CARNEVALE 2017 nel salotto di Cristina

pubblicato da: Mirna - 28 Febbraio, 2017 @ 8:54 am

Penelopi 2017 012Il Tempo, come un mazzo di carte da gioco, si può rimescolare a piacimento, definirlo, etichettarlo. Lo facciamo da secoli gruppo lettura 22.2.17 001seguendo parallelamente i ritmi della Natura.

Finito il periodo Natalizio, abbiamo iniziato quello Carnevalesco attribuendogli nostri desideri, aspetattive, sensazioni. E soprattutto la voglia di “spingere avanti” l’inverno ancora buio e freddo. Come? Radunandoci in convivi di vario genere  per attingere colori, luce e conforto.

E che cosa meglio di risate, complicità e trasformazione in altro da sè?

Gennaio 2017 e Menecmi 019Maria Teresa che ama il teatro e che riesce con estrema bravura a ridurre  vari testi, quest’anno ha proposto a noi, La Compagnia degli Allegri Guitti, I MENECMI di Plauto. Un lavoro di limatura, rifacimento di alcune battute  soprattutto con  l’abilità di rendere il tutto armonico e divertente per noi e il pubblico.

E con  la brillante idea dello scambio dei generi. Se i due Menecmi, gemelli perduti sin dall’infanzia, dovevano per forza essere uomini (Gianfranco e Riccardo), le varie mogli e cortigiane sono state interpretate da Alfonso, Giovanni, Paolo…tutte, senza farlo Gennaio 2017 e Menecmi 024apposta, con barbe!

Ma si sa …donna barbuta donna piaciuta.

Noi signore invece  in vesti maschili:  io Messenione lo schiavo, Maria Tersa il cuoco Cilindro, Giovanna il parassita Spazzola, Barbara il medico.

Erozia (l’amante di Menecmo !), Aglavia (la sua ancella)  e Teopula (moglie di Menecmo 1) ….bravissime (i) …e risate a Gennaio 2017 e Menecmi 029crepapelle.

Gli uomini quando possono calarsi in vesti femminili diventano allegrissimi, esilaranti, al di sopra delle righe. E sembra loro di poter dar sfogo maggiore  alla loro esuberanza. Mistero del cambiamento di  ruolo!

Quante prove e quanti incontri tutti coordinati da Maria Teresa che ci offriva spesso e volentieri tè e pasticcini o  cenette Menecmi e Restart febbr 17 096gustose.

Per le prove generali siamo stati da Cristina, nel suo salotto accogliente testimone di tantissime serate cultural-mondane. E che cena luculliana ha offerto alla Compagnia dei Guitti stremati! (polenta, crauti, salsicce, pesce, dolci e vino a volontà)

La sera dell’Accademia, dopo il bellissimo numero di Cristina, Giovanna , Letizia e Stefano dedicato alle canzoni tratte dai film di Walt Disney…la Menecmi e Restart febbr 17 057nostra performance…vabbè quasi tutti con gli occhiali e spesso con la parte da leggere in mano, ma quanto bravi siamo stati!!! E che risate! Inutile dire che le star sono state le tre eroine…barbute.

E così l’inverno lentamente si stava dissolvendo in giornate più chiare, in timidi raggi tiepidi di sole…ma noi  Penelopi imperterrite abbiamo dovuto recitare ancora. Complice sempre la nostra Cristina e la sua macchina teatrale che ogni anno si arricchisce di costumi e di esibizioni. Penelopi 2017 014 Divertente la performance della padrona di casa , ma soprattutto bravissima…ha fatto la nonna- ventriloqua con un bel pupazzetto nipotino.

E tanti altri pezzi cantati e recitati. Sempre verso la fine ci siamo però noi le TWIN SISTERS: Maria Teresa ed io che dai tempi delle indimenticabili Gemelle Kessler cercano di stupire, interessare e divertire il pubblico “penelopesco”

Maria Teresa/Ellen dopo una ricerca capillare tra vecchie Domeniche del Corriere ha trovato slogan pubblicitari fine Penelopi 2017 021Ottocento , primi Novecento  assai curiosi e  interessanti. Una carrellata di come erano i nostri nonni e genitori, come vivevano, che cosa compravano. Un excursus storico-sociale dell’Italia di quel tempo.

Abbiamo scelto gli slogan un po’ osé (si fa per dire) come il prodotto MARMOR per avere un seno turgido e marmoreo o Penelopi 2017 033l’ELETTRO VIGOR per sollecitare la forza amatoria nell’uomo. Tutto suggerito in forma velata e divertentissima .

Intervallando poi alcuni ritornelli cantati a “cappella” (stonata?) da noi due come Balocchi e Profumi, Pippo non lo sa e Il mio amore è un centrattacco….il successo è assicurato.Penelopi 2017 027

Pronte per la tourneée?…

Finito il Carnevale aspettiamo ora  la Primavera.

 

 

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ANATOMIA…DI UN GRUPPO DI LETTURA

pubblicato da: Mirna - 24 Febbraio, 2017 @ 6:21 pm

gruppo lettura 22.2.17 005Ci sono tanti gruppi di lettura in giro per il mondo.

Ho letto anche molti racconti che descrivono le loro caratteristiche, gliIMG-20170223-WA0001 autori presi in esame, l’organizzazione.

 

Ma  nostro LibrIncontri ormai in auge da qualche anno  sembra diverso perchè ha una peculiare  caratteristica: non ci sono regole precise e si nota un grande  affiatamento fra i suoi membri.

Da sottolineare l’importanza  della presenza maschile; molto spesso i gruppi-lettura sono formati da sole donne più o gruppo lettura 22.2.17 001meno della stessa età. Nel nostro abbiamo anche presenze molto giovani.

Il numero dei partecipanti varia da un minimo di sei- otto a un massimo di quindici persone. E come si svolgerà è …un happening.

Sì, d’accordo sono la pseudo-coordinatrice, ma le idee, le riflessioni sui libri letti si espandono come un fuoco artificiale da tutti i presenti..

E se dapprima ci concediamo una tazza di cioccolata o di caffè o una cup of tea speciale subito dopo  inizia la girandola di titoli.

Da “Cecità“ di Saramago in cui si parla di un morbo diffuso in un luogo indefinito e che è in realtà la metafora gruppo lettura 22.2.17 003dell’indifferenza verso gli altri  si arriva “Nel paese dei ciechi” di H.G.Wells :  in una comunità di ciechi arriva un vedente. Ma il vero “cieco”  – si scoprirà  – è lui.

Pronta e corale fiorisce la disquisizione sul vedere e sul guardare. Si cita  Eugenio Borgna, lo psicologo. E’ ovvio nel nostro gruppo ci sono tre tra psichiatri e psicoterapeuti!

Ed è piacevolissimo ascoltare i nostri pensieri.

Lucia ha letto “Una sconfinata giovinezza” di Pupi Avati da cui è stato tratto un bellissimo film.  Si parla dell’Emilia: nel gruppo siamo  quattro emiliani: Lucia di Ferrara, Giovanni di Modena, io di Carpi, Alfonso di Bologna. Perciò si ricordanoIMG-20170223-WA0002 gli artisti emiliani, partendo dai cantanti come Guccini, Ligabue, I Nomadi.  E Lucio Dalla che Emma si ricorda bene  quando frequentava l’università di Bologna. E la magia della città intrecciata  con la giovinezza.

gruppo lettura 22.2.17 010I nostri quattro uomini si sono messi vicini ma sono allegri, spiritosi. Riccardo ci parla della lettura di Nietzsche “Divieni ciò che sei”  e dell’associazione culturale Restart.

Alfonso è impegnato con la lettura del Vangelo secondo Marco che poi reciterà.

Tanti altri titoli e autori si susseguono.

Io prima di te  di Jojo Moyes,

Roberto Alaimo  “Carne mia” .

Conrad Lorenz e tanto tanto ancora.

Quasi due ore di conversazione interessante e simpatica.

Poi all’uscita dal bar una sigaretta per far compagnia a Santo con la pipa.  Naturalmente di radica.

 

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LA TENTAZIONE DI ESSERE FELICI di Lorenzo Marone, ed.Longanesi

pubblicato da: Mirna - 21 Febbraio, 2017 @ 6:18 pm

th[4]Un titolo ammiccante non c’è che dire. Essere felici non è¨ una cosa facile. Bisogna volerlo. O almeno tentare. ..pensando a tutte le cose che ci piacciono:

mi piace quando un libro mi attende sul comodino, il borbottio della caffettiera sul fuoco, i viali alberati, il profumo dei capelli delle donne, mi piacciono le strade che raggiungono il mare, i sorrisi dei miei figli, mi piace chi combatte ogni giorno per essere felice…”

e cos¬ via per due facciate, le ultime a conclusione di un racconto che si legge con piacere ed empatia.

Come non partecipare con simpatia della vita di Cesare Annunziata, un settantasettenne un po’ egoista, un po’ burbero, irritabile ma sincero fino al midollo?

E bravo questo giovane autore Lorenzo Marone che è¨ riuscito a calarsi in un un uomo anziano  con tutte le sue manie, fobie, rimpianti senza fare retorica.  Anzi.

Beffardamente ironico il monologo di questo Cesare che vive solo, contento  di fare ciò che vuole e con tutte le intenzioni di godersi la vita, nonostante gli acciacchi.

Ha due figli, Sveva con la quale litiga sempre – perchè hanno lo stesso carattere  e Dante omosessuale  “Lui lo sa. Io lo so. Eppure non me l’ha mai confessato:” Questo è l’incipit di una lunga serie di fraintendimenti, piccoli rancori e incomprensioni con i figli.

Ma ci sono altri personaggi: una simpatica e dolce prostituta con la quale ha incontri abbastanza frequenti (complice un buon farmaco blu) , ha gli amici del condominio: Marino che è più di là che di  qua, ma  è tanto buono e caro,  la signora Vitagliano che è ormai diventata una gattara e che si porta sempre appresso un fetore insopportabile di gatti.  C’è persino Belzebù il gatto nero che sfugge dall’oppressiva protezione della Vitagliano per andare a stare un po’ con lui e mangiargli prosciutto e sottilette.

Ed infine nel condominio c’è  Emma, la giovane moglie maltrattata dal marito.  Lui, Marino, la Vitagliano vorrebbero proteggerla.

Cesare ci mette il cuore per  aiutarla e i loro incontri sono di una delicatezza ed  un’efficacia indimenticabili.

Ogni giorno dunque la vita ci dà qualcosa di nuovo, ci fa capire che cosa dobbiamo fare, ci ricorda gli sbagli commessi e ci incita a ritrovare ottimismo.

Ogni piccolo o grande accadimento ci rivolta e  di riflesso ci cambia.

Ecco il mio ultimo  consiglio di lettura anche per gli amici del LibrIncontri  ( che ci sarà domani alle 17.00, sempre al caffè Città. )

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ROMA…for ever

pubblicato da: Mirna - 17 Febbraio, 2017 @ 6:06 pm

roma febbr 17 035 - CopiaCome si fa a star lontani da Roma?

Sapere che in questo momento mentre al nord  il buio ci avvolge laggiù ci sono mille sfumature di colori che ti stremano e ti fanno scintillare la vita?

Non resisto e complici due mostre intriganti come quella di Edward Hopper e Artemisia Gentileschi ho accettato il roma febbr 17 030caloroso invito di Nicoletta e sono scesa come una freccia nel cuore della capitale.

Mi immergo nella sua atmosfera e mi sembra di riallacciare sensazioni ed emozioni che fanno parte del mio DNA: quel gusto ancestrale di morbidezza e bellezza, quel canticchiare del cuore mentre ci si aggira tra piazze luminose di fontane  o stradine lastricate di sanpientrini, quell’esigenza di abbandonarsi a un tepore mediterraneo quasi ebbro di stridii di gabbiani e di rondini.

roma febbr 17 031Non la conoscerò mai completamente, ma mi piace scoprire ogni volta i suoi mille tesori.

L’isola Tiberina.

Tre Caravaggio in una Chiesa, roma febbr 17 013la tomba del Beato Angelico in un’altra, Michelangelo, Bernini e Borromini…l

.

E la sua mitica prospettiva.

Armonia, maestria, fascino.

I pensieri si adeguano alla bellezza di ogni angolo: diventano garruli come i pappagallini verdi  visti in un  chiaro cortile accanto a a Palazzo Venezia.

E’ del poeta il fin la meraviglia.

E qui in questa città eterna se ne prova ad ogni passo.

roma febbr 17 012Nicoletta mi porte a Villa Spada dunque, a Palazzo Corsini e mi mostra e mi spiega.roma febbr 17 017

Io sono incantata e capisco che questo mio sentire è terapeutico e galvanizzante.

Roma incantatrice.

E poi Villa Adriana. Dopo Tivoli. Si può ridere o urlare di gioia?

Perchè no?

Lo spazio scelto dall’Imperatore Adriano è già sbocciato di primavera: mandorli fioriti, margheritine sui prati, roma febbr 17 035 (2)rosmarino azzurro e ulivi  e poi …

il Canopo.

roma febbr 17 028Io so che potrei essere preda della sindrome di Stendhal e cadere nell’acqua che riflette le statue, ma resisto , forse perchè ho mangiato i tonnarelli cacio e pepe e perchè ripenso ai carciofi alla Giudia.

Non so che cosa mi trattiene dall’abbracciare statue, colonne, forse il pensiero del passato? Del desiderio di rileggere Memorie di Adriano della Yourcenar? Forse la consapevolezza che la Bellezza è imprendibile, vaga, ma che tu puoi ripeterla  nel ricordo.

E poi c’è la casa di Nicoletta nel cuore di Roma, piena di colori, terrazzini di limoni, tetti caldi sotto un cielo pervinca. Ci aspettano un aperitivo e roma febbr 17 004tante risate.

roma febbr 17 002C’è la sua speciale scaletta a chiocciola che porta sul secondo terrazzino segreto  dominante  una parte di Roma pulsante diroma febbr 17 006 vitalità e misteri. Una Roma che ti entra nel sangue e che vorresti vedere ogni giorno.

Ci sono i nostri aperitivi serotini mentre  la luce sfuma  lentamente in viola , rosso e arancione,  e noi ripercorriamo ciò che abbiamo visto e condiviso, facendo del nostro stare insieme  un altro piacere .

 

 

 

 

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LA STANZA DEI PENSIERI IMPRIGIONATI, Annalisa Filippi

pubblicato da: Mirna - 10 Febbraio, 2017 @ 5:28 pm

Filippi 001Da non perdere questa personale di ANNALISA FILIPPI nella Sala Thun Torre Mirana, via Belenzani 3 Trento.

Dal 4 al 17 febbraio 2017.Filippi 004

Una mostra evocativa, intrigante, immaginifica.

Come tutto ciò che riguarda il percorso dei nostri pensieri.

Ma in questa ” stanza delle meraviglie ” i pensieri non sono sparsi o scalzi o fugaci come le nuvole e le rondini.

Qui sono imprigionati.

Una prigione colorata, avvolgente, corporea eppure  in cerca di fuga.

Pensieri accuditi come un bambino, un gatto, un desiderio inconfessato.

Un’esplosione di colori caldi dall’ocra al verde all’oro,  che fanno percepire un’intensità di sensazioni che spesso fuggono dalla loro gabbia per continuare Filippi 005oltre lo spazio della tela. Filippi 010

E del nostro sentire. Della nostra volontà.

I confini ci sono: sono sicuramente il nostro corpo e la nostra mente, sono i confini dell’Umano che anela all’infinito  e che  si rende conto dei propri limiti.

E cosa c’è meglio del‘Arte a dar voce con parole, suoni,  linee e colori  a questa nostra intima contraddizione?

Ho incontrato l’autrice e le ho fatto molte domande sulle sue opere , ma  ho lasciato poi alla mia “fruizione” di spettatrice Filippi 013la libertà di aderire al suo segno rotondo e  avvolgente e lasciarmi andare a ciò che mi faceva vibrare nell’intimo:

un’emozione calda, di conosciuto, di “battaglie” che si combattono ogni giorno, di consapevolezza di forza necessaria, di vitalità ancestrale  e di desiderio di …affidarsi, di abbandono. A un abbraccio.

Nel cerchio magico del Cosmo. Individuale e Universale.

Da non perdere assolutamente.

 

 

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PARIGI E’ SEMPRE UNA BUONA IDEA di Nicolas Barreau, Feltrinelli

pubblicato da: Mirna - 9 Febbraio, 2017 @ 8:52 am

Filippi 005E’ salutare per ogni lettore  alternare i generi.

Definiamo “rosa” un romanzo quando  si parla di amore, di giovinezza, di desideri e di finali lieti.

Genere adatto alle donne?

thCAM2JLS9Non è detto.

Fra l’altro questa deliziosa storia è scritta da un  giovanotto francese che già ha avuto successo in molti paesi. Nicolas Barreau, classe 1980.

Ricordate  “Gli ingredienti segreti dell’amore” ? v.mio archivio

Filippi 003Perchè ne consiglio la lettura?

Perchè siamo a Parigi e conosciamo Rosalie che ha una piccola cartoleria  nel cuore di Saint-Germain. Un negozio chiamato  Luna Luna in cui si vendono ricordini, cartoline e biglietti dei desideri disegnati e dipinti dalla stessa Rosalie.

Un biglietto dei desideri: che bella idea.

Filippi 001Scrivere e disegnarci sopra ciò che vorremmo più di ogni altra cosa.  Molti clienti affezionati li ordinano e la stessa Rosalie se ne crea sempre tre ogni anno, il giorno del suo compleanno, per poi gettarli nella Senna  da un punto preciso della Tour Eiffel.

Che cosa può desiderare una giovane e bella ragazza?

Amore, successo nel suo lavoro, e tante altri grandi e piccole cose. Certamente per Rosalie  il sogno più grande è di diventare un’illustratrice famosa.

Che cosa scrivereste voi su un biglietto di auguri?

Ora io vorrei tanta energia e sempre sorrisi, così disegnerei un’allegra gattina ( ormai mi sono immedesimata nel mio felino) che salta da un tetto all’altro. Possibilmente di Parigi.

Filippi 002Eh, sì perchè Parigi val sempre la pena.Filippi 004

Come resistere ai suoi giardini, ai cafè-crème gustati nei bistrot, alla sua atmosfera ?

E’ quello che cerca di capire Robert giovane americano professore di letteratura inglese. Deve accettare una cattedra alla Sorbonne o continuare la tradizione di famiglia e cioè lavorare nello studio legale di famiglia?

Tutto sarà rimescolato per colpa di “una tigre azzurra” che è  il titolo di un libro  per bambini che campeggia nella vetrinetta del Luna Luna. Libro che  è stato illustrato proprio dalla stessa  Rosalie dopo  aver conosciuto l’autore  Max Marchais.

Nicolas Barreau riesce a dosare con leggerezza e brio varie situazioni e un intreccio accattivante.

E poi si sa che ogni lettura rimescola in noi ricordi, emozioni, desideri.

Se poi la cornice è questa città charmante non si può fare a meno di entrare nella storia e lasciarsi catturare.

E sicuramente dopo  l’ultima pagina ti dirai che andare o ritornare a Parigi è sempre una buona idea. 

 

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Pensieri sparsi …in borsetta

pubblicato da: Mirna - 4 Febbraio, 2017 @ 5:56 pm

Menecmi e Restart febbr 17 036Pensieri o meglio impressioni che ho raccolto durante  l’inaugurazione dell’Associazione Culturale  Restart Menecmi e Restart febbr 17 023Trentino della quale è presidente Riccardo Lucatti.

Per saperne di più in modo esauriente potete cliccare il suo blog www.trentoblog.it/riccardolucatti  o restart.trentino.it.

A Romagnano dunque in una mattina di pioggerella luminescente per entrare in una fioreria colorata al piano terra e in un salone accogliente al primo piano.

Salone che è un ristorante e dove campeggiano anche prodotti biologici, vini Doc, fiori e …idee.

E proprio di idee si è parlato.

Come i semi regalatici ( a me son toccati gli Astri) facciamo crescere nuove idee… per rigenerarci.Menecmi e Restart febbr 17 003

Libertà, coraggio, cambiamento le tre parole significative del simposio.

I colori dei ciclamini al piano terra sono stati il benvenuto alle persone desiderose di apprendere, cambiare, cercare di far germogliare dentro di sè qualcosa di  ALTRO che non la sterile individualità.

Ed io ho sentito un’atmosfera fiorita (è il caso di dire?) e come …Monet ho cercato le impressioni istantanee e leggere che sicuramente rimarranno però impresse nella mente.

Interventi, musica, spuntini deliziosi  e spumante leggero e brioso come la gioventù.Menecmi e Restart febbr 17 005

Menecmi e Restart febbr 17 018Riccardo Lucatti impeccabile e sicuramente calato  nel  ruolo giusto per la sua personalità versatile e profonda.

Da parte mia una sensazione di convivialità, partecipazione, empatia per tutti,complice forse le leccornìe che arrivavao Menecmi e Restart febbr 17 028dalla cucina?

Ma sicuramente per il desiderio di fermarsi un attimo a pensare,  a riflettere a fondo su ciò che possiamo fare noi e su ciò che soprattutto possono fare i nostri giovani ( e  stamani ce n’erano parecchi) per non subire passivamente una deriva insidiosa.

Per cambiare in meglio.

 

 

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Francesca Bianchi intervista Alberto Pattini

pubblicato da: Mirna - 3 Febbraio, 2017 @ 5:38 pm

 Ospito con molto piacere questa bellissima intervista.

Alberto Pattini: Poesia del Trentino. La melodia della Grande Madre di Francesca Bianchi – FTNEWS.IT

bianchi[1]

FtNews ha intervistato Alberto Pattini, farmacista, poeta e studioso di storia del territorio e dell’arte. Nativo di Trento, nel 2014 ha pubblicato le sue poesie nei volumi Il Trentino dei sentimenti e Il cuore delle Alpi. Sulle ali del Trentino.
Recentemente ha dato alle stampe Poesia del Trentino. La melodia della Grande Madre(acquistabile online sui siti di Ibs e Feltrinelli), una silloge di 105 liriche intrise di un amore totale e sincero per la natura pura ed incontaminata del Trentino, che l’autore immagina come una “Grande Madre” che accoglie i suoi figli e dona loro pace e ristoro.
Tra vette imponenti, luoghi selvaggi e pascoli fioriti l’uomo è libero di abbandonarsi alla contemplazione estatica della bellezza eterna del Creato, al cospetto del quale può ritrovare la sua anima e comprendere la fragilità di ogni esistenza umana.
Dalle parole di questo straordinario poeta dell’età contemporanea si comprende l’importanza di risvegliare il fanciullino di pascoliana memoria che giace sepolto nel profondo della nostra anima, per riscoprire i valori autentici della vita e lasciarsi permeare dalle emozioni che questa ci offre, dando un senso al nostro breve passaggio su questa Terra.
Lei è laureato in Farmacia, è ricercatore e divulgatore di biochimica ed alimentazione dello sport, nel corso della Sua lunga carriera, ha pubblicato su numerose riviste internazionali, come e quando ha deciso di dedicarsi alla scrittura di poesie? thCA63LRMM
Ho deciso di dedicarmi alla poesia alla fine del 2013, quando ero in sofferenza fisica e mi sono isolato nell’ambiente naturale, cercando in esso la forza per vivere serenamente.Cosa significa per Lei scrivere?
La scrittura per me è catartica, mi libera dall’ansia e dalla frenesia che caratterizzano la vita moderna. Scrivo soprattutto per me stesso.Nel 2014 ha pubblicato le Sue liriche nei volumi Il Trentino dei sentimenti e Il cuore delle Alpi. Sulle ali del Trentino. Qual è la peculiarità di Poesia del Trentino. La melodia della Grande Madre rispetto agli altri due libri? Di contro, ci sono punti di contatto tra questa pubblicazione e i lavori precedenti?
Tra i tre libri esiste uno stretto filo conduttore. Ho scritto, pervaso dallo stupore che caratterizza l’atteggiamento del fanciullo di fronte ad una meraviglia: non canto la mia terra, la vivo, sentendola parte integrante del mio essere. In Poesia del Trentino. La melodia della Grande Madre c’è stata un’evoluzione, frutto di un percorso approfondito per trovare dentro di me le certezze del Creato e per darmi l’agognata felicità. Questa volta, oltre al tema dell’ambiente e del connubio uomo-natura, ho affrontato anche il tema dell’amore e della figura della donna come tramite per giungere oltre l’orizzonte dell’infinito. Parlo, inoltre, della malinconia e della meraviglia del fanciullino di pascoliana memoria.<

Perché ha sottotitolato il Suo lavoro “La melodia della Grande Madre”? La Montagna è una madre per il poeta e per coloro che sanno amarla e rispettarla?
La questione della Grande Madre è oggetto di dibattito da tempi remoti. Ho sottotitolato il mio lavoro “La melodia della Grande Madre” perché ho voluto attribuire ad esso un significato profondo ed affascinante. Amo devotamente la mia terra, il Trentino, e le sue imponenti vette. Vivo per la montagna, mi sento un tutt’uno con essa. Per me la montagna è come una madre che accoglie i suoi figli a braccia aperte e li protegge con amore smisurato. Come è strutturato il libro?
Il libro è una silloge di 105 mie liriche, accompagnate da altrettante fotografie a colori sull’ambiente del Trentino. Le foto non sono soltanto mie; hanno collaborato altri 14 autori: Mario Benigni, Roberta Billato, Silvano De Marco, Vittorio Delli Ponti, Stefano Gaiga, Stefania Giatti, Mauro Mariotti, Marica Moltrer, Alberto Pattini, Michele Pilati, Luca Puecher, Alessandro Toller, Susi Vettovalli, Guido Zamboni e Caterina Zini. Voglio precisare che le immagini rappresentano la sintesi delle mie poesie: prima ho composto le liriche, in un secondo momento mi sono messo alla ricerca dell’immagine che potesse sintetizzare perfettamente ogni poesia.
Ugo Rossi, Presidente della Provincia autonoma di Trento, e Lorenzo Ossanna,Vice Presidende del Consiglio regionale, hanno curato le prefazioni. La giornalista Franca Molinaro di Benevento, la professoressa Fulvia Carbonera di Novara e il professor Gero La Vecchia di Agrigento si sono occupati della stesura di alcuni saggi letterari presenti nel volume.
Dove trova l’ispirazione per le Sue poesie?
La trovo essenzialmente nella natura: un’immersione tra vette aguzze e paesaggi selvaggi, ascoltando il fragore delle fragili cattedrali di cristallo e ammirando cieli blu cobalto tra foreste vergini, acque incredibilmente cristalline di laghi incantevoli, pascoli fioriti e fragorose cascate. Un’esperienza sensoriale attraverso uno dei paesaggi più selvaggi del pianeta, dove una natura rigogliosa risveglia l’anima di chi la contempla in silenzio e con rispetto.Cosa prova quando si trova in contemplazione di Madre Natura e delle sue bellezze?
La vita è un meraviglioso cristallo di ghiaccio, dona sentimenti non quantificabili di intensa emozione, evapora ai fievoli raggi del tramonto.

Più volte ha dichiarato di contemplare la Natura con la meraviglia del “fanciullino” di pascoliana memoria. Quanto è importante risvegliare il bambino che giace sepolto nel profondo della nostra anima, per guardare con disincanto alla bellezza che ci circonda e lasciarsi permeare dalle emozioni che la vita ci offre?
Il poeta è colui che riesce a vedere le cose con la stessa ingenuità di un bambino. Un poeta non inventa la poesia, ma la scopre attraverso la sua capacità di cogliere le piccole cose con l’intuizione e non con la ragione, appropriandosi, in questo modo, della concezione del mondo che si ha durante l’infanzia. Dobbiamo cercare rifugio nell’innocenza e nell’ingenuità dell’infanzia, perché quella è l’unica fase della vita in cui raggiungiamo con disincanto la felicità.
Come definirebbe la Sua poesia?
Naturale e semplice nell’abbraccio con la Grande Madre che ci ha generato.C’è un poeta del passato a cui si ispira?
Non penso di seguire un autore in particolare o una scuola poetica specifica. Vivo le mie emozioni e le mie meraviglie in un’estasi totale.Quali sono i complimenti più emozionanti ch ha ricevuto e continua a ricevere dai Suoi lettori?
Sicuramente mi ha emozionato davvero tanto il commento critico della prof.ssa Fulvia Carbonera, docente di letteratura a Novara, che vi riporto con piacere: “I versi di Alberto Pattini si caratterizzano per una particolare armonia tra dimensione ritmica e impressione estetica. Il tema della Natura è declinato dal poeta in una molteplicità di significati, che coinvolgono la ricerca introspettiva dell’uomo in cammino verso la profondità dell’anima; la contrapposizione fra il paesaggio primigenio, autentico e genuino e quello antropizzato, piegato con violenza alle esigenze di un mondo troppo veloce e artificioso; la malinconia per l’amore vissuto talora come perdita, talora come assenza e memoria, resuscitata e amplificata dal contatto con la montagna; lo stupore, infine, quasi fanciullesco, per la grandezza di un creato di fronte al quale l’uomo non può che restare in silenziosa contemplazione.
Da questa percezione del rapporto tra uomo e natura nasce un canto affascinante nella melodia generata dai versi, nella rappresentazione simbolica delle manifestazioni di una natura-madre che è casa, rifugio e speranza del domani. Un canto che nasce spontaneamente dall’ispirazione dell’autore e non da tecnica versificatoria consapevole e ricercata. Proprio la spontaneità, la mancanza di “maniera”, il legame profondo con un territorio amato visceralmente, rendono le liriche di Pattini molto interessanti nel panorama lirico contemporaneo”.Quale messaggio si augura possa arrivare a coloro che avranno il piacere di leggere le Sue poesie?
Spero che attraverso le mie poesie si possa riflettere sul fatto che riscoprire le piccole cose, come tenersi per mano, guardare un tramonto, emozionarsi al cospetto delle meraviglie che la Natura ci dona, ascoltare assorti il dolce canto degli uccelli, ci aiuta a vivere meglio, rendendoci consapevoli che il progresso fine a se stesso non porta a nulla. Per vivere un’esistenza più umana dobbiamo riscoprire il valore della lentezza, cercando di abbandonare i ritmi frenetici che caratterizzano il mondo di oggi.

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VALE LA PENA? di Carla Corradi

pubblicato da: Mirna - 31 Gennaio, 2017 @ 10:05 am

dicembre-2016-004 !cid_11D426D19A044C709584AC7C5860343F@carlacorradiPCVale la pena vivere? si chiede Carla Corradi .

Non è una domanda facile, è una domanda che ci poniamo tutti noi esseri umani sia chiaramente che fumosamente.

Certamente un’artista e una  psicoterapeuta desidera affondare nei misteri del nostro essere e  delle nostre sensazioni quasi come un chirurgo che voglia vivisezionare ogni sussulto di emozione che fa soffrire o gioire.

Vuole conoscere e farci conoscere attraverso le parole scritte il cammino per giungere in parte a qualche risposta. Personale e universale.

Ho letto con molto interesse e partecipazione questo nuovo libro di Carla Corradi che conosco da alcuni anni come partecipante al mio gruppo lettura.

Ma già la intravvedevo lungo il Fersina, seduta al tavolino di qualche bar mentre leggeva il giornale e sono certa che tanti anni fa abbiamo fatto un viaggio insieme sulla Costa Amalfitana. Una signora bionda, riservata, dagli occhi chiari e malinconici.

LibrIncontri caffè Città 0tt 2016 003Carla è anche pittrice e scrittrice. Urgente per lei la necessità di scrivere  in questo momento particolare della sua vita in cui non si è più giovani, gli amori distanti –  e non si capisce appieno  perchè –  il passato  che si incarna nel presente in un vortice di emozioni che vogliono esplodere in colori, parole, versi.

Carla cerca di sgomitolare parola dopo parola nodi irrisolti, ricordi lieti e tristi, ma soprattutto vuole capire il valore della propria vita.

Inutile negarlo c’è molta sofferenza in queste sue generose e sincere pagine. La sofferenza del vivere in modo profondo e attento. La sua attenzione ai minimi sussulti del’anima bloccano il lettore che si ritrova in molti suoi  passi:

“C’è bisogno di ricercare nelle parole quei significati che mancano alla tristezza che affiora, anche se non necessariamente motivata da fatti accaduti, ma intrinseca al momento e interna, come qualcosa che emerge inesorabile come una seconda natura o forse come la prima a cui non abbiamo saputo trovare rimedi perchè eravamo troppo piccoli o troppo soli per affrontarla.”

L’abbandono materno in ogni caso segna una persona per sempre, è questo che l’autrice ci svela e con coraggio ci racconta anche  del suo dolore librincontri-9-nov-16-009per l’allontanamento del figlio.

Come ci spiega Santo Cerfeda nella  presentazione, questo libro era stato scritto soltanto per se stessa e per il suo nipotino. Un mémoire per analizzare tutti i percorsi dei pensieri e del cuore. Dalla sofferenza  ai ricordi delle persone amate e scomparse, alla solitudine, al timore curioso della morte e della malattia  e  se … nonostante tutto vale la pena vivere.

Concordo con Santo che questo suo libro dovesse essere pubblicato. Parole che anche per noi lettori rimarranno incise nei meandri della mente perchè se ognuno di noi sembra avere una vita diversa dall’altro,  ci accomuna  però il percorso attraverso l’esistenza  che come una foresta è piena di sorprese e ostacoli.

Ogni pagina ci fa fermare e riflettere e dovrei scrivere molto di più per sottolineare i punti in cui mi ritrovo o di cui vorrei discutere.

“In solitudine, viviamo. In compagnia recitiamo la vita.” Paura e necessità della solitudine che ci arricchisce e che ci fa creare.

E la felicità? “improvvisa come le onde o il vento. La si può però ricordare, in modo da credere che esista davvero”

Tante domande anche per noi dunque posteci in modo alquanto particolare da una psicoterapeuta artista che ci parla di vicarianza come strategia per sostituire e travalicare la realtà, di resilienza ossia  la capacità di affrontare, senza rimanerne sopraffatti, ostacoli e dolori.

Per giungere infine al desiderio di coinvolgerci nel chiederci se Vale la pena?

Direi di sì e non soltanto come già le avevo risposto tempo addietro ” nell’ aprire la finestra ogni mattina e guardare i fiori che prima o poi rinasceranno” , ma proprio per leggere il suo libro.

Ne vale la pena.

ed. youcanprint

In vendita presso librerie Disertori e Artigianelli

 

 

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LA TRISTEZZA HA IL SONNO LEGGERO di LORENZO MARONE,ed.Longanesi

pubblicato da: Mirna - 27 Gennaio, 2017 @ 7:33 am

41YDJpY63qL._SL160_[1]Finalmente un bel romanzo italiano che ho letto con divertimento “nonostante” o proprio per  la depressione alla Woody Allen del protagonista.

Siamo in una Napoli bene alle prese con famiglie allargate tra le quali cerca di sgomitare il nostro Erri, uomo all’apparenza senza qualità, di mediocre aspetto, alle prese con conflitti irrisolti con i genitori. Come da copione. Padre assente, madre fallica. Ma un patrigno che racchiude affettività, comprensione e suggerimenti positivi.

E tanti fratellastri e sorellastre, ognuno con la propria storia.

Erri è stato appena lasciato dalla moglie Matilde con la quale ha cercato per anni di avere un figlio seguendo pedissequamente i consigli del ginecologo: a che ora, dove, in che modo fare l’amore. Senza risultato.

Ma Matilde, appena tradito Erri, è rimasta incinta. Ma di chi sarà il bambino?

Erri si sente sempre più nel ruolo dello sfigato, ma un vivace psicoanalista lo smaschera. Comodo, vero, farsi passare per succube, mite, sfigato? Si prendono meno decisioni.

I segreti più segreti a lungo andare diventano segreti anche a noi stessi.

Erri si rende conto allora che non sapeva ancora che cosa voleva, tutto impegnato a ripensare alle delusioni dell’infanzia, alle sue incapacità di reagire  , ma soprattutto non manifestando le proprie emozioni sempre ricacciate nello stomaco a suon di Gaviscon.

E’ ora di darsi una smossa. Il bravo patrigno, la sorellastra strampalata Flor e altre  persone a lui vicino  lo spingono finalmente a capire che lui desidera soltanto essere un “fumettista”.  Cercare un’altra casa, non obbedire ciecamente alla madre-generale, anzi cercare di  capirla e “smantellare” il loro rapporto.

E lasciare andare quella tristezza adolescenziale senza colpevolizzare  più nessuno. Perchè  seppur sbalottati da una o più famiglie, senza “trovare 145442842-25183ea6-dcca-4189-8916-32759949921a[1]il centro di gravità permanente” noi siamo gli artefici della nostra vita e possiamo ribaltare la situazione.

Lorenzo Marone mi ha divertito e fatto riflettere .

Una lettura interessante, fluida, ironica. Deliziosa.

Dovrò cercare anche il suo primo romanzo “La tentazione di essere felici”

 

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