FRIULI IN SETTEMBRE
pubblicato da: Mirna - 6 Ottobre, 2016 @ 7:46 amDolce Friuli di campi gialli di soia, di mais , di vini bianchi, pesce .
Se settembre è caldo e odoroso di mare, di pini, di campagna è un piacere ritornarvi. Il suo incanto è fermo nei miei ricordi e certamente nella sua essenza di terra di frontiera, di porta per l’est, di acque lagunari, mosaici romani, azzurrità e sole.
Mi piace tenere il filo delle amicizie per non rischiare di far scolorire rapporti importanti, come quello con Giuliana, mia compagna di avventure a Londra e in Germania e per rinsaldare quel contatto che ci fa camminare insieme in questi anni impegnativi della …pensione.
Incontrarci e raffrontarci anche con persone che casualmente si intrecciano con i nostri programmi. Vi trovo fluidità e sensazioni di essere sempre libere ” cittadine del mondo “.  Ci ho tenuto a far incontrare Giuliana ed Enza  per sentire che ” l’arazzo amicale” può essere allargato e non circoscritto.
Il viaggio dunque , occasione per ampliare orizzonti.
Giorni di serenità per me. A partire dal mio B&B , La Casa di Giulia, quasi di fronte a quella stupenda basilica che non finirò mai di ammirare insieme al museo. Si respira romanità in questa piccola Aquileia (3.000 abitanti) ; lungo la via Giulia Augusta dove abita Giuliana e dove c’è anche la mia B & B ci sono le colonne antiche che al tramonto…e che tramonti in pianura…si tingono del rosso, del viola, dell’arancione del sole che scende tra pini e cipressi all’orizzonte.
La finestrella del bagno di Giuliana che dà su questi campi coltivati a soia e mais diventa un quadro impressionista .
Ogni mattina devo andare a bere il caffè al Bar Mosaico che guarda la fiancata della Basilica. Pace, tranquillità , sole che inizia a scaldare tra un albero e l’altro. Moments of being. Momenti in cui “ci sono“. Silenzio intorno, solo cinguettii e BELLEZZA. Quella bellezza che ristora l’animo e il pensieri.
E poi i programmi con la mia amica “folle”,  folle soprattutto quando guida. Si può ridere ed essere terrorizzate ? con lei è possibile. Intanto sbaglia immancabilmente strada, sia in auto che a piedi, poi non rispetta i limiti di velocità , sbanda un po’ di qua e un po’ di là , mi dice pure che ci vede poco e che deve cambiare gli occhiali.
Ma riusciamo ad andare ovunque.
DUINO magica dove pranziamo sotto il pergolato  al solito Cavalletto: , capasanta, , ravioli di branzino, orata, millefoglie, e vino fresco, e di fronte luccichio di scaglie di mare. Sensazione di abbandono al momento intenso. Gusto della vita.
Grado, la sua città vecchia. Aperitivo sul lungomare. Pizza in Caina.
Cividale e il tempietto longobardo e l’assaggio del Frico. Formaggio fuso ricoperto di patate. Squisito.
E naturalmente TRIESTE, azzurra e ventosa. “Trieste ha una scontrosa /grazia. Se piace /è come un ragazzaccio aspro e vorace,/ con gli occhi azzurri e mani troppo grandi /per regalare un fiore..” cantava Umberto  Saba .Â
Qui pranziamo da Bepi sciav , piatti più carsici che marini, ma poi andiamo al Caffè degli specchi in cerca di Claudio Magris che è risaputo ogni mattina ci va per un caffè e per scrivere. Ma è pomeriggio e non c’è, così ci accontentiamo di ammirare la piazza dell’Unità .
Infine desidero …parlare un po’ con Italo Svevo.
Poco tempo per leggere in queste giornate dedicate a vivere intensamente. Ma sempre un libro sul comodino. Uno speciale che consulto spesso è ” Curarsi con i libri” Rimedi letterari per ogni rimedio. Ediz. Sellerio.  Le autrici Ella Berthoud e Susan Elderkin consigliano ovviamente letture straniere , ma il curatore ha inserito un’ampia gamma di titoli italiani. Libro come medicina per ogni situazione. Persino per il mal di denti. Consigliato in questo caso  Anna Karenina perchè il suo amante Vronskij ne soffriva spesso. Identificandoci forse si soffre meno.
E per chi ha sempre smania di partire ..l’Â Odissea di Omero, Ca va sans dire.
E per ora che inizia l’autunno, e  l’estate sembra un ricordo lontano, e temiamo di annoiarci , ecco un libro uscito poco tempo fa “Stanza,letto,armadio,specchio” di Emma Donoghue.
Insomma rimedi  consolatori per gli obesi, che chi odia il coniuge, per la depressione, per chi dorme troppo ecc. Un manuale interessantissimo e spesso divertente.
Presto potremo parlare di libri nel nostro gruppo lettura.
Dove si annida il tempo?
pubblicato da: Mirna - 25 Settembre, 2016 @ 7:26 pmA tradimento..con curiosità , emozione, sospetto mi arriva tramite FB una foto dei miei sette anni.
Ma improvvisamente ricordo l’abitino colorato con pieghe che si aprono sull’arancione e i fiori . Non riesco a mettere tutta la foto, in ogni caso è l’espressione del mio viso  che mi ha intrigato.
Sono malinconica.
Si direbbe tutto il contrario di quello che sembro ormai tanti tanti anni dopo. Ma dove si annida la nostra essenza, il tempo del passato e del divenire?
Se non fosse per i piccoli – per ora –  acciacchi, direi che questo mio tempo è buono: apprezzo la bellezza della vita, il privilegio di non lavorare (ho lavorato però…) , la consapevolezza del dono della vita, degli affetti, il piacere di fare ciò che desidero, piccole cose, come il mio viaggetto in Friuli domani.
Mi aspetteranno Trieste, Duino, Sistiana, Rilke…la mia amica “gattara”, compagna di avventure all’estero .
E al ritorno gli incontri con i cari amici del gruppo lettura, e tanti sospiri appaganti in questo dolce autunno trentino.
Ho ricevuto queste foto da un lontano e vecchio amico di Carpi che si confida giorno dopo giorno su FB. Parla di sè, delle sue ansie, dei suoi timori dell’invecchiare e si lascia stritolare dalla nostalgia.
“Di nostalgia si muore” era il titolo del mio primo libretto di poesie pubblicato quando avevo 19 anni.
Ero più triste da ragazzina che ora. Ho forse raggiunto le mete del percorso che mi ero prefissata?
Certo la serenità olimpica di Goethe è lontana per me, ma… un certo sorriso (Un certain sourire come recita  il titolo di un romanzo della F.Sagan) verso gli aspetti della vita e delle persone riesco ad averlo.
Allora, dov’è il nostro tempo?
Nel passato, nel divenire, nel presente?
Certamente in ciò che siamo ora, ma le immagini, i ricordi, i sussulti del cuore sono sempre vivi ieri come oggi.
E so che talvolta mi ritrovo in quell’espressione di me bambina.
Siamo noi, impastati di noi stessi e di questo tempo che si incolla, si stacca, ci avvolge e ci lascia vulnerabili.
DOLCE SETTEMBRE A BORZONASCA
pubblicato da: Mirna - 11 Settembre, 2016 @ 3:54 pm
Istantanee di SettembreÂ
Settembre per me è uno stato mentale.
E’ un “essere†diversa , mi sento parte del lieve mutamento dei colori e del respiro della natura. E se poi arriva un Settembre così’ dolce, ancora caldo del sole di piena estate ecco che sento salire in me forti e vividi le sensazioni della pienezza e dell’abbandono al fluire.
Mi piace. Mi sento appagata di mutamenti minimi che colgo nella luce della mia cucina bionda, al mattino, quando il primo raggio di sole accarezza le tazze della prima colazione. Ed ancor prima quando faccio uscire Mimilla nel giardinetto alle 6.30, ancor buio ma soffuso di violetto e grigio blu e avvolto di profumi della notte appena trascorsa.
Ma la gioia di questo settembre a Borzonasca sta anche nelle sere che qui giungono presto perché il sole cala dietro il monte Cucco poco dopo le 18.00. Il fresco che giunge insieme agli ultimi raggi è però benevolo (non così’ freddo come è d’abitudine in questo verde paesello) e ti regala momenti epifanici che io vivo salendo e scendendo   per le le fasce del mio giardino.
I colori: violetto, rosa, giallo ocra, la luce, le tortore, le rondini, e in queste sere la prima luna crescente e poi le stelle. Ed il campanile illuminato di luci bianche e blu per la festa della Santa Croce. .
Insomma ogni inizio sera per me è un tripudio di Bellezza.
Direte: chi si accontenta gode.
Ed è proprio così.
Lascio la lettura o la tisana e salgo ad innaffiare dalie e rose e belle di notte ; Mimilla mi segue, vuole che sia io a darle l’erba gatta da rosicchiare (sì, è molto viziata!).
 Giardinetto piccolo ma che regala sorprese, come gli azzurri fiori di borragine o il primo cachi che sta splendendo di arancione.Â
Settembre per me anche mese di cesura.
Finirà la villeggiatura in questa casa ampia e luminosa, finiranno le giornate aperte al mare, al bosco, alle città vicine e agli incontri degli amici e parenti che abitano qui.
Cambiamento, pur piccolo, ma sempre rinnovamento e giovamento. Aspetto di riprendere la mia vita a Trento, così piacevole e ricca di amicizie.
Mi piace persino vedere le ultime farfalline che volano delicatamente le loro ultime ore.
Poi abituatami alle estati qui, non scappo più davanti ai ragni, anzi li salvo , sposto le lumache dall’ortensia, salvo un orbettino scivolato dentro l’innaffiatotio pieno d’acqua.
 E empaticamente vivo anche la gioia di Mimilla che si butta tra l’erba, nella …cenere (poi a sera devo pulirla per mezz’ora) che si lancia sul tronco del nespolo e della palma. Provo attraverso i suoi occhi verdi l’essere dentro la Natura, mi sento come lei, un battito del cosmo che ci circonda.
E a sera lei va sui tetti del vicino e medita nel fresco dolce osservando la luna, mentre io dal balconcino vicino la guardo e poi canto
“Luna tu , sai tu dirmi perché…quel tuo raggio d’argento…gli amanti invita…mi sai tu spiegar. Senza te non si può più sognar…†Ecc
Canto a voce alta.
Chissà i miei vicini che diranno..
LETTURE DI FINE ESTATE
pubblicato da: Mirna - 2 Settembre, 2016 @ 4:36 pmAnche voi leggete contemporaneamente più libri? A me succede spesso. Specialmente qui  a Borzonasca dove i miei spazi sono raddoppiati.
E così ho il libro per il pomeriggio mentre bevo il tè, quello che leggo a letto, e anche romanzi scaricati su e-book per non sentire il caldo dell’abat jour.
Amo i saggi o le biografie quando posso stare al tavolino della terrazza: mi è più facile sottolineare e prendere appunti.
Sto terminando una monumentale biografia su MARINA CVETAEVA Â I giorni e le opere di Viktoria Schweitzer.
Consigliato a chi ama questa intensissima poetessa russa posseduta dalla sua passione per la poesia e per la vita. Diceva che il nocciolo dei noccioli del poeta è la forza dell’angoscia. Vita bruciante di amori, di miseria, di eccessi di pensiero. “Ho avuto in sorte una bella voce/ Ma con mano pesante mentre correvo /il Destino mi ha agguantato i capelli†La Schweitzer ci racconta in modo coinvolgente ed esauriente le peregrinazioni della Cvetaeva, ripercorrendo la sofferta unione con il marito Efron, il suo amore ossessivo per i figli, le relazioni, i sodalizi con Pasternak, la corrispondenza con Rilke. Riemerge uno sfondo storico, politico, materiale e sentimentale da cui è scaturita la poesia di un’artista che, con le parole di Pasternak. Si è sempre sentita “ostaggio dell’eterno nel carcere del tempoâ€
Per continuare a conoscere altri scrittori c’è un interessante lavoro di Livia Manera Sambuy “Non scrivere di me†ediz.Feltrinelli.
Livia Manera è una giornalista letteraria che scrive sul “Corriere della sera†Con una scrittura delicata e avvincente ci racconta storie di incontri con scrittori americani quali Paula Fox, Richard Ford, Mavis Gallant e Karen Blixen. Per i lettori golosi come me… una chicca. I suoi ritratti di autori più o meno noti qui in Italia sono eccezionali e accompagnati da una straordinaria conoscenza letteraria.
E poi la narrativa! E che romanzo ! Di Kate Atkinson Un dio in rovina, , vincitore del Costa Award.
Storia di una vita, di Teddy Todd inziata durante i suoi undici anni nel 1925 e seguita fino alla sua morte quasi centenario. In coppia con il precedente Vita dopo Vita dove la protagonista è sua sorella Ursula.
Si ripercorre quasi tutto il Novecento delle due guerre,soprattutto la seconda, l’epoca  dei figli dei fiori. E si entra nei pensieri di Teddy che osserva la natura e l’umanità con uno sguardo intelligente , tollerante e rassegnato.  Intorno a lui una ridda di personaggi le cui vite si intrecciano e si collegano.
L’abilità straordinaria della Atkinson è quella di percorrere avanti e indietro gli eventi del vari personaggi, riuscendo a concatenarli l’uno all’altro. Da Teddy bambino che ispira la zia Izz scrittrice per ragazzi, a quando sarà sollecitato dalla egoista figlia Viola a entrare in una casa di riposo e poi…tornare indietro al suo matrimonio e alla sua casa dell’infanzia, Corner Fox dove in realtà vorrebbe ritornate verso la fine della sua vita.
Eletto negli USA  romanzo dell’anno.
Da leggere.
Le parentesi del tempo
pubblicato da: Mirna - 26 Agosto, 2016 @ 8:51 am
Tra libri, passeggiate,tisane e  cibo.
E l’estate che lentamente decresce. Cambia la luce che diventa un po’ più obliqua, i colori si attenuano, mi sembra che gli aironi volino più silenziosi. E la grossa libellula entrata stamane in cucina mi sembrava un po’ sperduta.
Ma tutto è ugualmente bello pur se si accompagna a una struggente nostalgia di ciò che ancora non è finito del tutto. La luce entra più tardi e se ne va prima: le rondini tacciono verso le venti dopo i voli felici attorno al campanile.Ma le belle di notte sono rigogliose di rosso, fucsia,arancione e i cachi stanno inturgidendosi. C’è sempre vita nel cosmo.
E ci sono libri interessanti come “Sogna un piccolo sogno di me†di Merete Morken Anderse, norvegese che con questo romanzo del 2003 ha vinto il Premio della critica norvegese.  Struggente ed implacabile autoanalisi di due genitori che devono affrontare il suicidio della loro figlia sedicenne.  Ed anche il loro essere coppia e persone. La verità cercata chirurgicamente come sanno fare i nordici, da Ibsen a Bergman. Molto efficace. Da psico- dramma teatrale.
Ed intorno a Borzonasca boschi, laghi, faggi, abeti. Cime da cui si vede il mare. Ancora sul Caucaso, monte di 1250 mt ad ammirare tante cime e il Golfo del Tigullio. Mangiare polenta al rifugio. Parlare piacevolmente con le  amiche.
Alberi ovunque e non solo nel bosco.
Alberi maestri del veliero genovese dove a Ferragosto Grazia ed io abbiamo trascorso una giornata preziosa. Mostra di Muncha a Palazzo Ducale, visita al Porto, strade, chiese e carruggi; incontro con Renata al Caffè Douce, altre mostre in una Genova tranquilla, semivuota ma percorsa da brividi  frizzanti di vitalità  marina.
E alberi di notte sotto la tende dei giovani che ci offrono carne grigliata e un falò magico che brilla in contemporanea alla luna piena.  Ma prima di giungere tra loro vaghiamo smarrite, ma curiose tra la nebbia che sale a strascichi dal lago di Giacopiane.
Un lucore da opera scozzese ci avvolge. E tutto termina perfettamente ,mentre scendiamo per la strada nel bosco verso Borzonasca  , con l’incontro di un gruppo di mucche e vitelli bianchi, che ci affiancano placidamente, con una placida sacralità senza tempo..
Beviamo le tisane nei pomeriggi caldi, Grazia ed io, come i Berberi nel deserto, ma spesso la accompagniamo con biscotti e dolcetti.
Ma non solo.Vogliamo parlare delle nostre cene del sabato sera? Questa volta ho finito in bellezza con il mio risotto alle borragine e fiori azzurri, e con le pesche al cioccolato e amaretti al forno.
Sono già passati otto sabati da quando Grazia ebbe l’idea di scambiarci inviti.  Un’altra estate sta finendo.
Ma oggi c’è ancora il sole caldo, le dalie sono in fiore, le farfalle svolazzano e c’è già in previsione una blanda tisana…con la golosa torta ai pinoli di Macera!!!
Ma…chi l’avrà già intaccata? Mistero
Comments Closed
CRONACHE DI BORZONASCA…Vita di paese
pubblicato da: Mirna - 17 Agosto, 2016 @ 8:14 amSiamo oltre la metà dell’estate, passato anche  Ferragosto.
Il tempo è corso placido in giornate distese, aperte, lente. Come  lenta è l’atmosfera di Borzonasca; forse per questo che qui ci sono ultranovantenni, e gli ottantenni talvolta sembrano ragazzi, vestiti come sono con jeans e berretto all’americana. Ci sono molti pensionati, molti nulla-facenti, tre chiese, tre negozi di generi alimentari due bar, il ritrovo di Massimo nel pomeriggio vicino al Taglio.
Tante chiacchiere perlopiù allegre. Soprattutto al mattino al bar pasticceria Macera che sembra così dare il ritmo alla giornata. I personaggi vengono bonariamente catalogati in estrosi, surreali, interessanti sempre  da Massimo -( lui stesso nella lista?) – che può variare di giorno in giorno.
E noi? Ci saremo sicuramente.
In fondo questo è un paese dove tutti hanno anche il soprannome, mio marito, ne aveva almeno due! Perché le persone guardano, si interessano ( a volte troppo e in maniera fantasiosa) e tutto questo “materiale umano†è il soggetto privilegiato della conversazione.
Sapete però che Borzonasca ha dato i natali al Devoto? Quello del dizionario! Non è un caso che le parole più o meno leggere corrano e diventino struttura e corpo del paese.
Ma non solo parole,anche fatti.
A parte i vari medici, direttori di banca, docenti universitari che ritornano qui o per l’estate o per sempre ci sono i personaggi “storiciâ€.
Abbiamo già parlato dei pasticceri Macera che ogni giorno sfornano le famose “rotelle†fragranti di aromi e gusto deliziosi.
Qualcuno quest’anno ha pensato di raccogliere gli oggetti da buttare e farne una rivendita il cui guadagno andrà per la Croce Verde. Altri organizzano cene e musica. Massimo sta già progettando una casa di riposo allegra che vorrebbe chiamare “Trapasso sereno† Non è uno scherzo. Si potrebbero già aprire le pre-iscrizioni.
E poi c’è la sig nora Delia che io vedo tutti i giorni. Da sempre occupata con montagne di bioccoli di lana…sì, perché la gentilissima signora Delia, è una materassaia. Lavora e fa rinascere la lana, poi riempie e cuce nuovi materassi che a suo dire sono sempre i più co modi e salubri. (Anche noi ne abbiamo due rifatti da lei)
I miei vicini di casa e di orto sono fantastici. Giancarlo, che è diventato amico di Mimilla, cura con un piacere quasi sensuale il suo orto e accudisce piantine di basilico e di cavoli in una specie di “incubatriceâ€. Vedo la sua espressione compiaciuta e penso che nelle piccole cose sta la serenità . Lo dice anche lui, perché a sera, prima di innaffiare , ci dedichiamo a conversazioni più o meno filosofiche. Quando sale nelle due fasce a guardare i suoi i pomodori, le zucchine, i fagiolini ecc (che talvolta arrivano anche sulla mia mensa )io e Mimilla lo guardiamo come fosse un quadro, talmente è ben inserito nel colore rosato e nella quiete del vespro .
Naturalmente si parla di cibo,soprattutto di ricette antiche. E si cucina.
Come sapete Grazia ed io abbiamo inaugurato gli inviti a turno ogni sabato sera. Devo ammettere che Grazia è una brtava e originale cuoca. L’ultima volta ci ha fatto arrosto al sugo di prugne, squisito. Ma non solo. Anche un gelato…ammorbidito al micronde.
Lo scorso sabato però toccava a me…ahimè…una debacle…Non voglio assolutamente tirarmi la zappa sui piedi,memori come sarete, dell’avventura della torta di riso per la quale avevo sbagliato la quantità . Un chilo invece di due etti!. Sapete anche, voi amici accademici, che faccio dei dolci sempre molto buoni, ma…sabato scorso sono nuovamente “cadutaâ€.
Volevo fare il pasticcio o meglio le lasagne come le chiamiamo noi in Emilia. Quando gli amici americani, Gary, Wendy, Barbara e >Camille sono stati qui avevo preso la mano e mi riuscivano bene.
Ma questa volta…dove è stato l’errore? Intanto al supermercato vedo le lasagne verdi…allora ritorno al ricordo della mia mamma quando nella nostra cucina bionda (quella che ho qui fortunatamente ) preparava la pasta con gli spinaci per le lasagne. . Avevo già preparato il ragù, buono, lo ammetto. Ma al momento di unire gli ingredienti…il fattaccio.
Lascio la pasta cruda o la immergo nell’acqua bollente? Decido per la opzione due…ma non immergo un foglietto alla volta…bensì tutto il malloppo. Che infatti riesce come un malloppo di …dollari.
Scottandomi, usando coltelli e altri arnesi riesco a scollare in parte i foglietti (Grazia poi mi chiederà se sono tagliatelle!) e a procedere con ragù. besciamella,grana ecc.
Beh, insomma il sapore non è male, ma l’insieme è rattoppato come una coperta di patchwork.
Ma rimangono altri foglietti tutti cementati tra loro. Che fare? Non si buttano.Li metto in frigo. Stefania che ha sangue ligure per il 50% l’altra sera li rielabora. Dice che farà tagliolini verdi come contorno alle scaloppine , alla tedesca insomma.
Poi mi sono presa il bicarbonato.
Comments Closed
VIVA I LIBRETTI ROSSI “ASTORIA”
pubblicato da: Mirna - 12 Agosto, 2016 @ 4:18 pmMi piace parlare dei libri che leggo un po’ per riordinare e ricordare le sensazioni che provo, un po’ per condividere. Mi fa piacere pensare  che le brevi impressioni delle mie letture di cui scrivo – soltanto pennellate per incuriosire –  possano suggerire titoli a chi in quel momento non ha idee.
In estate si frequentano meno librerie ed è per questo  che ogni suggerimento ha la sua ragion d’essere, ed è per questo che scrivo :
Consiglio soprattutto alle amiche lettrici di cercare qualche volta in libreria un libretto di Astoria, piccola casa editrice per signore ironiche.
Pubblica romanzi di autrici perlopiù inglesi e perlopiù dimenticate. Ecco allora trame interessanti e divertenti che spaziano da Londra alla campagna inglese; dall’Ottocento ai primi anni cinquanta.
Si prova un certo sollievo nell’entrare  in storie non così tragiche o deprimenti come spesso troviamo nella letteratura contemporanea.
La linea conduttrice di queste collane  è sicuramente  IL SENSE OF HUMOUR. In questo caso un po’ rosa . Le donne si sa vedono il mondo intorno a sé da un punto di vista privilegiato e più ampio degli uomini e in questo caso  ce lo propongono con più leggerezza .
Dai romanzi di Frances Hodgson Burnett come l’ormai famoso”Un matrimonio inglese”, a Barbara Pym, a M.C. Beaton che ci ha fatto conoscere il personaggio divertente di Agatha Raisin, una sorta di Miss Marple anni Cinquanta, molto moderna, pasticciona e simpatica. Ho parlato già parecchie volte delle sue indagini nei Costwold. E’ confortante sapere che abbiamo letto soltanto una parte dei suoi racconti perché ASTORIA ne ha  serbo altri, che pubblicherà in futuro.
A Trento so che ci sono nella Libreria Artigianelli : devo dire che vedere una parte dello scaffale occupato da  questi lucidi libretti rossi è una gioia.  Per fortuna qui a Borzonasca  è Grazia che me li presta.
Un’altra autrice che già ho letto ed apprezzato grazie ad ASTORIA è Margery Sharp.
L’ultimo lettoè “Britannia Mews†un articolato romanzo che spazia dalla fine dell’ottocento fino alla seconda guerra mondiale. Personaggio principale è Adelaide, una tenace londinese che riuscirà ad essere coerente in tutte le sue scelte di vita  anche in quelle  sbagliate. Di buona famiglia lascia gli agi e “la rispettabilità vittoriana†per amore del suo maestro di disegno. Nonostante si accorga presto dell’errore commesso lei se la caverà sempre da sola, fino a diventare famosa nell’ambiente artistico londinese ed addirittura mentore per una sua giovane parente.
Diciamo però che il vero protagonista è un rione di Londra che da luogo di poveri e derelitti diventerà à la page nel giro di alcuni decenni. E’ la zona delle antiche scuderie dei possessori di carrozze .
Quasi un parallelo tra il percorso formativo di Adelaide e la crescita sociale  di Britannia Mews.
Comments Closed
CRONACHE DI BORZONASCA 2016
pubblicato da: Mirna - 4 Agosto, 2016 @ 9:12 amVACANZE PER “GIOVANI�
Mi ritrovo da anni, tanti ormai,  a trascorrere l’estate  qui a Borzonasca, il paesello natio di mio marito. Dapprima un mese, poi due alfine quando lui  ristrutturò la vecchia casa di famiglia  praticamente tre mesi e oltre… Della sua  vecchia casa alta e stretta che si trova nel “centro storico†(in sostanza il carruggio dove non passano le automobili) Piero ha mantenuto e risistemato per noi soltanto il terzo e quarto piano mansardato. E il giardinetto a fasce.
Per giungere al piano living con terrazzina ci sono da fare tre piani, senza ascensore naturalmente, se poi si vuole salire nelle altre stanze…ecco una bella ripida scaletta che ci porta al salottino – stanza degli ospiti e alla saletta della televisione.
Ma siamo ancora “giovani†e possiamo farcela…Sulla terrazzina che si apre davanti alla cucina ci possiamo riposare tra gli effluvi della salvia del vicino e del gelsomino. Se vogliamo accedere al prato ecco la scaletta di quasi quaranta  gradini, vetusti, forse di pietre del Cinquecento, che portano senza ringhiera alla prima balza dove ci sono il  casotto per gli attrezzi, un caco, un  glicine e lavanda. Ma ancora occorre salire se si vuole sdraiarsi sulla comoda sdraio ad ammirare la palma, il nespolo,l’alloro, l’atmosfera mediterranea.
E il famoso campanile che suona sempre le ore e le mezz’ore.
Nello scendere occorre porre molta attenzione altrimenti si scivola sulle pietre antiche e dure  e ci si può rompere il polso. Successe a me il ferragosto di due anni fa.
Ma mi sento vispa e mi fa bene  salire e scendere per innaffiare l’ortensia e le belle di notte o per raccogliere le spontanee foglie di borragina – che poi passo rapidamente al vapore e mangio come contorno.
Mi ripeto che le scale fanno bene. Lo stesso paesello è pieno di salite e scale più o meno definite “santeâ€
La circolazione se ne avvantaggia pur se il respiro talvolta si fa affannoso.
Ma poi a sera senza impegni e dopo aver innaffiato ci riposiamo sulla terrazza più comoda ad ammirare il volo delle rondini nei colori rosati del crepuscolo.
Se vogliamo da Borzonasca, luogo di bosco e di riviera,possiamo andare sui monti inerpicandoci per sentieri boscosi ed ameni, persino per raggiungere l’abbazia  Borzone saliamo un dislivello di duecento metri . Qui in Liguria  ci si sente quasi più montanari che marittimi .
A Cavi, la spiaggia dove andiamo da 40 anni , non solo c’è la riva sassosa ma spesso questa  è scoscesa come un pendio montano, a seconda delle mareggiate.. . L’altra mattina  avrei voluto uno sherpa con me per aiutarmi a risalire dal mare turchese. Già scendere in acqua può provocare scivoloni sulla ghiaietta di mare, ma ci si arriva, e poi la gioia di voltolarci nell’acqua cristallina e lucente proprio nel centro del Golfo del Tigullio con Portofino e Sestri Levante ai lati, non ha  paragoni. Si vedono gli scogli, la collina di Santa Giulia, gabbiani felici e sole splendente.
Se c’è un’onda un po’ modulata salire diventa un ‘impresa. Io indosso da sempre scarpette di gomma per entrare in mare, ma servono poco per uscire …scivolo, poi arriva l’onda, cado, mi rialzo, ma sono già un po’ più in là . Stefania mi allun ga la mano, ma mi servirebbero i bastoni dell’alpinista per rimontare la riva. Nonostante tutto queste difficoltà stamani ho fatto quattro bellissimi bagni, ripetendo ogni volta alla fine la sceneggiata dell’emersione dalle onde.
Accanto a me poi arriva sbattuto violentemente dall’onda  a mò di delfino spiaggiato un signore “giovane†come me , forse più, con addirittura le pinne e gli occhiali:  non riusciva ad alzarsi né a sedersi  e rotolava  come un salame tra onde e sassi senza parlare. Stefania allarmata era  pronta all’aiuto  e gli si è accostata, ma lui è riuscito con una coraggiosa giravolta e arrampicata ad uscire e, senza guardare nessuno, a buttarsi esausto sulla sua sdraio, pinne comprese.
Vacanze per “giovani†in questo mio angolo ligure. ,
Ma l’età è quella anagrafica o quella che ci si sente?
LA VEDOVA di Fiona Barton e altre letture per l’estate
pubblicato da: Mirna - 2 Agosto, 2016 @ 4:45 pmLA VEDOVAÂ Â e JANE E PRUDENCE
Letture per l’estate
Dove si legge d’estate? Al fresco di una camera in penombra, sotto un albero, sotto l’ombrellone, aspettando qualcuno se si porta un libro piccolo in tasca o nella borsetta.
Borzonasca mi offre sedie sulle terrazzine di pietra e su quelle d’erba, il lettino in riva al mare, e soprattutto il mio letto blu nelle ore centrali della canicola.
Libri leggeri se fa troppo caldo, thriller per sentire un po’ di brividi, racconti ambientati in Inghilterra per immergersi nella  tranquillità e nel fresco.
LA VEDOVA è un giallo avvincente che ti fa veramente compagnia.
Scritto con ritmo serrato ti porta da un punto di vista di un personaggio all’altro: dalla giornalista rampante, all’ispettore onesto e buono, per giungere alla vedova che narra in prima persona il suo dramma. Il marito è morto da poco investito da un autobus, ma le ha lasciato l’eredità di un’accusa infamante. L’accusa di pedofilia e del rapimento della piccola Belle, mai trovata. Un caso eclatante, un caso di coscienza per la collettività . La si cerca ancora dopo alcuni anni seppur l’accusato sia stato prosciolto.
Ma ora che è morto qualcosa di non analizzato emerge. E la depositaria di segreti e bugie è solo lei: la vedova. Tutte le testate giornaliste e le Tv la cercano,vogliono intervistarla; e in un crescendo di nuove verità e prospettive  si arriva alla soluzione.
E poi si va in Inghilterra, nel mondo di Barbara Pym dove sembra che l’accadimento più significativo  che può avvenire in un villaggio  sia l’arrivo in canonica  del  nuovo Pastore e di  sua moglie Jane.
Oppure il progetto della comunità di far risposare Fabian,  il bel vedovo.
Ma si parla soprattutto dell’amicizia fra Jane e Prudence. Jane la quarantenne moglie del pastore che non sa fare nulla in casa ma pensa spesso ai suoi amati poeti inglesi del Seicento e Prudence trentenne che lavora a Londra e non è ancora sposata.
Divertente leggere dell’abbigliamento noncurante di Jane. Talvolta le sbuca un pezzo di sottoveste dal vestito, va a Londra con il suo vecchio cappotto di tweed che usa anche per dar da mangiare alle galline. E’ inconcludente, se non c’ la signora Glaze a occuparsi del pranzo non sa che cucinare per suo marito e…si sa , dicono tutte le comari del villaggio,  che gli uomini, benché pensino a una cosa sola, hanno bisogno di pasti sostanziosi.  E poi non riesce neppure a lavare i piatti come si deve e se ne duole. Ma è molto attenta agli altri, alle loro esigenze e, come Emma di Jane Austen, vorrebbe combinare un bel matrimonio tra Prudence e Fabian.…
Prudence, molto attraente,  al contrario di Jane  è sempre elegante e crede di essere innamorata del suo datore di lavoro, un ometto grigio e stempiato. Ma quando Jane le fa conoscere Fabian nella sua vita  si riaprono diversi progetti.
Importante sarà  l’invito al tè sotto il noce offerto da Fabian a Jane, Prudence e altre signore. Ma chi lo verserà ?
Giudiziosamente Fabian lo chiederà alla governante
†La signora Arkright distribuì tazze di tè e tramezzini al pomodoro e al cetriolo, quindi sembrò svanire nell’aria. Era come se si trasformasse in qualche modo in un cespuglio o in una pianta, per ridiventare miracolosamente se stessa al momento opportuno, quando bisognava riempire le tazze o i piatti erano vuoti.â€
Tranquillità della campagna inglese di tanto tempo fa, tra tintinnanti tazze di tè, passeggiate , riunioni. Tutto condito dalla sottile e brillante ironia di questa scrittrice per molto tempo sottovalutata.
Barbara Pym (1913-1980) ha avuto alcuni amori, ma non si è mai sposata. La casa dove visse con la sorella nell’Oxfordshire è diventata luogo di pellegrinaggio per i suoi devoti lettori.
Comments Closed
Coltivare…non solo giardini e orti
pubblicato da: Mirna - 25 Luglio, 2016 @ 4:17 pmLE CRONACHE DI BORZONASCA
il giardino-orto del mio vicino assomiglia ad un quadro del Moggioli che si trova alla permanente del MART: Ombre e luci, scale e scalette, filari di fagiolini, zucchine , alberelli da frutto, gladioli,rose e persino le fragole. Verso il tramonto è un piacere guardarlo mentre innaffia con cura ogni sua “creatura”. Io me ne sto seduta sul balconcino di sopra ammirando anche le rondini che si affollanno int0rno al campanile.
Più tardi salirò anch’io con Mimilla a dare l’acqua alle ortensie, alla melissa, al glicine, poi nuovamente sulla terrazzina grande a sperare nel volo degli aironi.
Considero quanti piccoli piaceri coltivo in un giorno! Già al mattino mentre mi porto a letto caffè e gatta e posso ascoltare la radio senza fretta, provo gioia . Pregusto l’arrivo del sole nella cucina quando aprirò la porta finestra e le surfinie sembreranno più colorate.  Devo incontrare Grazia con la quale abbiamo fatto programmi: vogliamo fermarci a bere un altro caffè da Macera e chiacchierare con il “comitato” borzonaschino? Risate assicurate. Vogliamo camminare?
Tre chilometri di leggera salita tra ulivi, noccioli, querce, canto di uccellini e cicale, e arriviamo a Borzone. Se capitiamo la domenica mattina per il dopo messa sembra di essere a Times Square. Tantissima gente: persino mia cugina medico a Parigi, Walter con la focaccia, turisti, bambini, tanti cani che entrano felici e pii nella navata…atmosfera rarefatta, magica, da godere.
Insomma Grazia ed io “infiliamo” progettini gustosi come tanti coralli in una collana: ogni giorno variamo. Mattinate per un aperitivo a Chiavari, un altro momento per lo shopping, anche la spesa grossa all’Ipercoop è gradito, dobbiamo comprare ciò che cucineremo i sabato sera. Sì perchè la nuova abitudine piacevole è che a sabati alterni ci invitiamo a cena. Sabato scorso toccava a me: melanzane alla parmigiana, tiramisu dietetico (fatto da Grazia), Ortrugo fresco. Sempre sulla mia “terrazza Martini”. Mi sono cambiata come la lady nel suo castello e la vicina mi guarda esterrefatta: “Si è messa anche gli orecchini pendenti”esclama . “Giochiamo alle signore” ridiamo.
Stiamo dunque anche noi coltivando la nostra piccola felicità , superando e accantonando per un po’ problemi, seccature, dispiaceri. E’ stata Charlotte Bronte nel suo libro “Villette” a descrivere un personaggio che cercava di “coltivare la felicita’”. Non è facile. Ma qui a Borzonasca dove sempre mi sento sospesa si può fare. Se poi c’è un bel sole, il mare vicino, farfalle bianche che entrano in casa (lasciamo perdere i gechi e i ramarri) , se si ha voglia di inventare accadimenti facili e allegri , ci si può abbandonare, affidare. Volevamo le acciughe fritte? Alla Trattoria Marchin le abbiamo mangiate con gusto.
Stamani sono andata al mare sebbene il cielo qui fosse nuvoloso, ma a Cavi il sole splendeva, le onde rumoreggiavano. Io felice con il mio cappello rosa in testa mi metto accanto alle onde telefonando a un’amica…un’onda mi travolge, il cappello parte e viene sommerso, le ciabattine pure, io cado, ma tengo alto il braccio con il cellulare come la statua della libertà . Con fatica e senza…nessun bagnino accorso…recupero cappello, infradito e mi rimetto in posizione eretta.
Il mare era così bello.