPIACERI di Miriam Toews, Marcos y Marcos ed.
pubblicato da: Mirna - 6 Maggio, 2016 @ 7:03 amPer la lettrice che sono diventata questo è uno dei più bei libri letti ultimamente.
Perchè?
Perchè viene raccontata LA VITA. Non solo una vita particolare come è quella di Yoli, ma la vita umana nella  sua misteriosa complessità . Con le gioie e i dispiaceri. Che in questo romanzo sono proprio grandi, altro che piccoli!
La storia che attinge all’esperienza dell’autrice si snoda tra il Minnesota e Toronto e ci racconta di una famiglia moderatamente mennonita sebbene ancora un po’ condizionata dalle norme religiose imposte.
E’ la storia sì di due sorelle Yoli e Elfie, ma anche  di una grande famiglia fuggita  da tanto tempo dalla Russia che la perseguitava. Rimane in questi discendenti il ricordo dell’orrore subito? Sembrerebbe di sì.
Lo sguardo del padre di Yoli ed Elfie mostrava  sempre nel profondo  la visione dei nonni massacrati nella campagna russa. E’ forse  per questo che egli non riesce a superare questo ricordo  e a lasciarsi vivere con leggerezza?
Eppure sua moglie, la piccola deliziosa madre di Yoli ed Elfie ha subito dolori e lutti, ma la sua capacità di godere la vita in ogni momento è strabiliante. La sua forza, il suo amore per gli altri è contagioso. Le figlie l’adorano e sarà lei infine, pur malmessa come salute, ad aiutare Yoli  a sistemare  la sua vita sconclusionata.
Yoli ha sempre ammirato e invidiato la sorella maggiore Elfie: bellissima, intelligentissima, pianista di talento. La ama come suo punto di riferimento. Lei  invece  “incasina” la sua vita con facilità . Ha due figli da due padri diversi, vuol fare la scrittrice, ma ha scritto soltanto romanzetti per adolescenti, non sa come arrivare alla fine del mese.
Ma poi succede che Elfie comincia a soffrire: non ama più la vita. Vuole morire. E tenta più volte il suicidio. Eppure è amatissima da tutti, da un dolcissimo marito, dai suoi ammiratori, dalla famiglia e soprattutto da Yoli che ha bisogno di questa super sorella.  Elfie ormai non riesce più a superare le ore di piombo e implora la sorella di portarla in Svizzera per morire assistita.
Argomento forte, toccante ma il dramma di questa sorella minore che si  macera nell’ardua decisione da prendere  mentre il fiume ghiacciato lentamente si scioglie con scricchiolii violenti, e il secondo marito le chiede il divorzio,  e una zia venuta ad aiutarle si ammala, e i figli sono lontani e ne combinano di tutti i colori, ebbene  tutto questo ci è raccontato con intelligenza, calore e comicità .
Perchè la vita è così, una miscela di lacrime e sorrisi.
Miriam Toews è una grandissima scrittrice e in questo romanzo attinto da un suo vero dolore ha messo tutta se stessa: testa, anima , cuore.
Da leggere assolutamente.
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INCIDENTE NOTTURNO di Patrick Modiano, Einaudi
pubblicato da: Mirna - 2 Maggio, 2016 @ 4:29 pmChe cos’ha di magico Modiano che mi cattura immediatamente nei suoi labirinti notturni? Certamente la Parigi deserta sotto la luna, i bistrot e i caffè quasi deformati dalle luci al neon. E naturalmente quell’andare in bilico tra realtà e sogno tipico delle ore notturne. Il protagonista va avanti e indietro nella sua vita come fa ogni giorno e ogni notte per certi quartieri parigini e osserva tutto e tutti  per poter alfine capire se stesso.
All’inizio è un incidente automobilistico che lo ferma e lo aiuta a riflettere e a cercare il perchè dei suoi ricordi così nebulosi: ha conosciuto sua madre? Perchè suo padre gli sfuggiva e lo incontrava soltanto nelle hall degli alberghi?
E Bouvier che sembra un guru un po’ malandato, lo aiuterà ad orientare la propria vita? E saranno quelle due giovani donne ad  aiutarlo a superare quella universale solitudine che sente?
Il suo è un mondo al di fuori del tempo che si snoda parallelo a quello della gente  che noi riteniamo  normale.
Ma è lui un visionario’ O è soltanto più attento e sensibile a notare che “le domeniche sera lasciano strani ricordi, come piccole parentesi di nulla nella vita”
Le sue pagine sono una malìa. Non ci resta che “camminare ” con lui seppure con un mocassino tagliato per cercare, capire e alfine ad avere risposte, seppure sempre poche.
Patrick Modiano, premio Nobel per la Letteratura 2014
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IL MAGICO MONDO DI NYU di Francesca Patton, europa edizioni
pubblicato da: Mirna - 24 Aprile, 2016 @ 4:45 pm
Immaginazione e fantasia: istanze fondamentali per la vita di tutti noi.
I sogni ad occhi aperti, l’invenzione di favole, quindi l’mmaginazione  sono i principali strumenti di adattamento dell’umanità .
E Francesca Patton  con questo suo romanzo fantasy ci fa entrare in un mondo incantato in cui possiamo tentare di immedesimarci e salvarci un poco, nonostante l’aridità dei tempi correnti.
Ci riporta alla magia delle lontane fiabe della nostra infanzia quando nel nostro immaginario si mescolavano confuse aspirazioni, angosce, paure e desiderio di verità .
Nyu rappresenta ognuno di noi quando eravamo innocenti e alla ricerca di noi stessi.
E’ un romanzo dalla trama molto ricca e intricata come può essere l’oscuro bosco del nostro inconscio nel quale dobbiamo farci strada per conoscere ciò che siamo e ciò che vogliamo essere e per trovare infine la verità .
E’ dunque un racconto di iniziazione inserito nella cornice di una Natura che grida a gran voce di essere rispettata per donarci le meraviglie dell’antico giardino dell’Eden.
Nyu che significa piccola scintilla di calore e serenità è abituata ad ascoltare le fiabe di nonna Tresy, la più saggia del villaggio.
Sappiamo l’importanza delle fiabe di cui ci parla in un noto saggio Bruno Bettelheim: esse possono esprimere conflitti interiori in forma simbolica e suggerire come possono essere risolti. Sappiamo che la la fiaba rassicura, infonde speranza nel futuro e offre la promessa di un lieto fine.
Con la fantasia si può superare l’infanzia e le difficoltà del crescere.
E’ ciò che vuole fare la giovanissima Nyu che naturalmente deve intraprendere un viaggio per trovare l’Eufrasia e sconfiggere Kirituna , lo spirito ingannatore.
Una lotta fra il bene e il male, ma soprattutto tra la realtà e l’illusione, la verità e la menzogna.
Nyu è nata a Kasmir vicino al paese più vecchio del mondo, quello degli albori della nostra umanità quando uomini e natura erano strettamente intrecciati in una armonia di intenti e vita, quando lo spirito della VITA era la coscienza dell’UMANITA’.
L’altro protagonista è il ragazzo che completerà poi la vita di Nyu: Pool il ragazzo più solare e allegro di Cagiuri, colui che l’aiuterà e l’amerà , la metà perfetta per la coppia futura.
Pool vive su un albero come tutti i suoi “compaesaniâ€.
Bellissima questa suggestione dell’albero come casa che noi possiamo immaginare, ma anche vedere grazie alle illustrazioni del bravissimo Filippo Vinante, giovanissimo artista.
Vivere su un albero ci riporta certamente alle nostre antiche origini, a quell’inconscio collettivo di cui parla Gustav Jung e che è disseminato di simboli e archetipi. E sogni rivelatori. Sappiamo così che il linguaggio dell’inconscio attraverso anche i sogni non è soltanto un magazzino in cui riporre materiali di scarto, bensì una ricchezza importante per lo sviluppo della nostra identità .
Il sogno-incubo che Nyu fa spesso, quello di essere uno squalo,  è la spiegazione di ciò che è e della sfida che deve compiere verso se stessa
“Nyu si sentiva potente. Lei era uno squalo. Era diventata una cosa sola con il possente animale dei mari, i loro occhi si erano incrociati e le loro anime fuse in una sola.â€
Francesca ci regala in questo suo romanzo mille suggestioni. In possesso di due lauree magistrali in Filosofia e linguaggi della modernità e in Italianistica e critica letteraria è da sempre convinta che per cambiare il mondo bisogna prima cambiare se stessi. Occorre vedersi dentro.
Nyu diventa cieca, come Tiresia il profeta dalle facoltà divinatorie, per poter vedere meglio dentro di sé.
Conosci te stesso diceva Socrate e ciò è vero da sempre.
Francesca dunque ci porta per mano in questo mondo magico fatato, ma che potrebbe essere vero se soltanto noi volessimo  vederlo con occhi più puri e rispettosi.
Un mondo che ci può regalare meraviglie e medicamenti non solo per il corpo , ma per lo spirito.
Un suggestivo romanzo che ci verrà raccontato dalla stessa autrice
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WIEN WIEN NUR DU ALLEINE…
pubblicato da: Mirna - 21 Aprile, 2016 @ 4:40 pmTornare a Vienna è tornare nel cuore della nostra cultura europea, risentirsi nel fluire eterno del grande fiume blu e della musica. La magia di una città che fu imperiale e che ora mantiene un’atmosfera cosmopolita e sempre elegante.
Chiese, piazze, carrozzelle al trotto  che accompagnano le passeggiate e i momenti seduti al caffè con l’immancabile Sacher. Sole, pioggerella  e vento sono la cornice di questa Windobona immutabile e diversa.
Cerco  mostre e musei.
Tanti e tutti intriganti. Dal mio albergo accanto alla Musikverein dove suonerà Stefania parto sempre a piedi attraversando Karsplatz, la Staats Opera percorrendo  la effervescente Karntner Strasse fino a St.Stephan. Entro e sono accolta dalla meraviglia gotica delle sue navate, dalla musica dell’organo e da una deliziosa processione di bambine in attesa della Cresima.
Io cerco la mostra di Balthus e all’improvviso eccomi nella piazza prospicente il museo. Assolata di chiaro. Pregusto la mostra mentre sorseggio il caffè. Mi sento libera e felice.  Cammino, ricerco i luoghi delle mie passate visite, il Graben,  l’Awelka Cafè,  l’Albertina Museo, Klimt ovunque.
E per pranzo Weiss Wurst o Wiener Schnitzel. Birra gustosa e la sensazione di essere a casa.
Vienna mi dà sempre questa  sensazione, forse perchè ci sono venuta tante volte, forse perchè il Trentino è un continuum della Mitteleuropa, forse perchè, in ogni caso io mi sento bene nel momento in cui sto…
Incontro tante persone gentili a cui chiedo sempre informazioni per non sbagliare direzione e con le quali mi rapporto allegramente. Viaggiare è anche questo: non solo monumenti, ma persone.
E poi la musica, ovunque. Nelle vetrine, nei caffè, nelle chiese.
Il concerto di Stefania nella Brahms Saal della Musikverein è lunedì. Suona da sola un’intensa “Tempesta” di Beethoven e La Fantasia di Schubert  a quattro mani con Malcolm Bilson. Successo.
In ogni sala un concerto: un labirinto magico di stucchi, ori, fiori e musica a perdita…d’orecchio. Un paradiso.
Ricordando Gabriel Garcia Marquez
pubblicato da: Mirna - 20 Aprile, 2016 @ 7:01 am
Questo libro di Marquez, Oscar Mondadori, stampato nel 2005 ,ha una lucida copertina con bellissimi fiori colorati.Â
Racconti particolari da cui si assorbono parole e pensieri del grande scrittore.
Lo stesso Garcia Marquez confessa che essi sono stati scritti per raccontare delle cose strane che succedono ai latino-americani in Europa, soffermandosi sugli eterni temi del sogno, della solitudine , della magia, dell’amore e della morte. Sembra che per l’arte di Marquez “il mondo non sia altro che un immenso giocattolo a molla con cui si inventa la vita”.
“Gli spaventi d’agosto” mi ricordano un po’ Poe per il fantasma sanguinario che si aggira nel castello rinascimentale di Arezzo dove una famigliola sudamericana viene ospitata dal proprietario, lo scrittore venezuelano Otero Silva. Nessuno crede che il fantasma del folle Lodovico che pugnalò la moglie dopo una notte d’amore e che poi si fece sbranare dai suoi cani da guerra, sia veramente presente nelle ottanta stanze. Tranquillamente i due ospiti accettano di passare la notte nel castello…ma al mattino si risveglieranno nella stanza nuziale di Ludovico, l’unica a non essere stata ristrutturata,…e nello stesso letto ancora impregnato dell’odore di sangue dell’uxoricidio..
Ed ancora sangue nel delicatssino ultimo racconto che parla della sposa che si è ferita un dito con una rosa. Proprio il dito con l’anello matrimoniale. E’ Nena Daconte ancora una bambina”con certi occhi da uccello felice e una pelle di melassa che irraggiava ancora il solleone dei Caraibi nel lugubre imbrunire di gennaio“. Siamo in Francia, ma nessuno riesce a frenare questo sangue che continua a sgorgare e a lasciare tracce sulla neve. “A Parigi, il dito era una sorgente incontenibile, e lei sentì davvero che l’anima stava uscendole dalla ferita”.
Gabriel Garcia Marquez nell’introduzione ci spiega la genesi dei suoi dodici racconti raminghi: ricordi, notizie lette sui giornali, sogni, argomenti per sceneggiature…tutti “redenti dalla loro condizione mortale grazie alle astuzie della poesia“.
Racconti raminghi perchè nella mente e sulla scrivania dello scrittore andavano e venivano, ma poi tutto viene risolto. Il rarefatto capovolgimento stupefacente di antiche suggestioni, i fantasmi della memoria, diventano il puro piacere della narrazione, che “è forse la condizione umana che più somiglia alla levitazione.”
“Chi li leggerà saprà cosa farne” conclude Garcia Marques, e noi lettori golosi lo sappiamo…per essere più felici.
Ci mancherà , ma come  i grandi lascia  a tutti la sua eredità .
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OLIVE KITTERIDGE, Agatha Raisin e GILEAD…lettura come carburante della vita
pubblicato da: Mirna - 6 Aprile, 2016 @ 5:20 pmEcco il romanzo di cui abbiamo parlato nel salotto di Cristina.
Vincitore del premioPulitzer 2009, questo romanzo di Elizabeth Strout si fa leggere rapidamente e con piacere. La protagonista, Olive, è un’insegnante in pensione di mezza età che vive in una cittadina del Maine, affacciata sull’Atlantico.
Si tratta in realtà di una raccolta di 13 racconti, tenuti insieme dal filo conduttore della presenza di Olive in ognuno di essi. Talvolta lei ne è la principale protagonista, altre volte appare fugacemente o viene soltanto ricordata.
Olive Kitteridge influenza la vita dei suoi concittadini. E’ un tipo asciutto, talvolta irascibile, oppressiva con il marito e il figlio, ma il suo sguardo severo, da ex – insegnante, è molto attento su ciò che accade. I suoi consigli lapidari e di buon senso aiutano più di una volta ex-studenti, donne abbandonate, aspiranti suicidi.
La sua sembra un’esistenza banale, trascorsa fra casa e scuola, anche un po’ malinconica proprio nel lento e inesorabile invecchiare, con l’abbandono dei figli, le persone care che muoiono, ma tutto è  illuminato dalla consapevolezza che si “cammina” insieme e che ogni persona è importante, così com’è, e per una piccola comunità , e per la famiglia.
E’ un libro non retorico, si parla di vita verosimile, con le sue luci e le sue ombre: insoddisfazioni, rancori, amore, attenzione, malinconia, amicizia,  solitudine. Una vita come la nostra, come quella di tutti noi, ma sempre degna di essere vissuta.
Elizabeth Strout riesce a far “vedere” nitidamente in  immagini gli squarci di vita narrati, sembra far sua la luce dipinta da Edward Hopper, quella  che entra dall’esterno a illuminare un attimo fermo dell’esistenza di qualcuno.
E proprio nell’ultimo racconto Olive, ormai settantenne, si ritrova in una stanza piena di sole a pensare “che il mondo la confondeva. Non voleva ancora lasciarlo.”
Ma altri libri sono intorno a me. Sento che la lettura è il carburante della mia vita. Pur di spessori diversi. Come il delizioso racconto di M.C.Beaton “Agatha Raisin e il caso del curioso curato”. ed. Astoria. Siamo sempre nei Cotswolds tra ameni cottages fioriti e feste di beneficenza in parrocchia. Ma Agatha, volitiva signora di mezza età è sempre alla ricerca dell’amore e degli…assassini, sì perchè anche nella pacifica campagna inglese ne succedono di tutti i colori.
E poi c’è GILEAD di Marilynne Robinson, scritto precedentemente a LILA di cui ho parlato pochi post fa. Un romanzo sorprendente che ti accompagna come un padre spirituale. E di un reverendo eccezionale si parla: di John Ames diventato marito di Lila. E’ strano come il fatto di aver letto prima un romanzo postumo mi faccia apprezzare maggiormente  l’ambiente e i personaggi.
Il pastore John Ames sarà morto quando suo figlio aprirà la lettera che gli sta scrivendo. Siamo nel 1956, John ha 76 anni e sente che la fine è prossima. Dieci anni prima ha incontrato l’attuale signora Ames, molto piú giovane di lui. La donna aveva sofferto molto: il pastore se ne innamorò e in lui la ragazza ha trovato conforto e assistenza. Ora sembra proprio che siano felici, sotto ogni punto di vista. Il vecchio padre sente che il figlio di sei anni non potrà mai veramente conoscere la sua storia. A Gilead, Iowa, la città che non ha mai lasciato, Ames inizia cosà a scrivere una specie di testamento, la storia della sua famiglia. Racconta di suo nonno, un uomo impegnato nelle lotte contro la schiavitù, del padre pacifista durante la guerra di Secessione. E poi si chiede: cosa ho imparato io da tutti voi?
Da leggere con attenzione e grande piacere. C’è tutto l’amore per la vita e per il creato. Come dimenticare le descrizione di una notte d’estate colma di lucciole? O l’allineamento del sole che tramonta con la luna che sorge? Emozionante.
Vincitore del premio Pulitzer  nel 2005.
Marilynne Robinson è ritenuta una delle più grandi autrici americane viventi.
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LIBRI …for ever
pubblicato da: Mirna - 30 Marzo, 2016 @ 5:53 pmPoco fa ho risposto a Miki che dice di voler leggere per la prima volta Il giardino dei Finzi-Contini di Bassani.
Io mi propongo allora di rileggerlo. La storia è intensa, avvincente.
Micol che giocava  tennis è  un personaggio entrato nel mio “empireo amicale” come tanti altri protagonisti letterari. La prima volta che provai a tenere la racchetta in mano mi sentivo lei con la gonnellina bianca , i capelli raccolti, tanto che  scrissi ad un’amica “Oggi mi sono sentita Micol, sebbene la racchetta sia più pesante di quanto pensassi”
Ogni storia ci mette a fianco un amico che rimane più o meno impresso per sempre nella nostra mente e nel cuore.
Come farei senza i miei libri? I miei e quelli della Biblioteca Comunale!? Sebbene in queste ultime settimane non vi trovi nuove pubblicazioni.
Ma un libro è sempre una storia.
Ho finito di leggere un racconto autobiografico di Robert Leleux “Joann per sempre” dove si parla di Alzheimer. (Piemme Voci)  La sua adorata nonna di 74 anni si ammala di questo morbo dopo una pesante anestesia.  Ciò che è diverso in questo narrare le fasi del declino è il desiderio di trovare una grazia brutale dell’Alzheimer che  cancella i ricordi delle disgrazie. Così questa nonna piena di passione, ma anche di acredine e rancori si ritrova, sì smemorata e vaga, ma sempre allegra. Tanto che farà pace con la figlia da cui si era allontanata da decenni.
E’ una bella storia, impariamo a conoscere il narratore , la sua famiglia benestante del Texas, i rapporti familiari.
Un omaggio toccante e delicato a una donna amata e indimenticabile.
Se ne parlerà al nostro caffè quando ci incontreremo ancora. L’ultima volta abbiamo ascoltato Fulvio Maiello che ci presentava  il suo racconto siciliano “L’ombra della mafia”.
Una tavolata di amici lettori che si  ritrovano  sempre con affettuosa partecipazione e desiderio di condividere idee, suggestioni, esperienze.
Libri…per ogni stagione.
PENSIERI E IMMAGINI DI PRIMAVERA
pubblicato da: Mirna - 24 Marzo, 2016 @ 8:25 amCi si ritrova all’improvviso dentro giornate luminose ancora inermi e arroccati ai nostri cappotti invernali, ma il desiderio di aria aperta, colori e profumi ci spinge a modificare abitudini e pensieri . L’inverno in una città del nord è soprattutto privo di odori, ha colori monotematici, si scordano farfalle e mimose.
Il primo giorno di Primavera è dedicato alla Poesia , poesia che dovrebbe essere vissuta da ognuno di noi non solo nella dolcezza della nuova stagione, ma dalle capriole che il cuore si sente di fare nel ritrovare luce scordata, ma puntualmente riaccesa, desideri sopiti ma ancora giovani e curiosi. Andar per laghi e  fiumi, in mancanza del mare per ora, è gratificante. Rapportarsi con papere, svassi, germani e altri interessanti volatili è  divertente.
C’è una paperetta single o vedova ? che percorre la stradina del lungo Adige ( è una papera on the road) che io vedo spessissimo.  Non ha paura di nessuno. Anzi…ti chiede del cibo…allora ogni volta che faccio la mia passeggiata le porto un craker o un biscotto. Ho chiesto alla signora del negozio degli animali se posso portarle del muesli. Sì, lo apprezzerà . mi ha risposto.
Sul lungo lago di Caldonazzo avevo notato sabato scorso uno strano uccello dalla testa rossa…l’ho aspettato per fotografarlo. Non so se abbia gradito, ad un certo punto mi sembrava avanzasse in modo minaccioso…chissà chi è. Ho chiesto a una signora che passeggiava assorta lì accanto se sapeva che tipo di volatile fosse. Ha soltanto detto che lo conosce ma non sa…il nome.
Primavera dunque. Voglia di vincere sfide. Perchè non riprovare con la torta di riso che avevo sbagliato nelle dosi? Seguo la ricetta per filo e per segno, dosi giuste, attrezzi pronti all’uso. Ma che avrò mai fatto?
Doveva stare in forno 40 minuti. Dopo venti sento la voce di Stefania dallo studio che dice “Sento odore di bruciato”. Controllo: una patina marrone si solleva sulla mia torta. Ma perchè?
La estraggo e la guardo sconsolata. Provo a tagliarla. Sembra sbriciolarsi…il sapore è buono…la mangiamo come fosse cous cous.
Ho capito infine perchè ho sbagliato nuovamente.
Ho aggiunto le uova quando il riso era ancora caldo e il tutto, chiare montate a neve comprese, hanno formato la cupola tipo soufflé!!!
Ritenterò ancora una volta!?
O mi dò per vinta?